Intel: nuova fabbrica in Israele nei pressi di Gaza nonostante le tensioni

Intel ha stretto un accordo con Israele per la costruzione di una nuova fabbrica a Kiryat Gat, nei pressi di Gaza, adiacente alla Fab 28. La costruzione del nuovo stabilimento prevede un investimento di 25 miliardi di dollari.
di Vittorio Rienzo pubblicata il 27 Dicembre 2023, alle 12:31 nel canale ProcessoriIntel
41 Commenti
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ho abitato per 1 anno e 7 mesi negli States in maniera continuativa per lavoro. Ho visitato gran parte dei paesi europei. Sono stato inoltre in Giappone e in Australia se è questo che vuoi sapere. Ma il livello di superficialità, inaffidabilità, pressapochismo e malaffare che ho visto in Italia non l'ho visto da nessun'altra parte. Mi spiace ma è così, e non difendo l'Italia solo perché sono italiano. Ho avuto modo di sperimentare da vicino anche realtà dell'est europeo come Romania e Bulgaria e lì - seppur paesi con un alto tasso di corruzione e criminalità - a livello lavorativo, di affidabilità degli affari, qualificazione della forza lavoro, di conoscenza dell'inglese e di snellezza amministrativa sono anni avanti rispetto all'Italia. Purtroppo l'Italia è messa male su tutto, se fossi in Intel non verrei mai a investire in questo paese di parenti, cugini, amici e amanti dove tutto si svolge in circoli ristretti, dove il merito non conta nulla ma si basa tutto su conoscenze e loschi legami. Non solo a Intel ma a nessun'altra realtà imprenditoriale straniera di un certo rilievo consiglierei di venire a investire in Italia, non c'è nemmeno la certezza del diritto in questo paese e, anzi, persino la magistratura è controllata dalla classe politica al potere. Ho detto tutto
Ma questi...
Sono pazzi ...Mi associo al pensiero di Silvano. Posso confermare le sue parole offrendo le mie numerose e altamente simili esperienze da globetrotter. Purtroppo è tutto tristemente vero. Per quel che mi è capitato più e più volte di vivere sulla mia pelle, il problema dell'Italia non è "il sistema" in sé per sé, ma che non c'è (quasi) nessuno disposto ad ammettere pubblicamente quanto fallace esso sia. E no, non per omertà, ma semplicemente perché addurlo come motivazione della propria difficoltà nel farsi strada nella vita viene sempre percepito come un fallimento personale. Un'incapacità d'adattamento. "Vedi gli altri che ce la fanno? Vedi quanti soldi hanno? Perché loro ci riescono e tu no? Il problema è solo tuo, anzi, il problema sei tu," e via discorrendo. Ebbene, questo tipo di ragionamento (o meglio, di orrenda consecutio), cari miei, non esiste assolutamente in nessuna altra parte del mondo.
Inghilterra, Francia, Germania, Spagna, Svizzera, Austria, Polonia, Svezia, Norvegia, Olanda, Islanda, Iran, Armenia, Nepal, Giordania, Senegal, Marocco, Qatar, Libano, India, Bhutan...
...si vince qualcosa ???
...per quanto ognuno di questi paesi abbia le sue "criticità" vi rassicuro, l' "Italianità" nel bene e soprattutto nel male e una nostra esclusiva, inimitabile.
Ripeto non che negli altri paesi manchino inefficienze, corruzione e neanche che in Italia manchino talenti, industrie e aziende virtuose.
Ma è la testa, "la capoccia degli Italiani" che andrebbe formattata "a basso livello" e riprogrammata ex-novo ! E non succederà MAI.
Beh non proprio, ad una ricerca veloce si parla della citta di Kiryat Gat ( link wikipedia) che per quanti disti appena una trentina di chilometri dalla striscia di Gazza è comunque nel territorio israeliano.
Poi come già accennato Intel ha una lunga storia in Istraele che comincia negli anni 70, sempre ad una veloce ricerca segnalo questo articolo di dday,
Come nasce un processore Intel. La storia di Raptor Lake
[COLOR="Navy"]Intel decise così di aprire nel 1974 il suo primo centro di ricerca e sviluppo in medio oriente, precisamente ad Haifa per la vicinanza con l’Università: venne battezzato Israel Design Center e ci lavoravano solo 5 persone, il dirigente americano che lo aveva fortemente voluto Tom Innes e quattro brillanti menti del posto.
La parola su cui vale la pena soffermarsi è “design”: la multinazionale americana vedeva nella piccola sede israeliana una sorta di scommessa, e inizialmente non le affidò lavori di una certa rilevanza. Ad Haifa si lavorava al solo progetto dei processori, la fase iniziale che prevede tanto lavoro al computer, e poco lavoro pratico. Vennero commissionati agli israeliani alcuni controller per la memoria e alcuni moduli secondari, e ogni lavoro veniva portato a termine in modo eccellente e in pochissimo tempo. Tom Innes, il general manager che ebbe un ruolo fondamentale nella creazione dell’Intel Design Center, prese così un volo per gli Stati Uniti con un solo obiettivo: convincere la dirigenza americana che avrebbero dovuto investire di più e assumere molte più persone. Non solo gli israeliani erano talenti eccezionali nel campo dei processori, ma sarebbero stati incredibilmente fedeli all’azienda. Era un periodo di piena espansione, e Intel non voleva diventare una sorta di fucina per talenti che, dopo qualche anno, sarebbero scappati all’estero alla ricerca di un lavoro più remunerativo. Tom Innes vinse la sua battaglia, e nonostante il periodo molto delicato per Israele sotto il profilo geopolitico, erano gli anni degli accordi di pace, venne pubblicato l’annuncio di lavoro che cambiò radicalmente il destino della piccola sede.
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Inghilterra, Francia, Germania, Spagna, Svizzera, Austria, Polonia, Svezia, Norvegia, Olanda, Islanda, Iran, Armenia, Nepal, Giordania, Senegal, Marocco, Qatar, Libano, India, Bhutan...
...si vince qualcosa ???
Solo se si è tra i primi due a parlarne.
Ripeto non che negli altri paesi manchino inefficienze, corruzione e neanche che in Italia manchino talenti, industrie e aziende virtuose.
Ma è la testa, "la capoccia degli Italiani" che andrebbe formattata "a basso livello" e riprogrammata ex-novo ! E non succederà MAI.
Esatto, i problemi possono anche essere simili, ma la mentalità è completamente diversa.
Personalmente ho sempre avuto forte antipatia per i lamentini che buttano bimbo e acqua sporca nel lavandino del "così fan tutti, è tutto uno schifo, GLI ALTRI fanno schifo!"
L'italia è fatta dagli italiani.
Se uno, cento, mille, un milione ritengono una cosa ingiusta si deve lavorare affinchè si migliori pian piano, non buttando tutto in vacca e volgendo lo sguardo verso un mondo migliore che esiste sol al di là di una quotidianità che si reputa migliore solo perchè non la si conosce in tutte le sue sfaccettature complesse quale la vita reale.
Certo, abitare/studiare/lavorare oggi a Reggio Calabria non è la stessa cosa che farlo a Treviso. Così come farlo a Detroit o a Alberqueque (ok, questa è una cit.).
Ai miei figli continuerò a insegnare l'educazione, il rispetto e le buone maniere ....voi siete liberi di sputare dove volete e di tirare su i vostri figli con una certa idea di paese che io, nel mio piccolo, cercherò di migliorare giorno per giorno, un paese assolutamente non perfetto (perchè, noi lo siamo?) ma che amo e per la quale vale la pena sbattersi
Saluti
E se la abbattono?
Ma è una zona di guerra. Non c'è pericolo che possano abbattere la fabbrica con i missili/bombe?Mah...Israele ha un buon sistema difensivo, l' Iron Dome - ma mai dire mai...
...evidentemente si sentono tranquilli e avranno le loro ragioni.
Poi cavoli loro, sai come diceva Ivan Drago ?
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