Ecco come funziona la resina schiumosa stampata in 3D e che si espande fino a 40 volte

Dall'University of California San Diego arriva una speciale resina schiumosa che può essere stampata in 3D e poi espandersi fino a 40 volte: ideale per supplire i limiti delle dimensioni di stampa
di Andrea Bai pubblicata il 12 Maggio 2020, alle 18:41 nel canale Scienza e tecnologiaLe tecniche di stampa 3D offrono indiscutibili vantaggi per chi opera nel campo della prototipazione rapida o anche solo della produzione di oggetti che non è possibile o conveniente realizzare in grossi volumi. C'è, però, anche un grosso limite: la dimensione delle realizzazioni in stampa 3D è limitata dalle dimensioni del macchinario usato per stampare.
Qualora sia necessario realizzare oggetti più grandi, si dovrà procedere a stampare elementi più piccoli e successivamente unirli insieme in qualche modo, tramite incastri o colle. Una soluzione a questo problema giunge da un gruppo di ricercatori della University of California San Diego che ha sviluppato una resina schiumosa che può espandersi fino a 40 volte il suo volume originale.
In questo modo si apre la possibilità di stampare in 3D oggetti capaci di rispettare le dimensioni della macchina di stampa, ma che in un secondo momento possono essere sottoposti ad un trattamento per farli espandere fino alla dimensione necessaria al loro impiego.
In una pubblicazione su ACS Applied Materials & Interfaces il team descrive la composizione della resina, i parametri di stampa e alcune delle proprietà meccaniche della schiuma stampata in 3D. In particolare l'espansione degli oggetti stampati si ottiene somministrando loro calore, per esempio esponendoli in un forno.
La regolazione dei parametri di stampa inoltre va ad influire sulla capacità di espansione, offrendo quindi la possibilità di regolare quanto effettivamente l'oggetto debba crescere una volta stampato e sottoposto a trattamento termico.
Secondo i ricercatori questa resina potrebbe rivelarsi utile in diversi campi, come quello architettonico, quello aerospaziale e anche nei campi energetico e biomedico. La schiuma risulta inoltre essere anche piuttosto leggera e potrebbe rappresentare una soluzione interessante nella realizzazione di elementi galleggianti.
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