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Old 13-02-2007, 13:33   #121
zerothehero
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Originariamente inviato da oscuroviandante
Prima di tutto cerchiamo di smetterla di dire croato=ustascia , e informatevi sul massacro di Bleiburg che ho postato ieri,così focalizziamo di che pasta erano fatti anche i cari partigiani titini.
Non dirlo a me...ho parlato dei titini accostandoli alle foibe..quindi capirai.

Quote:
Mesic ,ripeto, è un politico moderato e mi stupisce che si sia inalberato così.
Sicuramente il passaggio di Napolitano che parlava di un odio sanguinario degli slavi gli ha fatto esprimere quelle opinioni che ,ripeto , sono state eccessive.
Ha attaccato il presidente della repubblica italiana sbagliando tra l'altro mira..perchè le parole del PDR, se Mesic non se ne è accorto, sono state più un'autocritica alla sua parte politica che una critica ai partigiani titini che pure hanno sulla coscienza molti civili italiani.
Insomma, forse non ha neanche letto o capito quello che Napolitano voleva dire.
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Old 13-02-2007, 13:35   #122
oscuroviandante
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Originariamente inviato da drakend
Ma è vera la storia che gli italiani non possono comprare immobili in Croazia?
Se è vero Prodi è proprio idiota ad aiutare Zagabria ad entrare in Europa...

assì certo... prova a googlare "casa croazia acquisto" e vediamo quanto non si può comprare in Croazia.

Nulla da fare..... la disinformazione sulla questione Croata ed ex-Yugoslava è radicata.

Beh....c'è stato un genocidio neanche 15 anni fa e gli europei hanno guardato dall'altra parte....
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Old 13-02-2007, 13:40   #123
drakend
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Originariamente inviato da oscuroviandante
assì certo... prova a googlare "casa croazia acquisto" e vediamo quanto non si può comprare in Croazia.

Nulla da fare..... la disinformazione sulla questione Croata ed ex-Yugoslava è radicata.

Beh....c'è stato un genocidio neanche 15 anni fa e gli europei hanno guardato dall'altra parte....
Ho chiesto conferma infatti... dato che qualcuno qualche pagina dietro aveva detto così.
No ora non si può nemmeno più chiedere per non urtare gli animi di qualcuno.

Al di là delle case, comunque, direi che finché la Croazia non riconoscerà ufficialmente il genocidio attuato all'epoca nelle foibe direi che è il caso di non intrattenerci nessun rapporto diplomatico. Noi abbiamo avuto il coraggio di fare autocritica sul regime fascista, non vedo perché i croati invece non debbano farlo in merito alle foibe.
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Old 13-02-2007, 13:41   #124
oscuroviandante
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Originariamente inviato da drakend
Ho chiesto conferma infatti... dato che qualcuno qualche pagina dietro aveva detto così.
No ora non si può nemmeno più chiedere per non urtare gli animi di qualcuno.

scusami , non volevo risponderti in quel modo.... e non ce l'ho con te....
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Old 13-02-2007, 13:46   #125
oscuroviandante
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Originariamente inviato da drakend
Ho chiesto conferma infatti... dato che qualcuno qualche pagina dietro aveva detto così.
No ora non si può nemmeno più chiedere per non urtare gli animi di qualcuno.

Al di là delle case, comunque, direi che finché la Croazia non riconoscerà ufficialmente il genocidio attuato all'epoca nelle foibe direi che è il caso di non intrattenerci nessun rapporto diplomatico. Noi abbiamo avuto il coraggio di fare autocritica sul regime fascista, non vedo perché i croati invece non debbano farlo in merito alle foibe.

visto che hai editato e aggiunto una parte ritiro le scuse.

Lo sai che l'entità che ha perpretato quel genocidio non esiste più?
Si chiamava Yugoslavia ,e non vedo il perchè il presidente di uno stato indipendente e non formalmente responsabile di quegli atti immondi debba chiedere scusa.

Scusarsi per un massacro perpretrato da truppe comuniste formate da diverse etnie e comandate prevalentemente da serbi....
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Old 13-02-2007, 13:54   #126
ferste
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Originariamente inviato da oscuroviandante
visto che hai editato e aggiunto una parte ritiro le scuse.

Lo sai che l'entità che ha perpretato quel genocidio non esiste più?
Si chiamava Yugoslavia ,e non vedo il perchè il presidente di uno stato indipendente e non formalmente responsabile di quegli atti immondi debba chiedere scusa.

Scusarsi per un massacro perpretrato da truppe comuniste formate da diverse etnie e comandate prevalentemente da serbi....
ma dai......allora viste le nefandezze compiute dal Regno d'Italia, la Repubblica Italiana che non è formalmente responsabile di quegli atti immondi se ne dovrebbe sbattere i coglioni (per usare un francesismo)?
o facciamo questioni cavillari e di lana caprina o si parla seriamente.
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Old 13-02-2007, 13:55   #127
drakend
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Originariamente inviato da oscuroviandante
visto che hai editato e aggiunto una parte ritiro le scuse.

Lo sai che l'entità che ha perpretato quel genocidio non esiste più?
Si chiamava Yugoslavia ,e non vedo il perchè il presidente di uno stato indipendente e non formalmente responsabile di quegli atti immondi debba chiedere scusa.

Scusarsi per un massacro perpretrato da truppe comuniste formate da diverse etnie e comandate prevalentemente da serbi....
Che c'entrano le scuse per il discorso delle case con il discorso del riconoscimento delle foibe?
A parte questo io mi riferivo soprattutto al riconoscimento ufficiale di quanto avvenuto e non a delle scuse comunque: tu sei sicuramente più informato di me sulla questione e quindi vorrei sapere se la Croazia intesa come istituzioni riconosce ufficialmente quel massacro o meno.
Poi, tanto che ci siamo, mi puoi dire anche le opinioni più frequenti dei croati sempre in merito?

Io non ho niente contro la Croazia e i croati, però gli errori si sono verificati da ambo le parti e quindi è giusto che il riconoscimento di questi sia reciproco. Tu dici che i massacri delle foibe furono perpetrati principalmente dai serbi, allora esercito yugoslavo, e che adesso quell'entità non esiste più: è vero, però sta di fatto che le zone dove si verificò quella pulizia etnica appartengano alla Croazia attualmente e quindi almeno un riconoscimento di quei fatti mi pare dovuto.
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Old 13-02-2007, 13:59   #128
oscuroviandante
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Originariamente inviato da ferste
ma dai......allora viste le nefandezze compiute dal Regno d'Italia, la Repubblica Italiana che non è formalmente responsabile di quegli atti immondi se ne dovrebbe sbattere i coglioni (per usare un francesismo)?
o facciamo questioni cavillari e di lana caprina o si parla seriamente.

La Yugoslavia non esiste più , mentre l'Italia come repubblica e non come regno esiste ancora.

Giriamo la domanda: l'Italia ha mai formalmente chiesto scusa per il giogo fascista nelle regioni di Istria e Dalmazia?
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Old 13-02-2007, 14:10   #129
Feric Jaggar
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Originariamente inviato da oscuroviandante
Mesic ,ripeto, è un politico moderato e mi stupisce che si sia inalberato così.
Sicuramente il passaggio di Napolitano che parlava di un odio sanguinario degli slavi gli ha fatto esprimere quelle opinioni che ,ripeto , sono state eccessive.
Mesic', può darsi che abbia dei problemi di politica interna, magari di economia, e allora la butta in politica estera esattamente come facciamo noi. Nei Balcani, giocare la carta del patriottismo è sempre vincente, così come conquistare un titolo calcistico.

Anch'io sono stupito per le parole di Mesic', perchè ricordo bene quanto sia stato moderato il suo ruolo nella guerra del 1991-95, come nella pagina dell'assedio di Dubrovnik. Mesic' se non ricordo male fu l'ultimo presidente della Federazione.

In effetti non dovrebbe sentirsi per nulla chiamato in causa dalle parole di Napolitano; a parte la storia di Ivan Matica, non abbiamo grossi dispiaceri in piedi. Mi sarei semmai aspettato più una reazione di parte slovena (magari ricordando la pagina dei campi di concentramento di Roatta). Ci sono rogne più grosse tra Slovenia e Croazia, per questioni di confine. Ma gli affari balcanici non sono mai facili da dipanare.

Per esempio, la stessa valutazione del periodo titoista, è molto articolata nella stessa società croata (Tito era croato); chi lo considera ancora un padre della patria, chi solo un tiranno.

Non è da escludere che questa polemica sia l'occasione di sfogo di malumori anti-UE; noi diamo ancora per scontato che queste repubblichette ex-socialiste siano tutte euro-entusiaste (per convenienza), ma nella società croata ci sono una massa di reduci per i quali l'idea di far circolare liberamente gli stranieri, o lasciar loro acquisire liberamente proprietà ed attività economiche, è oscena. La guerra è finita da appena dieci anni, le ferite sono ancora fresche e quelle degli invalidi non passeranno più, ricordo che quella volta si sono addirittura spaccate le famiglie, chi stava con Zagabria e chi con Belgrado, chi abitava dalla parte sbagliata valigia sulla Zastava e fuori dalle balle con le buone o con le cattive. C'era una signora che conosco, che pur essendo una HDZ di ferro, era tenuta sotto "attenzione" perchè era malauguratamente nata a Belgrado...

Insomma, tutto questo per dire: non perdiamoci il sonno. Tra una settimana Globus (il Panorama croato) non ne parlerà più e tornerà a titolare "Miss Croazia confessa: si, sono lesbica!"*

(*) Titolo del 1992 o 1993; quando me lo tradussero, dissi: ma con tutti i cazzi che avete, andate a pensare a 'ste stronzate?
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Se c'è rimedio, perché ti disperi? Se non c'è rimedio, perché ti disperi?

Ultima modifica di Feric Jaggar : 13-02-2007 alle 14:13.
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Old 13-02-2007, 14:25   #130
ferste
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Originariamente inviato da oscuroviandante
La Yugoslavia non esiste più , mentre l'Italia come repubblica e non come regno esiste ancora.

Giriamo la domanda: l'Italia ha mai formalmente chiesto scusa per il giogo fascista nelle regioni di Istria e Dalmazia?
L'Italia ha più volte riconosciuto i crimini compiuti dal regime fascista, sia nella nazionalizzazione dell'Istria, sia per l'Albania, sia in Grecia, sia in Africa. Non ha mai estradato i propri presunti criminali di guerra....ma su questo nessuna delle ex yugoslave può insegnarci nulla, dato che i criminali di guerra siano essi serbi, croati o bosniaci o quello che vuoi......sono a riempirsi il pancione (e si tratta di roba di 10 anni fà...non 60).

A mio parere abbiamo chiesto scusa fin troppe volte........
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Old 13-02-2007, 14:44   #131
oscuroviandante
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Originariamente inviato da Feric Jaggar
cuttone [/i]
Ottima analisi ...

Mi ero perso sta cosa di miss Croazia
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Old 13-02-2007, 14:59   #132
oscuroviandante
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Originariamente inviato da ferste
L'Italia ha più volte riconosciuto i crimini compiuti dal regime fascista, sia nella nazionalizzazione dell'Istria, sia per l'Albania, sia in Grecia, sia in Africa. Non ha mai estradato i propri presunti criminali di guerra....ma su questo nessuna delle ex yugoslave può insegnarci nulla, dato che i criminali di guerra siano essi serbi, croati o bosniaci o quello che vuoi......sono a riempirsi il pancione (e si tratta di roba di 10 anni fà...non 60).

A mio parere abbiamo chiesto scusa fin troppe volte........

A quali criminali ti riferisci???

A me viene in mente solo Radovan Karadzic e Ratko Mladic.

Se ti riferisci a Gotovina , si è consegnato alle autorità e comunque le accuse di crimini di guerra sono solo politiche.....
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Old 13-02-2007, 15:09   #133
indelebile
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articolo di un giornalista istriano....mah


Perché Napolitano non ha ragione


Bruciano come benzina le dichiarazioni del presidente italiano Giorgio Napolitano e le repliche di quello croato Stipe Mesić e rischiano di destabilizzare politicamente l'alto Adriatico.

Un commento del nostro corrispondente Franco Juri
Bruciano come la benzina le dichiarazioni del presidente italiano Giorgio Napolitano e le repliche di quello croato Stipe Mesić e rischiano di destabilizzare politicamente l'alto Adriatico. Sono accuse e repliche ineluttabili e giustificate? E che cosa in realtà le motiva? Calcoli politici, crisi interne nei due paesi con tanto bisogno di nemico esterno? Sensi di colpa e svolte storiche?

A farne le spese saranno nuovamente tutti coloro che da anni si adoperano per sciogliere il nodo scorsoio dei contenziosi storici, più o meno motivati e corroborati dai fatti, lungo il confine orientale d'Italia e quello occidentale dell'ex Jugoslavia, della Slovenia e della Croazia.

A farne le spese è purtroppo anche questa volta la verità storica, svilita proprio dai tanti inni retorici alla "verità" e alla "memoria".Personalmente sono dell'avviso che nè i toni e le parole scelte da Napolitano, nè quelli di Mesić siano particolarmente degni di due presidenti democratici ed europei.

Certo, il presidente croato è sanguigno e da presidente si è permesso una serie di valutazioni (prima sulle foibe e ora in dura polemica con l'omologo italiano) poco consone ad un capo di stato, ma che allo stesso tempo, intese storicamente, potrebbero avere più di qualche ragione.

La retorica della memoria scelta da Napolitano nel suo discorso a Roma si è invece articolata seguendo degli stereotipi con evidenti sfumature antislave tipici ed esclusivi fino a qualche anno fa dell'estrema destra nazionalista, soprattutto di quella lungo il confine orientale. Una retorica e degli stereotipi di cui si poteva prevedere l'effetto e che invece vede tutto l'arco costituzionale fare quadrato bipartisan attorno al presidente. Siamo all'omologazione nazionale e patriottarda di risorgimentale memoria?

Ma andiamo per ordine. Napolitano aveva parlato, riferendosi alle vittime delle foibe, di "un moto di odio, di furia sanguinaria" e di "barbarie" e di un "disegno annessionistico slavo che prevalse nel Trattato di pace del 1947 e che assunse i sinistri contorni di una pulizia etnica". Queste parole hanno suscitato la reazione del presidente croato che ha colto in esse elementi di "razzismo e revanscismo". Mesić sbaglia? La tesi di un "espansionismo slavo" tende effettivamente ad etnicizzare, tra l'altro con la tipica smania di omologare il mondo slavo ad un concetto prenazionale, quindi involuto rispetto alla propria civiltà nazionale, un fenomeno storico ben più complesso.

Quella sull' "odio e la furia sanguinaria" attribuita a questo "espansionismo slavo" tende ad attribuire a tale fenomeno un alone di barbarie che avalla la percezione di un moto meno civile che arriva dall' est. Purtroppo tutt'oggi il grosso della stampa e della televisione italiane continuano a riprodurre lo stereotipo fondamentalmente etnicista di un mondo slavo di non meglio identificabili connotazioni nazionali. Basti leggere la cronaca nera; i malavitosi extracomunitari sono di sovente "slavi". In questa categoria etnica e dai connotati un pò razzisti vengono inclusi un pò tutti quanti provengono dal Balcani occidentali ovvero dall' ex Jugoslavia; serbi, bosniaci, croati, macedoni, rom, persino kosovari di etnia albanese.Con il termine veneto di slavi, cioé "s'ciavi", vengono invece indicati con disprezzo dai nazionalisti italiani, soprattutto nei circoli dell'estrema destra, anche gli sloveni del Friuli Venezia Giulia.

Ma Napolitano fa uso anche del lemma "milizie titine", riferendosi all'esercito jugoslavo e partigiano del maresciallo Tito. Anche qui tradisce una certa insofferenza che è paradossalmente ideologica, visto che il presidente italiano fu in quegli anni di piombo fedele compagno di partito di Palmiro Togliatti. Inoltre Napolitano allude piuttosto chiaramente ad una presunta illegittimità del Trattato di pace del 1947, con cui si pose fine agli strascichi della seconda guerra mondiale, castigando, tutto sommato moderatamente, l'Italia cui rimasero sia Trieste che Gorizia, per il suo imperialismo e razzismo fascista e la sua alleanza, fino al 1943, con la Germania di Hitler.

Pensare che tali affermazioni, fatte da un presidente europeo, non provocassero la reazione dei diretti interessati, era un'ingenuità. Mesić non e' stato "politicamente corretto" e ha scelto di dire senza tatto diplomatico quanto pensano in molti oltre confine. Ma l'elemento di maggior ipocrisia in questa vicenda è il richiamo ossessivo alla "memoria" e alla "verità storica" nei discorsi ufficiali di coloro che invece ignorano sistematicamente quanto l'indagine storica documentata ha prodotto fin' ora anche sul tema delle foibe e dell'esodo.

Ricordiamo che nel 1993, su iniziativa delle diplomazie italiana e slovena (Andreatta-Peterle) venne costituita una commissione storico-culturale mista, composta da eminenti nomi di provata competenza e autonomia accademica, di entrambi i paesi. La commissione lavorò per 7 anni, con alcune interruzioni durante il primo governo Berlusconi e nel 2001 elaborò, non senza lunghi dibattiti che percorsero la traccia di una ricerca documentata, una relazione storica in cui, sinteticamente ma in termini molto qualificati, venivano descritti e spiegati i fatti ed i fenomeni salienti nei rapporti tra italiani e sloveni dalla fine dell' Ottocento al 1954, anno del Memorandum di Londra e della conclusione, grosso modo, dell'esodo istriano-dalmata.

La relazione di una quarantina di pagine toccava tutti di fatti dolorosi a cavallo del confine, compresi il ventennio fascista, la "bonifica etnica" mussoliniana a danno di sloveni e croati, la guerra con i suoi massacri, i campi di concentramento nazifascisti, la repressione comunista, le foibe e l'esodo. Il tutto, com'è giusto e ovvio in un'analisi storica, contestualizzato, senza estrapolazioni strumentali.

Ma quella relazione, pubblicata ufficialmente solo a Lubiana, venne ignorata o persino censurata dalla Farnesina. Solo Il Piccolo di Trieste la pubblicò in anticipo, bruciandone un pò la valenza politica. Il governo italiano non ne volle sapere invece nulla. Perché? Perché nel centrosinistra italiano era già avviata la metamorfosi politica dell'ex PCI, ovvero dei Democratici di sinistra che, ispirati prima dal triestino Stelio Spadaro, poi da Luciano Violante e da Piero Fassino, vedevano nel revisionismo storico uno strumento efficace non solo di "espiazione" e "purificazione", ma anche e soprattutto di allontanamento simbolico dai postulati comunisti, che la destra continuava a attribuirgli.

In questo dilagare del revisionismo e anche di un certo negazionismo delle responsabilità dell'Italia fascista nelle tragedie lungo il confine orientale, c'è stata una corsa alla "memoria" in cui una certa sinistra ha tentato di scavalcare pure l'estrema destra, assumendone i toni e le interpretazioni, spesso e volentieri improntate ad un disprezzo per il mondo slavo ed il suo "odio sanguinario". E così, nonostante l'indagine storica non confermi la tesi del genocidio e delle pulizia etnica "titina", ma documenta una violenza reattiva e una repressione politica di cui fecero le spese, oltre a nazisti e collaborazionisti, anche civili innocenti e oppositori politici di diversa etnia, si avalla il mito dei 20 mila infoibati "solo perché italiani". La relazione storica parla di "alcune centinaia di infoibati", mentre le ricerche della storica Nevenka Troha, indubbiamente una dei più onesti e coraggiosi esperti di massacri del dopoguerra, portano la cifra approssimativa dele vittime delle foibe ad un massimo di 1600. E poi si continua a parlare di 350 mila esuli istriani e dalmati, ignorando che la ricerca storica documenta circa 204 mila persone che lasciarono con l'esodo i territori ex italiani.

Roma continua a ignorare lo sforzo degli storici di offrire un quadro il più possibilmente obiettivo di quanto avvenne attorno al confine orientale durante e dopo la seconda guerra mondiale. Il mito avallato e istituzionalizzato con particolare enfasi retorica e calcolo politico viene assurto ora a religione di stato. La proposta, fatta a più riprese da alcuni storici e politici, di aprire la tristemente famosa foiba di Basovizza per verificare cosa e quanto contenga in verità, anche per dare un'identità e degna sepoltura ai resti umani lì rinchiusi, è stata sempre energicamente censurata dai sostenitori delle tesi di un genocidio antiitaliano. Strano, la pietas viene in verità sepolta dai timori di veder apparire una realtà diversa? Chi ha in verità timore della verità storica? Chi perpetua in verità la "congiura del silenzio"?
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Sono contrario al matrimonio dei preti: se fanno figli, siamo finiti. (cit)
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Old 13-02-2007, 15:10   #134
indelebile
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Napolitano e le foibe
12.02.2007

Apprezzato in patria, meno oltre Adriatico. In un editoriale di “Novi List”, quotidiano fiumano, si accusa il Presidente Napolitano di revisionismo. Lo spunto è dato dal discorso fatto al Quirinale in occasione del “Giorno del ricordo”. Nostra traduzione
Di Damir Grubisa, 12 febbraio 2007, Novi List (tit. orig. Napolitanov revizionistički govor )

Traduzione per Osservatorio sui Balcani: Ivana Telebak

Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano Nonostante in Italia il tema principale sia il campionato di calcio e le polemiche dei magnati del calcio con il Governo e con il suo decreto con il quale si prevede di giocare le partite di calcio soltanto negli stadi che rispettano le severe condizioni di sicurezza, c'è comunque un tema che ha superato i dibattiti calcistici.

E' il tema al quale è dedicato “Il giorno del ricordo”, proclamato dal Governo Berlusconi il 10 febbraio come giorno della memoria per le vittime delle foibe e le uccisioni dopo la Seconda guerra mondiale. Questa volta il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano non ha soltanto proseguito con la prassi adottata anche dall'ex presidente italiano Ciampi, ma ha anche dato un certo contributo all'escalation del revisionismo storico.

Parlando alla cerimonia al Quirinale, dove ha consegnato l'onorificenza e le medaglie alla memoria a trenta cugini italiani uccisi “durante la persecuzione etnica avviata dalla milizia titina (si riferisce a Tito) alla fine della guerra” come scrive “La repubblica” di Roma, Napolitano ha parlato in modo insolitamente severo e non critico dei crimini che hanno avuto come esito le foibe, esecuzioni sommarie nelle fosse carsiche dell'Istria e della costa slovena, dove hanno incontrato la morte fra il 1943 e il 1945 molti collaboratori fascisti, criminali nazisti in cerca di vendetta, ma anche molte vittime innocenti.

Invece, Napolitano ha presentato questa tragedia in modo unilaterale, sottolineando che il “dramma del popolo giuliano-dalmata è stato creato da un moto d'odio e furia sanguinaria, e dal piano slavo annessionista che assunse i sinistri contorni di una pulizia etnica”. In nessun modo Napolitano ha detto che il problema delle foibe è molto più complesso, e che nonostante il fatto che i crimini e le uccisioni degli innocenti non si possano giustificare con alcuna vendetta, con “l'ira giusta” o la bestialità criminale, il sottacere l'insieme del problema porta necessariamente alla sua riduzione e consente la manipolazione politica.

La coscienza sporca

Con nessuna parola Napolitano ha nominato la pulizia etnica che il fascismo italiano iniziò dai primi giorni in cui salì al potere, e che fu annunciato nel discorso di Mussolini nel 1919 a Pola. Dal 1922 l'Italia fascista ha fatto la pulizia etnica della popolazione slava, slovena e croata, e dopo che la guerra fu iniziata il governo del terrore si trasformò in terrore contro la popolazione innocente, spesso senza alcun motivo, soltanto per spaventare e per terrorizzare. Con il sottacere ciò che ha preceduto le foibe, si sottace una parte della verità storica, anche se quello che è successo durante il terrore fascista in Istria, sulla costa slovena e croata e in Dalmazia, non può in nessun modo giustificare i crimini commessi dopo la guerra. Certamente in queste esecuzioni sommarie nelle foibe ci sono stati elementi anche della mal interpretata “lotta di classe” ed elementi della pulizia etnica, delle liquidazioni politiche, ma ci sono state anche le rese dei conti individuali, criminali, le vendette classiche e i vandalismi dei vincitori.

Le parole di Napolitano sono forse la resa dei conti anche con la coscienza sporca, perché il Partito comunista italiano, dove Napolitano ha giocato uno dei ruoli fondamentali per molto tempo, ha sottaciuto i crimini commessi nelle foibe, come anche la politica jugoslava che ha negato in modo decisivo fatti evidenti. In ogni caso, le parole di Napolitano hanno avuto il consenso fra le file dell'estrema destra, ma anche dall'altra parte della barriera politica. E' comprensibile che il postfascista Gianfranco Fini abbia lodato Napolitano, perché questa è la conferma della sua politica revisionista, che spinse anche il governo Berlusconi sulle tracce del revisionismo storico. E' comprensibile anche la reazione dei democristiani, i quali secondo Lorenzo Cesa sostengono il “coraggio e l'onesta intellettuale” di Napolitano che fanno luce su uno “dei periodi più bui della storia moderna”.

Il nuovo conformismo

Ma è meno comprensibile l'entusiasmo fra le fila del governo. Così il vice premier Rutelli ha salutato le parole del Presidente della Repubblica, affermando che è un bene che il sostegno arrivi dalle fila sia del governo che dell'opposizione. Anche Pecoraro Scanio, il leader dei Verdi e Formisano del Partito l'Italia dei Valori hanno sostenuto Napolitano. Le uniche osservazioni sono giunte dalle file dell'estrema sinistra. Così Jacopo Venier del Partito dei Comunisti Italiani ha avvertito che bisogna avere la forza di opporsi al nuovo conformismo che oggi impone la lettura parziale e strumentale della drammatica storia del confine orientale. Il fenomeno delle foibe non può essere analizzato, senza parlare anche della bestiale crudeltà fascista verso la popolazione slava.

Giovanni Russo Spena del Partito della Rifondazione Comunista aggiunge che gli avvenimenti storici devono essere ricostruiti nella loro complessità, e non si devono dimenticare le uccisioni di massa fasciste nei “villaggi balcanici”. Ma queste sono soltanto le rare voci dissonanti. Il discorso di Napolitano ha avuto una grande risposta anche nella regione Friuli Venezia Giulia, dove il governo ha organizzato numerose manifestazioni, anch'esse passate senza menzionare i crimini fascisti. Anche nelle altre città dell'Italia è successo lo stesso, soltanto a Firenze e a Carrara si sono scontrati gli organizzatori ufficiali, principalmente della postfascista Alleanza nazionale, con i manifestanti che volevano sentire anche la condanna del fascismo. Il discorso di Napolitano non rimarrà senza conseguenze anche per il rapporto croato- italiano. E' triste che Napolitano con il suo atteggiamento unilaterale abbia aggiunto benzina sul fuoco e abbia accettato la manipolazione politica dei fatti storici, il che non può contribuire a quella “riconciliazione” per la quale i politici italiani si impegnano a parole. Adesso si vede che il seme del berlusconismo ha dato anche dei frutti molto pericolosi, e che hanno abboccato anche i membri del centro sinistra, entrati facilmente nello schema del revisionismo storico che gli ha imposto l'ex governo Berlusconi. Questo clima non farà che rimandare la riconciliazione storica fra Croazia e Italia e contribuirà all'escalation di reciproche accuse e risentimenti, da entrambe le parti.
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Old 13-02-2007, 15:14   #135
lowenz
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Italia ha mai formalmente chiesto scusa per il giogo fascista nelle regioni di Istria e Dalmazia?
Fosse per me dovrebbe chiedere scusa anche per Fiume e per la Reggenza Italiana del Carnaro.

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Old 13-02-2007, 15:22   #136
Feric Jaggar
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Ottima analisi ...

Mi ero perso sta cosa di miss Croazia
Guarda, non ti sei perso niente; la società croata, alla faccia del "bel tempo che fu" e di certe suggestioni su un'arcadia georgico-bucolica da quadro naif, è fatta di persone e di situazioni molto estreme e a volte molto contraddittorie.

Per cui, anche i loro politici non li dobbiamo prendere troppo sul serio. L'HSP poi è meglio che stia proprio zitto. A parte i casini che hanno fatto col discorso delle milizie, una volta sono andato a visitare la loro sede di Sisak; beh, c'era una cartina della Croazia come doveva essere secondo i "Hrvatski Antuni" (Pavelic', Radic', Starcevic'), che comprendeva mezza Bosnia e mezza Venezia Giulia. Sulla base di quella cartina, oggi saremmo stati in guerra.

FORTUNATAMENTE ci sono relazioni di marineria, di turismo, di amicizia e commerciali tra le due coste che prescindono da queste fesserie e se ne fregano dei politici. Da dietro casa mia parte l'annuale regata dell'amicizia, andata e ritorno con Rovigno, e l'aliscafo per la gita a Pola

La prossima volta che Mesic' si fa venire i mal di pancia, gli organizziamo un match di pugilato con Calderoli.
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Old 13-02-2007, 15:29   #137
indelebile
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INTERVENTO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
GIORGIO NAPOLITANO
IN OCCASIONE DELLA CELEBRAZIONE DEL "GIORNO DEL RICORDO"


Quirinale, 10 febbraio 2007






Lo scorso anno il Presidente Ciampi volle che si svolgesse qui la prima cerimonia di conferimento della medaglia del "Giorno del Ricordo" a famigliari delle vittime - come recita la legge dell'aprile 2004 - "delle foibe, dell'esodo e della più complessiva vicenda del confine orientale". Raccolgo l'esempio del mio predecessore a conferma del dovere che le istituzioni della Repubblica sentono come proprio, a tutti i livelli, di un riconoscimento troppo a lungo mancato. Nell'ascoltare le motivazioni che hanno questa mattina preceduto la consegna delle medaglie, abbiamo tutti potuto ripercorrere la tragedia di migliaia e migliaia di famiglie, i cui cari furono imprigionati, uccisi, gettati nelle foibe. E suscitano particolare impressione ed emozione le parole : "da allora non si ebbero di lui più notizie", "verosimilmente" fucilato, o infoibato. Fu la vicenda degli scomparsi nel nulla e dei morti rimasti insepolti.
Una miriade di tragedie e di orrori ; e una tragedia collettiva, quella dell'esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati, quella dunque di un intero popolo. A voi che siete figli di quella dura storia, voglio ancora dire, a nome di tutto il paese, una parola di affettuosa vicinanza e solidarietà.
Da un certo numero di anni a questa parte si sono intensificate le ricerche e le riflessioni degli storici sulle vicende cui è dedicato il "Giorno del Ricordo" : e si deve certamente farne tesoro per diffondere una memoria che ha già rischiato di esser cancellata, per trasmetterla alle generazioni più giovani, nello spirito della stessa legge del 2004. Così, si è scritto, in uno sforzo di analisi più distaccata, che già nello scatenarsi della prima ondata di cieca violenza in quelle terre, nell'autunno del 1943, si intrecciarono "giustizialismo sommario e tumultuoso, parossismo nazionalista, rivalse sociali e un disegno di sradicamento" della presenza italiana da quella che era, e cessò di essere, la Venezia Giulia. Vi fu dunque un moto di odio e di furia sanguinaria, e un disegno annessionistico slavo, che prevalse innanzitutto nel Trattato di pace del 1947, e che assunse i sinistri contorni di una "pulizia etnica".
Quel che si può dire di certo è che si consumò - nel modo più evidente con la disumana ferocia delle foibe - una delle barbarie del secolo scorso. Perché nel Novecento - l'ho ricordato proprio qui in altra, storica e pesante ricorrenza (il "Giorno della Shoah") - si intrecciarono in Europa cultura e barbarie. E non bisogna mai smarrire consapevolezza di ciò nel valorizzare i tratti più nobili della nostra tradizione storica e nel consolidare i lineamenti di civiltà, di pace, di libertà, di tolleranza, di solidarietà della nuova Europa che stiamo da oltre cinquant'anni costruendo. E' un'Europa nata dal rifiuto dei nazionalismi aggressivi e oppressivi, da quello espressosi nella guerra fascista a quello espressosi nell'ondata di terrore jugoslavo in Venezia Giulia, un'Europa che esclude naturalmente anche ogni revanscismo..
Il caro amico Professor Paolo Barbi - figura esemplare di rappresentante di quelle terre, di quelle popolazioni e delle loro sofferenze - ha mirabilmente ripercorso la sua esperienza : specie quando ha parlato del "sogno" e del progetto europeo in cui egli ed altri cercarono in modo illuminato il risarcimento e il riscatto oltre l'incubo del passato e l'amarezza del silenzio.
Ed è giusto quel che egli ha detto : va ricordato l'imperdonabile orrore contro l'umanità costituito dalle foibe, ma egualmente l'odissea dell'esodo, e del dolore e della fatica che costò a fiumani, istriani e dalmati ricostruirsi una vita nell'Italia tornata libera e indipendente ma umiliata e mutilata nella sua regione orientale. E va ricordata - torno alle parole del Professor Barbi - la "congiura del silenzio", "la fase meno drammatica ma ancor più amara e demoralizzante dell'oblio".
Anche di quella non dobbiamo tacere, assumendoci la responsabilità dell'aver negato, o teso a ignorare, la verità per pregiudiziali ideologiche e cecità politica, e dell'averla rimossa per calcoli diplomatici e convenienze internazionali.
Oggi che in Italia abbiamo posto fine a un non giustificabile silenzio, e che siamo impegnati in Europa a riconoscere nella Slovenia un amichevole partner e nella Croazia un nuovo candidato all'ingresso nell'Unione, dobbiamo tuttavia ripetere con forza che dovunque, in seno al popolo italiano come nei rapporti tra i popoli, parte della riconciliazione, che fermamente vogliamo, è la verità. E quello del "Giorno del Ricordo" è precisamente, cari amici, un solenne impegno di ristabilimento della verità.

Il comunicato dell'Ufficio del Presidente della Repubblica di Croazia Stjepan Mesic, in risposta al discorso del Presidente italiano Giorgio Napolitano tenuto durante la commemorazione del "Giorno del Ricordo". Nostra traduzione

Il presidente della Repubblica, Stjepan Mesic, è spiacevolmente sorpreso dal contesto e dal tono delle ultime dichiarazioni che provengono dal vertice statale della vicina Italia, e non solo si riferiscono ad alcuni aspetti della storia recente, ma ledono anche i rapporti attuali della Repubblica italiana e della Repubblica croata.
Queste dichiarazioni, nelle quali è impossibile non badare agli elementi di aperto razzismo, revisionismo storico e revanscismo politico, certamente sono molto difficili da inserire nel desiderio dichiarato di avanzamento dei rapporti bilaterali dei due Paesi. Il presidente Mesic di recente in più occasioni ha detto molto chiaramente che bisogna condannare i singoli crimini commessi dalla parte vincente durante e dopo la fine della Seconda guerra mondiale. Si è impegnato, tuttavia, per un’osservazione ampia del contesto storico e si è opposto al sottacere dei fatti, ed anche alla trasformazione dei perdenti storici in vincitori storici.

Il presidente della Repubblica considera sconcertante e potenzialmente estremamente pericoloso porre in questione l’Accordo di pace firmato dall’Italia nel 1947. Bisogna ricordare a qualcuno cosa provocò l’arringa contro l’accordo di pace di Versailles, con il quale fu conclusa la Prima guerra mondiale? Per la Repubblica di Croazia è assolutamente inaccettabile qualsiasi messa in questione dell’Accordo di Osimo, stretto tra la Jugoslavia e l’Italia, assunto dalla Repubblica di Croazia come uno dei successori della ex federazione. Il presidente Mesic crede fermamente nella necessità di un ulteriore sviluppo dei rapporti amichevoli fra Italia e Croazia e nella prosperità di questi rapporti - non solo nell’interesse dei due Paesi, ma anche dell’Europa che si sta unendo. Contemporaneamente Egli crede necessario alzare una voce di protesta contro ogni tentativo di mettere in dubbio, per qualsiasi motivo e dietro qualsiasi scusa, le basi sulle quali si costruisce l’Europa unita, e fra le quali l’antifascismo ha un posto prominente.
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Old 13-02-2007, 15:33   #138
Feric Jaggar
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Old 13-02-2007, 15:35   #139
lowenz
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Non dimentichiamoci di chiedere scusa per le spedizioni di Pompeo contro gli Illiri...
Sì OK, ma guarda che Fiume fu bombardata perchè D'Annunzio fece il cazzone

http://it.wikipedia.org/wiki/Fiume_(Croazia)
nel giugno 1920, l'atteggiamento ufficiale dell'Italia nei confronti dello Stato costituitosi a Fiume si indurì. Il 12 novembre, Italia e Jugoslavia conclusero il Trattato di Rapallo, che faceva di Fiume uno Stato indipendente, secondo un regime accettabile a entrambe le parti, stabilendo quindi la libera elezione di un'assemblea costituente della città stato.

La risposta di d'Annunzio fu stravagante: la sua dichiarazione di guerra all'Italia provocò un bombardamento, da parte delle Forze Armate italiane, che lo indusse a consegnare la città alla fine dell'anno; la battaglia dei legionari italiani contro i governativi italiani, comandati dal generale Enrico Caviglia, iniziò il 24 dicembre e durò cinque giorni definiti dallo stesso Vate il Natale di Sangue; alla fine si contarono decine di morti tra militari e civili oltre numerosi feriti. Le truppe italiane entrarono in Fiume nel gennaio 1921.

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Old 13-02-2007, 15:42   #140
oscuroviandante
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Beh ... mica ci faremo mancare la Festa delle Sardelle a Fazana per queste stronz@te

Una volta ebbi una discussione con alcuni HOS sulla cartina geografica che mi fecero vedere ..ad un certo punto quando gli feci capire che il confine nord era voluto dai comunisti e che nulla aveva da spartire con la loro visione della NDH ,cominciai ad aver paura della mia integrità fisica

Per fortuna la discussione finì in qualche litro di birra e diversi bicchieri di Rakjia.......
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