Una tempesta di sabbia imperversa nella zona dove si trova il rover NASA Perseverance
Su Marte una tempesta di sabbia sta imperversando nella zona dove si trova il rover statunitense NASA Perseverance. Grazie al suo RTG anche la diminuzione della luminosità del Sole non pone problemi per l'energia generata.
di Mattia Speroni pubblicata il 09 Marzo 2024, alle 19:09 nel canale Scienza e tecnologiaNASA
Come sappiamo la missione di NASA Ingenuity si è conclusa con il volo 72 (a causa di un problema ancora da definire), ma la missione Mars 2020 prosegue grazie al rover NASA Perseverance che sta continuando le operazioni di esplorazione del delta del fiume che un tempo riempiva il cratere Jezero di acqua. Il veicolo si trova ancora in prossimità del drone a circa 500 metri di distanza ma ora l'attenzione è concentrata su una roccia che gli scienziati vogliono poter esaminare in maniera approfondita.

La tempesta di sabbia su Marte ripresa dal rover (fonte)
A complicare le operazioni è però giunta una tempesta di sabbia che ha modificato la luminosità del Sole a causa della polvere sollevata dalla superficie. Marte, pur avendo un'atmosfera molto rarefatta rispetto a quella terrestre, è colpita spesso da grandi tempeste che possono arrivare a oscurare il Sole. Fortunatamente NASA Perseverance funziona grazie a un RTG (generatore termoelettrico a radioisotopi) e non risente quindi della presenza di sabbia nell'atmosfera per la generazione di energia elettrica.
NASA Perseverance e le nuove analisi di una roccia su Marte
Il rover sta effettuando in questi giorni una serie di analisi (e potenzialmente un prelievo di campioni) dalla roccia chiamata Bunsen Peak. Oltre alla tempesta a complicare le operazioni c'è il malfunzionamento della copertura dello strumento SHERLOC (Scanning Habitable Environments with Raman & Luminescence for Organics & Chemicals) che si trova all'estremità del braccio robotico insieme a PIXL e WATSON. Questo "tappo" serve a evitare che all'interno della parte ottica si possa accumulare sabbia e la sua apertura è collegata anche alla messa a fuoco del sistema ottico.

Il problema di SHERLOC persiste almeno dal 6 gennaio 2024 e gli ingegneri hanno cercato in tutte queste settimane di migliorare l'apertura della protezione. Gli ultimi progressi sono significativi e quindi presto la sua funzionalità dovrebbe essere ripristinata del tutto. Dall'atterraggio su Marte, SHERLOC è stato impiegato 34 volte su diverse rocce, creando un totale di 261 immagini iperspettrali.

La copertura di sicurezza dello strumento SCHERLOC (fonte)
La roccia chiamata Bunsen Peak è interessante per gli scienziati in quanto si innalza rispetto al suolo. La sua struttura presenta una zona verticale che potrebbe significare come ci siano strati di diversi materiali e anche l'accumulo di polvere è ridotto, facilitando le analisi degli strumenti. Attualmente sono stati impiegati WATSON e SuperCam per acquisire informazioni sulla struttura chimica di questa roccia mentre in futuro NASA Perseverance dovrebbe muoversi verso una nuova zona. Il rover è attualmente su Marte da 1085 sol e ha percorso quasi 24,9 km. La sua campagna è ancora agli inizi e le aspettative sono tante considerando che la scalata del delta è ancora agli inizi.











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10 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - info"Amaro Olympus mons sapore vero" e questo ci riporta all'antica risposta: C'è vità su Marte? Un po' il sabato sera…
E se l'è pure dimenticata
Stai ponendo limiti alla provvidenza divina.
Questo fa di te un eretico.
Su Marte una tempesta di sabbia sta imperversando nella zona dove si trova il rover statunitense NASA Perseverance.
Su Marte, dove una tempesta di sabbia sta imperversando, il Sole è al tramonto... ma... incredibile... improvvisamente nella pianura flagellata dal vento inizia a distinguersi una sagoma avvolta in un mantello che lentamente si dirige verso il Rover... cosa, anzi, chi sarà mai?
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Tutto ciò sotto gli occhi esterrefatti di un uomo chiamato...
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Grazie Scienziati di tutto.
dacci oggi il nostro Bernardo Gui quotidiano
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