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#141 | |
Senior Member
Iscritto dal: Nov 2000
Città: Bolzano
Messaggi: 2776
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come fai a discutere con qualcuno di come siano imbecilli delle trasmissioni se non sai nemmeno di cosa parlano? ![]() eddai... |
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#142 |
Senior Member
Iscritto dal: May 2006
Città: Wursteland
Messaggi: 1749
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Senza dubbio il primo, gli altri son solo ridicoli ma un finto travestito e' una farsa.
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Nintendo WIII 4d Turbo Intercooler - Sestium X 666 99,312 GHz - 6.984 Ram Σ(9999) MHz - HDD SATA 97e^(10) bytes 93³ rpm - ATI biberon X900z ∞Mb - Win Eight SP (1 > yours) 16 Valve |
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#143 | |
Member
Iscritto dal: Feb 2007
Città: Romagna ma col cuore in Toscana, e spero nel prossimo futuro in Spagna
Messaggi: 357
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Mi informo comprando La Repubblica e leggendo altri giornali On-Line In discoteca ci sono stato in totale nella mia vita 5 volte, tutte le volte solamente per stare vicino a qualche ragazzo veramente bono Nei manifesti raramente c'è scritto "Tronista" Ascolto musica elettronica, ma in Italia non conosco locali che trasmettono della buona musica elettronica, tanto meno discoteche
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Chiesa Valdese - Remember, my child: Without innocence the cross is only iron, - Grazie Daniele di regalarmi ogni giorno il tuo amore! - Per l'Alternativa - Chi ci pensa nel miele, annega - La Filosofia è come la Russia, piena di paludi e spesso invasa dai tedeschi. (Roger Nimier) |
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#144 | |
Senior Member
Iscritto dal: Nov 2001
Città: Trapani-Palermo
Messaggi: 1556
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#145 | |
Senior Member
Iscritto dal: Apr 2002
Città: Al momento Berlino
Messaggi: 569
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#146 |
Senior Member
Iscritto dal: Nov 2001
Città: Trapani-Palermo
Messaggi: 1556
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Vabbè, io non ci credo che non l'hai sentito mai dire nemmeno di sfuggita, anche gente che non conosci, capisco non impicciarsi in discorsi altrui, ma nemmeno sentito dire per sbaglio? Nemmeno mai sfogliato un giornale dal barbiere? Nemmeno quando si parlava di vallettopoli? Da qualche parte la parola "tronista" l'avrai lettta, anche in senso dispregiativo, magari sentendo qualche tuo amico che criticava la tv spazzatura?
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#147 | |
Senior Member
Iscritto dal: Feb 2003
Città: Terlizzi(BA)
Messaggi: 9622
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Per questa ragione un servo cosi' non ha senso di esistere. lo sterminerei volentiere insieme ad alcuni dei suoi padroni.
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"E' dall'alto che ci dividono, è là in alto che inventano il pericolo ! " |
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#148 | |
Member
Iscritto dal: Feb 2008
Città: dire paesino sarebbe essere generosi :asd:
Messaggi: 470
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Ah scusa come non detto pensavo si parlasse di alcuni utenti di questo forum. ![]()
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Sampdoria o Lazio,ditemi voi chi ha bruciato di piu,la sconfitta diretta o la sconfitta morale? |
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#149 | |
Senior Member
Iscritto dal: Jul 2002
Città: Reggio Calabria -> London
Messaggi: 12103
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#150 |
Senior Member
Iscritto dal: Apr 2008
Messaggi: 1242
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La tv-spazzatura è un discorso che non ha nulla a che vedere con l'uso del mezzo mediatico per il controllo delle masse in un sistema democratico.
I tronisti poi non sono certo una gategoria che stimo, ma mi fanno meno ribrezzo dei calciatori che prendono uno stipendio paragonabile quasi al prodotto interno lordo di un piccolo stato. Se un tronista poi dichiara il suo reddito e ci paga le tasse è un cittadino onesto come tutti e non va denigrato. Sul fatto poi che la tv influenzi anche politicamente il pensiero della gente, se in mano a chi detiene il potere, è già stato evidenziato che in effetti è così. Tutti i mass media possono diventare strumento di controllo e ciò avviene nei paesi in cui esiste un regime totalitario, di solito di origine cosiddetta comunista. Nelle democrazie occidentali ciò è molto più difficile e non avviene. Al massimo si hanno evidenti casi di giornalisti servi di qualche gruppo o di servizi fatti in un certo modo per mettere in risalto certi aspetti della faccenda e non altri. Tutte cose che poi vengono evidenziate da altri giornalisti indipendenti o servi della parte avversa. E' solo il gioco delle parti. Attenzione a non dire che la gente è stupida e stordita dal potere solo perché le urne elettorali danno un risultato non gradito. Negli anni 70 certi soggetti ammazzavano i poliziotti padri di famiglia dicendo che erano servi del potere e dichiaravano guerra allo "stato padrone" quando in realtà già da decenni il nostro pese era una democrazia con un parlemanto eletto a suffragio universale e un governo estremamente limitato nei suoi poteri e senza nessuna possibilità di controllare parlamento e magistratura. |
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#151 |
Senior Member
Iscritto dal: Nov 2001
Città: Trapani-Palermo
Messaggi: 1556
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Credo che il thread sia pronto per la settima parte, che avevo volontariamente saltato
7. La Legge Elettorale La Legge Elettorale e la Scelta che non c’è DELEGATE LE SCELTE E FIDATEVI ![]() Abbiamo visto quali sono le tecniche, nei sistemi democratici, che permettono ad un leader di acquisire sempre più potere fino a creare una vera e propria distanza fra le esigenze dei cittadini e i provvedimenti del regime. Vediamo ora, nello specifico, in che maniera si dovrebbero strutturare le leggi elettorali se volessimo tagliare fuori dal gioco decisionale la scelta del singolo cittadino. ![]() Per prima cosa si deve fare in maniera che l’individuo non possa partecipare direttamente ai singoli problemi del paese. Deve necessariamente fidarsi di un gruppo a cui delegare tutte le altre le decisioni da prendere. I vari gruppi devono avere il potere di coalizzarsi, dividersi, e soprattutto decidere quali persone portare al potere. Tutto ciò, indipendentemente dalla volontà dei singoli cittadini, a cui rimane solo l’espressione della croce di preferenza su un simbolo. Immaginate se noi avessimo un attività privata e l’unica nostra scelta fosse quella di delegare per alcuni anni ogni singola decisione della nostra impresa ad una associazione più potente di noi proprietari, che possa perfino controllarci con dei provvedimenti che siamo obbligati a rispettare. Ogni bravo imprenditore sotto queste condizioni si rivolterebbe nel letto. Nei regimi democratici questo accade per le decisioni da prendere su ogni aspetto della vita dei cittadini. Nei sistemi elettorali moderni, con la sola scelta al simbolo, sbarramento e premio di maggioranza, molte scelte, anche se volute dalla maggioranza degli elettori, non vengono attuate. FACCIAMO UN ESEMPIO: ABBIAMO UN CONSENSO GENERALE Prendiamo il caso che la stragrande maggioranza dei cittadini sia favorevole ad una specifica soluzione di un problema preciso, ma divisa su gran parte degli altri temi. Vediamo cosa accade… ![]() Il giorno delle elezioni le persone votano gruppi diversi a secondo delle divergenze sul resto e la soluzione voluta dalla maggioranza si troverà divisa in questa maniera: Tutti i sostenitori dell’idea in questione che non si sentono rappresentati da nessun partito e non votano (di qualunque numero si tratti), non avranno seggi in parlamento. I sostenitori dell’idea in questione che scelgono i partiti che non passano lo sbarramento, anche se rappresentassero la maggioranza degli elettori, di fatto non esistono, e non avranno poltrone. Nei sistemi democratici moderni, un gruppo senza coalizione né alleanze, non arriva quasi mai a governare. Quindi i sostenitori dell’idea in questione che riescono a passare lo sbarramento, se non possono coalizzarsi con altri partiti perché non si trovano compatti sugli altri problemi, di fatto, rimangono separati in molti gruppi che, presi singolarmente, rappresentano solo una piccola parte del consenso generalizzato e non possono vincere le elezioni. ![]() NON PASSA LA SCELTA DEL POPOLO I sistemi elettorali di questo tipo, come ad esempio quello Italiano, porteranno al potere la coalizione che prende più voti, non la “soluzione” che prende più voti. Non solo, questa coalizione (non la soluzione) avrà il premio di maggioranza che gli permetterà di governare con più autonomia ed efficienza. Questo insieme di leggi favoriscono la coalizione (anche se non promuove l’idea di maggioranza) che è unitaria su più i fronti e non tollera al suo interno pareri discordanti, come ad esempio il partito di un regime che può avere accesso ai media o al potere economico. Ecco creata la distanza fra le esigenze del paese e le decisioni del leader: Passa il partito più compatto ed efficiente, piuttosto che la volontà della popolazione. UN CAPO EFFICIENTE E PREPOTENTE ![]() I media dal canto loro, devono costantemente evidenziare i lati negativi di uno stato senza leader, sottolineando i problemi che si hanno con un governo poco accentrato o inefficiente. Non devono mai evidenziare però, che l’efficienza di un governo compatto è una caratteristica positiva solo nel caso in cui viene applicata per le soluzioni volute dalla maggioranza dei cittadini, altrimenti il governo si sta imponendo contro la volontà del popolo. Il pensiero comune, vedendo che l’idea individuale, anche se largamente condivisa, non paga, allora viene spinto a sostenere sempre di più l’accentramento del potere in un partito, in nome dell’efficienza e della praticità ma a scapito della reale scelta democratica. DIVIDETEVI IN PARTITI E DIFENDETELI Per consolidare emotivamente i modelli che favoriscono il controllo del regime, la televisione dovrà farci coinvolgere e parteggiare il più possibile per un qualsiasi partito politico. Mostrerà accesi dibattiti fra le varie fazioni allo scopo di stimolare il più possibile le nostre affinità e soprattutto le divergenze verso questo o quel partito. In questa maniera, anche le idee più diffuse, verranno divise e inscatolate il più possibile nei vari partiti così da perdere ogni peso politico secondo le leggi elettorali descritte. ![]() I sistemi veramente democratici che non permettono di essere controllati sono quelli in cui i cittadini partecipano dal basso, senza filtri, alla soluzione dei propri problemi. Un sistema che favorisce la scelta delle “soluzioni" e non dei “partiti”, vedrà uno stato efficiente e allo stesso tempo democratico. |
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#152 |
Senior Member
Iscritto dal: Apr 2008
Messaggi: 1242
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Sì ma continua a non essermi chiaro cosa tu proponi per risolvere tutti questi problemi dei sistemi democratici.
A meno che la risposta non sia la realizzazione dello stato socialista, come qualcuno aveva già proposto. Certo in quel modo risolveresti molti problemi, essendoci probabilmente un solo partito, una sola televisione di stato, un solo giornale di stato, etc... Ma la gente dei paesi occidentali ormai ha mangiato la foglia e non mi pare disposta ad andare in quella direzione (per fortuna) quindi direi che occorrono soluzioni alternative. |
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#153 |
Bannato
Iscritto dal: Aug 2001
Città: Berghem Haven
Messaggi: 13513
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I problemi dei sistemi democratici NON sono risolvibili, se non eliminando la propaganda partitica, cioè in pratica eliminando quello che le persone "che non hanno tempo perchè lavorano" percepiscono della politica
![]() Ma togliendo quella ci sarebbe poco interesse alla politica, data la litigiosa e faziosa natura umana ![]() |
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#154 | |
Senior Member
Iscritto dal: Nov 2001
Città: Trapani-Palermo
Messaggi: 1556
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Quote:
Soluzione al Capitalismo Il capitalismo non è intelligente, non è giusto e stiamo cominciando a disprezzarlo. Ma quando ci chiediamo cosa mettere al suo posto, restiamo estremamente perplessi. (John Maynard Keynes) In questi anni ci sono sempre più persone che si rendono conto della progressione senza limiti del capitalismo e dei suoi aspetti negativi, ma si trovano completamente smarrite di fronte al da farsi. L’umanità ha provato in ogni modo ad arginare il problema, ma una soluzione definitiva ci sembra utopistica, ci sentiamo impotenti e ci rassegniamo facendo il gioco di gestisce il potere. Perché ci sentiamo travolti da un problema inarrestabile che ci lascia tutti passivi? Dove sbagliamo? E soprattutto, quale è la soluzione definitiva? L’ESSENZA DEL CAPITALSIMO Iniziamo col capire bene il problema, perché, se non ne vediamo il nocciolo originale, rischiamo di continuare a ripetere la storia dei continui accomodamenti superficiali che non risolvono mai il problema alla radice. Migliorare le proprie capacità per cercare la soddisfazione individuale fa parte dell’uomo. Cercare la sicurezza del proprio io, del proprio corpo, delle proprie idee è un istinto umano e, ognuno a suo modo, ne è portatore. La ricerca del potere, dell’affermazione dell’io e della sicurezza individuale è in noi. Non è un nemico cattivo diverso da noi stessi, e il suo significato va visto nel posto che ha insieme a tutte le altre volontà individuali. Dove è il problema? Il problema è che l’uomo sano non ha solamente questo tipo di istinti, ma un vastissimo arcobaleno di desideri e sensazioni. Il problema si pone cioè quando l’individuo (o il gruppo) si isola chiudendosi nel proprio obiettivo di potere trascurando ogni altro aspetto di sensibilità verso il mondo esterno, verso le volontà e i desideri degli altri e verso tutto l’ambiente in cui vive. Tutti abbiamo il desiderio di esprimerci liberamente, di soddisfare i nostri desideri personali senza divieti ne limiti. Di fronte ai divieti, alle imposizioni e alle regole in genere, sentiamo fastidio, tensione e insofferenza. La libertà individuale è un bene prezioso e ogni sistema sistema sociale sano dovrebbe considerarla come uno dei valori più importanti, ma non è l’unico. Nelle società civili, se una persona prepotente ha il desiderio di esprimersi picchiando i bambini, viene fermato. Lo spazio per l’espressione personale deve essere lasciato ed è sano finché non limita i desideri altrui, se poi una mia preferenza individuale minaccia la sicurezza fisica degli altri, diventa inammissibile. Questo principio è alla base di tutti i sistemi civili moderni, perlomeno in apparenza. Il problema del capitalismo è mettere tutte le componenti dell’affermazione dell’io in primo piano rispetto a qualsiasi altra parte della vita, è il disequilibrio progressivo che si crea fra questi aspetti e tutto il resto. E’ avere come obiettivo primario la massimizzazione del guadagno, e ogni altro aspetto della vita sacrificabile al primo. La salute, l’educazione, la libertà, l’altruismo, l’arte, l’introspezione, gli affetti, la natura, la sensibilità, la creatività, ogni possibile tipo di morale o di etica, ogni ideologia… Si crea un problema quando tutto ciò è sacrificabile in nome del massimo guadagno di un azienda o di un gruppo in termini economici o di potere, fino a trascurare anche i diritti umani di chi viene sfruttato. Come nel singolo, l’estremizzazione degli aspetti individuali e di affermazione dell’io determinano delle gravi insensibilità e sono sintomi di forti disturbi della personalità, anche una società che abbia come modello di vita la massimizzazione del potere è malata. SBAGLIAMO AD ESSERE ANTAGONISTI Gran parte delle persone intuisce la malattia del capitalismo, ma non riesce a convogliare le sue sensazioni in una azione risolutiva. Vorrebbe una società priva di individualismo, aggressività e violenza, ma tutti i sistemi sociali e politici che abbiamo provato nella storia non hanno fatto altro che spostare l’accentramento e i modi in cui la volontà di potere si esprime, senza mai eliminare definitivamente la violenza dal sistema. Per indebolire il sistema capitalistico si è cercato di appoggiare gruppi che si dicono contrari all’individualismo, ma non ha funzionato. E’ come se la nostra missione di vita sia eliminare i portatori di coltelli, quindi creiamo un movimento giusto a cui tutti dovrebbero aderire, ma lo facciamo utilizzando ognuno un piccolo coltello. Cercare e sostenere un partito che “si dice” libero dalla corruzione e dal potere che contrasti il partito dominante capitalista è il più grande errore che facciamo. Perché in realtà nessun uomo è completamente libero da quegli istinti naturali, quindi quel partito manca di onestà e significato e noi sprechiamo energie preziose. Va a finire che, col tempo, il gruppo che sosteniamo manifesta anche la sua anima individualista mostrandosi incoerente di fronte ai suoi imprecisi ideali dichiarati a gran voce. Così lasciamo inalterato il problema e rimaniamo delusi dai politici corrotti e dalla missione inconcludente… Non ci si libererà mai dai mali del nostro periodo se immaginiamo di individuare nella ricerca individuale di potere il problema mondiale in questione. Aggredire e rifiutare questa ricerca naturale è una battaglia persa, che va tutta a vantaggio di chi dal capitalismo estremo acquisisce potere… IL CAPITALISMO E’ PROGRESSIVO Il modello imposto è: Tutti vogliamo di più. Più ricchezza, più proprietà, più lusso, più sicurezza, più affermazione sociale, più potere ecc… Il capitalismo è il modello della “rincorsa” sempre più rapida e senza fine. Se io prendo sempre di più, rimarrà sempre di meno per gli altri. E per dirla semplicemente, poi le cose da prendere finiranno. Il giorno dopo, bisognerà essere ancora più scaltri, competitivi, aggressivi, potenti e senza scrupoli fino a che, per qualcuno, nell’ultimo gradino della scala gerarchica di potere, non rimarranno nemmeno le risorse essenziali. Nel corso degli anni, se portiamo avanti questo modello cieco, spingendo sulla massimizzazione del potere in ogni ambito (politico, economico, sociale, nei mass media), si crea un accentramento progressivo e l’esclusione di qualsiasi altro modello possibile. Il mondo, con tutte le sue meravigliose sfumature, viene plasmato secondo le regole di un azienda. IL MONDO STA DIVENTANDO UN AZIENDA L’immagine dell’imprenditore che chiede i favori al politico deve essere ampliata: Oggi esistono dei gruppi finanziari economicamente più potenti di interi stati. Arabia Saudita, Polonia, Finlandia e moltissimi altri paesi potrebbero essere “comprati” da gruppi privati. Questo significa che è il politico a lustrare le scarpe al colosso economico, e le decisioni di un intero paese sono influenzate dalle dinamiche del massimo guadagno di un azienda. Un’azienda privata e i suoi consigli di amministrazione, come sappiamo, non ha come obiettivo primario la libertà dei cittadini, la loro salute, la loro qualità di vita, la loro educazione, la loro serenità, la giustizia o la divisione equa delle risorse. A livello mondiale, per chi non è nella casta dei potenti, queste basi fondamentali della vita vanno via via scomparendo… Il potere economico assottiglia la distanza da quello politico, i servizi pubblici vengono privatizzati e i grandi gruppi economici e le grandi banche mondiali creano delle reti in comune infiltrandosi nei media per aumentare i consensi nei modelli di vita da cui trarre profitto: Per anni conosciamo i lati positivi delle persone ricche, furbe, belle, aggressive e competitive, forti, determinate, e istintive, con il linguaggio ei modi del branco. Nel corso degli anni il mondo cambia gli stili di vita perdendo le sue più alte capacità come l’intelletto individuale, l’altruismo, la sensibilità e i modelli che non portano consensi nel coro vengono allontanati dalla coscienza collettiva. I grandi gruppi economici e politici cercano di incrementare il potere stipulando alleanze, sciogliendosi in altri gruppi, unendosi o dividendosi, indipendentemente dalle necessità reali dei cittadini. Il cittadino è tenuto distante dalla casta di chi detiene il potere e la sua libertà sempre più limitata. Viene imposto un sistema dove la democrazia è fatta dalle masse, che, a differenza del singolo, apprende i modelli di vita dai media. L’unica forma di partecipazione del cittadino è possibile votando dei simboli, e delegando ogni altra decisione ai partiti politici, il tutto all’interno di una griglia sempre più stretta di regolamenti e leggi decisi dall’alto. SEMPRE PIU’ CONTROLLO E SFRUTTAMENTO Abbiamo visto che il capitalismo non si autolimita: Ogni limitazione imposta non avrà mai la forza di arginarlo, alla lunga ogni ostacolo non fa altro che perdere di importanza difronte all’imperativo principale di guadagnare potere. E abbiamo anche visto che Ogni movimento antagonista al modello capitalistico non fa che accrescere la sua forza. Combattere i suoi principi di base è un controsenso in termini, perché tali principi sono presenti anche nelle frange che vogliono abbatterlo. Chi rallenta la sua corsa non fa altro che lasciare spazio a tutti gli altri squali pronti ad attaccare voracemente. Infine tutti i tipi di potere e i media avranno un unico gruppo di controllo. Si è creata una coperta di ricchezza, che accumula potere e denaro prosciugando tutto ciò che è fuori, mettendo in secondo piano la salvaguardia delle limitate risorse ambientali, dei diritti umani, non curandosi della povertà nel mondo, degli sfruttamenti dei deboli o di tutto ciò che è lontano dal proprio recinto. La coperta diventa perciò sempre più corta e copre meno persone che si scanneranno per diventare ricchissimi e gli standard di vita saliranno a modelli di ricchezza e consumo sempre più alti… Se prima l’escluso era solo il povero bambino dell’africa che muore senza acqua, poi lo sarà anche il barbone in città e l’extracomunitario, oggi lo è anche il pensionato pubblico che fruga nel cassonetto o il single divorziato che deve pagare gli alimenti, mangia alla mensa della caritas ma non rinuncia all’ultimo modello di cellulare. Vediamo le ragazzine andare in giro seminude con crisi emotive se non possono uniformarsi ai modelli estetici del momento rifacendosi il seno o la bocca. Questi sono i giovani che fra qualche decina di anni ci governeranno. Molti vivono nella morsa dei debiti, nella paura che una multa imprevista o una bolletta salata possa gettarli sul lastrico. Domani l’escluso sarà chi non è disposto a tutto per vivere in un mondo ad altezze vertiginose e surreali… Poi quando il potere è abbastanza concentrato da poter fare leggi autonomamente, si impedisce ogni forma di movimento che minaccia i potenti (scioperi, manifestazioni, istruzione pubblica, leggi elettorali) fino ad arrivare alla repressione anche militare di ogni attività fuori dalle leggi promulgate dalla casta, in nome della governabilità, della legalità, della produttività, e soprattutto della sicurezza. Si crea cosi una situazione di estremo stress dove tutte le vie di fuga sono precluse. Solo un messaggio ti salverà: Diventa più ricco, diventa come noi, guarda noi potenti come siamo protetti e a nostro agio, noi siamo i furbi. Così tutti ci mettiamo a correre per salvarci a scapito degli altri… In questo processo di accentramento dei poteri l’Italia ha solo anticipato i tempi. Tutte le nazioni alla lunga, anche cambiando governi, sono destinate all’accentramento. Se non c’è un limite e tutto si rivolge verso la massimizzazione dell’individualizzazione, allora il disequilibrio fra i pochi rampanti ricchissimi e i molti sfruttati poverissimi fa sentire le sue crepe generando sofferenza e tensioni sociali. NON CERCARE IL POLITICO SANTO Quando diciamo che quel politico corrotto ci ha deluso, cosa stiamo dicendo? Per risolvere il problema abbiamo cercato per anni il politico santo che ci salvi contro gli altri corrotti, e abbiamo idealizzato gruppi che si spacciavano per incorruttibili e privi di brame di potere. Gli individui alla base sono tutti imperfetti e, chi più chi meno ha i suoi difetti. A parte estremi patologici di disturbi della personalità dei grandi dittatori, ed estremi invece pieni di amore per il prossimo come le figure di Buddha o Gesù, le persone normali sono soggette agli stessi impulsi individuali ed egoistici di tutti. Il Problema è che il sistema mondiale (sociale, economico e politico) premia e porta in alto nelle stanze dei bottoni i più individualisti, scaltri, competitivi, invidiosi, aggressivi, determinati e insensibili. Alla lunga, la rete di controllo della politica, dell’economia e dei media sarà il recipiente che seleziona quei personaggi malati di potere che estremizzano di più questi difetti. La società tutta, a sua volta, tenderà a diventare lo specchio delle leggi e dei modelli imposti da pochi tra i personaggi più egoisti. UN SISTEMA CHE NON DEGENERA Bisogna abbandonare un sistema degenerativo dove sono i più egoisti del paese a decidere per tutti e contribuire a promuovere un nuovo sistema che considera il naturale individualismo dell’uomo ma non lo estremizza. Un sistema stabile che sia immune alla progressione e all’accentramento del potere lasciando libertà a tutti. Non possiamo evitare definitivamente che ci possano essere persone malate, bugiarde e avide di potere che bramino alla poltrona del comando. Però le leggi del sistema sociale, al contrario degli impulsi innati dell’uomo, non sono immutabili, e possono essere cambiate nel corso degli anni. Modifichiamo i posti di potere, non cerchiamo un uomo santo. Come nasce un posto di potere nei sistemi civili e democratici? Nasce dall’accettazione dei cittadini di lasciarsi gestire, a vari livelli, dalle autorità che possono promulgare leggi ed imporle con le forze dell’ordine verso gli individui che hanno volontà diverse. Il potere delle autorità politiche regola sia l’espressione dei cittadini (manifestazioni, scioperi, regolamentazione del web, leggi elettorali, forze dell’ordine, magistratura) sia le informazioni che i cittadini ricevono (leggi sulle televisioni, sull’editoria, sul web, sulle pubblicità, ecc..). Agendo su questi punti nevralgici si aumenta sempre di più la distanza dal cittadino al centro di potere che acquisisce autonomia come fosse una casta a sé. Se poi un politico ha interessi anche nell’economia o nei media il processo diventa più rapido, e agisce direttamente sui media per acquisire consensi con le tecniche di controllo delle masse. In sostanza chi ha un forte potere può imporre la propria volontà sugli altri, ed esprimere senza troppe limitazioni gli istinti individualisti che abbiamo definito inizialmente, è quindi il posto ambito per eccellenza dalle persone più egoiste e individualiste della popolazione. Se abbiamo un grandissimo faro sopra la città, le falene si dirigeranno lì a migliaia e combatteranno fra di loro per mantenere il posto più vicino alla grande luce. Abbiamo provato a limitare la libertà delle falene e a negare l’esistenza di certi istinti, ma alla fine tutto torna come prima… Perché non prendiamo atto dei nostri istinti e non spegniamo il faro? Più la luce viene abbassata, più le falene si distribuiscono liberamente fra le lampade delle case vicine. Il principio è molto semplice: I colossi economici e i politici più egoisti si rivolgono naturalmente verso qualsiasi accentramento di potere allo scopo di circoscrivere i propri guadagni a scapito dei semplici cittadini che hanno delegato la scelta ad altri. Ogni sistema che permette qualsiasi tipo di gerarchia di potere, dove un gruppo di persone è delegato dagli altri per scegliere, permette all’istinto individualista dell’uomo agire sugli altri e determina, esteso su larga scala, i problemi dell’accentramento progressivo e dello sfruttamento. Non esiste nessuna altra soluzione. Per fermare il capitalismo bisogna avere un sistema senza potere e autorità. Ma cosa significa un mondo senza potere? PERCHE’ IL POTERE CRESCE? http://www.youtube.com/watch?v=z8l9v...layer_embedded Finché il mio istinto egoista mi porta a tenere una mela più degli altri il male è circoscritto, ma quando alcuni gruppi controllano mezzo mondo mentre la maggior parte delle persone vive di stenti e ogni giorno 30.000 bambini muoiono per problemi legati alla povertà (la metà dei decessi per FAME!) allora il problema è immenso. Per agire sull’origine del potere su scala mondiale, bisogna capirne bene l’essenza. Come si rafforza il potere a livello mondiale? Quali sono le dinamiche mondiali per cui si arriva dalla mela al mondo? Perché gli istinti egoistici dell’uomo si diffondono sempre di più a scapito degli altri istinti? E quale è il motivo essenziale di tale progressione? La vita degli individui in società è fatta di interazioni: Dagli altri verso me, e da me verso gli altri. Ognuno può ascoltare, decidere e agire. L’accentramento progressivo del potere su scala mondiale si crea quando le interazioni fra gli uomini, in ogni possibile direzione, vengono mediate o controllate. Agire: Più la la facoltà di scegliere è indiretta, più l’istinto individualista avrà potere di sfruttare. Ricevere: Più le informazioni che abbiamo sono mediate, più l’istinto individualista avrà potere di sfruttare. Sia in un senso che in un altro non deve determinarsi alcun gruppo di controllo, perché sarà inglobato dalla travolgente progressione mondiale del capitalismo, influenzando tale mediazione per accaparrarsi sempre più potere a scapito degli altri. Ogni organo che freni, separi, diriga o organizzi lo scambio di informazioni e azioni favorisce l’accentramento di potere progressivo e quindi, lo sfruttamento a cascata di chi ha meno potere. IL DENARO VALE OVUNQUE Ogni nazione è sovrana solo nel suo territorio e agisce nei suoi limiti, il denaro invece non conosce barriere. Il suo potere non si ferma di fronte alle frontiere degli stati e la progressione del capitalismo agisce a livello mondiale. In parole povere la legge del denaro si impone a livello mondiale arrivando ai politici di ogni nazione, mentre quella politica agisce solo all’interno della singola nazione. Si creano così nazioni ricche e nazioni sempre più povere e il problema in senso generale non viene mai affrontato. Il problema del capitalismo non potrà mai essere risolto da un singolo stato, infatti, il primo fattore di mediazione nelle interazioni del mondo è quello esercitato dai singoli stati con leggi diverse. PRIMA LA VITA Gli Stati Uniti, da soli, potrebbero sfamare ogni essere umano nel mondo, mentre un quarto del cibo prodotto dagli USA è sprecato… Se la parte più povera e debole del mondo, quella che vive quotidianamente con il problema della fame, della sete, delle malattie, avesse deciso per se stessa, è impossibile che avrebbe scelto la propria morte e dei propri figli, questo dimostra con estrema chiarezza che esiste un sistema che permette lo sfruttamento, infatti un piccolissimo gruppo di uomini, non solo ha da mangiare e da bere, ma può comprarsi interi partiti politici, intere aziende, o intere nazioni. Se ognuna delle persone del mondo potesse decidere per uno, sulle questioni della dignità e dei diritti umani, dove tutti siamo uguali, ci sarebbero una stragrande maggioranza di persone, specialmente quelle povere e sfruttate, che con una energia enorme darebbero la propria scelta per non fare morire il proprio figlio di sete, per non vivere da sfruttati, per vivere nella libertà. Sulle questioni universali della qualità della vita, della sicurezza, della salute, della libertà, nessun uomo ha più autorità di un altro. Nessun uomo ha l’autorità di negare ad un altro il diritto di vivere, nessuna ideologia, né legge, ne iter burocratico può elevarsi al di sopra della vita. L’ORIGINE DELLO SFRUTTAMENTO: LA DELEGA Perché siamo arrivati a questo punto? Perché abbiamo delegato le decisioni ad altri, e questi pochi che decidono per tutti sono stati corrotti. Come è naturale per l’uomo, hanno preferito la propria sicurezza individuale e ricchezza a scapito della maggioranza. Il problema del capitalismo nasce nel momento in cui noi deleghiamo un piccolo gruppo di potenti a scegliere i dettagli per noi. I problema non è quale politico o ideologia scegliere, il problema è che noi non possiamo più scegliere altro che simboli. La madre il cui bambino muore di fame, di fatto non ha scelto. Se non esistessero affatto partiti politici o gruppi che decidono le leggi per noi, e ogni cittadino scegliesse per UNO, allora anche un colosso economico potentissimo non avrebbe nessun gruppo limitato da poter corrompere, e non potrebbe esistere lo sfruttamento del debole su larga scala. Tutti sarebbero liberi di arricchirsi, ma senza nessuno da corrompere, gli istinti individualistici dell’uomo non avrebbero la struttura per degenerare. Tutti i cittadini del mondo devono decidere direttamente sulle questioni universali dell’uomo e devono avere accesso diretto alle informazioni. Nelle democrazie antiche era impossibile fare decidere istante per istante ogni cittadino per ogni tema della società, allora si è dovuta creare creare una catena di deleghe fino a chi governava. Questo problema oggi non esiste più, la tecnologia permetterebbe facilmente ad ogni cittadino della terra di esprimere direttamente la propria opinione istante per istante. Dobbiamo essere noi stessi i primi ad occuparci della nostra salute, dell’educazione, della qualità della vita, della nostra libertà. Se lasciamo che altri lo fanno per noi, non abbiamo la garanzia che mettano sempre in primo piano le nostre esigenze. DEMOCRAZIA DIRETTA MONDIALE Non esiste altra soluzione, finché crediamo alla necessità di un padre buono che decida per noi, sempre più persone saranno sfruttate da pochi, vivranno nello stress, negli stenti o addirittura nella fame. Non dobbiamo immaginare sistemi fantapolitici del futuro. Nel costruire un nuovo sistema sociale, come quando dalla monarchia si è passati alla repubblica, si comincia con gettare prima le linee guida come ad esempio quelle sulla libertà e uguaglianza, e poi tutti i dettagli superficiali verranno naturalmente da queste basi. Tutti i problemi del capitalismo saranno risolti senza violenza una volta che la maggior parte del mondo né capisce il nocciolo e non accetta più di delegare le proprie vite ad altri. 1. Ogni cittadino del mondo è libero di scegliere direttamente partendo dalle questioni dei diritti universali. 2. I media sono patrimonio dell’umanità, di ogni essere vivente, e per questo devono essere favoriti e completamente liberi. In quel momento il capitalismo perderà di significato e la coscienza collettiva gli riconoscerà il posto che ha all’interno del resto della vita. E queste cose saranno insegnate nelle scuole. Chi vuole essere ricco potrà tranquillamente farlo. Se l’informazione è distribuita, il sociale, la salute, la libertà, l’istruzione, e l ‘educazione è garantita, a quel punto non si crea una divisione progressiva fra la massa sfruttata e una casta che controlla. Il potere economico in quel momento è inserito stabilmente all’interno della struttura sociale senza possibilità che si accentri. Chi sceglie per noi, naturalmente, ha interesse a mantenere il potere e non promuove queste informazioni. Con il potere dei media cerca di influenzare le masse per fagli credere che solo quei pochi intelligenti ed esperti possono risolvere i problemi per te, che i media sono liberi, che è impossibile oltrepassare il sistema del mondo diviso in nazioni, che non possiamo abbandonare le nostre abitudini ecc… PICCOLI PASSI Se abbiamo capito che esiste un unica soluzione al problema che coinvolge il mondo, allora ogni piccola scelta che facciamo sarà verso quella soluzione. La somma di pochi piccoli passi permetterà ad altri di farne di più e più rapidamente innescando una reazione a catena. Evitiamo di cercare il politico o il partito santo e non demonizziamo quello egoista, cerchiamo di promuovere un approccio verso il problema, senza essere coinvolti emotivamente nell’appartenenza ad un partito. L’intelligenza non ha bandiera. Cosa possiamo fare per iniziare? Ecco dei piccoli esempi di principi di base da diffondere in rete o in qualsiasi canale libero. A:NON DELEGARE LA TUA SCELTA: Abolire i partiti e ragionare “a problemi”. Diminuire il potere dei Politici, diminuire i loro campi di scelta e le loro responsabilità a favore di scelte sempre più dirette. Equiparare i loro stipendi a quelli del pubblico impiego, evitare qualsiasi conflitto di interessi: Nessuna facoltà verso i Media o verso alcun Azienda. B:AVERE ACCESSO ALLE INFORMAZIONI: Deve passare il concetto che le informazioni libere e diversificate sono un diritto dell’umanità e i media non possono essere usati da privati per controllare le masse. Promuovere la rete e Abolire qualsiasi tipo di controllo e mediazione politica nell’informazione. Anche quando i media fossero liberi, il senso comune mondiale plasmato e modellato ad arte per anni non cambierà istantaneamente, avrà bisogno di molto tempo per riacquisire timidamente la sensibilità dimenticata. I giovani la cui personalità si è già formata in questo periodo sono quelli che fra qualche decennio ci governeranno. Quindi: - Promuovere ogni aspetto della vita che impedisce di farsi controllare dai media e spingere perché facciano parte dell’educazione di base di ogni bambino: La riflessione individuale, la sensibilità, l’altruismo, l’ascolto, la cooperazione, l’intelligenza fuori dal coro, la ragione, la cultura, l’arte, l’istruzione, e le libertà di esprimersi in tutte le maniere, dalle manifestazioni al dichiarare apertamente i propri pensieri anche diversi da quelli delle autorità. - Fare conoscere le tecniche di controllo delle masse e quali aspetti ne favoriscono il controllo: L’istinto, l’invidia, l’aggressività, la furbizia, l’orgoglio, la determinazione, la competizione, seguire le autorità e aspettarsi punizioni o controlli, i metodi del branco, della piazza e del linciaggio pubblico. Il mondo cambierà in questa direzione, e nessun colosso economico muoverà un dito per perdere guadagni. Sta a noi singoli individui fare del nostro meglio per rendere più vicina possibile questa rivoluzione non violenta né ideologica. Io ho cercato di dare il mio contributo in questa maniera, Marco Canestrari. |
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#155 |
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Quella della mente è la rivoluzione più difficile. di F.Reggio L’Italia è un paese con potenzialità enormi. Territorio, clima, cultura, arte, creatività, ingegno, talento: queste nostre ricchezze e virtù ci offrono la possibilità di progettare un futuro migliore, che si inscriva all’interno di uno sviluppo equo e sostenibile. Turismo ecologico, energie alternative e rinnovabili, raccolta differenziata dei rifiuti, eco-edilizia, queste sono solo alcune delle opportunità che il presente ci offre. Alla guida del paese abbiamo però una classe politica e imprenditoriale che, nel suo insieme e tranne poche eccezioni, è auto-referenziale, corrotta, rapace, litigiosa e senza una chiara visione del futuro. Questa debole leadership, che ha bisogno di mostrare i muscoli per sentirsi al sicuro, dimostra di non saper cogliere le opportunità, di non essere in grado di trasformare le potenzialità in atto e perciò, in ultima analisi, di non saper rispondere alle sfide che l’economia globale impone. Il paese ne soffre, la stagnazione economica dilaga, la disoccupazione cresce e il crimine organizzato prospera. Questo ragionamento sembra filare, ma è davvero tutto qui? Si può additare solo l’elite politico-imprenditoriale come causa di tutti i mali? O non ci saranno forse responsabilità più diffuse, atomizzate, sociali e individuali, che contribuiscono a creare il clima in cui questo lassismo, questa cronica mancanza di proposte e di realizzazioni si rafforzano? Una società che mette alla guida dello stato un imprenditore con un passato torbido quanto il suo presente non si fa certo onore, ma neanche un buon servizio. E se per di più costui controlla la quasi totalità dei media e delle entrate pubblicitarie del mercato interno, quali ne saranno le ripercussioni politico-sociali? L’italiano medio sembra non essere scalfito dal conflitto d’interessi, dalla sua pericolosità, che ha portato tutte le democrazie occidentali a bandirlo. Semplicemente non se ne occupa, non è affar suo, intento com’è ad annaffiare il suo orticello. E neppure si accorge che l’accolita di servi fedeli e di giullari di cui il re-magnate si è circondato, collocati ad arte in posizioni di potere mediatico e politico, su suo mandato e con l’alibi di emergenze e innovazioni, sta in realtà massacrando la convivenza civile, obliterando la giustizia ed imbavagliando l’informazione libera. Questa mancanza di prospettiva sociale, di senso dello stato che affligge quasi tutti, che rende quasi tutti complici, è forse il problema fondamentale della società italiana. Un problema che parte da lontano. L’avvento del fascismo, un’altra creazione tutta italiana, fu accolto da una società sopita. Pochi coraggiosi si opposero al regime. Carcere, esilio o addirittura la morte furono il prezzo che pagarono. Ma il loro esempio, lo slancio ideale che innescò la Resistenza, e infine portò alla liberazione dal fascismo, oggi purtroppo illumina e guida solo una minoranza. La coscienza nazionale sembra aver dimenticato i pericoli insiti nell’affidare a un uomo solo, a un duce, a un caudillo, le sorti del proprio futuro. Le conseguenze, per chi si opponeva allo status quo, erano allora più feroci e plateali: carcere, azioni punitive, esecuzioni sommarie. Oggi il potere è più raffinato, ha come alleato un benessere diffuso. E allora ti corrompe, ti compra, ti dice cosa devi pensare, cosa ti piace e cosa devi acquistare. Ma se continui a opporti, se non senti ragioni e ti rifiuti di essere un semplice ingranaggio di questo meccanismo, allora non disdegna neppure la violenza. D’altronde il fine giustifica i mezzi. Con l’avvento di Internet e di un’informazione libera e capillare, nessuno può più giustificare la propria apatia sociale con l’ignoranza, fingere di non sapere cosa stia accadendo qui e ora. Oggi basta avere un computer per confrontarsi con una messe d’informazioni e dati apparentemente illimitata. Certo, bisogna saper discernere, ma questo vale per i libri come per i giornali. La Rete però non è passiva, tutti possono diventare agenti del cambiamento, capaci di intervenire sul presente. La Rete arriva direttamente a casa, mette in contatto persone vicine e lontane, consegna notizie in tempo reale, non filtrate dai professionisti dell’informazione. Non è imbavagliata dal potere, come oggi accade invece alla maggior parte dell’informazione giornalistica in Italia. Permette un confronto con idee simili e diverse, favorisce una crescita collettiva, per arrivare a una società che sia artefice del proprio presente e del proprio futuro, che lo sogna e lo realizza attraverso le istituzioni rappresentative che decide di darsi. E manda a casa chi si oppone al cambiamento. La classe dirigente nostrana ha basato sul clientelismo il proprio potere, elargendo favori in cambio di voti. Ma perché questo sistema di potere funzioni e prosperi, occorrono “clientes”, dei postulanti, e non dei cittadini consapevoli dei loro diritti e doveri. Occorre che, nella mentalità generale, la furbizia abbia preso il posto dell’onesta’, l’adulazione prevalga sul merito, l’egoismo vinca sull’altruismo, l’eccesso stravolga il senso della misura, la giustizia sia ridotta a tecnicismi di “azzecca-garbugli”. Bisogna opporsi con forza a questo corto circuito etico, a questo rovesciamento dei valori, resistere a questo degrado, se si vuole sognare e realizzare un futuro migliore. Bisogna cessare di essere “clientes”, emanciparsi, diventare a tutti gli effetti cittadini del nostro paese. Per innescare questo processo è necessario che una rivoluzione della mente avvenga in ciascuno di noi, senza dimenticare che quella della mente è la rivoluzione più difficile. |
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#156 | |
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#157 |
Bannato
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Io ho la dimostrazione pratica del lavaggio di cervello delle masse ogni volta che vado a trovare i miei e salta fuori un tema di attualità.
L'ultima volta ho detto a mia madre che volevo regalare a mio padre, per il suo compleanno, ormai prossimo, il giornale di Travaglio. Mi ha risposto "ma chi, quello che fa la trasmissione con Santoro?" Al mio "si" è seguita una sua espressione di schifo, con tanto di spiegazione: "non lo possiamo soffrire, è così FAZIOSO!". ![]() ![]() |
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#158 | |
Senior Member
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#159 |
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Il tronista è il lavoratore perfetto per la televisione.
Presta il suo lavoro e il suo tempo gratis, non c'è bisogno di pagarlo, nè di scritturarlo. Poi si rifà con le serate in discoteca (5-1000-2000 euro a serata) e i servizi nelle riviste. Va bene per la rete e va bene per chi lo produce il programma. (mi pare che sia la FA.SCI.NO. di Maria de Filippi). E va bene per il telespettatore, visto che lo share di "uomini e donne" (di imitazione della realtà, che poi altro non sono che la versione aggiornata dei fotoromanzi) è piuttosto alto.
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#160 | |
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