Apple, 100 miliardi di dollari persi in un giorno: cosa c'è dietro questo insolito calo?

Lo scorso martedì il titolo Apple ha subito un crollo del 3,65%, con una perdita secca di oltre 100 miliardi nella capitalizzazione di mercato. Dietro la debacle, i timori per un rallentamento delle vendite degli iPhone e le crescenti pressioni normative.
di Nino Grasso pubblicata il 03 Gennaio 2024, alle 15:01 nel canale AppleApple
Dopo un 2023 all'insegna dei record per Apple, con il titolo salito di circa il 50% a livelli mai visti prima, il 2024 si apre con una debacle: nella giornata di martedì un downgrade del rating operato dall'analista Tim Long di Barclays ha fatto affondare il titolo della Mela del 3,65%, bruciando in poche ore oltre 100 miliardi di dollari di capitalizzazione.
A pesare sul giudizio è stato soprattutto il rallentamento delle vendite degli iPhone, asse portante del business dell'azienda con sede a Cupertino. Stando a Long le vendite dell'iPhone 15 sono state "poco brillanti", in particolare in Cina dove il governo avrebbe addirittura vietato l'uso dello smartphone da parte degli ufficiali governativi. L'analista si aspetta poi che anche il lancio del nuovo iPhone 16, previsto per settembre, sarà inferiore alle attese, non ritenendo ci siano novità in grado di rendere il device particolarmente appetibile.
Cosa c'è dietro al calo in borsa di Apple dello scorso martedì?
I dati sembrano dargli ragione. Secondo l'analista di UBS David Vogt, citato dalla fonte, le vendite di iPhone 15 sono state "deboli" un po' ovunque, con cali dell'13% negli Stati Uniti e del 6% in Cina rispetto allo stesso periodo del 2022. Ma non c'è solo l'iPhone dietro al calo in borsa della mela morsicata. A pesare sono anche le crescenti pressioni normative, soprattutto per quanto riguarda l'App Store, cuore pulsante dell'ecosistema Apple
Secondo Long, il 2024 potrebbe essere un anno critico sul fronte delle indagini antitrust, con la probabile intensificazione di azioni legali negli Stati Uniti e nell'Unione Europea. In particolare desta preoccupazione la decisione attesa entro fine anno da parte di un tribunale USA in merito ai pagamenti - pari a decine di miliardi di dollari l'anno - da parte di Google per mantenere il motore di ricerca di Mountain View predefinito su iPhone e iPad.
Il 2024 potrebbe essere quindi più complicato del previsto per il colosso di Cupertino, stretto tra difficoltà sul fronte delle vendite e rischi normativi sempre più concreti. La perdita di martedì in borsa, con il downgrade operato da Barclays, potrebbe essere l'inizio di un periodo di volatilità per un titolo abituato a viaggiare in territorio positivo, che ha saputo rispondere a qualsiasi dubbio e incertezza nel corso degli anni.
4 Commenti
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Sia in Usa che in EU c'è una insofferenza dell'antitrust sugli store proprietari, e chi rischia di più è proprio iOs rispetto Android.
Se, come si crede, si avrà l'obbligo di aprire a store esterni, ci sarà un bel ridimensionamento sia del valore aziendale che delle entrate ( unito alla tassa sulle multinazionali al 15%)
Credo che chiunque acquisti oggi nella speranza di un aumento del controvalore durante quest'anno rischia di rimanere con la patata bollente in mano.
Non mi pare che ci sia tutta questa retorica in quanto sta accadendo con Apple e con il declassamento delle sue azioni da parte degli analisti.
iPhone sta andando maluccio sia per questioni geopolitiche ( ban cinese ) sia perché oramai non è più così innovativo per giustificarne il prezzo premium che Apple richiede. Insomma la novità di iPhone 15 Pro è il tasto action ( che potrebbe essere benissimo replicato sugli altri modelli )… Utile sicuramente ma non certo uno strumento rivoluzionario da spingere l’utenza a cambiare modello! Anche la fotografia computazionale ha già dato praticamente tutto ciò che può dare non riuscendo più a staccare la concorrenza e la possibilità di registrare gli “ spatial video “ per il nuovo visore AR/VR sinceramente è un futile orpello che riguarda una frazione minima dell’utenza.
Venendo agli iPad oramai le vendite stagnano da anni nonostante una offerta molto, forse troppo, segmentata.
Macintosh: anche qui nonostante il passaggio ad Apple Silicon per le CPU/GPU le vendite tendono al piatto visti i prezzi dei modelli nuovi soprattutto per le configurazioni base.
Ma le preoccupazioni degli analisti, come riportato nell’articolo, riguardano i servizi di Apple che sono diventati la seconda voce per quanto riguarda gli introiti: sia in USA che in UE i legislatori e gli esecutivi sono stufi dell’atteggiamento di Apple di ottuso monopolio.
Diciamo che nel futuro di Apple si cominciano a vedere più ombre che luci.
la cosa che sino ad adesso ha mantenuto apple ad un livello di qualità superiore era proprio la selezione del software: cosi' si rischia di mandare tutto a ramengo...
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