Restrizioni USA alle esportazioni tecnologiche: la Cina non ci sta e porta il caso al WTO
Lo stop alle esportazioni di tecnologia avanzata deciso dagli Stati Uniti nei confronti della Cina, un freno per l'industria hi-tech e dei semiconduttori della potenza asiatica, sarà oggetto di confronto per il WTO, l'Organizzazione mondiale del commercio.
di Manolo De Agostini pubblicata il 14 Dicembre 2022, alle 07:47 nel canale MercatoLa disputa tecnologica tra Cina e Stati Uniti passa anche per l'Organizzazione Mondiale del Commercio (World Trade Organization, WTO). Pechino, secondo quanto affermato dal ministro per il commercio e riportato da Reuters, ha depositato una controversia commerciale affinché sia un organismo terzo a stabilire se le misure restrittive in termini di esportazione di tecnologia prese da Washington siano legittime oppure no. Secondo il ministro, la controffensiva legale si è resa necessaria per difendere i diritti e gli interessi della Cina. "Le restrizioni imposte dagli Stati Uniti minacciano la stabilità delle catene di approvvigionamento industriali globali".
In un crescendo di decisioni sempre più limitative, a ottobre l'amministrazione Biden ha annunciato ulteriori azioni per impedire alla Cina l'accesso a tecnologia di alto profilo. Ad esempio, con la motivazione di non permettere a Pechino di sfruttare la tecnologia statunitense per scopi militari, il governo ha assoggettato realtà come AMD e NVIDIA a un controllo delle esportazioni che impedisce loro di commercializzare acceleratori di intelligenza artificiale oltre una certa soglia di potenza o con determinate caratteristiche nel paese asiatico.
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Inoltre, le nuove norme vietano anche la spedizione in Cina di qualsiasi macchinario che potrebbe essere usato nella produzione di semiconduttori avanzati, tra cui chip realizzati con un processo a 16/14 nm o inferiore e NAND con oltre 128 layer (qui l'elenco completo). Ampliato, infine, il numero di società cinesi presenti nella Entity List, una lista nera di realtà a cui è vietato l'accesso alla tecnologia a stelle e strisce perché ritenute legate all'apparato militare di Pechino.
Secondo la Cina, le misure degli Stati Uniti servono semplicemente a fermare sul nascere la concorrenza nel settore della progettazione e produzione di semiconduttori avanzati, ambito in cui la Cina stava guadagnando rapidamente terreno. A Pechino ritengo che, inserendo le misure sotto il generico cappello dei "motivi di sicurezza nazionale", gli Stati Uniti starebbero abusando della legittima possibilità di applicare controlli sulle esportazioni violando le regole e le leggi del commercio internazionale.
Un portavoce dell'ufficio del rappresentante commerciale degli Stati Uniti ha confermato che Washington ha ricevuto una richiesta di consultazioni dalla Cina. "Come abbiamo già comunicato alla RPC (Repubblica Popolare Cinese), queste azioni mirate riguardano la sicurezza nazionale e il WTO non è il consesso appropriato per discutere di questioni relative alla sicurezza nazionale".
L'azione della Cina appare tuttavia più dimostrativa che concreta, infatti al WTO le controversie commerciali possono richiedere anche molti anni prima di essere risolte: una disputa (caso Airbus / Boeing) tra Stati Uniti e UE sui sussidi alla produzione di aerei ha richiesto 17 anni prima di essere risolta.
Nel frattempo, sembra che gli USA abbiano arruolato il Giappone e i Paesi Bassi nella sua lotta alla Cina: i due paesi dovrebbero applicare restrizioni alle esportazioni tecnologiche simili a quelle statunitensi secondo quanto riferisce Bloomberg.
In Olanda ha sede ASML, il principale produttore di macchinari litografici, mentre in Giappone ci sono realtà di spicco come Tokyo Electron, Nikon, Shin-Etsu e Canon, tutte legate al settore dei semiconduttori. Negli Stati Uniti operano invece Applied Materials, Lam Research e KLA, già assoggettate alle decisioni del governo Biden.










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11 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoUn paese emergente lo si potrebbe considerare Laos, Cambogia,Filippine,Nigeria,Congo, Perù e tanti altri ma la Cina no proprio, è un vero e proprio impero produttivo e commerciale,quindi se vuole fare parte del WTO,deve conformarsi al resto dei paesi commerciali/produttivi,brevetti compresi.
Non mi intendo della materia, però se pensi quante delle cose, anche altamente tecnologiche che usiamo quotidianamente, sono "Made in China", puoi renderti conto che rallentare in questa maniera gli sviluppi tecnologici cinesi, può avere effetti sul resto del mondo, quindi ha senso ci sia un ente preposto a verificare questo genere di cose. Poi non so che potere decisionale possa avere su di uno stato.
Ni
In linea di massima gli USA vendono a chi pare a loro, ma se decidi di fare parte di corporazioni globali da cui trai benefici, allora non ti è permesso fare quello che ti pare. Sono sistemi complessi estremamente regolamentati, per cui non è detto che gli USA possano decidere in maniera unilaterale di fare quello che vogliono, se non al netto di ripercussioni a livello industriale e commerciale.
Entrando nel WTO, le nazioni concordano di sottostare ad una serie di accordi di libero scambio. Se un membro del WTO crede che un altro membro non rispetti gli accordi, può chiedere al WTO di analizzare la situazione.
Questo è quello che ha chiesto la Cina, in quanto crede che gli USA non stiano rispettando "le regole" del WTO.
Non è proprio cosi', molti prodotti informatici, sono prodotti in Cina su licenza di aziende USA. Prendi ad esempio le unità radio Qualcomm.
L'unica leva che oggi può usare la Cina è il fatto di possedere una filiera produttiva competitiva ed efficiente, e che non esiste in nessun altra parte del mondo. Per crearla altrove ci vorranno almeno 10 anni.
Può darsi ma si chiama discriminazione !
Non erano loro che promuovevano la libertà e l'uguaglianza di tutti ?
Non erano loro che promuovevano la libertà e l'uguaglianza di tutti ?
La discriminazione sulle tecnologie informatiche mi mancava
In linea di massima gli USA vendono a chi pare a loro, ma se decidi di fare parte di corporazioni globali da cui trai benefici, allora non ti è permesso fare quello che ti pare. Sono sistemi complessi estremamente regolamentati, per cui non è detto che gli USA possano decidere in maniera unilaterale di fare quello che vogliono, se non al netto di ripercussioni a livello industriale e commerciale.
Ma ancora è tutto da dimostrare che ciò che fa gli USA sia vietato dal WTO.
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