I robot ci ruberanno il lavoro: lo pensa il 65% degli americani | Sondaggio

Un recente sondaggio condotto da PEW evidenzia le preoccupazioni legate ai progressi compiuti dalla robotica. Oltre la metà degli americani ritiene che nei prossimi 50 anni i robot e i computer svolgeranno la maggior parte del lavoro dell'uomo.
di Salvatore Carrozzini pubblicata il 11 Marzo 2016, alle 15:21 nel canale Sistemi
61 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoMarcellinobono e la stessa domanda che mi sono posto anche io. Immaginiamo un futuro prossimo, tra 100 anni, i robot faranno il 99% dei mestieri attuali. Il lavoratore non lavorera più, non potrà portare a casa lo stipendio, non potrà mangiare e non potrà acquistare i prodotti. Se la mentalità sarà la stessa di oggi, l'umanità è destinata a calare di parecchio. Oppure bisognerà dare uno stipendio fisso a tutte le persone in modo che possano mangiare ed acquistare i prodotti. Cos'altro possiamo fare?
Quante pippe mentali, il manovale non ci sarà più certo ma esistono altri mestieri che ora non godono di molta diffusione e probabilmente ne nasceranno di nuovi che oggi non ci sono.
Programmatori e sistemisti in primis ma anche robotica a sto punto ( materia che oggi seguono in pochi ) oltre alla classica ingegneria.
Poi certo che chi fa il manovale e si trova nel mezzo della transizione rimarrà fregato, certo !
Così come rimarranno fregati i tassisti appena usciran le vetture a guida autonoma.
Così come son rimasti fregati i bibliotecari con l'avvento di internet.
Si prospetta un mondo di "padroni disoccupati" e di "super schiavi", chiaramente lo stato prenderà il controllo di tutto, sopratutto per limitare gli intenzionati a trasformare i "super schiavi" in terminators...
Guarda.. non ho le conoscenze necessarie in sistemi economici di massa per poter dire come ptrebbe andare.. anzi diciamo che non ho la palla di cristallo.
Ma una cosa è certa, l'uomo non è una macchina.. e benchè il principio comunista sia sulla carta il migliore possibile è stato ampiamente accertato (dai fatti) che l'uomo non è adatto a questo modello.
Che ti piaccia o no se davvero si avverasse la tua previsione andrebbe tutto a p.. nel giro di pochi anni!
Ciò è vero finché la macchina non è autonoma... Se le macchine si ordinano i pezzi di ricambio da soli e se li fanno montare da un'altra macchina? Se per modificare una catena di montaggio fatta da soli robot bastasse una telefonata al "caporale" dei robot (robot anche lui) ?
Ma una cosa è certa, l'uomo non è una macchina.. e benchè il principio comunista sia sulla carta il migliore possibile è stato ampiamente accertato (dai fatti) che l'uomo non è adatto a questo modello.
Che ti piaccia o no se davvero si avverasse la tua previsione andrebbe tutto a p.. nel giro di pochi anni!
Sono assolutamente d'accordo con te e poi ovviamente non ho neanch'io la palla di cristallo, infatti sono un po' preoccupato per quello che può accadere nei prossimi 20 anni
Programmatori e sistemisti in primis ma anche robotica a sto punto ( materia che oggi seguono in pochi ) oltre alla classica ingegneria.
Poi certo che chi fa il manovale e si trova nel mezzo della transizione rimarrà fregato, certo !
Così come rimarranno fregati i tassisti appena usciran le vetture a guida autonoma.
Così come son rimasti fregati i bibliotecari con l'avvento di internet.
Piccolo dettaglio:
in un mondo normale servono 100 operai e un progettista. Se i cento operai diventano cento robot potrà servire un progettista, un paio di addetti alla manutenzione e un paio di programmatori.. e gli altri 95 che fanno? Possono diventare programmatori pure loro ma restano comunque a piedi.
Questo fenomeno si vede già oggi con le ondate di laureati "a spasso" che di fatto fanno lavori che normalmente fanno semplici diplomati perchè i pochi posti "da laureati" sono tutti presi.
Scusami se mi permetto, ma questo dipende moltissimo dal settore. Nella mia università si assiste ad un fenomeno molto particolare: la gente lascia al secondo o terzo anno (di informatica) per andare a lavorare, e parrebbe secondo le ultime dichiarazioni del Magnifico che molte altre sedi di informatica e ing. informatica registrano lo stesso andamento. In Italia abbiamo una richiesta altissima di sviluppatori e al momento si prendono cani e porci.
Ovviamente la stessa cosa non vale per moltissimi corsi di laurea che invece sono strapieni di gente e "hanno saturato il mercato" (vedi Economia, Lettere e in generale materie umanistiche...).
Quindi in sostanza credo che riusciremo a bilanciare e che nasceranno materie nuove.
Chi 100 anni fa pensava che ci sarebbe stato bisogno di corsi di laurea appositi per la comunicazione ed il marketing sul web?
Non vedo dove sia il problema.
Esempio del magazzino con carrelli "normali" guidati da persone: 50 magazzinieri, 3 meccanici e 3 informatici (perché curano la Wi-Fi dei terminali, lo sviluppo del software che ti deve sempre dire quale è il percorso più efficiente per il prelievo, ecc).
Esempio del magazzino totalmente automatizzato: 3 meccanici (il numero di mezzi rimane lo stesso, anzi forse diminuisce anche), 10 informatici (perché oltre a gestire quello che si diceva prima c'è anche da gestire i movimenti dei mezzi veri e propri, cosa che prima facevano i manovratori). 10 magazzinieri giusto perché "non si sa mai l'emergenza".
Gioiscono gli informatici (o gli addetti all'automazione), un po' meno i 40 magazzinieri che all'improvviso si vedono soppiantati.
Se si ragiona come si è ragionato fino ad adesso (la ricerca dell'utile fino all'ultimissimo centesimo) temo proprio che la direzione sia questa.
Lavoreranno meno persone (più specializzate) e ce ne saranno migliaia in più a casa (soprattutto per quella che adesso è la manovalanza, lavori che sono riproducibili o che comunque facilmente sostituibili ad esempio la movimentazione delle merci). Il tutto perché al datore di lavoro conviene più tenere i muletti automatici in magazzino piuttosto che pagare i magazzinieri.
Spariranno certi mestieri e ne nasceranno di altri o quantomeno si infoltiranno alcuni già esistenti.
Non vedo dove sia il problema.
Penso che il rischio possa essere che il numero di posti che si creerà possa essere inferiore di quelli persi.
Fantasticando a lungo termine, più tempo passerà e migliore saranno I robot e quindi il numero che potranno svolgere ma come ho detto, sono solo ipotesi.
Esempio del magazzino con carrelli "normali" guidati da persone: 50 magazzinieri, 3 meccanici e 3 informatici (perché curano la Wi-Fi dei terminali, lo sviluppo del software che ti deve sempre dire quale è il percorso più efficiente per il prelievo, ecc).
Esempio del magazzino totalmente automatizzato: 3 meccanici (il numero di mezzi rimane lo stesso, anzi forse diminuisce anche), 10 informatici (perché oltre a gestire quello che si diceva prima c'è anche da gestire i movimenti dei mezzi veri e propri, cosa che prima facevano i manovratori). 10 magazzinieri giusto perché "non si sa mai l'emergenza".
Gioiscono gli informatici (o gli addetti all'automazione), un po' meno i 40 magazzinieri che all'improvviso si vedono soppiantati.
Se si ragiona come si è ragionato fino ad adesso (la ricerca dell'utile fino all'ultimissimo centesimo) temo proprio che la direzione sia questa.
Lavoreranno meno persone (più specializzate) e ce ne saranno migliaia in più a casa (soprattutto per quella che adesso è la manovalanza, lavori che sono riproducibili o che comunque facilmente sostituibili ad esempio la movimentazione delle merci). Il tutto perché al datore di lavoro conviene più tenere i muletti automatici in magazzino piuttosto che pagare i magazzinieri.
Eppure è recente la notizia di Mercedes che ha assunto non so quante migliaia di persone perché i Robot non sono abbastanza flessibili e ci vuole troppo tempo a riprogrammarli... staremo a vedere, penso che sia veramente troppo presto per fare previsioni in un senso o nell'altro.
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