Ban Huawei, si aprono spiragli nelle trattative USA-Cina

I negoziati tra le due nazioni continuano dietro le quinte, con l'obiettivo di arrivare ad un accordo. Nel settore della tecnologia ne beneficerebbe Huawei oltre a tutte le aziende americane che a quest'ultima vendono prodotti
di Paolo Corsini pubblicata il 06 Novembre 2019, alle 14:21 nel canale MercatoHuawei
Uno dei temi che potrebbe trovare una svolta nel corso del mese di novembre è legato alla complessa questione dei dazi commerciali tra Stati Uniti e Cina, al centro di uno scontro che contrappone Pechino e Washington. Il segretario al commercio americano Wilbur Ross ha evidenziato ottimismo a riguardo, auspicando che le due nazioni possano trovare un punto d'incontro per una prima fase di accordo.
Questo risultato permetterebbe alle aziende americane, stando a quanto anticipato da Bloomberg, di vendere componenti a Huawei senza incorrere in sanzioni legate al ban attualmente in vigore. Si tratterebbe di una opportunità molto interessante tanto per Huawei come per le aziende americane legate al mondo della tecnologia, che in questi anni hanno avuto in Huawei un cliente molto importante difficilmente sostituibile quanto a volumi complessivi.
Se accordo sarà, verrà firmato su suolo americano. Questa l'intenzione espressa dal presidente Donald Trump, sempre molto attento a mostrare il peso della nazione da lui governata: una firma in territorio USA avrebbe una valenza molto importante già in termini di immagine.
In ogni caso l'accordo al quale si sta lavorando da entrambe le parti è di notevole complessità: c'è la necessità che tanto Stati Uniti quanto Cina siano ben a conoscenza di quello che verrà deliberato e sottoscritto. Ross rimarca come i negoziati stiano facendo progressi e siano indirizzati verso una conclusione positiva, ma questa potrebbe richiedere più tempo per previsto per concretizzarsi.
La data in calendario alla quale guardare rimane per il momento quella del 15 dicembre: in quel giorno diventeranno operativi i dazi applicati dall'amministrazione americana a prodotti importati dalla Cina, dispositivi di elettronica in testa. E' auspicabile, per quanto non così scontato, che per quella data si possa giungere ad un accordo tra le due superpotenze mondiali.
7 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoSe un accordo non si farà peggio per gli USA
Considerato che Huawei sta pensando seriamente di utilizzare componenti Europee e che diverse aziende USA perderebbero cospicui guadagni meglio che Trump si fermi,anche se un po' di ragione ce l'ha,il WTO tratta la Cina ancora come paese emergente ma questo sarebbe vero se andassimo indietro di 20 anni,ora,non mi pare più un paese emergente,anzi,mi pare un paese leader nell'economia mondiale.La Cina inoltre non rispetta il sistema brevetti,in causa,ci sono pure moltissimi brevetti Europei (pure Italiani).
Io sono dell'idea che un po' tutte le nazioni del mondo dovrebbero tirare le orecchie a Trump e a Xi Jimping,il primo per il "bullismo internazionale",il secondo perchè fa il finto tonto sulle questioni che ho scritto sopra.
Se il WTO fosse serio e non di parte,darebbe una severa sculacciata alle due nazioni in guerra commerciale.
Secondo me in questa guerra ci perderebbero più gli USA.
Alla fine sono sempre e solo problemi commerciali.
Huawei si stava rivolgendo a forniture europee visto il blocco negli USA.
In più nell'ultimo anno, hanno continuato ad installare infrastrutture 5G in tutto il mondo e le vendite di smartphone non sono state minimamente intaccate.
Alla fine sono sempre e solo problemi commerciali.
Huawei si stava rivolgendo a forniture europee visto il blocco negli USA.
In più nell'ultimo anno, hanno continuato ad installare infrastrutture 5G in tutto il mondo e le vendite di smartphone non sono state minimamente intaccate.
Alèèè
Vabbè ma l'hanno capito tutti che è una scusa. E' proprio di oggi una news, secondo cui, un gruppo di hacker di Stato cinesi aveva lanciato, un 2-3 anni fa, una campagna di spear phishing, per penetrare i sistemi di varie telco, allo scopo di trafugare sms e chiamate di soggetti attenzionati.
Adesso, se fosse vera la storia delle backdoor di Huawei, non avrebbero mai avuto bisogno di usare lo spear phishing.
Detto questo, la Cina ha capito fin troppo bene qual è il giochino. E infatti oggi è stata data la notizia del varo di un fondo di 29 miliardi di dollari per lo sviluppo di chip ad alte prestazioni progettati e costruiti in Cina. Fa parte della strategia del "Made in China 2025".
Cioè i cinesi hanno deciso di soppiantare, nel prossimo futuro, le importazioni di microprocessori americani.
Nel frattempo stanno valutando l'ipotesi di allearsi con varie imprese europee ed usare i loro chip.
Se consideriamo che ARM è di proprietà di Softbank, azienda giapponese ma con un'elevata quota di capitali cinesi...
I cinesi hanno il di dietro parato da tutti i lati.
La Cina inoltre non rispetta il sistema brevetti,in causa,ci sono pure moltissimi brevetti Europei (pure Italiani).
Io sono dell'idea che un po' tutte le nazioni del mondo dovrebbero tirare le orecchie a Trump e a Xi Jimping,il primo per il "bullismo internazionale",il secondo perchè fa il finto tonto sulle questioni che ho scritto sopra.
Se il WTO fosse serio e non di parte,darebbe una severa sculacciata alle due nazioni in guerra commerciale.
Secondo me in questa guerra ci perderebbero più gli USA.
la cina ha già surclassato gli usa dopo averli spolpati fino all'osso approfittando delle occasioni concesse da amministrazioni americane passate poco lungimiranti e probabilmente anche interessate. Ormai secondo me era già tardi imporre il ban (si fa tanto parlare di huawei, ma hanno messo ban su studenti e investimenti, quello pesa più che i dazi) e se ora è davvero bastata (vedremo) la minaccia di fare una criptovaluta di stato e uscire di fatto dal sistema monetario, attualmente in dollari, per ridurre anche il battagliero Trump a più miti consigli, significa che purtroppo ho ragione e il mondo occidentale come lo conosciamo ha già perso e saremo in lenta agonia finchè non si prenderanno tutto e imporranno il modello cinese anche a noi.
se un giapponese può fare un dispetto a un cinese lo fa. Anche rimettendoci di tasca sua. Non è comunque softbank il problema
Se vuole perdere gli investimenti cinesi e fallire, può benissimo farlo. Non è che Softbank sguazzi nell'oro ultimamente.
Quei soldi cinesi gli servono come l'aria.
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