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Old 07-03-2009, 13:27   #141
mademistake
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Originariamente inviato da ConteZero Guarda i messaggi
Gli posso sempre consigliare di leggere "il libro nero del capitalismo".
Quando c'era l'iPhone il capitalismo vi piaceva ? Allora puppatevi pure il "dark side".



Io ho una 106 di quasi dieci anni fa, e per ora mi basta anche perché l'auto nuova l'ha presa la mia lei, per cui la mia resta "come muletto".
E sono sempre più quelli che ragionano in questi stessi termini.



Maggioranza = 50% +1.
Non mi pare che fra industria automobilistica ed indotto si superi il 5% (che è già più di tre milioni di persone) della popolazione italiana.
Ma io mica sto parlando dell'industria autmobilistica italiana.
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Old 07-03-2009, 13:31   #142
ConteZero
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Ma io mica sto parlando dell'industria autmobilistica italiana.
Le altre sono bene o male lì.
In USA sulle auto (ed indotto) ci lavorerà una quantità non indifferente della popolazione, ma di sicuro non "la maggioranza".

Nel paese a stelle e strisce sono 305 milioni, e non penso che 153 milioni di americani campino sul mercato automobilistico e sull'indotto.
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A casa ho almeno sette PC, in firma non ci stanno

Ultima modifica di ConteZero : 07-03-2009 alle 13:34.
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Old 07-03-2009, 13:35   #143
mademistake
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Le altre sono bene o male lì.
In USA sulle auto (ed indotto) ci lavorerà una quantità non indifferente della popolazione, ma di sicuro non "la maggioranza".

Nel paese a stelle e strisce sono 305 milioni, e non penso che 153 milioni di americani campino sul mercato automobilistico e sull'indotto.
Non ci campano direttamente, ma se il l'industria automobilistica saluta nel breve medio termine chiunque si renderebbe conto di avere a che fare in qualche modo con tale industria.
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Old 07-03-2009, 13:37   #144
ConteZero
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Non ci campano direttamente, ma se il l'industria automobilistica saluta nel breve medio termine chiunque si renderebbe conto di avere a che fare in qualche modo con tale industria.
E "percepiranno" la crisi, come rallentamento degli affari e minor ricchezza in giro (che poi è quello che si subodora in Italia da quindici anni a questa parte).

Questo non vuol dire che l'indomani ci saranno orde di morti di fame che invadono le caserme...
Di sicuro non chiuderà Microsoft (e per fortuna, visto quanto lavoro da... agli indiani d'India), non chiuderà la McDonnell/Douglas, non chiuderà la Hewlett-Packard e non chiuderà certo la Halliburton.

Semmai il problema è che la cosa stà accadendo (in USA) insieme ad una crisi generalizzata del credito, con le banche e le assicurazioni che saltano e col sistema sanitario (privato) che non si regge in piedi.
Semmai il problema è che gli USA si reggono sul fatto che da loro l'economia ha sempre tirato, per cui ora che non tira più si stanno impantanando.
Semmai il problema è che il sistema bancario e borsistico per continuare a tirare anni addietro s'è inventato una serie di giochetti sporchi che, puntualmente, oggi sono venuti alla luce mostrando al mondo che per anni s'è fatto giro a ricchezze inesistenti.
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Ultima modifica di ConteZero : 07-03-2009 alle 13:45.
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Old 07-03-2009, 13:45   #145
mademistake
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E "percepiranno" la crisi, come rallentamento degli affari e minor ricchezza in giro (che poi è quello che si subodora in Italia da quindici anni a questa parte).

Questo non vuol dire che l'indomani ci saranno orde di morti di fame che invadono le caserme...
Di sicuro non chiuderà Microsoft (e per fortuna, visto quanto lavoro da... agli indiani d'India), non chiuderà la McDonnell/Douglas, non chiuderà la Hewlett-Packard e non chiuderà certo la Halliburton.

Francamente penso che neanche gli economisti siano in grado di prevedere l'effetto domino che deriverebbe da un'improvvisa massa di disoccupati di queste proporzioni in giro per il mondo.
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Old 07-03-2009, 13:47   #146
ConteZero
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Francamente penso che neanche gli economisti siano in grado di prevedere l'effetto domino che deriverebbe da un'improvvisa massa di disoccupati di queste proporzioni in giro per il mondo.
Al momento gli economisti non sanno neanche se domani avranno un lavoro.
Per quel che mi riguarda io mi fermo a quello che sicuramente accadrà, le previsioni del "dopo" dipendono da troppi fattori e la sfera di cristallo non ce l'ha nessuno.
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Old 07-03-2009, 14:14   #147
drakend
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Si tratta di posti di lavoro di una maggioranza di persone.
Ma davvero?
Citami FONTI INDIPENDENTI in cui si dice che i lavoratori nel settore auto sono la maggioranza della forza lavoro in un qualsiasi Paese industrializzato...
Ma anche se fosse, e non è, non cambierebbe di una virgola le mie valutazioni. Siamo NOI a doverci adeguare al mercato in evoluzione, non viceversa.
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Old 07-03-2009, 14:25   #148
gabi.2437
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Ah si? E dove li piazzi, in una miriade di altre imprese che chiuderanno i battenti a cascata????
Allora sfruttiamoli come schiavi per costruire una piramide

Ma scusa e la gente che ha perso il lavoro causa invenzione della macchina a vapore che fine ha fatto? Dove li hanno piazzati?
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Old 07-03-2009, 14:25   #149
userpercaso
 
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Il problema di GM, così come altre, è che oltre ai lavoratori attuali, se fallisse veramente, (ieri Barisoni nel suo spazio ha candidamente affermato che è fallita.. ) si tira anche i pensionati di GM giacchè in USA come in altri stati NON C'è L'INPS..e le pensioni sono a carico delle stesse aziende.

I pensionati ricevono i $$$ da GM stessa. ...

Gli americani so fortiiiiiiiiiii
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Old 07-03-2009, 14:27   #150
drakend
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Il problema di GM, così come altre, è che oltre ai lavoratori attuali, se fallisse veramente, (ieri Barisoni nel suo spazio ha candidamente affermato che è fallita.. ) si tira anche i pensionati di GM giacchè in USA come in altri stati NON C'è L'INPS..e le pensioni sono a carico delle stesse aziende.

I pensionati ricevono i $$$ da GM stessa. ...

Gli americani so fortiiiiiiiiiii
Beh è ora che in USA facciano un po' di riforme in chiave meno individualistica...
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Old 07-03-2009, 14:38   #151
jpjcssource
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Allora sfruttiamoli come schiavi per costruire una piramide

Ma scusa e la gente che ha perso il lavoro causa invenzione della macchina a vapore che fine ha fatto? Dove li hanno piazzati?
Nelle imprese che costruivano macchine a vapore? Se invece perdi il lavoro perchè c'è una crisi economica cosa fai?
La cosa è un pò diversa.
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Old 07-03-2009, 19:22   #152
Andala
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Il problema di GM, così come altre, è che oltre ai lavoratori attuali, se fallisse veramente, (ieri Barisoni nel suo spazio ha candidamente affermato che è fallita.. ) si tira anche i pensionati di GM giacchè in USA come in altri stati NON C'è L'INPS..e le pensioni sono a carico delle stesse aziende.

I pensionati ricevono i $$$ da GM stessa. ...

Gli americani so fortiiiiiiiiiii
Uriel - Meltdown pensionistico Usa

I nuovi dati sull’occupazione USA sono preoccupanti, ma da quello che dice Obama e’ chiaro come non abbia compreso la dimensione del pericolo ne’ i meccanismi su cui si basa il disastro. Vorrei leggere i dati americani, tentando di spiegarli, a partire dai due principali tipi di fondi pensionistici: uso questo approccio inusuale perche’ sembra che l’area pensionistica sia tremendamente sottovalutata, nonostante valga negli USA circa 2500 miliardi di dollari.

Ci sono due meccanismi (normalmente funzionanti, tranne oggi) su cui si basa la pensione privata sul modello americano.

Il primo, e piu’ diffuso, e’ quello basato su un particolare fondo azionario. Poiche’ si e’ visto che (almeno negli ultimi 50 anni) le borse sono in aumento nel lungo periodo, e i fondi pensione lavorano su lunghi periodi, si sono creati dei pacchetti piuttosto bilanciati, che tendono a crescere quanto le borse. Alla fine della carriera lavorativa, il lavoratore americano ha su questo fondo un certo gruzzolo, che e’ cresciuto come le borse (quindi, se c’e’ stata una crisi breve poi si sono ripresi), e continuera’ a crescere.

Da questo mucchio il pensionato inizia ad attingere: il valore del mucchio e’, ovviamente, dato dal valore del pacchetto che ha comprato. Quello che fa il pensionato, se va in pensione a 65 anni, e un’aspettativa di 85 anni di vita, e’ dividere il valore per 20, e tirar fuori quel ventesimo ogni anno. Poiche’ nel frattempo (si spera) il rimanente cresce a sua volta, in realta’ avra’ un ventesimo ….piu’ qualche spicciolo.

Cosa significa questo? Significa che se la borsa “tira”, i pensionati americani si trasformano in una formidabile macchina da consumo, perche’ se le borse raddoppiano e’ raddoppiato , di fatto, il reddito dei pensionati.I quali non hanno interesse a lasciar li’ quel ventesimo, perche’ l’anno dopo potrebbe anche calare di valore.

Cosa succede se le borse, come capita in quella USA, hanno perso quasi tutto il loro valore tornando ai valori del 1983? Che cosa significa “tornando al valore del 1983?”. Perche’ e’ importante sapere a quale anno ci riferiamo? Semplice: perche’ se hai iniziato a mettere via soldi nel 1983, oggi hai SOLO quei soldi da parte MENO l’inflazione dal 1983 ad oggi.

I pensionati che hanno fondi pensione di questo tipo, oggi, sono nella merda. Per vivere decentemente un anno dovranno ritirare tutto cio’ che hanno, cioe’ svuotare completamente il fondo. Cosi’, non solo i consumi si sono fermati, ma l’anno prossimo ci saranno milioni e milioni di anziani senzatetto che vivono da barboni. Oppure, ipotecheranno la casa (ammesso che qualcuno negli USA conceda ancora prestiti in cambio di immobili) , o se hanno altri risparmi useranno quelli.

Questo spiega come ci sia, negli USA, un legame diretto tra borsa e consumi: il crollo della borsa innesca il crollo dei consumi perche’ i pensionati sono senza soldi. Ma non solo: poiche’ per vivere i pensionati devono rilasciare parti piu’ grandi delle azioni in loro possesso, produce un’ondata di vendite in borsa, che a sua volta riduce il valore dei fondi pensione. Se fosse un sistema a reazione, si direbbe che il numerodi Barkhausen sia maggiore di uno: il sistema diverge. In perdita.

Il secondo tipo di fondo pensionistico, meno diffuso ma consistente, consiste in un prestito concesso ad un interesse basso, dovuto al fatto che nel lungo termine chi fa un fondo pensione raramente e’ insolvente: puo’ avere difficolta’ qualche tempo, ma i risparmiatori di pensioni raramente lasciano cadere i versamenti.

Ottenuto il prestito ad un interesse basso, diciamo (per esempio) un 2% (magari in yen, che hanno un interesse molto basso da decenni) , quello che fanno questi fondi e’ investire i soldi ricevuti in un pacchettone che abbia una resa piu’ alta, diciamo (sempre per esempio) un 4.5%. La differenza tra i due tassi andra’ a formare la resa del nostro investimento. In questo modo ovviamente la resa e’ bassa, ma c’e’ il vantaggio che TUTTA la cifra del montante (che verra’ restituita in 20-25 anni) inizia a rendere da subito, e quindi le rese diventano simili a quelle dei fondi di cui sopra.

La sfiga di questo oggetto finanziario e’ che il pacchetto “che rende” spesso ha una resa garantita solo alla fine del processo,e viene tenuto (scaricandoci le perdite dell’istituto) in negativo fino a qualche giorno prima. Cosa significa? Significa che se lo ritiri a meta’ del processo, non ottieni indietro i soldi che ci hai messo. In questo modo, a maggior ragione si invitano i futuri pensionati a non ritirarsi prima.

Cosa succede se cresce il tasso di disoccupazione? Succede che , allo stremo, le famiglie accettano di uscire dal fondo in perdita pur di prendere i due soldi che servono per mangiare anche domani. In questo modo si giocano il fondo pensione, ma non solo:uscendo dal fondo producono una vendita di azioni/titoli di stato/quelchele’ i quali fanno a loro volta abbassare i valori degli indici di borsa. Ma non solo: il prestito iniziale concesso e’ stato concesso con la convinzione che il rischio di inadempienza fosse basso. Se aumentano le famiglie che si ritirano dal fondo, il rischio supera l’interesse, e il titolo di quel prestito perde qualita’ diventando un subprime.

Non avendo altro sistema pensionistico, i dati sulla disoccupazione e sul calo dei consumi e sul calo delle borse ci dicono che i pensionati americani hanno soldi sino a fine anno. I fondi pensione cumulativi stanno vendendo come pazzi , e i fondi gestione a risparmio stanno diventando subprime.

Tradotto in soldoni, Obama ha qualcosa come 4-5 mesi per riportare le borse (e quindi il valore di quel che restera’ ai pensionati dei loro titoli) ai livelli di un anno fa. Dopodiche’, anche tornando le cose a posto i pensionati avrebbero da parte troppi pochi titoli per sopravvivere con quelli.

Obama non sembra rendersi conto di questo meccanismo. La sua politica finanziaria e’ indirizzata a tutti i settori, tranne quello pensionistico. Sembra non rendersi conto che i 2,5 triliardi di dollari di fondi pensionsitici contengono due volte la sua manovra finanziaria, e se non ferma in qualche modo il rilascio dei titoli , questo fattore da solo puo’ ingoiare qualsiasi beneficio della sua finanziaria.

C’e’ anche un terzo tipo di pensione, ed e’ quello offerto in stock option o bond dalla stessa azienda per la quale il lavoratore ha lavorato. E’ il modello scelto dai giganti come GM, Crysler, Ford.Che oggi ne pagano lo scotto, perche’ le azioni di queste aziende sono ai minimi, e come se non bastasse la procedura di chapter 11 non considera i fondi come prestatari, ma al contrario come debitori. Il che significa : in caso di chiusura di GM, tutti i pensionati (2.5 volte il numero di dipendenti) rimangono senza una lira.

La cosa impressionante della politica di Obama e’ che non sta assolutamente badando al problema pensionistico, nonostante sia uno dei motivi principali, se vogliamo il principale tra i fili che legano DIRETTAMENTE la borsa ai consumi, cioe’ wall street a main strett. Nei paesi europei, il welfare e’ abitualmente affrontato in maniera statale o semistatale: questa formula, che e’ problematica in caso di demografia bassa , ha l’enorme vantaggio di non legare direttamente la borsa al reddito reale di persone che non hanno mai fatto nulla di finanziario in vita propria.

Non credo, onestamente, che gli USA riusciranno ad uscire da questa crisi in tempi geopoliticamente ragionevoli. Ne’ vedo coscienza di questi legami nella classe dirigente americana.

I problemi che possono arrivare a noi sono:

1. Bilancia commerciale. Temo che nei prossimi 20 anni gli americani non saranno i clienti che siamo abituati ad avere.
2. Debito pubblico: presto i fondi americani non avranno risorse per comprare i bot europei.
3. Geopolitica: lo stato dell’unione non e’ proprio il massimo. Ci sono gia’ masse turbolente e molto violente (e armate) praticamente ovunque. Se il crack continua, non e’ certo nemmeno che gli USA rimangano federati. Con tutti i rischi che una simile disgregazione implica.

C’e’ un solo dato curioso nelle statistiche USA: se l’occupazione cala, il reddito medio degli occupati aumenta. Cosa significa? Significa che si sta licenziando un tipo preciso ed abbondante di dipendente, mentre le categorie rimanenti diventano sempre piu’ preziose. Col calo dei commerci internazionali, e’ sempre piu’ indispensabile “fare in casa”.

Il guaio e’ che gli USA sono strapieni di passacarte, e pochissimi lavorano. Pochissimi sanno alzare case, pochissimi sanno fare un impianto elettrico , pochissimi sanno fare gli idraulici. Gli altri sono dei passacarte e stanno perdendo il lavoro. Esiste la possibilita’ che il mercato del lavoro si ristrutturi, e i ricchi del futuro siano i proletari di oggi.

E quasi nessuno di questi e’ bianco. Hasta la vista, gringo.

Uriel
Fonte: http://www.wolfstep.cc
Link: http://www.wolfstep.cc/651/meltdown-pensionistico/
7.03.2009
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Trabant Meglio comprare un litro di latte quando serve, piuttosto che mantenere una vacca per tutta la vita ...
P54C 133Mhz Icomp Index 1110 Matrox Millenniun HD SCSI Seagate + IBM Creative Awe 32 DXR2 Win95C Mozilla Firebird 0.7 (Dec/1995-13/Apr/2009)
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Old 07-03-2009, 19:48   #153
norbertom
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non ci capisco nulla di finanza, borse ecc, ma resto sempre del parere che non paga mai chi dovrebbe. Come sempre per pochi (in relazione alla popolazione) ci rimette la collettività
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Old 07-03-2009, 19:53   #154
mademistake
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Grande post quello di andala, estremamente interessante.
E, riguardo al topic di cui parliamo e di GM, si può sottolineare il problema che dicevo io, e cioè il crollo dei consumi derivante il crollo dell'occupazione.
Per esempio 5 milioni di dipendenti gm sono in realtà 12.5 milioni di consumatori in meno. E credo di poter dire che 12.5 milioni di consumatori in meno portino altri fallimenti e disoccupati.
Questo è quello che intendo essere sull'orlo di un baratro, realmente.
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Old 07-03-2009, 20:26   #155
Andala
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A quei 12,5 milioni si aggiungeranno quelli dell'indotto industriale e terziario, i pensionati e l'intera rete di serivizi commerciali e di necessità, come quelli sanitari e sicurezza. Insomma, si manifesterà un vero effetto domino che coinvolgerà tutto e tutti in un paese senza reali armotizzatori sociali. Vedremo rivolte interne in una nazione i cui cittadini sono armati fino ai denti e, finalmente, si capirà a cosa servivano i campi della FEMA costruiti negli ultimi anni.

Secondo me, piuttosto che collassare, il governo federale prenderà la strada più ovvia, scatenare una guerra oltre confine, ripristinare il draft così da indirizzare la rabbia e il risentimento verso l'esterno. Penso che questa opzione sia stata decisa da molto, molto tempo e ne faremo tutti le spese.

Per l'Europa e il resto del pianeta il primo grande scossone arriverà quando verrà meno il principale consumatore del pianeta, gli USA, e con esso l'azzeramento dei crediti acquisiti.
Per sopravvivere, l'Europa dovrà fare di tutto per prendere le distanze dagli USA e tessere legami economici e militari con la Russia. L'Europa dovrà altresì dimostrare al resto del mondo di essere un'entità politico ed economica di una integrità ineccepibile, capace di saper guidare l'evoluzione sociale ed economica dell'umanità attraverso il rispetto del diritto e del consenso.

Temo che resterà solo un sogno.
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Old 07-03-2009, 20:41   #156
mademistake
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Originariamente inviato da Andala Guarda i messaggi
A quei 12,5 milioni si aggiungeranno quelli dell'indotto industriale e terziario, i pensionati e l'intera rete di serivizi commerciali e di necessità, come quelli sanitari e sicurezza. Insomma, si manifesterà un vero effetto domino che coinvolgerà tutto e tutti in un paese senza reali armotizzatori sociali. Vedremo rivolte interne in una nazione i cui cittadini sono armati fino ai denti e, finalmente, si capirà a cosa servivano i campi della FEMA costruiti negli ultimi anni.

Secondo me, piuttosto che collassare, il governo federale prenderà la strada più ovvia, scatenare una guerra oltre confine, ripristinare il draft così da indirizzare la rabbia e il risentimento verso l'esterno. Penso che questa opzione sia stata decisa da molto, molto tempo e ne faremo tutti le spese.

Per l'Europa e il resto del pianeta il primo grande scossone arriverà quando verrà meno il principale consumatore del pianeta, gli USA, e con esso l'azzeramento dei crediti acquisiti.
Per sopravvivere, l'Europa dovrà fare di tutto per prendere le distanze dagli USA e tessere legami economici e militari con la Russia. L'Europa dovrà altresì dimostrare al resto del mondo di essere un'entità politico ed economica di una integrità ineccepibile, capace di saper guidare l'evoluzione sociale ed economica dell'umanità attraverso il rispetto del diritto e del consenso.

Temo che resterà solo un sogno.
Catastrofico.
Quoto al mille per mille il passaggio sulla Russia, sono almeno due anni che lo penso, da quando lessi un articolo che esplicava l'acquisto da parte della Cina del debito pubblico americano.
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Old 07-03-2009, 21:17   #157
Andala
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Catastrofico.
Quoto al mille per mille il passaggio sulla Russia, sono almeno due anni che lo penso, da quando lessi un articolo che esplicava l'acquisto da parte della Cina del debito pubblico americano.
Il mio più grande timore è che il governo federale attui qualsiasi mezzo, anche i più estremi e immorali, per far fronte alle rivolte interne. Negli USA vi sono moltissimi tra cittadini singoli o gruppi organizzati in milizia, la costituzione USA garantisce la loro esistenza, che hanno accumulato armi e munizioni in quantità ingenti. Non si tratta solo di pistole e fucili semi automatici o modificati, ma di armi e munizionamento classe 3. A questo si aggiunga le demenzialità che animano questa gente, dal semplice integralismo millenarista apocalittico alle idee cospirazioniste che vedono l'ONU quale entità extra nazionale che lavora al fine di smembrare gli USA e cancellare la costituzione.

A parte questi esempi che certo non rappresentano la maggioranza della popolazione USA, il vero super mega palettone che impedirà la svolta positiva sarà la mentalità del "meglio crepare che diventare comunisti", dove per comunisti si intende tutto ciò che c'è a sinistra di Destra Nazionale prendendo come esempio l'Italia.

Quanto ai Cinesi detentori di una grossa fettona di debito USA e caverne piene di casse di dollari... mica scemi, prima che diventino buoni solo come carta igenica, li regalano a noi gonzi in cambio di beni prima che la bicicletta si rompi definitivamente :


Petrolio e non solo. Pechino fa shopping nel mondo e paga in contanti

Il 24 febbraio una folta delegazione di uomini d'affari del settore privato e statel è partita da Pechino diretta verso l'Europa. Guidati dal ministro del commercio cinese Chen Deming, con un portafoglio di 15 miliardi di dollari in tasca, i duecento, forse non tanto giovani ma certo forti, sono andati in caccia di buoni affari nelle riserve europee stremate dalla crisi. Germania, Spagna, Gran Bretagna, Svizzera le loro tappe. Obieettivo dello shopping: i motori per jet del Rolls Royce Group, le lussuose vetture Jaguar e Land Rover, attrezzature ed equpaggiamenti per ferrovie, persino olio d'oliva. Un'altra delegazione cinese sta per arrivare in Europa, con l'obiettivo di individuare aree di investimento. Sia detto più o meno tra parentesi, anche questa incursione vedrà esclusa l'Italia, circostanza che ha fatto lanciare un grido di allarme e dolore a Cesare Romiti, presidente della Fondazione Italia Cina, secondo il quale il nostro paese «non può permettersi di perdere queste opportunità» e invita il governo italiano ad «attivarsi maggiormente con il governo cinese» e le «istituzioni locali a evtare «inutili frizioni con tale Paese», riferimento neppure troppo velato agli onori tributati da più di una giunta italiana al Dalai Lama.
Pechino non è nuova all'uso spregiudicato della propria forza economica per punire chi le fa un dispetto. La recessione globale in corso aggiunge però nuove motivazioni, e strategie, all'azione cinese. Nel dare notizia del primo tour europeo, l'agenzia Nuova Cina ha, tanto per chiarire, riportato le dichiarazioni del vice ministro del commercio Gao Hucheng secondo il quale il tour europeo «riflette l'impegno della Cina a mantenere aperti i mercati e la nostra volontà di aiutare la ripresa economica mondiale» .

Protezionismo e chiusura delle frontiere sono certo le bestie più nere che Pechino possa affrontare, data la struttura di sviluppo della sua economia, imperniata sull'export. Per cambiarla, come afferma la leadership, ha bisogno di tempo e intanto potrebbe accadere l'irreparabile. Tuttavia non è solo la volontà di continuare a far girare la giostra che spinge i vertici cinesi, impegnati in questi ultimi mesi a mettere a frutto il loro asset più potente: i quasi duemila miliardi di dollari di riserve valutarie. Dalle mosse più recenti, è chiaro che la diplomazia cinese si sta muovendo per assicurarsi soprattutto risorse energetiche e materie prime strategiche. Il prezzo del petrolio che ormai altalena intorno ai 40 dollari al barile, dai picchi dei 147 dollari del luglio 2008, mette in grave difficoltà i paesi produttori più propensi oggi a firmare accordi di lungo termine. La Cina ha colto il momento e si è messa in viaggio. Tra gennaio e febbraio, riporta il Caijing Magazine on line, compagnie cinesi hanno avviato 22 acquisizioni all'estero per un totale di 16,3 miliardi di dollari. Quasi tutte riguardano risorse naturali e i nove decimi dell'investimento puntano all'Australia. Attività altrettanto, se non più intensa, per il petrolio. Durante il suo tour di febbraio in America latina il vice presidente Xi Jinping ha sottoscritto una serie di accordi. In cambio di prestiiti per 6 miliardi il Venezuela si è impegnato ad aumentare il rifornimento di petrolio a un milione di barili al giorno entro il 2015. Il Brasile, in cambio di 10 miliardi di dollari, fornirà alla Cina 160mila barili di petrolio al giorni. Ancor più rilevante, l'intesa siglata da Wen Jiabao con la Russia. 25 miliardi di dollari per 15 milioni di tonnellate di greggio l'anno per 20 anni. A tutto ciò si aggiunga la politica attiva del governo per favorire l'espansione delle proprie compagnie, pubbliche e private, materializzatasi in un fondo di sostegno di cui si ignora l'entità ma che sarà certo cospicuo.


A. Pa.
Fonte: www.ilmanifesto.it
Link: http://www.ilmanifesto.it/il-manifes.../pezzo/243956/
6.03.2009

Che sveglio stò Cesare Romiti
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Old 07-03-2009, 21:35   #158
ConteZero
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I cinesi hanno capito perfettamente cos'è la globalizzazione e stanno battendo il resto del mondo nel gioco noto come "capitalismo".
I vari cantori delle grazie del capitalismo in questi giorni sono piuttosto muti, e qualcuno preferirebbe un bel mercato chiuso e sbarrato in puro stile comunista... e per fortuna che negli anni passati (quando a fare le medesime schifezze erano gli "amici" americani e, in piccolo, i nostri industriali) era tutto buono & giusto.

Per quel che riguarda gli americani "ben gli stà", anche perchè sono loro che per otto anni hanno votato una follia chiamata Bush (o peggio non votato affatto) che ha fatto il figo sulla loro pelle.
Certo non fa piacere a nessuno ma il mondo capitalista e globalizzato in cui ci siamo ficcati tutti è una piscina piena di squali ed ognuno ha da pensare a portare la propria pelle a casa.
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Old 07-03-2009, 21:58   #159
Red_Star
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I cinesi hanno capito perfettamente cos'è la globalizzazione e stanno battendo il resto del mondo nel gioco noto come "capitalismo".
I vari cantori delle grazie del capitalismo in questi giorni sono piuttosto muti, e qualcuno preferirebbe un bel mercato chiuso e sbarrato in puro stile comunista... e per fortuna che negli anni passati (quando a fare le medesime schifezze erano gli "amici" americani e, in piccolo, i nostri industriali) era tutto buono & giusto.

Per quel che riguarda gli americani "ben gli stà", anche perchè sono loro che per otto anni hanno votato una follia chiamata Bush (o peggio non votato affatto) che ha fatto il figo sulla loro pelle.
Certo non fa piacere a nessuno ma il mondo capitalista e globalizzato in cui ci siamo ficcati tutti è una piscina piena di squali ed ognuno ha da pensare a portare la propria pelle a casa.
Ma di che parli ?
Un bel mercato chiuso ? Cosi finiamo come nel 29.
Criticare quando le cose vanno male è sempre troppo facile, ma soprattutto fare degli Stati Uniti la vittima sacrificale per i problemi del mondo intero.

GM ha un problema, i fondi pensione, in questi anni più che vendere per produrre reddito ha lavorato per pagare le pensoini.
Se regge fino al 2010, anno di cessione del fondo, potrebbe farcela, altrimenti la palla passa al governo.
In qualsiasi caso è comunque un'occassione per tutti gli altri, guarda Marchionne cosa ha combinato con Chrysler.
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Old 07-03-2009, 22:02   #160
ConteZero
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Io non voglio un mercato chiuso (anche perché oggi come oggi non riusciremmo a campare col "nostro" e basta), ma noto che molti (ex)liberisti oggi lo suggeriscono, magari adducendo scuse tipo "eh, ma i cinesi pagano due soldi i loro operai".

Quanto agli USA non vedo perché dovremmo mostrare solidarietà verso un paese che negli anni qui ha fatto il bello ed il cattivo tempo (probabilmente arrivando anche a sovvenzionare i gruppi terroristici, come tra l'altro è dimostrato che abbia fatto all'estero) per il suo tornaconto politico ed economico.
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