Samsung: l'impianto in Texas è ancora fermo, una tragedia al tempo dello shortage
Sembrava uno "stop and go" rapido dettato dal clima, ma lo spegnimento della Fab S2 di Samsung in Texas è destinato ad avere ripercussioni superiori del previsto: l'impianto non è ripartito a distanza di settimane. La produzione di chip, sia di controller per SSD che di soluzioni per l'automotive, ne risentirà.
di Manolo De Agostini pubblicata il 04 Marzo 2021, alle 16:01 nel canale MercatoSamsungTeslaQualcomm
Il mese scorso Samsung Foundry, Infineon Technologies e NXP Semiconductors avevano dovuto spegnere gli impianti produttivi nell'area di Austin (Texas) per consentire al gestore della rete elettrica di ripristinare l'energia verso le abitazioni, dopo un blackout causato da un'ondata di maltempo e gelo senza precedenti.
A distanza di settimane, gli impianti non sono però ancora stati riattivati, contrariamente a quanto si pensava. E questo non può che essere un problema in un tempo in cui la produzione mondiale di chip - di qualsiasi genere - è in ginocchio, a fronte di una domanda superiore alla capacità produttiva.
"I produttori di chip hanno l'energia, l'acqua e il gas di cui hanno bisogno per operare, ma necessitano di tempo per riattivare i macchinari e pulire gli impianti", ha affermato Edward Latson, CEO della Austin Regional Manufacturers Association a Reuters. Samsung Foundry ha confermato a Tom's Hardware che la Fab S2 non ha ancora ripreso il normale funzionamento.
"Anche se stiamo facendo sforzi per riprendere le operazioni il prima possibile, il processo potrebbe richiedere più tempo per raggiungere i normali livelli mentre ispezioniamo e riconfiguriamo l'impianto", ha dichiarato Samsung. "Il nostro obiettivo principale è garantire la sicurezza della nostra forza lavoro e della nostra comunità".
Il sito produttivo dell'azienda sudcoreana realizza chip con processi 14LPP - 11LPP ma anche con tecnologie più mature come i 28 - 65 nanometri. La produzione è in parte dedicata alla divisione LSI della stessa Samsung, in particolare i controller degli SSD, ma si occupa anche dei chip per l'automotive destinati a Tesla e Renesas, oltre a quelli per le telecomunicazioni di Qualcomm.
"Non ho mai visto una Fab riattivata senza intoppi dopo un'interruzione di energia", ha detto all'Austin American Statesman l'analista Patrick Moorhead. "Ad esempio, se una molecola d'acqua riuscisse a penetrare nei macchinari, potrebbe bloccare completamente la produzione. Una fabbrica utilizza gas, liquidi e materiali molto particolari difficili da stoccare e rimettere a posto dopo che sono stati tolti dal magazzino".
I clienti di Samsung potrebbero rivolgersi ad altre realtà produttive, ma ci sono parecchi ostacoli, dal trasferimento tecnologico ai prezzi, fino alle tempistiche. Insomma, non è certamente semplice e probabilmente farebbero meglio ad aspettare la ripartenza della Fab S2. Di certo questo stop prolungato avrà qualche ripercussione. Piove sul bagnato!
18 Commenti
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Texas, stato repubblicano...per anni ci hanno logorato i maroni con la storia che la Cina gli ha rubato la produzione... e poi scopri che alla prima neve rimangono senza elettricità per settimane. Come si fa?
Sarebbe interessante sfruttare questa occasione per proporre una FAB in Italia dove le condizioni meteo sono più clementi se ben posizionata.
ignoro la potenza necessaria per una Fab ma se ne possono montare più di uno e si possono montare solo quelli necessari per il mantenimento dell'area protetta senza attivare i macchinari..
metti anche che gli servano 20MW si mettono 4 gruppi di 5 MW .. se veramente il costo di fermata è tanto alto non vedo il problema.. non si mettono UPS.. si mettono gruppi a gasolio
Evidentemente costa meno ribaltare le eventuali perdite economiche sui prezzi di vendita invece che investire in gruppi elettronici che potrebbero non servire mai (anche se ultimamente la catastofre è più puntuale dei treni FS). Tanto dei chip c'è sempre bisogno e le FAB si contano sulle dita delle mani quindi non si rischia di perdere quote di mercato
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