Naufraga il progetto per Taiwan Memory Company

Il piano di istituire un produttore di memorie partecipato dal governo taiwanese potrebbe essere accantonato ancor prima di partire
di Andrea Bai pubblicata il 13 Novembre 2009, alle 16:30 nel canale MemorieIl progetto di istituire un produttore di memorie taiwanese con forte partecipazione del governo potrebbe giungere al capolinea prima ancora di partire. Secondo quando dichiarato da Bloomberg, il legislatore taiwanese ha rifiutato una pubblica richiesta di finanziamento chiedendo che il progetto venga accantonato.
"Il tempo per investire è ormai passato. Abbiamo chiesto al Ministro degli affari economici di fermare il progetto, il governo dovrebbe rsipettare la nostra decisione" ha dichiarato Ting Shou-chung, esponente del principale partito di maggioranza.
Il governo ha in realtà trovato ostacoli a questo progetto sin dal mese Marzo, dopo la scelta di non effettuare una fusione tra Nanya e Powerchip, i principali produttori del paese, e a seguito del mancato interesse di queste due realtà nella partecipazione al progetto.
Nel frattempo Elpida Memory, importante produttore giapponese, ha avuto la possibilità di stringere importanti accordi di "technology-for-capacity" con ProMOS e WinBond. In questa maniera Elpida ha impegnato gran parte della capacità produttiva delle due realtà taiwanesi per la realizzazione dei propri prodotti, lasciando così poche possibilità alla creazione di Taiwan Memory Company la quale, a questo punto, potrebbe non vedere mai la luce.
2 Commenti
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se le due realtà di produzione non hanno interesse a collaborare,vuol dire che hanno rispettabilissimi margini di guadagno e ottime prospettive per il futuroNon per contraddirti, ma secondo me sara' perche' le due realta' nazionali hanno rifiutato di partecipare al progetto in quanto il Governo ne avrebbe fatto parte, presumo con una quota azionaria maggiore del 50%.
Inoltre io condivido pienamente la bocciatura, ci sono oramai "troppe" aziende che chiedono stanziamenti governativi e poi gestiscono il patrimonio nazionale nel modo piu' egoistico e presuntuoso che si possa, vedi passaggi di proprieta' e cambi di denominazione solo per evitare il Fisco.
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