Il telescopio spaziale James Webb acquisisce la prima immagine diretta di un esopianeta

Si chiama HIP 65426 b ed è il primo esopianeta del quale il telescopio spaziale James Webb ha acquisito un'immagine diretta. Si tratta di una prima prova generale mentre si affinano le sue potenzialità in cerca di nuovi mondi.
di Mattia Speroni pubblicata il 01 Settembre 2022, alle 19:48 nel canale Scienza e tecnologiaNASAESA
Si torna a parlare del telescopio spaziale James Webb (fortunatamente non per questioni legate alla sicurezza informatica) e delle straordinarie immagini e dati che riesce a catturare. Una delle ultime novità riguarda l'acquisizione di un'immagine diretta di un esopianeta che, grazie alle potenzialità del nuovo strumento scientifico, permettono di superare i limiti delle precedenti soluzioni impiegate finora.
La ricerca e caratterizzazione degli esopianeti è un tema importante sia per quanto riguarda la ricerca di vita fuori dal Sistema Solare, sia per capire come quest'ultimo possa essersi evoluto e per ricostruire indirettamente la storia della Terra. Recentemente abbiamo scritto di come il JWST abbia individuato anidride carbonica nell'atmosfera di un esopianeta anche se il telescopio spaziale non è l'unico strumento impiegato in questo tipo di ricerche (si pensi ad ALMA di ESO). Per l'ultima scoperta del JWST gli scienziati si sono focalizzati su HIP 65426 b, ecco cosa hanno visto.
L'esopianeta osservato dal telescopio spaziale James Webb
Nel nuovo studio pubblicato recentemente gli scienziati hanno impiegato il JWST per iniziare a capire quanto il telescopio possa essere impiegato per l'osservazione diretta di esopianeti. Come spiegato da Arynn Carter (a capo dello studio) grazie alle prestazioni del nuovo osservatorio si possono rilevare pianeti di massa inferiore rispetto a quanto eravamo in grado di fare prima del suo avvento. Infatti gli strumenti in precedenza permettevano la rilevazione di giganti gassosi più grandi di Giove mentre ora ci si può concentrare anche su esopianeti con caratteristiche di Urano e Nettuno (e si tratta di un bel salto in avanti).
Tornando a HIP 65426 b, questo esopianeta ha una massa circa sette volte quella di Giove ed è un corpo celeste relativamente "giovane" essendosi formato al più 20 milioni di anni fa (la Terra ha circa 4,5 miliardi di anni). Le osservazioni del telescopio spaziale James Webb sono avvenute tra il 17 e il 30 luglio e si sono concentrate su HIP 65426, una stella con il doppio della massa del Sole a 350 anni luce da noi nella costellazione del Centauro.
In realtà sapevamo già dell'esistenza dell'esopianeta HIP 65426 b in quanto era stato scoperto nel 2017 grazie a VLT di ESO. Questo esopianeta è distante dalla sua stella tre volte la distanza che c'è tra Nettuno e il Sole. JWST non lo ha quindi scoperto, ma è riuscito a catturarne un'immagine diretta, una sfida piuttosto impegnativa.
La stella infatti è circa 10 mila volte più luminosa dell'esopianeta e per questo è stato necessario impiegare un coronografo che ne bloccasse la maggior parte della luce emessa mettendo così in evidenza HIP 65426 b (grazie a NIRCam e MIRI). Gli scienziati hanno scelto di rilevare la luce riflessa dal pianeta con diversi filtri e quindi a diverse lunghezze d'onda e, con questi dati e modelli già esistenti, è stato possibile conoscere con una precisione mai vista prima quanta luce veniva emessa dal pianeta e definirne alcune proprietà.
Questa è stata "solo" una prova generale delle potenzialità del telescopio spaziale James Webb in questo particolare campo. Come aggiunto da Arynn Carter "penso che la cosa più eccitante sia che abbiamo appena iniziato. Ci sono molte altre immagini di esopianeti in arrivo che daranno forma alla nostra comprensione generale della loro fisica, chimica e formazione. Potremmo anche scoprire pianeti precedentemente sconosciuti".
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3 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoper quanto riguarda gli errori sicuramente se vai alla fonte l'incertezza viene riportata sempre e ovunque. Qualcosa di vede anche nel grafico relativo all'atmosfera, per i valori rilevati dal JWST. Il fatto che non li riporti HWUpgrade mi sembra abbastanza normale, non ha senso che una testata di questo tipo scenda così nel tecnico
per quanto riguarda l'affidabilità beh se dici di essere uno scienziato un po' questo tipo di perplessità mi lascia interdetto perché è una domanda che si pone più il medioman di turno che non si fida della scienza senza sapere come funziona, non chi è al dentro
in breve i punti sono due:
1) l'affidabilità del risultato viene comprovata dal fatto che quel risultato viene infilato in n modelli che prendono in considerazione cose molto diverse tra di loro, un dato che non torna crea problemi che saltano all'occhio
2) la scienza cerca con furore i propri errori quindi la prima a mettersi in dubbio (avendo peraltro le competenze per farlo) è lei stessa. La scienza controlla (molto) attivamente l'affidabilità delle proprie conoscenze e dei propri metodi... ...per quello indica l'errore di misura
ma poi di approfondimenti più o meno tecnici che spiegano tecniche e metodi nel dettaglio se ne trovano a bizzeffe (perché tra l'altro la cosa fantastica della scienza è che è completamente open), basta solo andare a leggerseli al posto di formulare dubbi generici che personalmente reputo antipatici - sarà che dopo questa pandemia sono un po' saturo di chi dubita a prescindere senza approfondire / capire
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