L'Europa risponde agli Stati Uniti: norme più semplici per evitare la fuga delle aziende

L'Inflation Reduction Act sta causando un'emorragia di aziende europee verso gli Stati Uniti, anche in settori importanti come quello delle batterie. L'Europa prova a controbattere
di Massimiliano Zocchi pubblicata il 10 Marzo 2023, alle 16:29 nel canale AppleL'Inflation Reduction Act sancito dal Governo Biden sta ottenendo i frutti desiderati: mai come in questo periodo tante aziende stanno annunciando l'apertura di nuove fabbriche o nuovi investimenti negli Stati Uniti, anche nel settore automotive.
Per qualcuno che ci guadagna, però, c'è sempre qualcuno che ci perde, nel caso specifico l'Europa. Con la Cina sempre competitiva, è il Vecchio Continente quello che sta perdendo aziende e joint venture, che guardano tutte alla rinnovata terra promessa.
Sono emblematici i recenti casi di Volkswagen e Tesla, intenzionate a concentrare la produzione di batterie per auto elettriche negli Stati Uniti, quando invece avevano già piani approvati e articolati per gli stabilimenti europei. Dunque La Commissione Europea prova a correre ai ripari, con l'emendamento "Temporary framework for crisis management and change", tradotto: quadro temporaneo per la gestione e il cambiamento delle crisi.
Una misura quindi temporanea, ma che i Paesi membri potranno attuare almeno fino al 2025, in questa prima fase. Ma in concreto di cosa si tratta? L'emendamento ammorbidisce le regole e i requisiti per approvare sussidi in settori chiave.
In pratica, offre ai Paesi europei, nei casi in cui il rischio di delocalizzazione è elevato, la possibilità di compensare i sussidi offerti da un Paese non europeo, così da tentare di mantenere una determinata azienda nell'UE. La manovra consente di fornire fondi sotto forma di sovvenzioni, prestiti o crediti d'imposta.
"Le norme sugli aiuti di Stato, e in particolare il quadro temporaneo di crisi, aiutano gli Stati membri ad attutire l'impatto dell'attuale crisi in Europa. Il quadro che abbiamo adottato oggi offre agli Stati membri la possibilità di concedere aiuti di stato in modo rapido, chiaro e prevedibile", ha affermato Margrethe Vestager, vicepresidente esecutiva responsabile della politica di concorrenza.
6 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoIn effetti anche l'articolista mette le mani avanti e dice: « così da tentare di mantenere una determinata azienda nell'UE.»
Bravi tentate che tentar non nuoce, evidentemente la partita è già persa anche per l'articolista.
Le difficoltà attuali sono i buona parte dovute al malgoverno europeo e alla scarsa lungimiranza mostrata, ma mi pare che visti i risultati stiano cominciando a capire l'antifona.
La Cina subisce le conseguenze di aver distorto le regole del mercato per tanti anni, questo le ha consentito di crescere ma ha prodotto danni tali da far muovere gli stati occidentali a contromisure. Non è casuale la contesa sulla posizione della Cina nell'OMC.
Le difficoltà attuali sono i buona parte dovute al malgoverno europeo e alla scarsa lungimiranza mostrata, ma mi pare che visti i risultati stiano cominciando a capire l'antifona.
La Cina subisce le conseguenze di aver distorto le regole del mercato per tanti anni, questo le ha consentito di crescere ma ha prodotto danni tali da far muovere gli stati occidentali a contromisure. Non è casuale la contesa sulla posizione della Cina nell'OMC.
Se ti sembra una cosa di poco conto... Più che capire l'antifona mi sembra che a Bruxelles stiano solamente balbettando qualcosa mentre si grattano la pera.
La situazione è questa: USA e Cina per darsele di santa ragione hanno buttato sul piatto miliardi su miliardi quasi a fondo perduto e pronto uso; in UE solamente per accendere al nextgenEU ogni Stato membro ha dovuto presentare un suo PNRR, che è stato analizzato ed approvato dalla Commissione ed in parte è a carico del singolo membro che lo iscriverà a debito. Troppo poco e troppo lenta la procedura, ma soprattutto non c'è una azione d'iniziativa unica per salvaguardare i punti vitali e strategici dell'economia europea.
Alla fine ogni membro si muove per conto suo, in base alle proprie necessità e possibilità visto che i vincoli di bilancio comunque rimangono. Quindi o si cambia in maniera radicale con investimenti diretti da parte dell'UE con soldi extravincoli anche con partecipazioni azionarie dirette nei settori interessati ( ipotesi molto tirata, ma siamo in guerra ).
Altrimenti a breve ci saranno tante altre GKN di Firenze dove, da mattina a sera, operai ed impiegati si sono ritrovati senza lavoro.
Altrimenti a breve ci saranno tante altre GKN di Firenze dove, da mattina a sera, operai ed impiegati si sono ritrovati senza lavoro.
Bisogna partire da un presupposto: l'EU si muove solo ed esclusivamente nell'interesse della Germania, quindi finché va bene alla Germania, il resto può tranquillamente andare in malora.
E allora sarà la fine di tutti... Germania compresa!!
Non è altro che la replica del 1918 e del 1945, senza l'utilizzo delle armi.
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