Peer to Peer e download musica, alcuni dati

Peer to Peer e download musica, alcuni dati

Un recente studio fornisce dati allarmanti circa le percentuali di utenti che sfrutterebbero il download illegale di materiale musicale a mezzo peer to peer, valori in forte crescita soprattutto fra le nuove leve

di pubblicata il , alle 12:23 nel canale Multimedia
 

Prendiamo spunto da un articolo pubblicato da CDFreaks per affrontare un argomento delicato come l'utilizzo di sistemi Peer to Peer (P2P) per ottenere contenuti audio illecitamente, al fine di offrire uno spunto di riflessione sul problema e di capire i punti di vista di tutte le parti in causa.

In base ad una recente ricerca di Jupiter Search, il 15% sul totale delle persone connesse ad Internet sfrutterebbe programmi P2P di file sharing per ottenere senza pagare contenuti musicali, contro un misero 5% di onesti che si rivolgerebbe a servizi di download legale. La società inoltre basa questi dati soprattutto su un campione statunitense, quindi la forbice fra il 15% e il 5% di materiale ottenuto illegalmente e legalmente è destinata a crescere a dismisura in alti paesi dove l'acquisto on-line viene ancora visto con diffidenza o non viene sfruttato per altri motivi.

Lo studio condotto ovviamente non si ferma qui: l'età media della maggior parte degli utenti che scarica musica legalmente è più alta del previsto, in quanto più del 62% si colloca nella fascia fra i 25 ed i 44 anni, la maggior parte, seppur di poco, donne.

Il pubblico più appetibile per le case discografiche però, è risaputo, è quello dei teenager e poco oltre. Jupiter sottolinea in questo settore un dato significativo, ovvero che nella fascia dai 15 ai 24 anni di età la percentuale di utenti che scarica materiale audio illegalmente sale al 34%, il triplo della media già incredibilmente alta. I motivi sono molteplici, anche in virtù della discreta giovinezza dei sistemi P2P più diffusi, poco più di due anni.

- Il primo motivo risiede ovviamente nella possibilità di avere un'alternativa comoda e a portata di mano, che spesso viene sfruttata a prescindere dal prezzo di acquisto del prodotto originale, sia digitale che fisico.

- Le nuove generazioni sono molto meno legate al supporto fisico come può essere il CD originale reperibile in negozio, essendo cresciuti in una realtà già molto diversa in cui il materiale multimediale sotto forma di file era la normalità e non una novità. Il alcuni casi il supporto "impalpabile" è addirittura preferito, in quanto direttamente sfruttabile su lettori portatili senza eseguire il passaggio di conversione.

- Molti potenziali utenti e clienti minorenni non dispongono di mezzi adatti al pagamento on-line, molto spesso basati su carta di credito standard e con poche alternative.

Jupiter insomma smentisce alcuni recenti studi che vedevano nel P2P un volano per l'industria discografica, tesi che francamente ci sembra molto condivisibile. Non sono però tutte nubi nere all'orizzonte per l'industria discografica: sempre nello studio si prevede un incremento dal 5% al 13% di utenti adulti attivi nel download legale, molti dei quali ex-illegali passati ad una condizione di disponibilità economica maggiore.

Come anticipato, tale approfondimento vuol mettere nelle condizioni di capire quali siano i valori in campo, senza per questo trarre giudizi sui comportamenti degli utenti o sulla politica dei prezzi dei CD audio. Emerge il dato allarmante di un aumento del download illegale proprio nella fascia di utenza più giovane, quindi è lecito attendersi nuove forme di commercio elettronico di materiale legale con forme di pagamento alternative alla classica carta di credito che siano credibili, affidabili e possibilmente fruibili da un pubblico molto vasto. Un mercato in continuo mutamento e movimento insomma, il cui approdo è ignoto anche ai più esperti analisti del settore.

Fonti: CDFreaks, Jupiter Search

103 Commenti
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SilverXXX30 Novembre 2005, 12:31 #1
Io ci tengo parecchio al cd fisico (più copertina, booklet etc..)
E poi dopo che compro musica non voglio che ne decidano gli altri.
paolor_it30 Novembre 2005, 12:32 #2
Il vero problema, cge il P2P ha solo messo in evidenza, è l'anacronisticità della legge sul diritto d'autore.

Da sempre c'è il problema delle copie illegali delle opere dell'intelletto (una volta si duplicavano le musicassette) solo che ora il bubbone sta esplodendo.

Poi la legge italiana poi che dà rilevanza penale a questi illeciti è persino indecente.

Intanto forza P2P.
Nevermind30 Novembre 2005, 12:33 #3
15 e 30%? dati piuttosto ottimisti io penso che tra 14 e 25 sia almeno un 90% che scarica anche solo ogni tanto musica.
cagnaluia30 Novembre 2005, 12:36 #4
secondo me invece si COMPRANO PIU CD/DVD e supporti in genere ORIGINALI che nn nel passato.
Il P2P fa solo pubblicità, cioè la gente ascolta PIU MUSICA, la loro cultura è piu ampia.


Se ascolto un mp3, se vedo un DVD "hackerato" e ritengo che mi piaccia, può essere vero che prima o poi comprerò il pezzo originale.
Avendo un "parco demo" piu ampio.. anche tale probabilità sarà piu ampia!
doriz30 Novembre 2005, 12:45 #5
io credo che pagare 30 euro un cd sia un furto legale, alla pari di scaricare materiale illegale..forse è questo il problema

ovviamente nessuno dei 2 metodi giustifica l'altro
DevilsAdvocate30 Novembre 2005, 12:49 #6
Manca un dato, cioe' che i servizi di vendita online hanno gia' costituito un bel
"cartello" commercializzando ogni canzone a 0.99 ed ogni album a 9.99 , di
fatto distruggendo ogni concorrenza e ricreando lo stesso "monopolio" che vediamo
per i CD "boxed" (che da noi hanno prezzi decisamente superiori al normale,
molti li comprano in svizzera o li ordinano dall'america giusto per risparmiare quel
30-40% sul prezzo delle nuove uscite).

Per di piu'i sistemi di protezione della "musica digitale legale" limitano di parecchio
la liberta' dei consumatori, primo problema tra tutti: l'ascolto con apparecchi
portatili (il 100% legge mp3, il 40% legge wma, il 10% legge i wma con i drm,
lettori apple esclusi).

A questo scenario aggiungiamo poi una bella crisi dei contenuti (a parer mio, per
carita') , visto che la maggior parte degli "artisti" non fa che riciclare brani altrui
o propri, e le uniche novita' di spicco sono nel campo del Metal (campo che
personalmente non tocca i miei gusti...)
nxtway30 Novembre 2005, 12:51 #7

mah...

Secondo me è anche un problema un po' più ampio...nel mondo del consumismo sfrenato in cui siamo immersi adesso non c'è più molta musica di qualità e solo gli appassionati si comprano cd originali. Chi spende 40 mila lire per ascoltare solo una canzone decente su 10? Ormai è tutto usa e getta e anche la musica purtroppo si è adeguata. Il p2p può essere un ottimo modo per far ascoltare più musica e quindi creare più cultura musicale. Questo porterà sicuramente a una maggiore consapevolezza e quindi all'acquisto oculato di produzioni che meritano.
aLLaNoN8130 Novembre 2005, 12:51 #8
La qualità musicale odierna è ai minimi storici ed i prezzi alle stelle, trovo indecente la politica dei prezzi delle case discografiche, personalmente non compro e manco scarico, ne faccio volentieri a meno...
gnappo8230 Novembre 2005, 12:56 #9
devo ammettere che facevo spesso uso di p2p per scaricare musica e come per la stragrande maggioranza dei miei amici era una questione legata soprattutto al prezzo:1 euro a canzone e' folle.da quando ho scoperto i siti russi come allofmp3.com che vendono musica a prezzi per loro normali e per noi occidentali bassissimi(1 cd completo si trova a 2-3 euro!)sono passato mediante una carta di credito ricaricabile ad acquistare musica online del tutto legale.checche' ne dicano gli americani questa e' la globalizzazione,e oltre a problemi e costi puo' portare anche vantaggi come in questo caso.oltretutto non ci sono i limitanti,assurdi e odiati drm,quindi meglio di cosi'...!
freeeak30 Novembre 2005, 12:58 #10
quoto paolor_it

e aggiungo

che senso ha dare i diritti d'autore cosi a lungo come si fa a far pagare i dirittti d'autore dopo 20-30 anni quando anche fosse morto l'autore perche gli eredi dovrebbero sfruttare una cosa non fatta da loro...

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