La solitudine dei responsabili di cybersecurity
Trend Micro ha commissionato a Opinium una ricerca per meglio comprendere le esigenze degli esperti di cybersecurity, scoprendo che una delle maggiori difficoltà è far comprendere l'importanza delle loro attività al management.
di Alberto Falchi pubblicata il 20 Febbraio 2019, alle 19:01 nel canale SicurezzaTrend Micro
Sono 1.125 gli esperti di cybersecurity sparsi per il pianeta che Opinium ha intervistato per conto di Trend Micro e i risultati non sono consolanti, soprattutto per quanto riguarda l'Italia. Mentre la difficoltà del loro lavoro continua a crescere a causa delle nuove, importanti, minacce di sicurezza, la serenità in azienda sembra continuare a calare, così come la soddisfazione sul posto di lavoro: lo ammette ben il 34% degli intervistati, il 41%, se ci limitiamo alla sola Penisola. Il problema principale è la difficoltà di comunicazione con i vertici aziendali, quelli che alla fine decidono le priorità e autorizzano gli investimenti. Fondamentalmente, si sentono abbandonati a sé stessi, non supportati dal resto dell'azienda.
Non sempre gli esperti riescono a tradurre efficacemente al management la pericolosità delle nuove minacce e la complessità dello scenario attuale al punto che il 59% dei responsabili security sostengono che la sfida principale non sia l'individuare e debellare le minacce, ma riuscire a farsi ascoltare internanente. Una percentuale che arriva addirittura al 69% se ci limitiamo a prendere in esame solamente il campione italiano. La situazione cambia solamente quando le realtà vengono colpite da un attacco: solo a quel punto, quando ormai è tardi per la prevenzione, sembra che la comunicazione fra i due mondi inizi a funzionare.
“Sedersi nella stanza del board è solo il primo passo. I professionisti IT devono trovare i modi giusti per far valere delle competenze di sicurezza che sono integrate in tutta l'organizzazione. Potrebbero anche cercare di imparare di più dagli altri leader aziendali, su come comunicare meglio i rischi, in modo da assicurarsi che la sicurezza informatica sia prioritaria in ogni dipartimento” ha affermato Bharat Mistry, Principal Security Strategist di Trend Micro.
7 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoavoja a dire ai markettari (managers) come ci si dovrebbe comportare con i pc eposti ad internet... nulla.. non ce sentono..
o meglio ce sentono ma siccome loro sono i managers e tu un pezzente alle loro dipendenze, non esiste che je dai consigli, perchè sì loro sono managers e tu tecnico, ma per strani reconditi motivi si sentono stra-powa-users esperti di tutto, e quindi "oggi abbasta l'antivirus" (craccato e non aggiornato)
comunque bel titolo mi ha ricordato un bel film de qualche decade fa.."la solitudine dei numeri primi"
poracci noi che paghiamo profumatamente delle capre del cazzo per mettere in pericolo i nostri dati...
Quando uno infatti si scotta le manine (perchè non ha mai adottato una banalissima politica di "copia" e perde tutti i suoi ricordi), vedrai che la 2° volta matura (se non è un idiota).
Nel malware (dimenticavo di sottolinearlo), vedevo dunque una sorta di funzione sociale (si, apparentemente assurdo no?).
E questo è il passo dell'articolo cui mi riferisco:
[SIZE="1"]¹si lo so, il termine è lievemente sborone dato che sono un qualunque informaticamente parlando.
Peraltro non ci voleva uno scienziato per arrivarci ma tant'è..[/SIZE]
Mia esperienza ...
più di una volta, quando mi capitava di parlare del mio lavoro mi sono sentito dire:"Si si, andiamo avanti, tanto non capisco un cazzo"
ed era l'AD ...
Fate voi
"Si si, andiamo avanti, tanto non capisco un cazzo"
ed era l'AD ...
Fate voi
almeno ammette l'ignoranza...
c'è chi non capisce un cazzo neanche del proprio (presunto) lavoro...
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