Apple Music Classical: è unica nel mondo musicale? La prova di un tecnico del suono

Apple Music Classical: è unica nel mondo musicale? La prova di un tecnico del suono

Apple ha rilasciato qualche settimana fa la sua app standalone Music Classical ossia una libreria di oltre 5 milioni di brani esclusivamente di musica classica e in costante aggiornamento. L'ha fatto per dare più spazio a questo tipo di genere musicale ma anche per una maggiore fruibilità. L'abbiamo fatta provare ad un tecnico del suono e questo è il suo giudizio.

di pubblicata il , alle 12:01 nel canale Apple
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Apple Music Classical è la nuova app di streaming musicale standalone pronta ad affiancare Apple Music e progettata appositamente per offrire a tutti gli utenti appassionati di musica classica un'esperienza di ascolto diversa per qualità in alta definizione e non solo. Per capire effettivamente di che pasta è fatta e soprattutto perché Apple abbia deciso di creare un'app separata da Apple Music abbiamo deciso di farla provare ad un esperto in materia ossia un direttore musicale e tecnico del suono come Jurij Gianluca Ricotti che ha collaborato tra i tanti anche con Andrea Bocelli.

Jurij Gianluca Ricotti: un esperto poliedrico

Jurij Gianluca Ricotti è un esperto poliedrico perché musicista, compositore, direttore musicale, tecnico del suono, sound designer e produttore. Nato a Roma nel 1971 da Remo Ricotti, musicista e scrittore di romanzi, ha sempre vissuto con il pallino della tecnologia studiando linguaggi di programmazione per computer, usando uno ZX Spectrum 16K (il primo computer di casa a 8-bit) e ha coltivato anche la volontà di studiare musica muovendosi un po' ovunque nel mondo.

Le sue opere sono presenti in album multiplatino in tutto il mondo con artisti e produttori di alto livello come Tony Renis e Humberto Gatica. La sua esperienza e il suo lavoro ha permesso di realizzare contenuti per artisti famosi come Andrea Bocelli, Ennio Morricone, Ariana Grande, Rita Ora, Queen, Britney Spears, Il Volo, Ron, Renga, Giorgia, Vanoni e molti altri. Ha lavorato come musicista e ingegnere del suono in Europa, Asia, Medio Oriente, USA, Australia.

Apple Music Classical: creata per poter avere il massimo

L'idea di Apple era quella di realizzare un'app indipendente da Apple Music che garantisse in primis elevata qualità audio per riuscire ad ascoltare i brani classici preferiti anche con l'ormai famoso Audio Spaziale immersivo. E tutto questo in effetti viene preso in considerazione proprio da Jurij Gianluca Ricotti che nella nostra chiacchierata ci conferma come:

"Apple ha spesso svolto il ruolo di apripista, e anche in questo caso sembra voler anticipare i tempi per la musica classica digitale con la stessa maniera meticolosa che dedica ad altri device o servizi, decidendo di realizzare un'app che potesse aggiungere qualcosa in più all'esperienza d'uso già disponibile con Apple Music. La proposta di un'applicazione standalone permette agli utenti di avere una miglior fruibilità del file di musica classica a 24-bit, che individualmente possono arrivare a pesare tanto e andare a superare diversi gigabyte se raggruppati in un album o in una playlist. Ciò avrebbe potuto portare a problemi di buffering o latenza nell'ascolto. In questo modo tecnicamente si ha la possibilità di gravare in minor misura sullo streaming di Apple Music e assicurare al pubblico, sicuramente di nicchia, di Apple Music Classical un'esperienza di maggior qualità."

Apple Music Classical è un raccoglitore quasi infinito di musica classica capace non solo di permettere a chi se ne intende di avere un catalogo completo nel proprio iPhone ma anche di far appassionare chi magari non conosce così bene questo tipo di musica. Ed è anche questo il motivo per cui a Cupertino si è pensato di rendere Apple Music Classical un'app separata dalla generica Music. Le opere classiche infatti sono organizzate per movimenti e brani con titoli a volte anche molto lunghi e questo in un'app generica di musica distoglieva comunque l'attenzione dell'utente dalla fruizione della composizione. Oltretutto ci sono centinaia di registrazioni diverse di alcune opere che sono state realizzate da diverse orchestre in giro per il mondo, coordinate da numerosi direttori e accompagnate da altrettanti solisti.

Si può trovare una selezione realizzata da esperti del settore raggiungendo almeno i 5 milioni di brani e si possono sfogliare delle playlist curate da esperti del settore, con l'aggiunta di biografie approfondite dei vari compositori o anche con la descrizione di migliaia di opere. È il più vasto catalogo di musica classica presente al mondo ad oggi e questo permette di coprire davvero un ampissimo raggio di utenti che potranno godere di quelle che sono le più celebri opere o composizioni mai realizzate durante la storia della musica classica andando a pescare e trovare anche quelle magari dimenticate o meno conosciute. Proprio a fronte di una tale vastità ma anche, in un certo senso, di "ridondanza" (per quanto ciascun variante di uno stesso brano rappresenti sempre un'esperienza d'ascolto unica) Apple ha integrato nella nuova app un capillare sistema di filtro e ricerca, così che l'appassionato possa individuare con più facilità proprio la performance che sta cercando. E, anche nel rispetto del fatto che i singoli brani trovano compiutezza all'interno di un'opera di più ampio respiro, con Apple Music Classical non sarà disponibile la funzione "shuffle" che normalmente permette di ascoltare i brani in maniera casuale. Ciò che manca è la possibilità di scaricare brani per l'ascolto offline direttamente dall'app: i brani possono essere scaricati ma bisogna, paradossalmente, appoggiarsi all'app Apple Music "tradizionale".

Secondo Apple la musica classica su Classical potrà essere ascoltata con audio lossless fino a 24 bit/192 kHz per ogni brano, composizione, registrazione presente nel catalogo. Sempre secondo Apple l'audio in modalità Hi-Res Lossless permette di avere un suono nitido e chiaro di qualità elevata tale da garantire anche con ascolto in wireless. Chiaramente c'è l'audio spaziale con Dolby Atmos per un ascolto a 360 gradi. Palese come l'ascolto con AirPods e dunque tramite bluetooth a livello qualitativo non potrà essere la stessa che potremo avere con cuffie con cavo. In questo caso infatti Apple procederà a comprimere il brano proponendo il formato Advanced Audio Codec (AAC) anche se secondo l'azienda questo permetterà comunque di avere un audio “praticamente indistinguibile dalla registrazione originale in studio”. Chiaramente l'orecchio esigente potrà ottenere il massimo dell'esperienza di ascolto con qualità Hi-Res e per il momento con Apple Music Classical sarà possibile sfruttare questa modalità di riproduzione solo ed esclusivamente con cuffie via cavo.

Jurij Gianluca Ricotti ci dice per questo che ''la qualità di Apple Music Classical è elevata perché viene usato un formato proprietario che prende il nome di Apple Spatial Audio ed è diverso da quello classico Dolby anche se usufruibile solo con device Apple. Anche il formato di uscita è un formato lossless e dunque più elevato rispetto alle altre piattaforme visto che è a 24 bit a 192kHz. Chiaramente per gustare la qualità della musica classica di Classical è necessario un sistema audio professionale. In questo caso auricolari wireless anche di Apple possono riprodurre i brani con una buona qualità ma l'ascolto con cavo o impianti professionali come anche cuffie premium specifiche garantiscono il massimo della qualità di ascolto. La mia impressione è che Apple proponga Music e Music Classical con un algoritmo capace di determinare quale device si stia usando per ascoltare la musica e aumentare o ridurre automaticamente la frequenza di campionamento per l'ascolto permettendo all'utente di ottenere il massimo nel suo caso specifico.''

Come detto in apertura Apple è sempre stata apripista su molti scenari tecnologici. Lo abbiamo visto con iPhone, con iPad ma anche spesso e volentieri con i suoi servizi. L'Audio Spaziale è uno di questi in ambito musicale: l’idea parte dalle cosiddette Motion API per gli AirPods Pro. Queste permettono infatti di sfruttare gli auricolari, una volta indossati, come veri e propri sensori di movimento. Le Motion API dunque sono state utilizzate da Apple nel 2021 per introdurre proprio l’audio spaziale ossia questa nuova modalità di ascolto della musica che si attiva con specifici auricolari come AirPods Pro, AirPods 3 e AirPods Max (ci sono anche gli auricolari Beats Fit Proche lo supportano).  

LAudio spaziale è l’evoluzione dell’audio surround ossia il famoso audio 5.1 o 7.1 che viene riprodotto con un set di altoparlanti fisici e composto da 5+1 o 7+1 speaker, dove lo speaker +1 è sempre il subwoofer dedicato ai bassi, e posizionati in varie posizioni all'interno di un ambiente. L’audio spaziale di Apple prende i segnali 5.1 e 7.1 con Dolby Atmos, applica degli speciali filtri audio direzionali, regolando le frequenze che ogni orecchio sente, in modo che i suoni possano essere posizionati praticamente in un spazio 3D. Ovviamente si tratta di un’illusione: i suoni sembrano provenire da un determinato punto di una stanza, ma in realtà provengono dalle cuffie che abbiamo sempre sulle nostre orecchie. A questo Apple aggiunge anche i sensori di movimento, tenendo conto dunque dell’inclinazione e dei movimenti della testa di chi ascolta. Così facendo è possibile adattare dinamicamente la conversione, inserendo anche il fattore di movimento del fronte sonoro e rendendo questa elaborazione audio decisamente più immersiva e coinvolgente, magari a scapito della fedeltà assoluta.

''Apple Music Classical guarda al futuro digitale, e per me, anche la musica classica deve essere digitale. Nei prossimi anni, a mio avviso, vedremo sempre più compositori e musicisti lavorare per produrre contenuti esclusivamente digitali, più di quanto avvenga già ora. In questa direzione poter disporre di maggiore qualità non può che far bene a tutti, anche a chi è meno esigente nell'ascolto. E mettere in gioco più strumenti tecnologici, come nel caso di Apple con l'Audio Spaziale, può cambiare l'approccio degli utenti alla musica e perché no, può anche avvicinarli a quella classica, un genere sicuramente più di nicchia. Non solo, perché avendo visto ciò che ha fatto in passato Apple, la creazione di Music Classical a livello tecnico, a mio parere, potrebbe risultare un passaggio intermedio per magari aggiungere qualcosa di diverso, sempre a livello audio, nel suo futuro visore a realtà mista di cui tanti parlano.''

La musica è una parte fondamentale al giorno d'oggi nella vita di tutti. La ascoltiamo andando a scuola o a lavoro, ci aiuta nei momenti difficili o in quelli più belli. Sempre più spesso viene usata per dare rilievo ad un contenuto o magari diventa imprescindibile nel ricordo di un film epico come colonna sonora. E la musica passa anche per il ''classico''.

Ne è convinto anche Jurij Gianluca Ricotti: ''Apple Music Classical è realizzata con la stessa cura degli altri servizi Apple. A livello di usabilità nell'app ci si muove facilmente, si possono trovare brani, composizioni, playlist che rispecchiano lo storico di questo genere musicale trovando praticamente di tutto. Chi è meno esperto può avvicinarsi alla musica classica trovando indicazioni storiche sui compositori o magari sull'opera che sta ascoltando e di conseguenza traendo un insegnamento non solo dall'ascolto. Peccato forse non avere ancora un'app specifica per iPad, avrebbe fatto comodo a molti. Personalmente, ho trovato un sistema fatto a modo, chiaramente non perfetto, ma in cui si cerca di dare soprattutto risalto alla qualità dei file musicali, un aspetto che in questo genere musicale risulta importante.''

Insomma Apple Music Classical pare essere più un punto di partenza che un punto di arrivo. Le premesse sono interessanti e valide, ma per ora limitate ad un ascolto molto personale della musica classica anche per via della mancanza di versioni dell'applicazione per iPad o per AppleTV che avrebbero consentito di accedere ad esperienze d'ascolto condivise anche in chiave di intrattenimento di alto profilo.

16 Commenti
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ginogino6529 Maggio 2023, 12:31 #1
Apripista un par di balle, ci sono già app e siti con musica ad alta definizione.
Wikkle29 Maggio 2023, 12:59 #2
Ma non di musica classica
Opteranium29 Maggio 2023, 14:08 #3
Originariamente inviato da: Redazione di Hardware Upgrade
viene usato un formato proprietario che prende il nome di Apple Spatial Audio ed è diverso da quello classico Dolby anche se usufruibile solo con device Apple

per quanto mi riguarda, potevate anche fermarvi qui.
Quanto adoro la Apple e i suoi "standard"
GianMi29 Maggio 2023, 18:18 #4

52 anni...

...è l'età di Jurij Gianluca Ricotti. Senza nulla togliere all'esperienza e alla competenza della persona, però è fisiologico che a quell'età la capacità di sentire le frequenze sia già compromessa. Che quindi si riesca a distinguere, a parità di impianto, la differenza fra un file a 48KHz e a 192KHz mi risulta davvero difficile da credere.
Marko#8829 Maggio 2023, 19:08 #5
Originariamente inviato da: Opteranium
per quanto mi riguarda, potevate anche fermarvi qui.
Quanto adoro la Apple e i suoi "standard"


Credo che la quasi totalità della gente che usa Apple Music (o che userà questa versione Classical) lo faccia da un iPhone. Non ho numeri, solo una mia idea... Spotify usato da "tutti", Apple Music da chi ha dispositivi Apple, pur essendo disponibile anche su altre piattaforme.
Dubito a questo punto che sia un problema la parte che quoti.
Notturnia29 Maggio 2023, 19:12 #6
Originariamente inviato da: GianMi
...è l'età di Jurij Gianluca Ricotti. Senza nulla togliere all'esperienza e alla competenza della persona, però è fisiologico che a quell'età la capacità di sentire le frequenze sia già compromessa. Che quindi si riesca a distinguere, a parità di impianto, la differenza fra un file a 48KHz e a 192KHz mi risulta davvero difficile da credere.


Guarda.. qualche giorno fa uno che stampa foto mi ha fatto lo stesso discorso quando mi sono lamentato che la stampa delle foto che gli ho mandato era scadente
Lui mi ha detto che nessuno si è mai lamentato e bla bla bla..

Gli ho mandato il file di nuovo.. e poi le ho stampate in ufficio da me.. gli ho portato le mie stampe, il file originale (di una 5Dsr) e gli ho chiesto se notava la differenza che io.. quasi della stessa età di Ricotti, notavo senza fatica e è stato zitto e mi ha restituito i soldi delle stampe che gli ho restituito perchè imbarazzato ..

Io ci andrei cauto a dire che uno di 52 anni non percepisce certe cose.. a Merate dove vado spesso a comprare non sono giovani ma le differenze le sentono e a volte le percepisco anche io le differenze.
Che poi siano importanti etc questo dipende da ognuno di noi ma ci sono cose che tutti sentono e altre che chi è allenato percepisce ancora anche invecchiando..

Provate a sfidare Kristian Ghedina sugli sci dicendo che tanto è vecchio oggi…

Nel proprio settore chi invecchia non per questo diventa incapace di giudicare le cose
GianMi29 Maggio 2023, 19:27 #7
Originariamente inviato da: Notturnia
Io ci andrei cauto a dire che uno di 52 anni non percepisce certe cose.. a Merate dove vado spesso a comprare non sono giovani ma le differenze le sentono e a volte le percepisco anche io le differenze.

Come ho scritto, ho il massimo rispetto per l'esperienza e la competenza.

Originariamente inviato da: Notturnia
Che poi siano importanti etc questo dipende da ognuno di noi ma ci sono cose che tutti sentono e altre che chi è allenato percepisce ancora anche invecchiando..

Provate a sfidare Kristian Ghedina sugli sci dicendo che tanto è vecchio oggi…

Mi sembra che il paragone non c'entri molto... Il fatto che, con l'età e già dai 35 anni in poi, la capacità di sentire le frequenze, specie le più alte, vada degradando, è un fatto fisiologico. A 50 anni si è fortunati se si arriva ai 16KHz ed è chiaro che una ridotta capacità di sentire l'intero spettro acustico altera la percezione di una determinata scena sonora rispetto a chi può sentire ancora l'intero spettro.

Poiché sia un file codificato a 48KHz, sia a 192KHz 24bit comprende tutto lo spettro udibile ritengo che nessuno a 50 anni sia umanamente in grado di sentire la differenza.

Però sarei lieto di essere smentito, magari con dati oggettivi alla mano.

Originariamente inviato da: Notturnia
Nel proprio settore chi invecchia non per questo diventa incapace di giudicare le cose

Sicuramente, ma anche questa mi sembra una cosa leggermente diversa da quella che ho affermato.
megamitch29 Maggio 2023, 19:48 #8
Originariamente inviato da: Notturnia
Guarda.. qualche giorno fa uno che stampa foto mi ha fatto lo stesso discorso quando mi sono lamentato che la stampa delle foto che gli ho mandato era scadente
Lui mi ha detto che nessuno si è mai lamentato e bla bla bla..

Gli ho mandato il file di nuovo.. e poi le ho stampate in ufficio da me.. gli ho portato le mie stampe, il file originale (di una 5Dsr) e gli ho chiesto se notava la differenza che io.. quasi della stessa età di Ricotti, notavo senza fatica e è stato zitto e mi ha restituito i soldi delle stampe che gli ho restituito perchè imbarazzato ..

Io ci andrei cauto a dire che uno di 52 anni non percepisce certe cose.. a Merate dove vado spesso a comprare non sono giovani ma le differenze le sentono e a volte le percepisco anche io le differenze.
Che poi siano importanti etc questo dipende da ognuno di noi ma ci sono cose che tutti sentono e altre che chi è allenato percepisce ancora anche invecchiando..

Provate a sfidare Kristian Ghedina sugli sci dicendo che tanto è vecchio oggi…

Nel proprio settore chi invecchia non per questo diventa incapace di giudicare le cose


Si sta parlando di udito non di altri sensi o abilità
Perseverance29 Maggio 2023, 19:55 #9
Originariamente inviato da: GianMi
Però sarei lieto di essere smentito, magari con dati oggettivi alla mano.


Penso anche io che subentri la fisiologia con l'età e quindi frequenze oltre una certa altezza non si riescono più a sentire; infondo basta fare una prova dell'udito dall'otorino.

Secondo me, se una differenza sussiste, non è nella capacità di percepire un'altezza maggiore delle frequenze quando si ascolta un file a maggior frequenza di campionamento; da tecnico e riparatore secondo me il "problema" và cercato altrove: nell'amplificatore o in un qualunque apparecchio in mezzo.

Chi te lo garantisce che gli apparecchi della linea di riproduzione funzionino coerentemente con qualunque ingresso? Magari il DAC lavora male a 44,1khz e bene a 192 e da qui scaturisce la presunta superiorità all'ascolto.

La profondità di bit invece è spesso sottovalutata quando in realtà è la più importante nel sistema PCM.
GianMi29 Maggio 2023, 20:10 #10
Originariamente inviato da: Perseverance
Secondo me, se una differenza sussiste, non è nella capacità di percepire un'altezza maggiore delle frequenze quando si ascolta un file a maggior frequenza di campionamento; da tecnico e riparatore secondo me il "problema" và cercato altrove: nell'amplificatore o in un qualunque apparecchio in mezzo.

Chi te lo garantisce che gli apparecchi della linea di riproduzione funzionino coerentemente con qualunque ingresso? Magari il DAC lavora male a 44,1khz e bene a 192 e da qui scaturisce la presunta superiorità all'ascolto.

La profondità di bit invece è spesso sottovalutata quando in realtà è la più importante nel sistema PCM.

Be', questo mi sembra un punto piuttosto interessante ed un ottimo spunto di riflessione. In effetti ho dato per scontato che per fare prove del genere si utilizzino delle cuffie di buon livello perché un sistema di casse credo sia più problematico (riflessioni, posizione di ascolto, ecc.) eliminando quindi una parte della catena di riproduzione.

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