I telescopi BlackGEM di ESO iniziano la ricerca delle sorgenti di onde gravitazionali

In questi giorni sono entrati finalmente in funzione i tre telescopi del complesso BlackGEM di ESO. La loro funzione sarà quella di rilevare le sorgenti di onde gravitazionali ma anche scansionare il cielo australe in cerca di fenomeni transitori.
di Mattia Speroni pubblicata il 19 Maggio 2023, alle 15:21 nel canale Scienza e tecnologiaESO
Negli scorsi giorni abbiamo scritto del rinvio dell'inizio della campagna osservativa dell'interferometro italiano Virgo per la rilevazione delle onde gravitazionali. Come sappiamo, rilevare le onde gravitazionali è solo una parte del lavoro degli scienziati perché una volta individuata la zona di cielo da dove sono state generate devono essere altri strumenti scientifici a capire cosa le ha originate. Proprio in questi giorni è stato annunciato l'inizio della fase osservativa dei telescopi BlackGEM dell'Osservatorio di La Silla dell'ESO.
Questi saranno impiegati per permettere di rilevare cosa ha generato le onde gravitazionali (uniti ad altri osservatori sparsi in tutto il Mondo e anche a telescopi spaziali). Si tratterà della possibilità di riconoscere tra i fenomeni più energetici dell'Universo con nuovi dati e nuove informazioni rendendo più chiaro cosa avviene nel Cosmo.
Inizia la campagna osservativa dei telescopi BlackGEM dell'ESO
Il complesso di telescopi BlackGEM è formato da tre unità e avranno come obiettivo l'osservazione del cielo australe per rilevare, tra gli altri, la fusione di stelle di neutroni e buchi neri (che generano onde gravitazionali rilevabili da LIGO, Virgo e KAGRA). In particolare questi telescopi sono pensati per effettuare scansioni rapide di ampie aree di cielo sfruttando la luce visibile e quindi identificare l'origine.
Paul Groot (responsabile del progetto) ha dichiarato "con BlackGEM miriamo a potenziare lo studio degli eventi cosmici sia con le onde gravitazionali che con la luce visibile. La combinazione dei due fenomeni ci dice su questi eventi molto di più che uno solo dei due preso singolarmente. [...] Nonostante la modesta dimensione dello specchio primario da 65 centimetri, riusciamo a raggiungere la stessa profondità di altri progetti con specchi molto più grandi, perché sfruttiamo appieno le eccellenti condizioni di osservazione a La Silla".
Oltre a verificare posizione, tipologia di oggetto che li ha generati c'è la possibilità di individuare la formazione di elementi pesanti come oro e platino. La zona di cielo da scansionare è pari a circa 400 lune piene e quindi più telescopi saranno attivi e pronti a cogliere l'evento, maggiori saranno le possibilità di individuarlo velocemente. Ogni telescopio utilizza un sensore CCD da 10500 x 10500 pixel dove ogni pixel ha dimensioni di 9 µm mentre l'apertura è di f/5.5. La loro struttura è realizzata specificatamente per il progetto con l'utilizzo di fibra di carbonio.
I tre telescopi BlackGEM sono stati costruiti dalla Radboud University, dalla Netherlands Research School for Astronomy e dalla KU Leuven. Il loro diametro è pari a 65 centimetri e in futuro il complesso potrebbe raggiungere le quindici unità complessive, migliorandone la copertura (che complessivamente avranno una risoluzione di 1,65 GPixel). Anche con l'aiuto di BlackGEM la collaborazione con altri centri continuerà e quindi una volta che questi telescopi avranno individuato la sorgente, toccherà a soluzioni ancora più complesse come VLT e ELT (in fase di costruzione) indagarne i dettagli.
Dato che le rilevazioni di onde gravitazionali non sono ancora così frequenti, BlackGEM scansionerà il cielo australe in cerca di altri fenomeni transitori grazie a un sistema di gestione delle operazioni automatizzato. Questo insieme consentirà da un lato di acquisire nuove informazioni e dall'altro di non "sprecare" tempo strumentale anche senza la presenza fissa di un operatore umano.
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