La Cina continua ad acquistare i chip NVIDIA vietati da Washington
Reuters ha visionato alcuni documenti che mostrano come entità legate al settore militare cinese e università stiano riuscendo, seppur in piccole quantità, ad acquistare acceleratori NVIDIA per l'IA, nonostante le restrizioni all'export degli Stati Uniti.
di Manolo De Agostini pubblicata il 15 Gennaio 2024, alle 08:41 nel canale Schede VideoNVIDIA
Da diverso tempo gli Stati Uniti stanno tentando di arginare l'uso di tecnologia occidentale da parte della Cina e, più in particolare, nel settore militare. Tuttavia, stando a Reuters, qualcosa parrebbe stia sfuggendo alla fitta rete di controlli.
Secondo l'agenzia di stampa, "enti militari cinesi, istituti statali di ricerca sull'intelligenza artificiale e università hanno acquistato nell'ultimo anno piccoli lotti di semiconduttori NVIDIA vietati dagli Stati Uniti per l'esportazione verso la Cina".
Stando ai documenti visionati da Reuters, fornitori cinesi poco noti avrebbero alimentato le capacità di calcolo di "dozzine di entità cinesi" con i chip NVIDIA soggetti alle restrizioni. Tra questi, si parla di A100 e H100, le cui esportazioni sono state vietate verso la Cina e Hong Kong nel settembre 2022, nonché A800 e H800, soluzioni sviluppate da NVIDIA proprio per il mercato cinese ma anch'esse vietate dallo scorso ottobre.
Quanto riportato da Reuters evidenzia da una parte la difficoltà di Washington nel tagliare completamente l'accesso della Cina ai chip avanzati per l'IA, dall'altra sottolineano l'assenza di buone alternative sviluppate dalle realtà locali, nonostante HUAWEI e altre aziende stiano cercando di colmare il gap. Secondo l'agenzia, prima delle restrizioni all'export imposte dagli USA, NVIDIA controllava circa il 90% del mercato cinese dei chip per l'IA.
"Tra gli acquirenti figurano università d'élite e due entità soggette alle restrizioni sulle esportazioni statunitensi: l'Harbin Institute of Technology e la University of Electronic Science and Technology of China, accusate di essere coinvolte in questioni militari o affiliate a un organismo militare contrario all'interesse nazionale statunitense".
L'Harbin Institute of Technology avrebbe acquistato sei NVIDIA A100 a maggio per addestrare un modello di deep learning, mentre la University of Electronic Science and Technology of China un acceleratore A100 nel dicembre 2022.
"L'analisi di Reuters ha rilevato che né NVIDIA né i rivenditori approvati dalla società erano tra i fornitori identificati. Non è chiaro come i fornitori si siano procurati i chip NVIDIA", sottolinea l'agenzia. È chiaro come, all'emergere delle prime restrizioni, sia nato un mercato clandestino parallelo, con i chip che non arrivano direttamente in Cina ma transitano da India, Taiwan e Singapore.
Reuters parla di più di 100 gare d'appalto in cui enti statali si sono procurati chip A100 e dozzine di gare d'appalto dopo il divieto di ottobre che mostrano acquisti di A800. Tra queste figurano l'Università di Tsinghua - che si è procurata due chip H100, oltre a circa 80 chip A100 dal divieto del 2022 - e un'entità legata all'esercito che ha richiesto tre A100 in ottobre e un acceleratore H100 questo mese.
Il numero di acceleratori acquistati è piccolo, lontano da quanto serve per mettere a punto da zero un sofisticato modello linguistico di grandi dimensioni basato sull'intelligenza artificiale (in stile ChatGPT, ndr). Tuttavia, anche numeri così esigui possono favorire complesse attività di apprendimento automatico per migliorare i modelli di intelligenza artificiale esistenti.
In un altro articolo, sempre Reuters, riporta come la società di datacenter indiana Yotta abbia annunciato un ulteriore acquisto di acceleratori NVIDIA per un valore di 500 milioni di dollari, portando il suo totale ordini a 1 miliardo di dollari. Questo dimostra quanto la sete di acceleratori NVIDIA per l'IA sia diffusa nel mondo e come, a fronte di una contrazione del mercato cinese, subentrino nuovi Paesi pronti a colmare il vuoto.
Secondo Sunil Gupta, CEO e cofondatore di Yotta, l'ordine dovrebbe comprendere circa 16.000 soluzioni H100 e GH200, con consegne entro marzo 2025. Tale cifra si aggiunge a un ordine analogo effettuato da Yotta lo scorso anno per circa 16.000 chip H100, la cui consegna è prevista entro luglio di quest'anno.
18 Commenti
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La Cina non la fermi più allo stato attuale.
Del resto semini vento, raccogli tempesta.
E chi vuol capire, capisca.
Al di qua dell'interesse strategico sui semiconduttori il punto è che l'ex isola di Formosa, formatasi nel 48 proprio grazie a dei cinesi fuggitivi che non volevano sottostare al regime comunista cinese dell'epoca, vuole rimanere una democrazia occidentale e questo la Cina non lo permetterà mai... quindi rischia di fare la fine di Hong Kong.
Reuters ha visionato alcuni documenti che mostrano come entità legate al settore militare cinese e università stiano riuscendo, seppur in piccole quantità, ad acquistare acceleratori NVIDIA per l'IA, nonostante le restrizioni all'export degli Stati Uniti.
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Era tutto abbastanza prevedibile.
Già è su quella strada.
Non penso ci sarà alcun conflitto per il controllo della produzione di semiconduttori, dato che la supply chain è globale e coinvolge molteplici paesi. è molto improbabile che un singolo paese possa essere completamente indipendente e contemporaneamente leader.
Se gli USA dicono che loro sono i buoni mentre la Cina sono i cattivi, noi dobbiamo crederci!
...punto e basta!!!
La Cina non la fermi più allo stato attuale.
Del resto semini vento, raccogli tempesta.
E chi vuol capire, capisca.
Questo però è anche un chiaro segno di quanto siano indietro in questo campo nel farsi schede grafiche in casa, nonostante i loro mirabolanti slogan.
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