La nuova immagine del telescopio spaziale James Webb è della galassia Messier 74 (NGC 628)

Le immagini del telescopio spaziale James Webb continuano a fluire sul Web e l'ultima riguarda la galassia a spirale Messier 74 (conosciuta anche come NGC 628). Ecco due elaborazioni realizzate in questi giorni.
di Mattia Speroni pubblicata il 20 Luglio 2022, alle 14:04 nel canale Scienza e tecnologiaNASAESA
Poco prima della metà di luglio sono state rivelate in due eventi le prime immagini del telescopio spaziale James Webb. La prima riguardava il campo profondo (SMACS 0723) dove è stato possibile vedere una galassia a 13,1 miliardi di anni luce dalla Terra. A poche ore di distanza sono poi arrivate le immagini e i dati degli altri obiettivi che comprendevano l'esopianeta WASP-96 b, la Nebulosa Anello del sud, il Quintetto di Stephan e infine la Nebulosa della Carena.
A sinistra l'immagine di Hubble, a destra quella di Spitzer
Ma non è finita qui! Per via della necessità di provare il JWST è stato anche necessario provare a catturare immagini di oggetti celesti che si trovano nel Sistema Solare e l'attenzione è caduta su Giove (e alcune lune) oltre a diversi asteroidi. Il confronto con quanto realizzato da Hubble nel corso degli scorsi anni ha permesso di notare le evidenti differenze, pur considerando che si tratta di telescopi differenti con HST che è pensato per visibile, UV e parte dell'infrarosso mentre JWST si focalizza solamente sull'infrarosso. In queste ore è stata anche diffusa una nuova immagine della galassia Messier 74 (conosciuta anche come NGC 628), sempre catturata dal nuovo telescopio spaziale.
Il telescopio spaziale James Webb e l'immagine della galassia Messier 74
L'immagine di Messier 74 (o NGC 628), secondo l'elenco degli obiettivi rilasciato dall'STScI, è stata catturata il 17 luglio con una sessione di osservazioni multiple sfruttando lo strumento MIRI (Mid-Infrared Instrument). L'elaborazione è stata poi realizzata da Gabriel Brammer, dell'Università di Copenaghen, che ne ha estratto una versione particolare con note che tendono al violetto dovute alla tipologie di molecole che la costituiscono che emettono solo alcune specifiche lunghezze d'onda mappate in rosso e blu mentre il verde era poco presente.
Bisogna infatti ricordare che l'occhio umano non percepisce gli infrarossi e quindi le immagini del telescopio spaziale James Webb devono essere "tradotte" in colori visibili e apprezzabili dai nostri occhi (pur mantenendo una struttura coerente per esaltare le varie conformazioni). Le nubi che costituiscono questa galassia in particolare sono formate da molecole di grandi dimensioni chiamate idrocarburi policiclici aromatici.
Anche Judy Schmidt ha elaborato l'immagine di Messier 74 con tonalità differenti. In particolare in questo caso la colorazione rossa è data dal filtro F2100W, le parti arancioni sono dovute al filtro F1130W mentre il ciano a quello F770W. Per la luminosità generale invece è stato impiegato il filtro F1000W.
Messier 74 (o NGC 628) è una galassia a spirale con due bracci simmetrici che ne fanno "un riferimento" per questo genere di galassie. L'oggetto celeste si trova a circa 32 milioni di anni luce dalla Terra nella costellazione dei Pesci. Al suo interno potrebbero essere presenti 100 miliardi di stelle. In passato era già stata osservata da altri telescopi come Hubble o Spitzer (visibile nell'immagine in apertura) che ne avevano già evidenziato la struttura. La sua scoperta si deve all'assistente di Charles Messier, Pierre Méchain, nel 1780.
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30 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoQuindi esiste la possibilità di spostarsi ovunque nel cosmo all'istante?
Non proprio, prima di tutto l'età stimata dell'universo, o meglio una delle due stime più accreditate è di 13,787 miliardi di anni, e infatti si dice che la luce di SMACS 0723 provenga da quando l'universo aveva circa 700 milioni di anni, che è pochissimo considerando che secondo l'attuale teoria del Big Bang i primi atomi si sono formati a circa 400 milioni di anni... ma a giudicare dalle altre tue considerazioni che fai direi che hai proprio un'idea del tutto errata di cosa dica la teoria del big bang:
Da come scrivi sembra tu creda che tutti gli astri del cielo fossero condansati in un unico punto e che dopo una grossa esplosione siano stati scagliati distanti gli uni dagli altri... un po' come si vede in quest'animazione:
https://www.youtube.com/watch?v=t_ad-rfvtIA
Ma la teoria del Big Bang propone una cosa totalmente diversa:
https://it.wikipedia.org/wiki/Big_Bang
Intanto non c'è stata nessuna esplosione ma una rapida espansione, poi come ho già scritto per centinaia di milioni di anni non esisteva la materia ma si è formata dopo in modo uniforme per tutto l'universo, quindi non è che SMACS 0723 si sia teletrasportato da qualche parte, ma è sempre stato molto distante dalla nostra galassia tanto che la luce che genera impiega appunto 13,1 miliardi di anni per arrivare a noi...
Non sono le galassie a spostarsi ma lo spazio che in ogni punto si espande in ogni direzione. Quindi non sono le galassia ad approssimare la velocità della luce ma la struttura stessa dell'universo che si espande e a questa, soprattutto a distanze immense, non si applica la relatività speciale (per la quale due osservatori non potranno mai relativamente al loro sistema di coordinate misurare una velocità superiore a quella della luce). Più spazio separa due punti più espansione.
A X X B Ogni punto di spazio che ho grossolanamente indicato con le X si espande; e lo spazio appena creato si espanderà a sua volta.
A X X X X X B Più distanti i punti e maggiore l'espansione.
Risultato: la velocità di allontanamento aumenta in ragione di 73km/s per mega parsec (3,26 milioni di anni luce). Facendo due conti in circa 13 miliardi di anni luce corrisponde a una velocità di espansione prossima a quella della luce; oggetti più distanti non li potremo mai vedere anche dovessero esistere
Altra cosa da tenere conto: prima che si formassero le galassie come accennava GiGBIG l'inflazione ha d'un botto espanso l'universo nei primi istanti in modo incredibile (dopo 1 secondo 10 anni luce, dopo un anno 100,000 anni luce, dopo 10 mila anni 10 milioni di anni luce). Quindi la nostra regione di spazio non era già a quella distanza quando la luce si è irradiata quella galassia ma molto meno; la luce veniva verso di noi ma a causa dell'espansione noi ci siamo allontanati sempre più e alla fine ci ha raggiunto, appunto, dopo tutto questo tempo
La galassia si è formata dove si è formata, e l'espansione dell'universo l'ha portata a quella distanza da noi.
Essere a 13,1 miliardi di anni luce di distanza non significa che la luce ha impiegato 13,1 miliardi di anni per raggiungerci, ma meno tempo.
Se leggi quest'altra notizia https://www.hwupgrade.it/news/scienza-tecnologia/il-telescopio-spaziale-james-webb-potrebbe-aver-rilevato-una-galassia-di-13-4-miliardi-di-anni_108793.html, un oggetto vecchio di 13,4 miliardi di anni, si trova a oltre 33 miliardi di anni luce di distanza da noi, per effetto dell'espansione dell'universo.
Lo spazio si sta espandendo, trascinando tutte le galassie con sé. E più due oggetti sono lontani tra loro, più la loro velocità di allontanamento reciproco è grande. Ma poiché è lo spazio a muoversi, le masse non si spostano rispetto ad esso, quindi non c'è violazione della relatività, perché la velocità delle masse resta inferiore a quella della luce. Lo spazio, in zone molto lontane tra di loro, si sta espandendo a velocità superiori a quella della luce. Ma questa veloce espansione non viola la relatività, perché è lo spazio a espandersi.
Questo comporta che alcune zone dell'universo non potranno più essere in contatto (visivo) tra loro, perché l'espansione dello spazio le allontana sempre più, con velocità sempre maggiori, e maggiori della velocità della luce.
L'inflazione prevede che, subito dopo il Big Bang, cioè parecchi milioni di anni prima della formazione delle galassie, e per un tempo breve, l'universo si sia espanso a velocità enormi, ben superiori a quella della luce, e causando, già da allora, il fatto che alcune zone non fossero più in contatto.
Stai appunto parlando dell'infalzione cosmica di cui altri hanno già accennato:
[I][B]Inflazione (cosmologia)
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
In cosmologia l'inflazione (dal termine inglese inflation, che ha conservato anche l'originario significato di "gonfiaggio" derivato dal latino inflatio) è una teoria che ipotizza che l'universo, poco dopo il Big Bang, abbia attraversato una fase di espansione estremamente rapida, dovuta a una grande pressione negativa.
Si stima che l'inflazione sia avvenuta intorno a 10-35 secondi dal Big Bang, sia durata intorno a 10−30 s e abbia aumentato il raggio dell'universo di un fattore enorme, superiore a 1030 (circa mille miliardi di miliardi di miliardi di volte).[1] L'ipotesi prevalente è che sia stata generata da un campo di energia chiamato inflatone, forse originato da uno stato instabile dovuto alla non immediata rottura spontanea di simmetria delle forze fondamentali dopo una transizione di fase quantistica; tale campo, caratterizzato da una grande energia di punto zero, avrebbe assunto il ruolo di costante cosmologica, provocando l'espansione quasi esponenziale dell'universo.[2] Al termine della breve fase inflazionaria l'espansione sarebbe ripresa al ritmo precedente secondo la cosmologia standard.[3]
La teoria è stata proposta inizialmente da Alexei Starobinski[4][5] in Unione Sovietica e contemporaneamente da Alan Guth[6][7] negli Stati Uniti d'America all'inizio degli anni ottanta.[/B][/I]
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