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Old 09-03-2010, 22:07   #1
frankytop
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Da Greenpeace al sì al nucleare, il salto di Patrick Moore



Le fonti rinnovabili salveranno il pianeta? Un giorno lontano forse sì. Ma a salvarci oggi, dall'inquinamento ma anche dall'effetto devastante di una disponibilità di gas e petrolio che si sta asciugando, può essere solo l'energia nucleare. Che ha costi comunque competitivi, è ormai assolutamente sicura e ostacolarla rappresenta per gli ambientalisti un clamoroso errore». Parola di Patrick Moore, ex nemico dell'atomo già co-fondatore di Greenpeace, che ora contesta. Moore è in Italia per un serrato ciclo di conferenze.

L'equivoco di cui sono stati preda gli ambientalisti? Aver mescolato frettolosamente, allora ma succede anche oggi, il nucleare militare con quello civile: tecnologia distruttiva sul primo versante ma «miracolosa» sul secondo. Ancora più miracolosa in futuro «quando il problema delle scorie, già oggi di portata ridotta, non esisterà più, perché le scorie di oggi potranno essere riutilizzate praticamente all'infinito nelle centrali di prossima generazione».

Un miracolo che può gratificare – esorta Moore – in particolare l'Italia «che ha tante coste e tanto mare e dunque è nella situazione ideale per risolvere l'unico vincolo del nucleare, rappresentato dal raffreddamento».

Gli incidenti del passato? «Irripetibili perché frutto di errori umani combinati con tecnologie neanche lontanamente comparabili con i sistemi automatici di protezione e salvaguardia delle centrali di oggi» taglia corto Moore ripetendo che «le poche decine di morti provocati nel passato da incidenti nucleari nulla sono a confronto delle migliaia di vite stroncate, ancora oggi, nelle miniere di carbone o dall'inquinamento».

Moore vivrebbe vicino ad una centrale atomica? «Ci vivrei dentro. È il posto più sicuro al mondo. Lì c'è una cultura della sicurezza che non ha pari» provoca il sessantatreenne scienziato dell'ambiente di origine canadese. Le polemiche sui sussidi pubblici concessi al nucleare (e promessi ora anche da Obama)? «Comunque minori, rispetto alla resa, di quelli obbligatoriamente concessi alle energie rinnovabili». (F.Re.)

Il Sole 24 Ore
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Old 09-03-2010, 22:43   #2
Neo_
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Moore vivrebbe vicino ad una centrale atomica? «Ci vivrei dentro. È il posto più sicuro al mondo. Lì c'è una cultura della sicurezza che non ha pari» provoca il sessantatreenne scienziato dell'ambiente di origine canadese. Le polemiche sui sussidi pubblici concessi al nucleare (e promessi ora anche da Obama)? «Comunque minori, rispetto alla resa, di quelli obbligatoriamente concessi alle energie rinnovabili». (F.Re.)
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Old 09-03-2010, 23:08   #3
VirusITA
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Spero che sappia che una centrale nucleare non ha emissioni radioattive pari a zero, ma semplicemente sotto una soglia "tollerabile" (leggesi una piccola quota di tumori e morti sopportabili in nome di un bene superiore).
Io proprio di fianco non ci vivrei.


Sono comunque d'accordo sul fatto che il nucleare sia una soluzione efficace ai problemi ambientali, più degli incentivi a pioggia sul fotovoltaico, ad esempio.
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Old 09-03-2010, 23:19   #4
Special
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Ma lui ha mai sentito parlare di Impregilo?
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Old 09-03-2010, 23:38   #5
easyand
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Ma lui ha mai sentito parlare di Impregilo?
guarda che impregilo ha costruito opere in tutto il mondo e non mi pare proprio che caschino a pezzi

L'allargamento del canale di Panama lo sta realizzando Impregilo, mica pinco pallino

E comunque, i lavori sul nucleare sarebbero affidati ad Ansaldo Energia

Ultima modifica di easyand : 09-03-2010 alle 23:51.
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Old 10-03-2010, 00:08   #6
CarloR1t
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Città: MI
Messaggi: 9880
http://www.terrelibere.it/impregilo.htm


Quanto al reattore di 4a generazione (alias Rubbiatron dal suo inventore) al torio e capace di bruciare (ridurre il periodo di decadimento) le vecchie scorie cui si parla nell'articolo sarebbe interessante, è ancora sulla carta e servirebbe ricerca ma Rubbia è stato cacciato.

Rubbia sul nucleare
http://www.youtube.com/watch?v=F7nO1D9zfnw
http://www.youtube.com/watch?v=tcVYtygPF4E

La lettera di Rubbia prima della sua dipartita
Aveva chiesto una risposta, voleva sapere se all'Enea dovesse comandare il presidente-scienziato o il Consiglio d'amministrazione nominato dai partiti. E il governo lo ha accontentato...
http://www.repubblica.it/2005/g/sezi...olerubbia.html
http://www.repubblica.it/2005/g/sezi...ia/rubbia.html

Rubbia su nucleare e solare
http://www.repubblica.it/2007/03/sez...ia-solare.html

Sì al nucleare innovativo con piccole centrali senza uranio
Ma non esiste un nucleare sicuro o a bassa produzione di scorie


Rubbia: "Né petrolio né carbone
soltanto il sole può darci energia"


di GIOVANNI VALENTINI

Carlo Rubbia in un disegno di Riccardo MannelliGINEVRA - Petrolio alle stelle? Voglia di nucleare? Ritorno al carbone? Fonti rinnovabili? Andiamo a lezione di Energia da un docente d'eccezione come Carlo Rubbia, premio Nobel per la Fisica: a Ginevra, dove ha sede il Cern, l'Organizzazione europea per la ricerca nucleare. Qui, a cavallo della frontiera franco-svizzera, nel più grande laboratorio del mondo, il professore s'è ritirato a studiare e lavorare, dopo l'indegna estromissione dalla presidenza dell'Enea, il nostro ente nazionale per l'energia avviluppato dalle pastoie della burocrazia e della politica romana.

Da qualche mese, Rubbia è stato nominato presidente di una task-force per la promozione e la diffusione delle nuove fonti rinnovabili, "con particolare riferimento - come si legge nel decreto del ministro dell'Ambiente, Alfonso Pecoraro Scanio - al solare termodinamico a concentrazione". Un progetto affascinante, a cui il premio Nobel si è dedicato intensamente in questi ultimi anni, che si richiama agli specchi ustori di Archimede per catturare l'energia infinita del sole, come lo specchio concavo usato tuttora per accendere la fiaccola olimpica. E proprio mentre parliamo, arriva da Roma la notizia che il governo uscente, su iniziativa dello stesso ministro dell'Ambiente e d'intesa con quello dello Sviluppo Economico, Pierluigi Bersani, ha approvato in extremis un piano nazionale per avviare anche in Italia questa rivoluzione energetica.

Prima di rispondere alle domande dell'intervistatore, da buon maestro Rubbia inizia la sua lezione con un prologo introduttivo. E mette subito le carte in tavola, con tanto di dati, grafici e tabelle.

Il primo documento che il professore squaderna preoccupato sul tavolo è un rapporto dell'Energy Watch Group, istituito da un gruppo di parlamentari tedeschi con la partecipazione di scienziati ed economisti, come osservatori indipendenti. Contiene un confronto impietoso con le previsioni elaborate finora dagli esperti della IEA, l'Agenzia internazionale per l'energia. Un "outlook", come si dice in gergo, sull'andamento del prezzo del petrolio e sulla produzione di energia a livello mondiale. Balzano agli occhi i clamorosi scostamenti tra ciò che era stato previsto e la realtà.

Dalla fine degli anni Novanta a oggi, la forbice tra l'outlook della IEA e l'effettiva dinamica del prezzo del petrolio è andata sempre più allargandosi, nonostante tutte le correzioni apportate dall'Agenzia nel corso del tempo. In pratica, dal 2000 in poi, l'oro nero s'è impennato fino a sfondare la quota di cento dollari al barile, mentre sulla carta le previsioni al 2030 continuavano imperterrite a salire progressivamente di circa dieci dollari di anno in anno. "Il messaggio dell'Agenzia - si legge a pagina 71 del rapporto tedesco - lancia un falso segnale agli uomini politici, all'industria e ai consumatori, senza dimenticare i mass media".

Analogo discorso per la produzione mondiale di petrolio. Mentre la IEA prevede che questa possa continuare a crescere da qui al 2025, lo scenario dell'Energy Watch Group annuncia invece un calo in tutte le aree del pianeta: in totale, 40 milioni di barili contro i 120 pronosticati dall'Agenzia. E anche qui, "i risultati per lo scenario peggiore - scrivono i tedeschi - sono molto vicini ai risultati dell'EWG: al momento, guardando allo sviluppo attuale, sembra che questi siano i più realistici". C'è stata, insomma, una ingannevole sottovalutazione dell'andamento del prezzo e c'è una sopravvalutazione altrettanto insidiosa della capacità produttiva.

Passiamo all'uranio, il combustibile per l'energia nucleare. In un altro studio specifico elaborato dall'Energy Watch Group, si documenta che fino all'epoca della "guerra fredda" la domanda e la produzione sono salite in parallelo, per effetto delle riserve accumulate a scopi militari. Dal '90 in poi, invece, la domanda ha continuato a crescere mentre ora la produzione tende a calare per mancanza di materia prima. Anche in questo caso, come dimostra un grafico riassuntivo, le previsioni della IEA sulla produzione di energia nucleare si sono fortemente discostate dalla realtà.

Che cosa significa tutto questo, professor Rubbia? Qual è, dunque, la sua visione sul futuro dell'energia?
"Significa che non solo il petrolio e gli altri combustibili fossili sono in via di esaurimento, ma anche l'uranio è destinato a scarseggiare entro 35-40 anni, come del resto anche l'oro, il platino o il rame. Non possiamo continuare perciò a elaborare piani energetici sulla base di previsioni sbagliate che rischiano di portarci fuori strada. Dobbiamo sviluppare la più importante fonte energetica che la natura mette da sempre a nostra disposizione, senza limiti, a costo zero: e cioè il sole che ogni giorno illumina e riscalda la terra".

Eppure, dagli Stati Uniti all'Europa e ancora più nei Paesi emergenti, c'è una gran voglia di nucleare. Anzi, una corsa al nucleare. Secondo lei, sbagliano tutti?
"Sa quando è stato costruito l'ultimo reattore in America? Nel 1979, trent'anni fa! E sa quanto conta il nucleare nella produzione energetica francese? Circa il 20 per cento. Ma i costi altissimi dei loro 59 reattori sono stati sostenuti di fatto dal governo, dallo Stato, per mantenere l'arsenale atomico. Ricordiamoci che per costruire una centrale nucleare occorrono 8-10 anni di lavoro che la tecnologia proposta si basa su un combustibile, l'uranio appunto, di durata limitata. Poi resta, in tutto il mondo, il problema delle scorie".

Ma non si parla ormai di "nucleare sicuro"? Quale è la sua opinione in proposito?
"Non esiste un nucleare sicuro. O a bassa produzione di scorie. Esiste un calcolo delle probabilità, per cui ogni cento anni un incidente nucleare è possibile: e questo evidentemente aumenta con il numero delle centrali. Si può parlare, semmai, di un nucleare innovativo".

In che cosa consiste?
"Nella possibilità di usare il torio, un elemento largamente disponibile in natura, per alimentare un amplificatore nucleare. Si tratta di un acceleratore, un reattore non critico, che non provoca cioè reazioni a catena. Non produce plutonio. E dal torio, le assicuro, non si tira fuori una bomba. In questo modo, si taglia definitivamente il cordone fra il nucleare militare e quello civile".

Lei sarebbe in grado di progettare un impianto di questo tipo?
"E' già stato fatto e la tecnologia sperimentata con successo su piccola scala. Un prototipo da 500 milioni di euro servirebbe per bruciare le scorie nucleari ad alta attività del nostro Paese, producendo allo stesso tempo una discreta quantità di energia".

Ora c'è anche il cosiddetto "carbone pulito". La Gran Bretagna di Gordon Brown ha riaperto le sue miniere e negli Usa anche Hillary Clinton s'è detta favorevole...
"Questo mi ricorda la storia della botte piena e della moglie ubriaca. Il carbone è la fonte energetica più inquinante, più pericolosa per la salute dell'umanità. Ma non si risolve il problema nascondendo l'anidride carbonica sotto terra. In realtà nessuno dice quanto tempo debba restare, eppure la CO2 dura in media fino a 30 mila anni, contro i 22 mila del plutonio. No, il ritorno al carbone sarebbe drammatico, disastroso".

E allora, professor Rubbia, escluso il petrolio, escluso l'uranio ed escluso il carbone, quale può essere a suo avviso l'alternativa?
"Guardi questa foto: è un impianto per la produzione di energia solare, costruito nel deserto del Nevada su progetto spagnolo. Costa 200 milioni di dollari, produce 64 megawatt e per realizzarlo occorrono solo 18 mesi. Con 20 impianti di questo genere, si produce un terzo dell'elettricità di una centrale nucleare da un gigawatt. E i costi, oggi ancora elevati, si potranno ridurre considerevolmente quando verranno costruiti in gran quantità".

Ma noi, in Italia e in Europa, non abbiamo i deserti...
"E che vuol dire? Noi possiamo sviluppare la tecnologia e costruire impianti di questo genere nelle nostre regioni meridionali o magari in Africa, per trasportare poi l'energia nel nostro Paese. Anche gli antichi romani dicevano che l'uva arrivava da Cartagine. Basti pensare che un ipotetico quadrato di specchi, lungo 200 chilometri per ogni lato, potrebbe produrre tutta l'energia necessaria all'intero pianeta. E un'area di queste dimensioni equivale appena allo 0,1 per cento delle zone desertiche del cosiddetto sun-belt. Per rifornire di elettricità un terzo dell'Italia, un'area equivalente a 15 centrali nucleari da un gigawatt, basterebbe un anello solare grande come il raccordo di Roma".

Il sole, però, non c'è sempre e invece l'energia occorre di giorno e di notte, d'estate e d'inverno.
"D'accordo. E infatti, i nuovi impianti solari termodinamici a concentrazione catturano l'energia e la trattengono in speciali contenitori fino a quando serve. Poi, attraverso uno scambiatore di calore, si produce il vapore che muove le turbine. Né più né meno come una diga che, negli impianti idroelettrici, ferma l'acqua e al momento opportuno la rilascia per alimentare la corrente".

Se è così semplice, perché allora non si fa?
"Il sole non è soggetto ai monopoli. E non paga la bolletta. Mi creda questa è una grande opportunità per il nostro Paese: se non lo faremo noi, molto presto lo faranno gli americani, com'è accaduto del resto per il computer vent'anni fa".

(30 marzo 2008)


Intanto perfino gli svizzeri stanno costruendo le future centrali solari per terra e per mare (che starebbero benissimo nel tranquillo e riparato adriatico) senza occupare territorio utile a 1/5 del costo per KWh del termodinamico convenzionale.
http://www.solar-islands.com/index.php

http://www.youtube.com/watch?v=d_mLFHLSULw
E con questo buonanotte...
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Ultima modifica di CarloR1t : 10-03-2010 alle 00:26.
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Old 10-03-2010, 07:09   #7
Tensai
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Greenpeace aveva già fatto sto salto qualche tempo fa, il problema è che la cosa non li rende neanche un pelo più rispettabili.
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Old 10-03-2010, 07:56   #8
brown
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ha ben specificato che nn e' che ci vivebbre vicino ma DENTRO .. ergo dentro e' piu' sicuro di fuori
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Old 10-03-2010, 09:02   #9
pistacchio89
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Le fonti rinnovabili salveranno il pianeta? Un giorno lontano forse sì. Ma a salvarci oggi, dall'inquinamento ma anche dall'effetto devastante di una disponibilità di gas e petrolio che si sta asciugando, può essere solo l'energia nucleare. Che ha costi comunque competitivi, è ormai assolutamente sicura e ostacolarla rappresenta per gli ambientalisti un clamoroso errore». Parola di Patrick Moore, ex nemico dell'atomo già co-fondatore di Greenpeace, che ora contesta. Moore è in Italia per un serrato ciclo di conferenze.

L'equivoco di cui sono stati preda gli ambientalisti? Aver mescolato frettolosamente, allora ma succede anche oggi, il nucleare militare con quello civile: tecnologia distruttiva sul primo versante ma «miracolosa» sul secondo. Ancora più miracolosa in futuro «quando il problema delle scorie, già oggi di portata ridotta, non esisterà più, perché le scorie di oggi potranno essere riutilizzate praticamente all'infinito nelle centrali di prossima generazione».

Un miracolo che può gratificare – esorta Moore – in particolare l'Italia «che ha tante coste e tanto mare e dunque è nella situazione ideale per risolvere l'unico vincolo del nucleare, rappresentato dal raffreddamento».

Gli incidenti del passato? «Irripetibili perché frutto di errori umani combinati con tecnologie neanche lontanamente comparabili con i sistemi automatici di protezione e salvaguardia delle centrali di oggi» taglia corto Moore ripetendo che «le poche decine di morti provocati nel passato da incidenti nucleari nulla sono a confronto delle migliaia di vite stroncate, ancora oggi, nelle miniere di carbone o dall'inquinamento».

Moore vivrebbe vicino ad una centrale atomica? «Ci vivrei dentro. È il posto più sicuro al mondo. Lì c'è una cultura della sicurezza che non ha pari» provoca il sessantatreenne scienziato dell'ambiente di origine canadese. Le polemiche sui sussidi pubblici concessi al nucleare (e promessi ora anche da Obama)? «Comunque minori, rispetto alla resa, di quelli obbligatoriamente concessi alle energie rinnovabili». (F.Re.)

Il Sole 24 Ore
Moore non è stato un socio fondatore dell'organizzazione oggi nota col nome Greenpeace, quando vi ha aderito esisteva da più di un anno.
Vi ha fatto parte dal 1971 al 1986 quando è stato praticamente cacciato da fondatori e attivisti a causa di conflitti insanabili.
Da allora ha il dente avvelenato con Greenpeace. È l'equivalente di Sandro Bondi in ambito ambientalista.
Oggi con la sua società Greenspirit Strategies guadagna mettendosi al servizio di industrie che sono in netto contrasto con Greenpeace, come quelle che hanno interessi nel nucleare, tenendo conferenze, fornendo consulenze o curandone direttamente l'immagine e la promozione.
pistacchio89 è offline   Rispondi citando il messaggio o parte di esso
Old 10-03-2010, 11:55   #10
marcello1854
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La notizia non mi sorprende perchè un ambientalista che non sia a favore del nucleare è solo a scelta: un'ideologo settario, il sacerdote di un culto new age che deifica la natura, un politico paraculo che ha bisogno di sfruttare le paure della gente per le catastrofi per diventare uno della casta e preservare nel tempo i suoi privilegi, un mistico, un conformista, una persona che non ha gli strumenti concettuali per discriminare tra comunicazione scientifica e comunicazione politica, un illuso, un ignorante presuntuoso, ecc....

Il decano degli ambientalisti James Lovelock è a favore del nucleare, anche lui si è convinto che il nucleare è un passaggio necessario ma transitorio verso l'età delle fonti energetiche rinnovabili.

Aspettiamo allora che il cadavere dei furbi e degli pseudoambientalisti passi lungo le rive del fiume, nell'attesa però il nostro paese sconta per l'azione di questi guastatori alcuni in vbuona fede, altri in gran parte in malafede, un lento ma inesorabile declino economico che diventerà drammatico nel momento in cui il peak oil si manifesterà in tutta la sua evidenza.
marcello1854 è offline   Rispondi citando il messaggio o parte di esso
Old 10-03-2010, 13:07   #11
ChristinaAemiliana
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In che cosa consiste?
"Nella possibilità di usare il torio, un elemento largamente disponibile in natura, per alimentare un amplificatore nucleare. Si tratta di un acceleratore, un reattore non critico, che non provoca cioè reazioni a catena. Non produce plutonio. E dal torio, le assicuro, non si tira fuori una bomba. In questo modo, si taglia definitivamente il cordone fra il nucleare militare e quello civile".
Questo voglio sperare che non lo abbia detto Rubbia...

Un acceleratore sarebbe un reattore? E nel reattore non ci sarebbe la reazione a catena? Ma come si fa a pubblicare un articolo contenente assurdità del genere?

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Lei sarebbe in grado di progettare un impianto di questo tipo?
"E' già stato fatto e la tecnologia sperimentata con successo su piccola scala. Un prototipo da 500 milioni di euro servirebbe per bruciare le scorie nucleari ad alta attività del nostro Paese, producendo allo stesso tempo una discreta quantità di energia".
Questa è una sonora sciocchezza. Ma proprio grossa, grossa.

E il bello è che queste affermazioni la gente se le beve senza porsi domande, invece sul nucleare occorre spiegare nel dettaglio 100k cose e al thread successivo siamo sempre daccapo. Senza essere creduti, ovvio.
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Old 10-03-2010, 13:09   #12
Lorekon
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guarda che impregilo ha costruito opere in tutto il mondo e non mi pare proprio che caschino a pezzi

L'allargamento del canale di Panama lo sta realizzando Impregilo, mica pinco pallino

E comunque, i lavori sul nucleare sarebbero affidati ad Ansaldo Energia
da Impregilo in Italia non comprerei manco la cuccia per il cane
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Old 10-03-2010, 13:19   #13
marcello1854
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da Impregilo in Italia non comprerei manco la cuccia per il cane
Anche Impregilo è stata arruolata nell'esercito del male evidentemente....
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Old 10-03-2010, 13:39   #14
MaxArt
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Spero che sappia che una centrale nucleare non ha emissioni radioattive pari a zero, ma semplicemente sotto una soglia "tollerabile" (leggesi una piccola quota di tumori e morti sopportabili in nome di un bene superiore).
Io proprio di fianco non ci vivrei.
E magari hai le scale in granito a casa, o i muri in tufo

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Quanto al reattore di 4a generazione (alias Rubbiatron dal suo inventore) al torio e capace di bruciare (ridurre il periodo di decadimento) le vecchie scorie cui si parla nell'articolo sarebbe interessante, è ancora sulla carta e servirebbe ricerca ma Rubbia è stato cacciato.
Un paio di appunti (strano che Christina non te li abbia fatti notare):
1. il Rubbiatron non è un reattore di 4a generazione: è un ADS;
2. non è progettato specificamente per il torio, ma per una discreta quantità di combustibili nucleari: usarlo per il torio, però, sarebbe sciocco;
3. anche se Rubbia non vi collabora attivamente, il progetto viene tuttora sviluppato.

Quote:
Ma non esiste un nucleare sicuro o a bassa produzione di scorie
Mah, questo non vuol dire una cippa.

Quote:
"Guardi questa foto: è un impianto per la produzione di energia solare, costruito nel deserto del Nevada su progetto spagnolo. Costa 200 milioni di dollari, produce 64 megawatt e per realizzarlo occorrono solo 18 mesi.
Seee, cala, cala, Rubbia: 64 MW è la capacità nominale del Nevada Solar One (che è costato 266 milioni, non 200). La produzione media annuale è di 15.3 MW.

Quote:
Con 20 impianti di questo genere, si produce un terzo dell'elettricità di una centrale nucleare da un gigawatt.
Peccato che non ce ne vogliano 20 ma 60 (e nel deserto del Mojave), e questo vorrebbe dire 16 miliardi di dollari.

Uff, ma basta, quando Rubbia parla di queste cose sembra che lo faccia prendendoci tutti per imbecilli

Quote:
"Il sole non è soggetto ai monopoli. E non paga la bolletta. Mi creda questa è una grande opportunità per il nostro Paese: se non lo faremo noi, molto presto lo faranno gli americani, com'è accaduto del resto per il computer vent'anni fa".
See, buonanotte: e chi produceva processori in Italia nel 1988?

Quote:
Intanto perfino gli svizzeri stanno costruendo le future centrali solari per terra e per mare (che starebbero benissimo nel tranquillo e riparato adriatico) senza occupare territorio utile a 1/5 del costo per KWh del termodinamico convenzionale.
... loro dicono.
Io non ci credo per nulla
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HWU Rugby Group :'( - FAQ Processori - Aurea Sectio - CogitoWeb: idee varie sviluppando nel web
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Old 10-03-2010, 13:52   #15
ChristinaAemiliana
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Originariamente inviato da MaxArt Guarda i messaggi
Un paio di appunti (strano che Christina non te li abbia fatti notare):
1. il Rubbiatron non è un reattore di 4a generazione: è un ADS;
2. non è progettato specificamente per il torio, ma per una discreta quantità di combustibili nucleari: usarlo per il torio, però, sarebbe sciocco;
3. anche se Rubbia non vi collabora attivamente, il progetto viene tuttora sviluppato.
Tutte le altre erano correzioni minime rispetto alle disumane scempiaggini che ho indicato poco fa...

La 1 è perdonabile (un ADS sarebbe comunque un accessorio "futuro" e peraltro somiglia molto al reattore a metallo liquido della Gen IV). Poco male.

Nella 2 il giornalista ha fatto un mischione tralasciando la versatilità degli ADS, ma è vero che Rubbia era fissatissimo col ciclo a Th, quindi il messaggio non è del tutto sbagliato.

La 3 vorrei fosse vera, ma al momento è tutto abbastanza stagnante...comunque sì, Rubbia ha fornito l'idea, ma lo sviluppo tecnico è stato un altro paio di maniche.

Sulla percezione della pericolosità delle radiazioni, io ormai ho rinunciato a parlarne...è qualcosa di completamente irrazionale ed è inutile ragionarci attorno. Altrimenti non si spiegherebbe come spesso la stessa persona che ha il terrore degli impianti nucleari si ostina (esempio) a giocare a calcetto quando ha un ginocchio sinistrato e per quello si deve fare una TAC ogni anno...
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ChristinaAemiliana è offline   Rispondi citando il messaggio o parte di esso
Old 10-03-2010, 14:05   #16
superkoala
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Originariamente inviato da frankytop Guarda i messaggi


Le fonti rinnovabili salveranno il pianeta? Un giorno lontano forse sì. Ma a salvarci oggi, dall'inquinamento ma anche dall'effetto devastante di una disponibilità di gas e petrolio che si sta asciugando, può essere solo l'energia nucleare. Che ha costi comunque competitivi, è ormai assolutamente sicura e ostacolarla rappresenta per gli ambientalisti un clamoroso errore». Parola di Patrick Moore, ex nemico dell'atomo già co-fondatore di Greenpeace, che ora contesta. Moore è in Italia per un serrato ciclo di conferenze.

L'equivoco di cui sono stati preda gli ambientalisti? Aver mescolato frettolosamente, allora ma succede anche oggi, il nucleare militare con quello civile: tecnologia distruttiva sul primo versante ma «miracolosa» sul secondo. Ancora più miracolosa in futuro «quando il problema delle scorie, già oggi di portata ridotta, non esisterà più, perché le scorie di oggi potranno essere riutilizzate praticamente all'infinito nelle centrali di prossima generazione».

Un miracolo che può gratificare – esorta Moore – in particolare l'Italia «che ha tante coste e tanto mare e dunque è nella situazione ideale per risolvere l'unico vincolo del nucleare, rappresentato dal raffreddamento».

Gli incidenti del passato? «Irripetibili perché frutto di errori umani combinati con tecnologie neanche lontanamente comparabili con i sistemi automatici di protezione e salvaguardia delle centrali di oggi» taglia corto Moore ripetendo che «le poche decine di morti provocati nel passato da incidenti nucleari nulla sono a confronto delle migliaia di vite stroncate, ancora oggi, nelle miniere di carbone o dall'inquinamento».

Il Sole 24 Ore


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Moore vivrebbe vicino ad una centrale atomica? «Ci vivrei dentro. È il posto più sicuro al mondo. Lì c'è una cultura della sicurezza che non ha pari» provoca il sessantatreenne scienziato dell'ambiente di origine canadese. Le polemiche sui sussidi pubblici concessi al nucleare (e promessi ora anche da Obama)? «Comunque minori, rispetto alla resa, di quelli obbligatoriamente concessi alle energie rinnovabili». (F.Re.)
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Old 10-03-2010, 14:10   #17
frankytop
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Mmmmh,qui Rubbia semplicemente tira l'acqua al suo mulino,tutto qua.
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Old 10-03-2010, 14:15   #18
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Originariamente inviato da frankytop Guarda i messaggi
Mmmmh,qui Rubbia semplicemente tira l'acqua al suo mulino,tutto qua.
Questo è sicuramente un aspetto notevole della personalità di Rubbia...lo chiamavano "il trattore" mica per niente.

Ad ogni modo, quanto riportato non è "Rubbia"...sono parole di Rubbia riportate da qualcuno che non aveva una preparazione adeguata alla situazione (che prevedeva di ascoltare Rubbia e riferire).
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Old 10-03-2010, 14:22   #19
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guarda che impregilo ha costruito opere in tutto il mondo e non mi pare proprio che caschino a pezzi

L'allargamento del canale di Panama lo sta realizzando Impregilo, mica pinco pallino

E comunque, i lavori sul nucleare sarebbero affidati ad Ansaldo Energia
ovvio all'estero riga dritta senno mazzate sui denti, aprite gli occhi cristo.
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Old 11-03-2010, 19:10   #20
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anche Giuliano Ferrara militava in potere operaio.

penso che l'ingrediente principale della transizione di questo tizio sia lo stesso
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And did you exchange a walk on part in the war for a lead role in a cage?
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