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Old 27-11-2009, 07:23   #1
Steinoff
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Mafia, perché i pentiti accusano Berlusconi

da La Repubblica

Interessante articolo, che prova a comprendere i meccanismi della "mafia ad orologeria" contro il berlusca.
Al quadro d'insieme che ne viene fuori possiamo anche associare la lettera minatoria a schifani, secondo me ci sta in pieno (sempre che non sia stata scritta da altri e per altri motivi che non sono prettamente minatori, ma magari il loro opposto)


Ad una svolta l'indagine di Firenze sulle stragi del 1993. Il nome
del presidente del Consiglio nei verbali degli uomini della cosca di Brancaccio
Mafia, perché i pentiti
accusano Berlusconi
di ATTILIO BOLZONI e GIUSEPPE D'AVANZO



NELL'INCHIESTA sui mandanti delle stragi del 1993 estranei a Cosa Nostra entrano Autore 1 e Autore 2. Gli ultimi interrogatori della procura di Firenze hanno una particolarità. Tecnica, ma comprensibilissima. I primi testimoni sono stati ascoltati in un'inchiesta a "modello 44", "notizie di reato relative a ignoti". Gli ultimi, a "modello 21", dunque "a carico di noti". I pubblici ministeri, nei documenti, non svelano i nomi dei nuovi indagati. Chi sono Autore 1 e 2? Secondo le indiscrezioni pubblicate già nei giorni scorsi dai quotidiani vicini al governo, sono Silvio Berlusconi e Marcello Dell'Utri, la cui posizione era stata già archiviata il 3 maggio del 2002. Se così fosse, l'atto è dovuto. Non è un mistero (un migliaio di pagine sono state depositate, tre giorni fa, al processo di appello a Dell'Utri che si celebra a Palermo) che un nuovo testimone dell'accusa - Gaspare Spatuzza - indica nel presidente del consiglio e nel suo braccio destro i suggeritori della campagna stragista di sedici anni fa. Queste sono le "nuove" dai palazzi di giustizia, ma quel che si scorge è molto altro. L'intero fronte mafioso è minacciosamente in movimento. "La Cosa Nostra siciliana" si prepara a chiedere il conto a un Berlusconi che appare, a ragione, in tensione e sicuro che il peggio debba ancora venire.

Accade che, nella convinzione di "essere stata venduta" dopo "le trattative" degli anni Novanta, la famiglia di Brancaccio ha deciso di aggredire - in pubblico e servendosi di un processo - chi "non ha mantenuto gli impegni". Ci sono anche i messaggi di morte. Al presidente del Senato, Renato Schifani, siciliano di Palermo. O, come raccontano le "voci di dentro" di Cosa Nostra, avvertimenti che sarebbero piovuti su Marcello Dell'Utri. Un'intimidazione che ha - pare - molto impaurito il senatore e patron di Publitalia. Sono sintomi che devono essere considerati oggi un corollario della resa dei conti tra Cosa Nostra e il capo del governo. È il modo più semplice per dirlo. Perché di questo si tratta, del rendiconto finale e traumatico tra chi (Berlusconi) ha avuto troppo e chi (Cosa Nostra) ritiene di avere nelle mani soltanto polvere dopo molte promesse e infinita pazienza. Questo scorcio di 2009 finisce così per avere molti punti di contatto con il 1993 quando la Penisola è stata insanguinata dalle stragi: Roma, via Fauro (14 maggio); Firenze, via Georgofili (27 maggio); Milano, via Palestro (27 luglio); Roma, S. Giorgio al Velabro e S. Giovanni in Laterano (28 luglio); Roma, stadio Olimpico (23 gennaio 1994), attentato per fortuna fallito. Nel nostro tempo, non c'è tritolo e devastazione, ma l'annuncio di una "verità" che può essere più distruttiva di una bomba. Per lo Stato, per chi governa il Paese.

Per capire quel che accade, bisogna sapere un paio di cose. La famiglia mafiosa dei fratelli Giuseppe e Filippo Graviano di Brancaccio a Palermo è il nocciolo irriducibile - con i Corleonesi di Riina e Bagarella, con i Trapanesi di Matteo Messina Denaro (latitante) - di una Cosa nostra siciliana che oggi ha il suo "stato maggiore" in carcere e in libertà soltanto mischini senza risorse, senza influenza, senza affari, incapace anche di concludere uno sbarco di cocaina perché priva del denaro per acquistare un gommone. La seconda cosa che occorre ricordare è che gli "uomini d'onore" non hanno mai ammesso di essere un'"associazione" (Giovanni Bontate che, in un'aula di tribunale, usò con leggerezza il noi fu fatto secco appena libero).

I mafiosi non hanno mai accettato di discutere i fatti loro, anche soltanto di prendere in considerazione l'ipotesi di lasciar entrare uno sguardo estraneo negli affari della casa, figurarsi poi se gli occhi erano di magistrato. Apprezzati questi due requisiti "storici", si può comprendere meglio l'originalità di quanto accade, ora in questo momento, dentro Cosa Nostra. Tra Cosa Nostra e lo Stato (i pubblici ministeri). Tra Cosa Nostra e gli uomini (Berlusconi, Dell'Utri) che - a diritto o a torto, è tutto da dimostrare - i mafiosi hanno considerato, dal 1992/1993 e per quindici anni, gli interlocutori di un progetto che, dopo le stragi, avrebbe rimesso le cose a posto: i piccioli, il denaro, al sicuro; i "carcerati" o fuori o dentro, ma in condizioni di tenere il filo del loro business; mediocri e distratte politiche della sicurezza; lavoro giudiziario indebolito per legge; ceto politico disponibile, come nel passato, al dialogo e al compromesso con gli interessi mafiosi.

Sono novità che preparano una stagione nuova, incubano conflitti dolorosi e pericolosi. La campana suona per Silvio Berlusconi perché, nelle tortuosità che sempre accompagnano le cose di mafia, è evidente che il 4 dicembre - quando Gaspare Spatuzza, mafioso di Brancaccio, testimonierà nel processo di appello contro Marcello Dell'Utri - avrà inizio la resa dei conti della famiglia dei fratelli Graviano contro il capo del governo che, in agosto, ha detto di voler "passare alla storia come il presidente del Consiglio che ha sconfitto la mafia".

È un fatto sorprendente che i mafiosi abbiano deciso di parlare con i pubblici ministeri di quattro procure (Firenze, Caltanissetta, Palermo, Milano). Vogliono contribuire "alla verità". Lo dice, con le opportune prudenze, anche Giuseppe Graviano, "muto" da quindici anni. Quattro uomini della famiglia offrono una collaborazione piena. Sono Gaspare Spatuzza, Pietro Romeo, Giuseppe Ciaramitaro, Salvatore Grigoli. Spiegano, ricordano. Chiariscono come nacque, e da chi, l'idea delle stragi che non "avevano il dna di Cosa Nostra" e che "si portarono dietro quei morti innocenti". Indicano l'"accordo politico" che le giustificò e le rese necessarie "per il bene della Cosa Nostra". I nomi di Berlusconi e Dell'Utri saltano fuori in questo snodo.

Gaspare Spatuzza, 18 giugno 2009, ricostruisce la vigilia dell'attentato all'Olimpico: "Giuseppe Graviano mi ha detto "che tutto si è chiuso bene, abbiamo ottenuto quello che cercavamo; le persone che hanno portato avanti la cosa non sono come quei quattro crasti dei socialisti che prima ci hanno chiesto i voti e poi ci hanno venduti. Si tratta di persone affidabili". A quel punto mi fa il nome di Berlusconi e mi conferma, a mia domanda, che si tratta di quello di Canale 5; poi mi dice che c'è anche un paesano nostro e mi fa il nome di Dell'Utri (...) Giuseppe Graviano mi dice [ancora] che comunque bisogna fare l'attentato all'Olimpico perché serve a dare il "colpo di grazia" e afferma: ormai "abbiamo il Paese nelle mani"".
Pietro Romeo, 30 settembre 2009: "... In quel momento stavamo parlando di armi e di altri argomenti seri. [Fu chiesto a Spatuzza] se il politico dietro le stragi fosse Andreotti o Berlusconi. Spatuzza rispose: Berlusconi. La motivazione stragista di Cosa Nostra era quella di far togliere il 41 bis. Non ho mai saputo quali motivazioni ci fossero nella parte politica. Noi eravamo [soltanto degli] esecutori".

Salvatore Grigoli, interrogatorio 5 novembre 2009: "Dalle informazioni datemi (...), le stragi erano fatte per costringere lo Stato a scendere a patti (...) Dell'Utri è il nome da me conosciuto (...), quale contatto politico dei Graviano (...) Quello di Dell'Utri, per me, in quel momento era un nome conosciuto ma neppure particolarmente importante. Quel che è certo è [che me ne parlarono] come [del nostro] contatto politico". E' una scena che trova conferme anche in parole già dette, nel tempo. I ricordi di Giuseppe Ciaramitaro li si può scovare in un verbale d'interrogatorio del 23 luglio 1996: "Mi [fu] detto che bisognava portare questo attacco allo Stato e che c'era un politico che indicava gli obiettivi, quando questo politico avrebbe vinto le elezioni, si sarebbe quindi interessato a far abolire il 41 bis (...). Quando Berlusconi [è] stato presidente del Consiglio per la prima volta, nell'organizzazione erano tutti contenti, perché si stava muovendo nel senso desiderato e [si disse] che la proroga del 41 bis era stata solo per 'fintà in modo da eliminarlo del tutto alla scadenza".

Ci sarà, certo, chi dirà che non c'è nulla di nuovo. "Pentiti di mafia" che confermano testimonianza di altri "pentiti di mafia" ci sono stati ieri, ci sono oggi. La differenza, in questo caso, è come questi uomini che hanno saltato il fosso sono trattati dagli altri, da chi - in apparenza - resta ben saldo nelle sue convinzioni di mafioso, nel suo giuramento d'omertà. Li rispettano, sorprendentemente. Non era mai capitato. Non li considerano degli "infami". Accettano il dialogo con loro. Anche i più ostinati come Cosimo Lo Nigro e Vittorio Tutino.

Cosimo Lo Nigro, il 10 settembre del 2009, è seduto di fronte a Gaspare Spatuzza. Spatuzza gli dice che "ha gioito - oggi me ne vergogno - , ma ho gioito per Capaci perché quello [Falcone] rappresentava un nemico per Cosa Nostra... ma il nostro malessere inizia nel momento in cui ci spingiamo oltre (...) su Firenze, Roma, Milano...". Lo Nigro lo ascolta, senza contraddirlo. Spatuzza ricostruisce come andarono le cose durante la preparazione della strage all'Olimpico. Lo Nigro lo lascia concludere e gli dice: "Rispetto le tue scelte, ma ancora ti chiedo: sei sicuro di ciò che dici e delle tue scelte?". Vittorio Tutino accetta di essere interrogato dai Pm di Caltanissetta. Non fa scena muta. Parla. Il suo verbale d'interrogatorio deve essere interessante perché viene secretato.

Già queste mosse annunciano la nuova stagione, ma la dirompente novità è nei cauti passi dei due boss di Brancaccio, i fratelli Filippo e Giuseppe Graviano. Sono i più vicini a Salvatore Riina. Hanno guidato con mano ferma la loro "batteria" fino a progettare la strage - per fortuna evitata per un inghippo nell'innesco dell'esplosivo - di un centinaio di carabinieri all'Olimpico il 23 gennaio del 1994. Sono in galera da quindici anni. Hanno studiato (economia, matematica) in carcere. Dal carcere si sono curati dell'educazione dei loro figli affidati ai migliori collegi di Roma e di Palermo e ora sembrano stufi, stanchi di attendere quel che per troppo tempo hanno atteso. Spatuzza racconta che, alla fine del 2004, Filippo Graviano, 48 anni, sbottò: "Bisogna far sapere a mio fratello Giuseppe che se non arriva niente da dove deve arrivare, è bene che anche noi cominciamo a parlare con i magistrati". La frase è eloquente. C'è un accordo. Chi lo ha sottoscritto, non ha rispettato l'impegno. Per cavarsi dall'angolo, c'è un solo modo: dissociarsi, collaborare con la giustizia, svelare le responsabilità di chi - estraneo all'organizzazione - si è tirato indietro. Accusarlo può essere considerato "un'infamia"?

Filippo Graviano, il 20 agosto 2009, accetta il confronto con Gaspare Spatuzza. C'è una sola questione da discutere. Quella frase. Ha detto che "se non arriva niente da dove deve arrivare, è bene che anche noi cominciamo a parlare con i magistrati"? La smentita di Filippo Graviano è ambigua. In Sicilia dicono: a entri ed esci. Dice Filippo a Gaspare: "Io non ho mai parlato con ostilità nei tuoi riguardi. I discorsi che facevamo erano per migliorare noi stessi. Già noi avevamo allora un atteggiamento diverso, già volevamo agire nella legalità. Noi parlavamo di un nostro futuro in un'altra parte d'Italia". La premessa è utile al boss per negare ma con garbo: "Mi dispiace contraddire Spatuzza, ma devo dire che non mi aspetto niente adesso e nemmeno nel passato, nel 2004. Mi sembra molto remoto che possa avere detto una frase simile perché, come ho detto, non mi aspetto niente da nessuno. Avrei cercato un magistrato in tutti questi anni, se qualcuno non avesse onorato un presunto impegno".

Filippo non ha timore di pronunciare per un boss parole tradizionalmente vietate, "legalità", "cercare magistrati". Si spinge anche a pronunciarne una, indicibile: "dissociazione". Dice, il 28 luglio 2009: "Da parte mia è una dissociazione verso le scelte del passato (...). Oggi sono una persona diversa. Faccio un esempio. Nel mio passato, al primo posto, c'era il denaro. Oggi c'è la cultura, la conoscenza. (...) Io non rifarei le scelte che ho fatto".

Anche Giuseppe Graviano, 46 anni, il più duro, il più autorevole (i suoi lo chiamano "Madre natura" o "Mio padre"), incontra i magistrati, il 28 luglio 2008. E' la prima volta che risponde a una domanda dal tempo del suo arresto, il 27 gennaio 1993. Dice: "Io sono disposto a fare i confronti, con coloro che indico io e che ritengo sappiano la verità. Sono disposto a un confronto con Spatuzza ma cosa volete che sappia Spatuzza che non sa niente, faceva l'imbianchino, sarà ricattato da qualcuno". Sembra che alzi un muro e che il muro sia insuperabile, ma non è così. Quando gli tocca parlare delle stragi del 1993, ragiona: "Perché non mi avete fatto fare il confronto con i pentiti in aula, quando l'ho chiesto? Così una versione io, una versione loro e poi c'è il magistrato [che giudica]: voi ascoltavate e potevate decidere chi stava dicendo la verità. La verità, [soltanto] la verità di come sono andati i fatti.. . io vi volevo portare alla verità. E speriamo che esca la verità veramente. Ve ne accorgerete del danno che avete fatto. Se noi dobbiamo scoprire [la verità], io posso dare una mano d'aiuto. Io dico che uscirà fuori la verità delle cose. Trovate i veri colpevoli, i veri colpevoli. Si parla sempre di colletti bianchi, colletti grigi, colletti e sono sempre innocenti [questi, mentre] i poveri disgraziati...".

Gli chiedono i magistrati: "Lei sa che ci sono colletti bianchi implicati in queste storie?". Risponde: "Io non lo so. Poi stiamo a vedere se... qualcuno ha il desiderio di dirlo che lo sa benissimo... Ma io non posso dire la mia verità così. Perché non serve a niente. Invece, ve la faccio dire, io, [da] chi sa la verità".

Ora bisogna mettere in ordine quel che si intuisce nelle mosse di Cosa Nostra. I "pentiti" non sono maledetti da chi, in teoria, stanno tradendo. Al contrario, ricevono attestati di solidarietà, segnali di rispetto, addirittura cenni di condivisione per una scelta che alcuni non hanno ancora la forza di decidere. E' più che un'impressione: è come se chi offre piena collaborazione alla magistratura (Spatuzza, Romeo, Grigoli) abbia l'approvazione di chi governa la famiglia (Giuseppe e Filippo Graviano) e ancora oggi può essere considerato al vertice di un'organizzazione che, in carcere, custodisce l'intera memoria della sua storia, delle sue connessioni, degli intrecci indicibili e finora non detti, degli interessi segreti e protetti. In una formula, il peso di un ricatto che viene offerto con le parole e i ricordi delle "seconde file" in attesa che le "prime" possano valutare quel che accade, chi e come si muove.

Ecco perché ha paura Berlusconi. Quegli uomini della mafia non conoscono soltanto "la verità" delle stragi (che sarà molto arduo rappresentare in un racconto processuale ben motivato), ma soprattutto le origini oscure della sua avventura imprenditoriale, già emerse e documentate dal processo di primo grado contro Marcello Dell'Utri (condannato a 9 anni per concorso esterno in associazione mafiosa). Di denaro, di piccioli minacciano allora di parlare i Graviano e gli uomini della famiglia di Brancaccio. Dice Spatuzza: "I Graviano sono ricchissimi e il loro patrimonio non è stato intaccato di un centesimo. Hanno investito al Nord e in Sardegna e solo così mi spiego perché durante la latitanza sono stati a Milano e non a Brancaccio. È anomalo, anomalissimo". Se a Milano - dice il testimone - Filippo e Giuseppe si sentivano più protetti che nella loro borgata di Palermo vuol dire che chi li proteggeva a Milano era più potente e affidabile della famiglia.
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Old 27-11-2009, 08:03   #2
D.O.S.
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mah , io ho l'impressione che qualsiasi reato di cui verrebbe accusato mr. Berlusconi finirebbe per essere depenalizzato...... persino la pedofilia , quindi chi delinque in determinate categorie di reati ha tutto l'interessa ad accusarlo .

e questo è la dimostrazione che quell'uomo deve andarsene dalla politica il prima possibile altrimenti entro breve l'intero codice penale sarà cancellato .
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Old 27-11-2009, 08:06   #3
FabioGreggio
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mah , io ho l'impressione che qualsiasi reato di cui verrebbe accusato mr. Berlusconi finirebbe per essere depenalizzato...... persino la pedofilia , quindi chi delinque in determinate categorie di reati ha tutto l'interessa ad accusarlo .

e questo è la dimostrazione che quell'uomo deve andarsene dalla politica il prima possibile altrimenti entro breve l'intero codice penale sarà cancellato .
asterisco.
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Old 27-11-2009, 08:10   #4
vegetassj2
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mah , io ho l'impressione che qualsiasi reato di cui verrebbe accusato mr. Berlusconi finirebbe per essere depenalizzato...... persino la pedofilia , quindi chi delinque in determinate categorie di reati ha tutto l'interessa ad accusarlo .
eh si lo accusano cosi depenalizzano il reato di associazione mafiosa.......






















Ragazzi sveglia, il motivo è chiaro: qualcuno non ha mantenuto fede agli accordi, quindi verranno a galla le cose!E guardacaso qualcuno accelera su processo breve e immunità...ma guarda un po!Forse che forse sente puzza di galera??
Le accuse sono chiare e circostanziate, ma ovviamente adesso anche i pentiti diventeranno comunisti immagino
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Old 27-11-2009, 08:19   #5
D.O.S.
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eh si lo accusano cosi depenalizzano il reato di associazione mafiosa.......

Ragazzi sveglia, il motivo è chiaro: qualcuno non ha mantenuto fede agli accordi, quindi verranno a galla le cose!E guardacaso qualcuno accelera su processo breve e immunità...ma guarda un po!Forse che forse sente puzza di galera??
Le accuse sono chiare e circostanziate, ma ovviamente adesso anche i pentiti diventeranno comunisti immagino
ammesso che non abbia mantenuto delle promesse , come fai a sapere che queste accuse sono vere o false ?
la mafia di solito uccide qualcuno per restituire un torto ma ora non vedo cadaveri di Fininvest sulla strada .... vedo invece qualcuno che cerca di ottenere qualcosa .


ps. accusa chiare e circostanziate dopo decenni ? .. minkia che incredibili rivelazioni .
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Old 27-11-2009, 08:23   #6
MadJackal
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Le accuse sono chiare e circostanziate, ma ovviamente adesso anche i pentiti diventeranno comunisti immagino
Tutti i mafiosi sono comunisti, non lo sapevi?
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Old 27-11-2009, 08:34   #7
bart_simpson
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Quegli uomini della mafia non conoscono soltanto "la verità" delle stragi (che sarà molto arduo rappresentare in un racconto processuale ben motivato), ma soprattutto le origini oscure della sua avventura imprenditoriale, già emerse e documentate dal processo di primo grado contro Marcello Dell'Utri (condannato a 9 anni per concorso esterno in associazione mafiosa)


emerse e documentate da pippo ciuro e da francesco giuffrida
e poi smontate



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Old 27-11-2009, 08:36   #8
vegetassj2
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ammesso che non abbia mantenuto delle promesse , come fai a sapere che queste accuse sono vere o false ?
la mafia di solito uccide qualcuno per restituire un torto ma ora non vedo cadaveri di Fininvest sulla strada .... vedo invece qualcuno che cerca di ottenere qualcosa .
non credi che raccontare come Berlusconi&co abbiano intrattenuto rapporti con Cosa Nostra sia già una grossa minaccia per un Presidente del Consiglio?Secondo te ammazzandolo otterebbero qualcosa?Io dico di no, anzi, possono ottenere qualcosa tenendolo sotto scacco

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ps. accusa chiare e circostanziate dopo decenni ? .. minkia che incredibili rivelazioni .
questo è il risultato della propaganza azzurra!Ma secondo te, l'unica prova che hanno sono le dichiarazioni dei pentiti?Che poi, nonostante non si parlino da anni e siano detenuti in carceri diverse le loro versioni coincidono tutte è un caso?Deve essere proprio sfigato il ns PDC, dove si gira si gira pesta un me@@a
E' sempre la storia del vecchio che vede tutti quanti andare contromano in tangenziale....
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Old 27-11-2009, 08:40   #9
bart_simpson
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non credi che raccontare come Berlusconi&co abbiano intrattenuto rapporti con Cosa Nostra sia già una grossa minaccia per un Presidente del Consiglio?Secondo te ammazzandolo otterebbero qualcosa?Io dico di no, anzi, possono ottenere qualcosa tenendolo sotto scacco



questo è il risultato della propaganza azzurra!Ma secondo te, l'unica prova che hanno sono le dichiarazioni dei pentiti?Che poi, nonostante non si parlino da anni e siano detenuti in carceri diverse le loro versioni coincidono tutte è un caso?Deve essere proprio sfigato il ns PDC, dove si gira si gira pesta un me@@a
E' sempre la storia del vecchio che vede tutti quanti andare contromano in tangenziale....
signor brusca, come è venuto a conoscenza del contenuto del papello?
l'ho letto su repubblica

a verbale
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Old 27-11-2009, 08:43   #10
vegetassj2
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signor brusca, come è venuto a conoscenza del contenuto del papello?
l'ho letto su repubblica

a verbale
ma sei serio? ma fatemi capire, secondo voi basta un racconto di uno qualunque per condannare uno all'ergastolo?o per giudicarlo mafioso?I pentiti parlano, ma ciò che dicono DEVE ESSERE CONFERMATO DA PROVE ED EVIDENZE.
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Old 27-11-2009, 08:48   #11
bart_simpson
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ma sei serio? ma fatemi capire, secondo voi basta un racconto di uno qualunque per condannare uno all'ergastolo?o per giudicarlo mafioso?I pentiti parlano, ma ciò che dicono DEVE ESSERE CONFERMATO DA PROVE ED EVIDENZE.
infatti del papello se ne parla da anni
e i riscontri sono arrivati nel 2009, quando è stato consegnato
peccato che abbia qualche difettuccio

http://cronachedallimbecillario.spli...+seconda+parte
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Old 27-11-2009, 08:55   #12
elfoscuro
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ecco perchè vuole "passare alla storia come il presidente del Consiglio che ha sconfitto la mafia".
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Old 27-11-2009, 08:55   #13
Steinoff
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ammesso che non abbia mantenuto delle promesse , come fai a sapere che queste accuse sono vere o false ?
la mafia di solito uccide qualcuno per restituire un torto ma ora non vedo cadaveri di Fininvest sulla strada .... vedo invece qualcuno che cerca di ottenere qualcosa .


ps. accusa chiare e circostanziate dopo decenni ? .. minkia che incredibili rivelazioni .

accuse chiare e circostanziate da decenni.
Poi, certo, bisogna comprovare tutto, ci mancherebbe. Pero' mi chiedo, come e' possibile che per nessun altro pdc da 150 anni a questa parte siano mai uscite fuori accuse cosi' variegate ed assortite?
Dalle escort alla corruzione, dal falso in bilancio alla mafia passando per i fondi neri. La lista e' lunga davvero. E alcune non sono solo accuse, ma condanne. Che poi sia intervenuta la prescrizione perche' il diretto interessato ne ha diminuito i termini massimi, e' un altro discorso.
Ma se la mafia decide di eliminare l'avversario non con l'esplosivo ma con le parole, significa qualcosa per certo. C'e' un messaggio dietro questo modo d'agire, condiviso anche dai mafiosi NON pentiti. Io non sono in grado di vederlo, di capirlo, ma sono sicuro che c'e'.
La mafia ti spara in faccia come sommo sfregio per non permettere che la tua bara sia aperta durante il funerale, la mafia ti recapita a casa ricotta e champagne per dirti che ti ridurra' poltiglia e che brindera' alla tua morte, se la mafia dice pubblicamente che sei stato sua controparte, se dice e parla, quel dire avra' il suo significato metaforico pesante come piombo.
E non sono 2 picciotti del cazzo. Sono elementi di un certo spessore a parlare, e sono addirittura dei boss irriducibili a manifestare il loro rispetto per la scelta compiuta. Rispetto??? roba che se dicevi per sbaglio una parola di troppo finivi incaprettato! I boss ora rispettano chi parla.
Se la mafia parla, i messaggi viaggiano su canali differenziati. Al di la' della veridicita' del contenuto, la mafia ha parlato. Non ha sparato, non ha fatto sparire o scoppiare, ha parlato.
Gia' solo questo significa qualcosa di davvero pesante.
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Ultima modifica di Steinoff : 27-11-2009 alle 09:00.
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Old 27-11-2009, 08:57   #14
D.O.S.
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non credi che raccontare come Berlusconi&co abbiano intrattenuto rapporti con Cosa Nostra sia già una grossa minaccia per un Presidente del Consiglio?Secondo te ammazzandolo otterebbero qualcosa?Io dico di no, anzi, possono ottenere qualcosa tenendolo sotto scacco



questo è il risultato della propaganza azzurra!Ma secondo te, l'unica prova che hanno sono le dichiarazioni dei pentiti?Che poi, nonostante non si parlino da anni e siano detenuti in carceri diverse le loro versioni coincidono tutte è un caso?Deve essere proprio sfigato il ns PDC, dove si gira si gira pesta un me@@a
E' sempre la storia del vecchio che vede tutti quanti andare contromano in tangenziale....
anche andreotti fu accusato di mantenere rapporti con la Mafia e fu anche condannato eppure è ancora lì in parlamento .
sinceramente, credo che praticamente tutti i politici che hanno ricoperto incarichi di alto prestigio abbiano prima o poi dovuto confrontarsi con la Mafia perché in Italia è uno Stato dentro allo Stato .
ma quello che bisogna chiedersi è perché lo accusano .... per mandarlo via ? meglio di lui non possono trovare e qualsiasi altro PdC concederebbe molto meno ; per ricattarlo ?.. ok , ma in cambio di cosa ? l'unica strategia che può attuare è depenalizzare il reato di cui viene accusato per difendersi.

Ultima modifica di D.O.S. : 27-11-2009 alle 09:01.
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Old 27-11-2009, 09:32   #15
vegetassj2
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anche andreotti fu accusato di mantenere rapporti con la Mafia e fu anche condannato eppure è ancora lì in parlamento .
sinceramente, credo che praticamente tutti i politici che hanno ricoperto incarichi di alto prestigio abbiano prima o poi dovuto confrontarsi con la Mafia perché in Italia è uno Stato dentro allo Stato .
ah, ok scusa, è tutto normale allora....... E io che pensavo che invece avessero ragione Falcone e Borsellino cercando di combatterla

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ma quello che bisogna chiedersi è perché lo accusano .... per mandarlo via ? meglio di lui non possono trovare e qualsiasi altro PdC concederebbe molto meno ; per ricattarlo ?.. ok , ma in cambio di cosa ? l'unica strategia che può attuare è depenalizzare il reato di cui viene accusato per difendersi.
depenalizzarlo no, ma magari svuotare sto 41 bis o addirittura abolirlo...


Il problema è un altro però: scusa la franchezza, ma ti direi chissenefrega del perchè i mafiosi minacciano!Il fatto importante è che qua è stato fatto il nome del PdC come personalità politica che intratteneva colloqui con la MAFIA!Ovviamente questo è un problema secondario vero?Ovviamente sono solo castelli fatti da giudici comunisti aiutati dai pentiti comunisti...
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Old 27-11-2009, 11:44   #16
momo-racing
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che tristezza, colpevole o innocente che sia ora ci troviamo un presidente del consiglio nel pugno della mafia.
__________________
Impedire alla gente di esprimersi liberamente minacciando "sistematiche querele" dal mio punto di vista è semplicemente una EVIDENTE MANIFESTAZIONE DI PAURA e l'idea che qualcuno abbia paura del fatto che io possa esprimere un idea mi da semplicemente più forza e convinzione nell'esprimerla
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Old 27-11-2009, 11:46   #17
Scalor
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che tristezza, colpevole o innocente che sia ora ci troviamo un presidente del consiglio nel pugno della mafia.
veramente è sempre statooo... mangano insegna....non sono fatti di ieri...
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Old 27-11-2009, 12:46   #18
bart_simpson
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mi spiegate una cosa in parole semplici, perchè dall'articolo non l'ho capito?
perchè i boss dicono di capire e rispettare la decisione di questi "pentiti" invece di dichiarare che sono degli infami come sempre è stato fatto?

io una spiegazione semplice ce l'ho

questi sono in carcere da 15 anni, staranno in carcere per il resto della loro vita
non ce la fanno più
ecco che il boss dice "ti capisco, rispetto la tua scelta"
che è la scelta di mettersi nelle mani dei magistrati, nelle loro teorie, pur di ottenere la libertà
non stanno facendo nessun danno alla famiglia, ecco perchè non ricevono gli insulti del boss
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Old 27-11-2009, 13:06   #19
momo-racing
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veramente è sempre statooo... mangano insegna....non sono fatti di ieri...
il fatto è che ora lo è alla luce del sole
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Old 27-11-2009, 13:22   #20
lontra1986
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il fatto è che ora lo è alla luce del sole
non capisco il fanatismo contro berlusconi...Seriamente siete convinti che i giudici siano a suo favore e non lo vogliano condannare???
vi parla uno che da grande vuole fare il magistrato e lo farà...e di sicuro non avrò idee politiche,così come quasi tutti i magitrati(tranne di pietro e compagnia che sono scappati)
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