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Old 17-04-2005, 21:54   #1
Lucio Virzì
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Armi? No grazie. Contro l'ipocrisia Italica

Al 100% con i manifestanti contro EXA!

http://www.unita.it/index.asp?SEZION...TOPIC_ID=42098

17.04.2005
I pacifisti "processano" Exa, dove la guerra sta in vetrina
di Paola Zanca

Il parcheggio di Brixia Expo è stracolmo di auto e di pullman. In decine di migliaia sono arrivati da tutta Italia per assistere a Exa 2005, l’esposizione internazionale di armi che si tiene nella città lombarda e che è giunta ormai alla sua quattordicesima edizione. Ma insieme ai cacciatori, agli sportivi, agli amanti delle armi e ai fanatici della guerra, domenica ad Exa c’era anche qualche visitatore inatteso. Brescia Social Forum, Radio Onda d’Urto, Prc, Verdi, Emergency, Lilliput, e moltissime altre associazioni domenica hanno organizzato una “visita guidata” all’esposizione.

Prima, fuori dalla fiera, i Gruppi di Azione Non Violenta hanno messo in scena un processo ad Exa. Il simbolico tribunale ha condannato l’esposizione per tutti e tre i capi d’accusa che le erano stati contestati: essere l’unica fiera d’armi al mondo aperta ai minorenni, esporre armi da guerra camuffandole da strumenti per lo sport e la caccia, diffondere immagini che educano alla violenza. La sentenza è solenne, così, la delegazione di manifestanti, munita di regolare biglietto, fa il suo ingresso nei padiglioni per portare alle orecchie dei mercanti d’armi il suo punto di vista. Davanti ad ogni stand che espone armi che non sembrano né da caccia, né sportive, gli attivisti si fermano a leggere il regolamento che le ditte hanno sottoscritto per poter partecipare ad Exa:

È infatti lo stesso regolamento di Exa, pubblicato sul sito www.exa.it, a indicare che «a tutela del contenuto sportivo e specialistico della manifestazione vengono ammesse all’esposizione armi sportive, da caccia e tiro, nonché armi di cui è consentita la vendita, detenzione e porto dalla legge italiana, con esclusione assoluta di armi da guerra; accessori; armi antiche e loro repliche; munizioni; strumenti ottici; macchine e strumenti attinenti alla produzione, controllo ed all’uso delle armi; articoli per la sicurezza; editoria specializzata». Ma non solo. All’articolo 15 il regolamento aggiunge: «Per la pubblicizzazione di tutte le armi esposte, relative ottiche, accessori, non dovranno essere utilizzate descrizioni tipo “sniper”, franco tiratore, tiratore scelto, cecchino, assalto, combattimento o qualsiasi altro termine di attinenza bellica o antiterroristica».

In verità, pochi danno retta a chi è venuto a spiegare il suo dissenso a questa fiera. D’altronde in una provincia come quella di Brescia dove ben 137 industrie lavorano nel mercato delle armi e dove l’apertura di ogni stagione di caccia è festa quasi quanto a Natale, non c’era da aspettarsi granché.Gli espositori non sembrano proprio gradire la visita, ma la polizia spiega che «è meglio lasciarli fare, quelli lì, che è un minuto e vanno via, che sennò è solo peggio». Del resto, forse nemmeno le forze dell’ordine si aspettavano tanta evidenza nella trasgressione alle regole di Exa. I depliant che riportano parole come «tiratore scelto», «assalto», «cecchino», proprio i termini vietati dalle regole della mostra, lasciano a bocca aperta anche loro. e mentre i pacifisti si guardano attorno per cercare un altro stand davanti a cui protestare, i poliziotti non possono che constatare che «c’è solo l’imbarazzo della scelta».

Basta dare un’occhiata agli stand disseminati nei padiglioni della fiera di Brescia per capire che non solo di caccia e sport si tratta, anzi. La Sako, uno degli espositori, propone ai potenziali acquirenti il TGR 22/42, un «attrezzo di precisione del tiratore scelto di grosso calibro». La Extrema Ratio, che si definisce la paladina del «new military standard», ha invece in catalogo coltelli d’addestramento e in Fiera vende riviste che vanno dalla più sobria Intelligence alla sconcertante Raids – Speciale guerriglia. La Cop Italy distribuisce equipaggiamenti per corpi speciali tra cui giubbotti anti-pugnalata. Ne abbiamo citati solo alcuni, ma bastano a dimostrare come a Exa siano esposti strumenti e materiali che dubitiamo possano servire per andare a caccia di qualche volatile o per passare un pomeriggio di tiro al piattello.

Già lo scorso anno, il Comune di Brescia con una delibera aveva richiesto che all’interno dell’esposizione, gli spazi dedicati alle armi sportive e da caccia e quelli riservati alle armi belliche e per la sicurezza fossero ben distinti e che l’accesso ai secondi fosse riservato agli addetti ai lavori (poliziotti, agenti di sicurezza). Ma nulla è cambiato. La Fiera continua a esporre armi da guerra a fianco di armi da caccia e soprattutto non vieta nemmeno l’ingresso ai minori di 18 anni. Dalle armi giocattolo a quelle vere, a Exa non si fanno distinzioni. Anche per questo, Exa andrebbe disarmata. La guerra non ha bisogno di pubblicità.

Il made in Italy spopola... nelle armi leggere.... http://www.unita.it/index.asp?topic_...topic_id=42047

LuVi
Lucio Virzì è offline   Rispondi citando il messaggio o parte di esso
Old 17-04-2005, 22:46   #2
Andala
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Come da titolo: contro l'ipocrisia italica.
In Italia, l'industria delle armi andrebbe incentivata in quanto sarebbe un ottimo ritorno per l'occupazione e l'erario.
Perchè gli stranieri devono occupare margini di mercato che potrebbero essere nostri?
Per di più amplificare un settore come questo incentiverebbe il settore ad alta tecnologia e la ricerca con un ottima ricaduta in ambito civile, basti guardare a nazioni come Francia, Germania, Israele ecc...

Ciò che non facciamo noi, lo fanno altri e senza attenersi ad alcuna regola in ambito commerciale.
Dopo tutto la guerra è sempre un buon affare, facciamola fare agli altri.

Solo una mia opinione.

Andala
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Trabant Meglio comprare un litro di latte quando serve, piuttosto che mantenere una vacca per tutta la vita ...
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Old 18-04-2005, 06:11   #3
Lucio Virzì
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Semplicemente perchè l'Italia "... ripudia la guerra... ".

LuVi
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Old 18-04-2005, 07:09   #4
Andala
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Quote:
Originariamente inviato da Lucio Virzì
Semplicemente perchè l'Italia "... ripudia la guerra... ".

LuVi

Infatti si è visto negli ultimi 15 anni, solo sulla carta.
L'Italia ha appoggiato la guerra contro la Serbia e aerei italiani hanno bombardato quel paese senza l'avvallo delle Camere.
Ultimamente l'Italia è impegnata in un paese dove c'è la guerra con la solita scusa della missione di pace.
L'Italia non potrà mai ripudiare la guerra finchè sarà asservita ad un altra nazione , che per giunta fa della guerra il motore principale della propria economia.
L'Italia non è la Germania.

Andala
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Old 18-04-2005, 08:31   #5
Tenebra
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A me l'ipocrisia sembra un'altra: almeno la metà di quelle "organizzazioni" che hanno inscenato la protesta professano di essere contro la caccia.
Che senso ha allora andare a fare queste comparsate davanti a stand che magari vendono repliche di armi antiche (tipo spadoni in metallo pressofuso, la cui pericolosità è pari a quella della padella della nonna, anche perchè in italia la legge li equipara ad armi da guerra ed obbliga a levar loro il filo, se mai l'hanno avuto perchè i materiali non consentono l'affilatura nel 99% dei casi) e non incazzarsi sul serio con il restante 70% della mostra, che vende armi per far fuori animali in quello che è uno "sport" sempre più contestato?
E' risaputo che l'acquirente medio del "pugnale tattico X4000 Stealth con mirino laser" è uno che poi se lo tiene in casa e lo appende sopra il camino, a far compagnia a qualche replica di balestra. Come è risaputo che invece chi prende un fucile da caccia, perfettamente dentro al regolamento della fiera, poi lo usa ogni domenica per far fuori qualunque cosa voli, cammini o strisci davanti ai suoi occhi, che sia pericolosa o meno e che sia lecito cacciare o meno.
Solita azione senza capo nè coda, dove per seguire dei dubbi "ideali" come al solito si perde completamente di vista la logica ed il buon senso. Sarebbe stato molto più sensato e condivisibile andare a protestare contro la caccia.
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Old 18-04-2005, 09:38   #6
evelon
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Il settore della produzione industriale di armi è uno dei pochi che in Italia ancora funziona...smantelliamolo !!

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I cattivi a volte si riposano, gli imbecilli mai
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Old 18-04-2005, 09:45   #7
cerbert
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Originariamente inviato da evelon
Il settore della produzione industriale di armi è uno dei pochi che in Italia ancora funziona...smantelliamolo !!

E' un commento che non capisco molto.
Se risultasse che da un certo settore industriale provengono a livello globale più danni che benefici, probabilmente la sua riduzione o rimozione sarebbe da prendere in considerazione.
E', alla fine, il discorso che si è fatto per la coltura della coca in Colombia: dal momento che il resto del mondo faceva un uso devastante di questo prodotto, si è deciso di rimuoverlo.
Almeno, in questo caso, NESSUNO ha proposto di bombardare con il napalm le fabbriche di armi...
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Eroi da non dimenticare: Nicola Calipari (04/03/2005) e Vittorio Arrigoni (14/04/2011) e Bradley Manning.
Sono certo che anche i francesi si indignarono per il fatto che i tedeschi, piuttosto che veder dissolvere la loro nazione, preferirono il nazismo. Chi non impara la storia...
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Old 18-04-2005, 09:45   #8
the_joe
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Originariamente inviato da Andala
Come da titolo: contro l'ipocrisia italica.
In Italia, l'industria delle armi andrebbe incentivata in quanto sarebbe un ottimo ritorno per l'occupazione e l'erario.
Perchè gli stranieri devono occupare margini di mercato che potrebbero essere nostri?
Per di più amplificare un settore come questo incentiverebbe il settore ad alta tecnologia e la ricerca con un ottima ricaduta in ambito civile, basti guardare a nazioni come Francia, Germania, Israele ecc...

Ciò che non facciamo noi, lo fanno altri e senza attenersi ad alcuna regola in ambito commerciale.
Dopo tutto la guerra è sempre un buon affare, facciamola fare agli altri.

Solo una mia opinione.

Andala
Più che incentivare gli altri a fare la guerra, bisognerebbe che le industrie Italiane degli altri settori, apprendessero la lezione impartita da quella delle armi che va bene perchè ha dimostrato di essere fra le migliori al mondo, investendo in ricerca e facendo prodotti di alto profilo tecnologico, se anche negli altri settori si fosse agito allo stesso modo, oggi non temeremmo certo la concorrenza della Cina....
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Old 18-04-2005, 10:13   #9
evelon
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Originariamente inviato da cerbert
E' un commento che non capisco molto.
Se risultasse che da un certo settore industriale provengono a livello globale più danni che benefici, probabilmente la sua riduzione o rimozione sarebbe da prendere in considerazione.
E', alla fine, il discorso che si è fatto per la coltura della coca in Colombia: dal momento che il resto del mondo faceva un uso devastante di questo prodotto, si è deciso di rimuoverlo.
Almeno, in questo caso, NESSUNO ha proposto di bombardare con il napalm le fabbriche di armi...

Il paragone con la coltivazione della coca non ha senso (almeno questo ).

Il punto è che in un settore industriale siamo all'avanguardia, con prodotti di qualità che reggono a testa alta il confronto con le fabbriche estere.

Invece di concretizzare il vantaggio tecnologico che ne deriva (cosa comunissima in altri paesi per la loro organizzazione industriale ma pressoche sconosciuta in Italia), pensiamo bene di cercare di smantellarlo....lasciando campo libero ai concorrenti..

Anche se personalmente non stimo molto i "personaggi" citati dal primo post che si sono resi protagonisti di questa "invidiabile" dimostrazione li ritengo comunque più intelligenti delle loro manifestazioni.
Non credo che possano pensare per un secondo all'equazione meno armi=meno guerre senza pensare all'utopia (e perchè poi?).

Un'ipotesi ipotetica di realizzazione di ciò che chiedono produrrebbe solo danno e nulla più.
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Old 18-04-2005, 10:24   #10
Lucio Virzì
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Originariamente inviato da the_joe
Più che incentivare gli altri a fare la guerra, bisognerebbe che le industrie Italiane degli altri settori, apprendessero la lezione impartita da quella delle armi che va bene perchè ha dimostrato di essere fra le migliori al mondo, investendo in ricerca e facendo prodotti di alto profilo tecnologico, se anche negli altri settori si fosse agito allo stesso modo, oggi non temeremmo certo la concorrenza della Cina....
Vero.
Il fatto è che la guerra è il vero motore dell'economia.
Il mondo va mantenuto in uno stato di guerra continua.

LuVi
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Old 18-04-2005, 10:32   #11
FastFreddy
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Originariamente inviato da Lucio Virzì
Vero.

Il mondo va mantenuto in uno stato di guerra continua.

LuVi
Da questo punto di vista non ha bisogno di incentivi, ci rimane da solo in uno stato di guerra continua, dubito che negli ultimi 100 anni ci sia stato un solo anno senza una guerra da qualche parte....
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La mia config: Asus Z170 Pro gaming, Intel i5 6600k @4.5Ghz, cooler master 212x, corsair vengeance 8Gb ddr4 2133, SSD sandisk ultra II 480Gb, Gainward GTX960 4Gb, Soundblaster Z, DVD-RW, ali Corsair CX750M, Case Thermaltake Suppressor F31
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Old 18-04-2005, 10:33   #12
cerbert
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Originariamente inviato da evelon
Il paragone con la coltivazione della coca non ha senso (almeno questo ).

Il punto è che in un settore industriale siamo all'avanguardia, con prodotti di qualità che reggono a testa alta il confronto con le fabbriche estere.
Non capisco perchè il paragone non regga.
Ci troviamo in entrambi i casi di fronte ad una produzione ad alto valore aggiunto il cui prodotto finale, però, ha principalmente un uso devastante su intere aree del pianeta.
D'altro canto, tale produzione ha innanzitutto una ricaduta positiva sul territorio di produzione, ha anche una sua "necessità" intrinseca (farmaceutica in un caso, di sicurezza nell'altro).

Allora, quello che comunemente le persone razionali si auspicano è che vengano introdotte maggiori REGOLAMENTAZIONI nella produzione, esportazione ed uso di tale prodotto.

Ma ecco che si verifica una contraddizione. Mentre in nome del "diritto a tutelarsi" si è persino utilizzata la forza militare contro una produzione, con danni inenarrabili sulle famiglie dei lavoratori e sull'economia del paese; dall'altra parte, in nome del mantenimento del primato tecnologico, si rimuovono le poche norme di controllo introdotte fino a quel momento.

Quote:
Invece di concretizzare il vantaggio tecnologico che ne deriva (cosa comunissima in altri paesi per la loro organizzazione industriale ma pressoche sconosciuta in Italia), pensiamo bene di cercare di smantellarlo....lasciando campo libero ai concorrenti..
Il vantaggio tecnologico non è qualcosa che puoi esportare da un settore all'altro in maniera indiscriminata. Se stessimo parlando di sistemi informatici di armamento, ancora potrei capire, ma il settore delle "armi leggere" ha un ambito di innovazione piuttosto "specializzato" e difficilmente esportabile, come ben poche innovazioni di uso civile potevano venire dalle mine antiuomo.
Ma ecco che si verifica un altra contraddizione. Per avere consistenti ricadute sul settore civile da una ricerca militare, spesso la ricerca deve investire settori ad alta tecnologia legati alla committenza Pubblica-Militare, coperta però da Segreto di Stato. Cosicchè l'innovazione resta per anni secretata.
Se si fosse investito DIRETTAMENTE in ricerca ad uso civile, l'effetto sarebbe stato probabilmente più diretto.

Quote:
Anche se personalmente non stimo molto i "personaggi" citati dal primo post che si sono resi protagonisti di questa "invidiabile" dimostrazione li ritengo comunque più intelligenti delle loro manifestazioni.
Non credo che possano pensare per un secondo all'equazione meno armi=meno guerre senza pensare all'utopia (e perchè poi?).
Beh, di equazioni utopiche ce ne sono tante. Ad esempio si ritiene di poter combattere il terrorismo senza "blindare" la filiera del commercio d'armi con norme che rendano progressivamente più costoso contrabbandare armamenti ai paesi irregolari.

Quote:
Un'ipotesi ipotetica di realizzazione di ciò che chiedono produrrebbe solo danno e nulla più.
Vero, ma non bisognerebbe mai confondere gli slogan da manifestazione con i progetti di lungo periodo.
In manifestazione io posso urlare "meno armi = meno guerre", ma nella realtà poi dico "meno commercio indiscriminato di armi da guerra = meno vittime da conflitti innescati da gruppi irregolari o dittature" (e anche così sono molto sintetico ed impreciso).
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Eroi da non dimenticare: Nicola Calipari (04/03/2005) e Vittorio Arrigoni (14/04/2011) e Bradley Manning.
Sono certo che anche i francesi si indignarono per il fatto che i tedeschi, piuttosto che veder dissolvere la loro nazione, preferirono il nazismo. Chi non impara la storia...
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Old 18-04-2005, 10:34   #13
dupa
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Quote:
Originariamente inviato da Lucio Virzì
Semplicemente perchè l'Italia "... ripudia la guerra... ".

LuVi
e che c'entra.. ripudia la guerra come strumento di "offesa" ad altri popoli, ma per la difesa delle libertà e dei diritti delle persone le armi sono assolutamente necessarie.
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Se buttassimo in un cestino tutto ciò che in Italia non funziona cosa rimarrebbe? Il cestino.
dupa è offline   Rispondi citando il messaggio o parte di esso
Old 18-04-2005, 10:34   #14
Harvester
 
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Quote:
Originariamente inviato da Lucio Virzì
Vero.
Il fatto è che la guerra è il vero motore dell'economia.
Il mondo va mantenuto in uno stato di guerra continua.

LuVi
è vero. considera anche tutte le innovazioni tecnologiche che partono da progetti militari (cellulari, internet, laser,......)
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Old 18-04-2005, 10:41   #15
Lucio Virzì
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Quote:
Originariamente inviato da dupa
e che c'entra.. ripudia la guerra come strumento di "offesa" ad altri popoli, ma per la difesa delle libertà e dei diritti delle persone le armi sono assolutamente necessarie.
Cerco di spiegarti meglio.
Qui qualche tempo fa si parlava di Valsella, produttrice di bombe antiuomo, anzi, antibambino, vista la foggia a pupazzetto o a giocattolo.
Per fortuna è stata chiusa, spiacente per i dipendenti.
Qui si parla di una fiera "spacciata" come fiera per armi da gioco, caccia o svago ma poi, sotto sotto, neanche in maniera tanto nascosta, si fomenta l'odio umano, si accentuano le caratteristiche da guerra delle armi, se non se ne vantano direttamente gli effetti.
E' un modo subdolo di alimentare il mercato delle armi, tenere viva l'attenzione e convincere la popolazione che il possesso di un arma sia la soluzione per ogni problema di relazione con il prossimo.
Non va bene.

LuVi
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Old 18-04-2005, 10:46   #16
dupa
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Originariamente inviato da Lucio Virzì
Cerco di spiegarti meglio.
Qui qualche tempo fa si parlava di Valsella, produttrice di bombe antiuomo, anzi, antibambino, vista la foggia a pupazzetto o a giocattolo.
Per fortuna è stata chiusa, spiacente per i dipendenti.
Qui si parla di una fiera "spacciata" come fiera per armi da gioco, caccia o svago ma poi, sotto sotto, neanche in maniera tanto nascosta, si fomenta l'odio umano, si accentuano le caratteristiche da guerra delle armi, se non se ne vantano direttamente gli effetti.
E' un modo subdolo di alimentare il mercato delle armi, tenere viva l'attenzione e convincere la popolazione che il possesso di un arma sia la soluzione per ogni problema di relazione con il prossimo.
Non va bene.

LuVi
Personalmente io vieterei il possesso di armi da fuoco ai privati e darei molte più libertà d'uso alle forze armate, carabinieri, polizia ecc. ecc.

Riguardo le mine anti-uomo, fermarne la produzione è inutile, al massimo bisogna fermare chi ne provoca l'utilizzo.
__________________
Se buttassimo in un cestino tutto ciò che in Italia non funziona cosa rimarrebbe? Il cestino.
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Old 18-04-2005, 10:54   #17
cerbert
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Senza essere duro come Lucio, io anche penso che la EXA renda un pessimo servizio, facendosi portatrice di un messaggio sbagliato e mascherato dietro una pesante "contraddizione in termini".

Se, infatti, io chiedessi a chiunque sul forum di descrivermi un "Arma leggera", salvo un 5% di superinformati, il restante 95% penserebbe a revolver, pistole automatiche... qualcuno arriverebbe agli UZI e altri, forse, ai Kalashnikov.
Armi che possono ancora rientrare (con molta fantasia per gli ultimi due) nell'uso personale o di "sicurezza".

In realtà "arma leggera" è anche un mortaio ed un mitragliatore pesante da campo, ovvero armi SPECIFICAMENTE intese per uso bellico e che, quindi, dovrebbero PARTIRE ed ARRIVARE in mano a chi si ritiene ne farà non dico "buon uso" ma, almeno, "uso controllato".

La EXA, nella mia opinione, propone tali armi come qualcosa che si può esportare con "leggerezza".
Non sono per niente "leggere" queste armi.
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Sono certo che anche i francesi si indignarono per il fatto che i tedeschi, piuttosto che veder dissolvere la loro nazione, preferirono il nazismo. Chi non impara la storia...
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Old 18-04-2005, 10:58   #18
the_joe
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Quote:
Originariamente inviato da dupa
Personalmente io vieterei il possesso di armi da fuoco ai privati e darei molte più libertà d'uso alle forze armate, carabinieri, polizia ecc. ecc.

Riguardo le mine anti-uomo, fermarne la produzione è inutile, al massimo bisogna fermare chi ne provoca l'utilizzo.
Purtroppo le mine antiuomo sono IMHO il più grosso problema nelle guerre nei paesi "poveri" fomentate ad arte dai paesi "ricchi" perchè sono completamente inutili ai fini della guerra stessa e sono usate perlopiù per arrecare danni alla popolazione civile, e dopo la fine della guerra, i campi minati continuano a storpiare gente perlopiù bambini per molti anni fintanto che qualche associazione si prende la briga di bonificarli.....

Il brutto di tutto questo è che le industrie di armi, a fronte di forniture consistenti, regalano un bel quantitativo di queste mine che hanno un costo ed una tecnologia irrisorie però servono bene a placare la sete di sangue dei belligeranti perchè come ho detto fanno molti danni fisici al "nemico" anche se non sono senz'altro queste a far vincere o perdere una guerra.

Per questo sono un convinto sostenitore del bando alle mine anti uomo.
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焦爾焦
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Old 18-04-2005, 11:43   #19
evelon
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Originariamente inviato da cerbert
Non capisco perchè il paragone non regga.
Ci troviamo in entrambi i casi di fronte ad una produzione ad alto valore aggiunto il cui prodotto finale, però, ha principalmente un uso devastante su intere aree del pianeta.
D'altro canto, tale produzione ha innanzitutto una ricaduta positiva sul territorio di produzione, ha anche una sua "necessità" intrinseca (farmaceutica in un caso, di sicurezza nell'altro).

Allora, quello che comunemente le persone razionali si auspicano è che vengano introdotte maggiori REGOLAMENTAZIONI nella produzione, esportazione ed uso di tale prodotto.

Ma ecco che si verifica una contraddizione. Mentre in nome del "diritto a tutelarsi" si è persino utilizzata la forza militare contro una produzione, con danni inenarrabili sulle famiglie dei lavoratori e sull'economia del paese; dall'altra parte, in nome del mantenimento del primato tecnologico, si rimuovono le poche norme di controllo introdotte fino a quel momento.
Eh ?
Cioè...non è un provocazione?
paragoni un fucile o un cannone ad un chilo di coca??
E ti rammarichi pure per i "poveri" coltivatori di coca??

Sorvolo e mi concentro sul resto.
Regolamentazione:le armi da guerra e da assalto già da ora non si possono vendere ai privati mi pare
Ed è questo (tanto per estendere un pò il discorso) un punto che non mi piace della legge statunitense dove mi pare che, sebbene più regolamentato, sia possibile acquistare anche questo genere di prodotti.
Per quanto riguarda le armi da uso personale e da difesa non vedo perchè (dopo adeguati controlli psicofisici, anche stringenti) non si debba possederle.

Discorso ancora diverso per le armi con destinazione specifica (caccia, tiro al piattello etc..) in cui la regolamentazione è già molto ampia da ora.

Quote:
Originariamente inviato da cerbert
Il vantaggio tecnologico non è qualcosa che puoi esportare da un settore all'altro in maniera indiscriminata. Se stessimo parlando di sistemi informatici di armamento, ancora potrei capire, ma il settore delle "armi leggere" ha un ambito di innovazione piuttosto "specializzato" e difficilmente esportabile, come ben poche innovazioni di uso civile potevano venire dalle mine antiuomo.
Ma anche no.
Pensa ai sistemi di puntamento (laser, ottici, infrarossi etc), pensa alle leghe metallurgiche necessarie per realizzare canne e camere di scoppio, pensa alle tecniche metallurgiche e di fonderia per realizzare con precisione assoluta le parti critiche.
Sono rimasto volutamente nell'ambito delle armi medio-leggere, salendo di categoria gli esempi si sprecano...

Quote:
Originariamente inviato da cerbert
Ma ecco che si verifica un altra contraddizione. Per avere consistenti ricadute sul settore civile da una ricerca militare, spesso la ricerca deve investire settori ad alta tecnologia legati alla committenza Pubblica-Militare, coperta però da Segreto di Stato. Cosicchè l'innovazione resta per anni secretata.
Se si fosse investito DIRETTAMENTE in ricerca ad uso civile, l'effetto sarebbe stato probabilmente più diretto.
A parte che l'innovazione militare di per sè ha ricadute positive sul paese senza aspettare nulla (pensa ad un ottimo aereo da caccia...altre nazioni lo vorranno e chi l'ha prodotto non deve aspettare ricadute: lo vende).

Ogni riferimento agli F16 della nostra aeronautica è voluto...

A parte il fatto che ci sono travasi anche dai settori civili verso quelli militari (e non mi pare cosa da poco) c'è da dire che il settore civile (quale? non specifichi? ) di norma non ha la spinta e la specificità richiesta da ricerche o realizzazioni militari dove, per forza di cose, gli sforzi di ricerca/progettazione/realizzazione sono concentrati su aspetti diversi (e di norma sono proprio questi aspetti a costituire la ricaduta maggiore: come esempio stupido pensa alla stessa internet)

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Originariamente inviato da cerbert
Beh, di equazioni utopiche ce ne sono tante. Ad esempio si ritiene di poter combattere il terrorismo senza "blindare" la filiera del commercio d'armi con norme che rendano progressivamente più costoso contrabbandare armamenti ai paesi irregolari.

sbagliato frase?

Se le armi si "contrabbandano", per definizione, si stanno aggirando le leggi e quindi il problema non è il costo dei contrabbandieri...

Più che "limitare" con una legge i paesi verso i quali vendere armamenti (hai scritto "blindare" ma credo che intendessi proprio "limitare", se sbaglio scusa) sarebbe preferibile valutare di volta in volta a chi vendere e cosa vendergli sulla base di considerazioni economico politche (si spera) oculate.

Non si capisce, poi, cosa intendi per "terrorista"..
Il terrorista generico è normalmente parte di un'organizzazione che (come dimostrano gli ultimi anni) non ha grossi problemi a rifornirsi di esplosivi ed altro materiale aggirando anche i più severi controlli
A meno di non pensare che TUTTI i paesi si mettano d'accordo es: la Siria rinunci a rifornire gli estremisti palestinesi etc...questo và ben oltre le più rosee utipie..

Quote:
Originariamente inviato da cerbert
Vero, ma non bisognerebbe mai confondere gli slogan da manifestazione con i progetti di lungo periodo.
In manifestazione io posso urlare "meno armi = meno guerre", ma nella realtà poi dico "meno commercio indiscriminato di armi da guerra = meno vittime da conflitti innescati da gruppi irregolari o dittature" (e anche così sono molto sintetico ed impreciso).
Il primo è palesemente un'inesattezza (e siamo d'accordo) ma anche il secondo non è che sia poi un granchè...

I terroristi, come hanno ampiamente dimostrato, non hanno nè problemi nè scrupoli a trovare armi (con loro le soluzioni da usare sono altre e di altro livello) e comunque non si riforniscono al mercato regolare (regolamentato meno).

Per "gli altri", ferma restando la valutazione delle opportunità politico-economiche, pensare che le regole (stringenti quanto vuoi) oltre a strangolare il settore diminuiscano i morti e non, come penso io, spingano solo ad acquistare altrove mi pare non poco utopistico

E' del resto ancora più utopistico che TUTTI i paesi adottino le nostre stesse regole...se un competitore si ritira gli altri non stanno a guardare..
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Old 18-04-2005, 11:47   #20
evelon
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Originariamente inviato da cerbert
...revolver, pistole automatiche... qualcuno arriverebbe agli UZI e altri, forse, ai Kalashnikov.
Armi che possono ancora rientrare (con molta fantasia per gli ultimi due) nell'uso personale o di "sicurezza".

In realtà "arma leggera" è anche un mortaio ed un mitragliatore pesante da campo, ovvero armi SPECIFICAMENTE intese per uso bellico e che, quindi, dovrebbero PARTIRE ed ARRIVARE in mano a chi si ritiene ne farà non dico "buon uso" ma, almeno, "uso controllato"
Il kalashnikof mi pare sia "arma da guerra" (vado a memoria però).

Comunque: come detto sono per la liberalizzazione delle armi da difesa e personali ma le armi da assalto, le armi da guerra imho non dovrebbero andare ai comuni cittadini (stesso discorso, ovviamente, per le armi da reparto quali un mitragliatore da campo o un mortaio)

Quindi: concordo con quanto quotato
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