Apple è sotto indagine in Europa: esulta Spotify

In seguito alla denuncia formale dello scorso mese di marzo l'Unione Europea ha deciso di avviare un'indagine nei confronti di Apple per via di quella che potrebbe essere definita la "Apple Tax" su App Store
di Nino Grasso pubblicata il 06 Maggio 2019, alle 18:21 nel canale AppleSpotifyApple
L'Unione Europea sta avviando un'indagine antitrust formale nei confronti di Apple in seguito alla denuncia ufficiale di Spotify. A riportare la novità è stato il Financial Times, mentre della denuncia ne avevamo parlato lo scorso mese di marzo quando Spotify si opponeva alla strategia di Apple su App Store: secondo l'azienda svedese, infatti, Apple utilizzerebbe il suo App Store per limitare l'innovazione e la scelta dei consumatori a vantaggio dei servizi proprietari.
In questo caso si parla ovviamente di Apple Music e di Spotify, e della necessità da parte di quest'ultima di pagare ad Apple una percentuale di ogni abbonamento realizzato su iOS. Dopo la denuncia formale di Spotify l'Unione Europea ha effettuato sondaggi fra utenti e concorrenti e solo dopo, in questi giorni, ha deciso di lanciare un'indagine formale che prenderà il via nelle prossime settimane.
A marzo era sceso in campo Daniel Ek in persona, il CEO di Spotify, infastidito della tassa del 30% che Apple applica sugli acquisti compiuti su App Store. Un balzello, così lo abbiamo definito meno di due mesi fa, che ogni sviluppatore deve pagare all'azienda madre non solo per quanto riguarda gli introiti ottenuti con la vendita delle app, ma anche per quelli che derivano dagli abbonamenti effettuati attraverso le app promosse sullo store.
La Apple Tax ha di riflesso un effetto negativo sui prezzi dei servizi proposti dalle terze parti che, se vogliono rimanere in vita e all'attivo, devono "gonfiare artificialmente" il costo a livelli superiori rispetto al corrispettivo di Apple. Non aiuta di molto il fatto che a partire dal secondo anno di abbonamento in poi la tassa diminuisce al 15%: due le possibilità, pagare la tassa "gonfiando" i prezzi, non pagarla e introdurre limiti nell'esperienza d'uso dell'app.
Il paradosso, secondo Ek, è che Apple applica le regole sleali solamente ai servizi direttamente concorrenti, offrendo invece strada libera a società non in competizione, come ad esempio Uber e Deliveroo. Il CEO dell'azienda svedese ha poi accusato Apple di impedire a Spotify di accedere a funzionalità come ad esempio all'assistente vocale Siri, di poter essere usato con HomePod, Apple Watch, feature concesse invece ad Apple Music.
La risposta di Apple suonava qualche giorno dopo perentoria:
"Spotify non sarebbe l'azienda che è adesso senza l'ecosistema alla base di App Store. Apple collega Spotify ai nostri utenti. Noi forniamo la piattaforma attraverso la quale gli utenti possono scaricare e aggiornare l'app. Condividiamo strumenti di sviluppo software fondamentali per supportare la creazione dell'app di Spotify. E supportiamo un sistema di pagamenti sicuro che consente agli utenti di fidarsi delle transazioni in-app. Spotify sta chiedendo di mantenere tutti questi privilegi e al contempo di ottenere il 100% del fatturato".
Inoltre, Apple ha specificato che l'azienda trattiene solo una piccola percentuale dell'intero guadagno relativo agli abbonamenti di Spotify. L'indagine della UE potrebbe impiegare anni prima di trovare una soluzione definitiva: se Apple venisse trovata colpevole potrebbe essere multata per un massimo del 10% del suo fatturato annuo globale, ma potrebbe anche decidere di risolvere la questione ritornando sui propri passi relativamente alla strategia di App Store.
5 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoil 30% che diventa 15% dopo 12 mesi viene sottratto a Spotify, che non so quanto tiene per se e quanto da agli artisti
non so se un musicista guadagna di più da Apple Music o da Spotify, il punto è che Spotify facendo sottoscrivere l'abbonamento sul sito e non in app risparmia un bel po' di soldi, che poi li investa per gli artisti è un altro discorso
Netflix ha un problema simile ma non penso che le major prendano meno soldi, ne prende meno Netflix che ovviamente vuole massimizzare i profitti come Spotify
guarda che lo stesso problema c'è anche su google, se ci fai caso molte app con abbonamento (Netflix, infinity) ti direzionano al loro sito per rinnovi e simili, non passano più da dentro l'app, proprio per non dover dare soldi a nessuno
non so se un musicista guadagna di più da Apple Music o da Spotify, il punto è che Spotify facendo sottoscrivere l'abbonamento sul sito e non in app risparmia un bel po' di soldi, che poi li investa per gli artisti è un altro discorso
Netflix ha un problema simile ma non penso che le major prendano meno soldi, ne prende meno Netflix che ovviamente vuole massimizzare i profitti come Spotify
concordo, per rispondere a certe domande bisognerebbe conoscere gli accordi che hanno
Abbastanza ladri in Apple.
Devi effettuare il login per poter commentare
Se non sei ancora registrato, puoi farlo attraverso questo form.
Se sei già registrato e loggato nel sito, puoi inserire il tuo commento.
Si tenga presente quanto letto nel regolamento, nel rispetto del "quieto vivere".