Intel, la richiesta di sussidi alla Germania potrebbe essere superiore a 10 miliardi di euro
Secondo le fonti di Bloomberg, Intel e il governo federale tedesco starebbero ridiscutendo i sussidi per la costruzione delle due Fab in quel di Magdeburgo. Rispetto alle precedenti indiscrezioni che parlavano di 3,2 miliardi di euro, sembra si sia passati a 4-5 miliardi, da sommarsi ai 6,8 miliardi di euro già promessi.
di Manolo De Agostini pubblicata il 08 Marzo 2023, alle 10:01 nel canale MercatoIntel
Non è un mistero che Intel abbia rallentato la messa a terra del suo piano di espansione in Europa, sulla scia di conti economici non in linea con le sue aspettative e del mercato. Per questo motivo la società statunitense sarebbe tornata a sedersi al tavolo con il governo federale tedesco, alla ricerca di maggiori sussidi pubblici per sostenere i costi più alti rispetto a quanto preventivato al varo della nuova strategia, annunciata nel marzo 2022.
Intel si era assicurata un sostegno pari a 6,8 miliardi di euro, ma secondo le fonti di Bloomberg starebbe cercando altri "4-5 miliardi di euro", cifra che porterebbe il totale a 11-12 miliardi di euro. Nelle scorse settimane si parlava di una cifra inferiore, intorno ai 3,2 miliardi di euro. "Le interruzioni nell'economia globale hanno comportato un aumento dei costi, dai materiali per la costruzione fino all'energia", ha dichiarato in una nota un portavoce di Intel. "Apprezziamo il dialogo costruttivo con il governo federale per affrontare il divario di costi esistente con la costruzione in altri luoghi e rendere questo progetto competitivo a livello globale".
Il punto fondamentale è che tra Europa e Asia sussistono importanti differenze nei costi di realizzazione di un impianto per la produzione di semiconduttori, nella sua gestione quotidiana e nel costo della manodopera. Intel non può produrre processori, per sé o altri, che sul mercato presentino prezzi molto più alti rispetto ai concorrenti che si affidano a TSMC.
Con l'apertura di due Fab in Germania, in quel di Magdeburgo, Intel punta a riequilibrare la filiera dei semiconduttori mondiale in modo che non si verifichino più le problematiche vissute negli anni del COVID-19. Inoltre, con lo spauracchio cinese su Taiwan, Intel si propone come la soluzione per le altre aree del mondo che aspirano a dotarsi di una filiera autonoma.
A frenare il progetto c'è anche la lenta approvazione dello EU Chips Act, il piano da 43 miliardi di euro che la Commissione europea ha varato con l'obiettivo di riportare la quota UE nella produzione di semiconduttori al 20% di quella mondiale entro il 2030. Ad avversare questo piano però, oltre alla concorrenza asiatica, ci sono anche gli Stati Uniti con un piano analogo (US Chips Act) e con l'Inflation Reduction Act (IRA), un pacchetto d'aiuti diretto alle società che puntano sulla trasformazione verde e che potrebbe fare gola anche a Intel.
Originariamente la società statunitense prevedeva di investire 17 miliardi di euro in Germania, ma ora - sempre secondo Bloomberg - stimerebbe una spesa di 30 miliardi di euro. "Come la maggior parte dei progetti che riceveranno finanziamenti governativi tramite il Chips Act europeo, Intel si aspettava che circa il 40% del suo progetto fosse sovvenzionato", scrive Bloomberg. "Sebbene la società si aspettasse fondi governativi, è aperta anche ad altre fonti di aiuti, tra cui agevolazioni fiscali o sussidi energetici".
Nel mentre, sembra che l'espansione in Irlanda e in Francia stia procedendo senza particolari intoppi secondo le fonti. Per quanto riguarda l'Italia, dove Intel aveva previsto un potenziale impianto di back-end e packaging, le nostre fonti ci dicono che continuano i contatti con il governo, ma non ci sono novità sostanziali. A gennaio, durante il World Economic Forum, il CEO Gelsinger disse che l'Italia era "ancora in partita".
13 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoSalvo poi zitti e muti quando c'é da licenziare o chiedere sussidi: a quel punto si vestono di stracci e piangono miseria.
Poi il giorno dopo di nuovo i titoloni sul "trimestre migliore" o "grandi investimenti strategici".
Mah...
poi ovviamente questi numeri chissà se sono veritieri ma se un azienda investe 30 miliardi in Germania e la Germania ne spende 10 miliardi in incentivi mi sembra un ottimo affare per la Germania...
Senza contare le ricadute sul tessuto industriale
La Germania può Farlo, non c'è altro da dire, una nazione che perde una guerra e si rialza trainando tutto e tutti può..... Nyaa!
Io direi che se lo stato mette i soldi,ci deve essere una partecipata,sennò attaccati.
Il progetto è all'interno del chip act Europeo e della politica del "friendly shoring" americano.
Intel investirà 17 miliardi di dollari solo in quella fabbrica e il progetto prevede un nuovo centro di ricerca e sviluppo e design in Francia e per investire in servizi di ricerca e sviluppo, produzione e fonderie in Irlanda, Italia, Polonia e Spagna se va in porto.
Sicuramente piuttosto che creare una filiera ex-novo è un grande valore aggiunto cooperare con chi è ai vertici mondiali per la progettazione che non che sia una cosa così scontata.
Ti risparmi qualche decennio di investimenti e di sviluppo infruttoso. Tra l'altro credo che l'Europa sia già attrezzata per le cpu con processi produttivi meno avanzati
Anche se facessero le valigie rimarrebbe la fabbrica ma soprattutto le teste che ci hanno lavorato.
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