Il trasferimento illecito di tecnologie all'estero è costato alla Corea del Sud 15 miliardi di euro

Il trasferimento illecito di tecnologie all'estero è costato alla Corea del Sud 15 miliardi di euro

Secondo dati della Procura Generale, il valore complessivo dei danni nazionali provocati da fughe di know-how tra il 2020 e il 2024 ammonta a circa 23 mila miliardi di won, equivalenti a circa 15,5 miliardi di euro

di pubblicata il , alle 12:05 nel canale Mercato
SamsungLGSK hynix
 

In questi anni abbiamo parlato diverse volte di casi di furti di proprietà intellettuale che hanno colpito alcune delle più importanti aziende coreane, con informazioni chiave sulla produzione - ad esempio dei pannelli OLED - che hanno preso illegalmente la via della Cina. La Corea del Sud ha istituito un ente apposito per vigilare su questo tipo di furto di tecnologia, che si pone al fianco delle autorità per le indagini in merito.

pannello W-OLED LG

Nonostante gli sforzi, il trasferimento illecito di tecnologie strategiche sta generando perdite crescenti nei settori industriali chiave della Corea del Sud, tra cui semiconduttori, display e batterie. Secondo dati della Procura Generale, il valore complessivo dei danni nazionali provocati da fughe di know-how tra il 2020 e il 2024 ammonta a circa 23 mila miliardi di won, equivalenti a circa 15,5 miliardi di euro. L'evoluzione dei metodi impiegati, sempre più sofisticati e difficili da rilevare, sta complicando le attività investigative e rallentando i processi di recupero dei proventi illeciti.

Dall’istituzione del Technology Leak Crime Investigation Support Center, attivo da settembre 2022, sono state incriminate 226 persone, di cui 73 arrestate. Le indagini dirette hanno portato al recupero di circa 123,8 miliardi di won (circa 84 milioni di euro) in beni e fondi illeciti. Tra le vittime figurano grandi conglomerati industriali come Samsung Electronics e SK hynix, ma anche numerose piccole e medie imprese ad alta intensità tecnologica, spesso meno attrezzate per difendersi.

Strategie opache e nuova geografia delle fughe

Le dinamiche delle violazioni si stanno spostando da operazioni rudimentali a veri e propri schemi aziendali e giuridici. In diversi casi documentati, ex dipendenti di aziende coreane hanno favorito il passaggio di tecnologie critiche a società estere attraverso la creazione di shell companies, contratti di assunzione fittizi e collaborazioni mascherate. Alcune aziende straniere hanno persino aperto sedi legali in Corea per accedere ai brevetti e trasferirli all’estero sotto parvenza di legalità.

Un altro schema emergente prevede l’uso di non-practicing entities (NPE) per avviare cause brevettuali all’estero contro soggetti coreani, finalizzate a ottenere risarcimenti in denaro. A questo si aggiungono operazioni di esportazione illecita di chip IC a doppio uso, con applicazioni anche militari, dirette verso la Cina attraverso dichiarazioni doganali falsificate.

Secondo il Ministero della Giustizia, su 396 casi trattati dal 2019, ben 96 (32%) riguardano la violazione della legge sulla protezione delle tecnologie industriali, con particolare riferimento alla fuoriuscita di tecnologie considerate “core asset” nazionali. Nonostante l’intensificarsi delle azioni legali, la capacità di individuare i responsabili e recuperare i danni rimane limitata.

Un analista industriale ha sottolineato come “la tecnologia di produzione di massa sia, in ultima analisi, un insieme di competenze detenute da singoli individui”. I trasferimenti di personale qualificato comportano spesso la perdita diretta del know-how. Inoltre, “le fughe più recenti non avvengono più tramite file o documenti, ma attraverso informazioni memorizzate nella mente o annotate su dispositivi personali”. Le modalità indirette di fuga, come il reperimento sequenziale dei parametri di produzione da parte di fornitori di apparecchiature, risultano oggi particolarmente difficili da intercettare o sanzionare.

L'attuale contesto evidenzia un crescente divario tra la complessità degli schemi di fuga e le capacità investigative disponibili. Le autorità sollecitano un rafforzamento delle competenze trasversali e strumenti di monitoraggio più sofisticati, in grado di tutelare un patrimonio tecnologico sempre più esposto alla competizione globale.

3 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - info
zbear26 Maggio 2025, 13:45 #1
Beh, se il regime economico è capitalistico (e quindi di accumulo di capitale) non vedo il problema: il furto/sottrazione/modifica/inganno fa da SEMPRE parte del sistema .... anzi E' IL SISTEMA di base.
Ripper8926 Maggio 2025, 15:39 #2
Il prezzo dell'ipocrisia.
Quando si emarginano paesi ritenuti monelli dagli USA lo spionaggio industriale è di fatto incentivato.
La concorrenza cinese crescerà anzichè diminuire verso la Corea del Sud.
Mparlav26 Maggio 2025, 19:01 #3
Il "trasferimento" di tecnologia, ma chiamiamolo pure spionaggio industriale, esiste da sempre e non è mai a senso unico.
Vogliamo vedere quanta tecnologia è " entrata" a scapito degli altri?

Devi effettuare il login per poter commentare
Se non sei ancora registrato, puoi farlo attraverso questo form.
Se sei già registrato e loggato nel sito, puoi inserire il tuo commento.
Si tenga presente quanto letto nel regolamento, nel rispetto del "quieto vivere".

La discussione è consultabile anche qui, sul forum.
 
^