Grazie alla sonda NASA Juno è stata rilevata la più intensa attività vulcanica su Io, la luna di Giove

Durante il flyby avvenuto alla fine dello scorso anno, la sonda spaziale NASA Juno ha catturato con gli strumenti JIRAM e JunoCam la più intensa attività vulcanica mai registrata su Io, la luna di Giove.
di Mattia Speroni pubblicata il 03 Febbraio 2025, alle 21:26 nel canale Scienza e tecnologiaNASA
Giove ha ancora molti segreti da svelare, ma anche le sue lune sono di particolare interesse per gli scienziati. La missione NASA Europa Clipper (lanciata alla fine dello scorso anno) studierà Europa a partire dal 2030 mentre ESA JUICE darà uno sguardo ravvicinato a Ganimede ma non solo. Attualmente intorno al gigante gassoso orbita la sonda spaziale NASA Juno che sta proseguendo la raccolta di dati su Giove e le sue lune, tra le quali Io.
Recentemente l'agenzia statunitense ha annunciato che la sonda spaziale ha rilevato un'intensa attività vulcanica su Io. Certo, questo satellite è noto per essere molto attivo, ma i ricercatori sono stati comunque sorpresi dal livello raggiunto recentemente in una zona nell'emisfero australe della luna gioviana. In questa parte del satellite, la zona attiva ha occupato una superficie di oltre 100 mila km² e rilasciando una grande quantità di energia.
I dati di NASA Juno sono stati raccolti grazie allo strumento JIRAM (Jovian Infrared Auroral Mapper) realizzato in collaborazione con l'agenzia spaziale italiana. Grazie alle parole di Scott Bolton (del Southwest Research Institute) si può intuire lo stupore degli scienziati "questo è l’evento vulcanico più potente mai registrato nel mondo più vulcanico del nostro Sistema Solare".
NASA Juno e l'attività della luna Io
Io è una luna complessa che, a causa della sua vicinanza con Giove, "soffre" di notevoli stress meccanici che la riscaldano e portano a una parziale fusione di alcune sue parti generando a sua volta circa 400 vulcani attivi con pennacchi di polvere e fiumi di lava. Il 27 dicembre 2024 NASA Juno ha effettuato un passaggio ravvicinato arrivando a circa 74 mila km da Io e JIRAM (che cattura l'emissione infrarossa) ha potuto raccogliere i dati.
L'emissione di calore nella zona dell'emisfero meridionale è stata così elevata da saturare il rilevatore, ha raccontato Alessandro Mura (dell'Istituto Nazionale di Astrofisica). La motivazione è da ricercarsi in un sistema di camere magmatiche attive contemporaneamente e a breve distanza che potrebbero aver portare alla più intensa eruzione vulcanica mai registrata.
In precedenza il "record" per la zona attiva più estesa era della zona Loki Patera che si estendeva per 20 mila km². Una differenza enorme, se si pensa che Io è grande circa quanto la nostra Luna e quindi la superficie complessiva disponibile non è pari a quella di un pianeta come la Terra.
I dati di JIRAM sono stati uniti a quelli della fotocamera JunoCam (che osserva nel visibile) mostrando zone con colorazione più chiara, segno di una recente attività vulcanica. Attualmente le immagini non hanno la risoluzione necessaria a estrapolare ulteriori informazioni ma un flyby che avverrà il 3 marzo 2025 potrebbe gettare nuova luce sull'evento, che attualmente non ha ancora un nome, considerando che fenomeni di questo tipo lasciano grandi "ferite" sulla superficie del satellite che sono rilevabili anche a distanza di tempo.
0 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoDevi effettuare il login per poter commentare
Se non sei ancora registrato, puoi farlo attraverso questo form.
Se sei già registrato e loggato nel sito, puoi inserire il tuo commento.
Si tenga presente quanto letto nel regolamento, nel rispetto del "quieto vivere".