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#81 | |
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#82 |
Senior Member
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Data: Settembre 2004
ASPETTANDO LA FINANZIARIA Con il menu 2005 tagli a welfare e sanità Al di là del cambiamento della forma, nella sostanza il passaggio del testimone Tremonti-Siniscalco mostra senza soluzione di continuità l'opacità della politica economica del governo al momento delle scelte. La Finanziaria da 35 miliardi di euro rischia di scontare già ora una nuova manovra correttiva. Sia alla luce di un tasso di crescita programmato in rialzo del 2,1% per il 2005, considerato irrealistico, sia se si calcola che il probabile aumento dei tassi di interesse dell'eurozona porterà ad ulteriori aggravi nella spesa per interessi del debito pubblico. di Raffaella Cascioli Non è uomo da stupire con effetti speciali come il suo predecessore, ma il vizio di raccontare mezze verità, per non dire qualcos'altro, è rimasto. Domenico Siniscalco preferisce ostentare una flemma inglese e alle keynesiane dottrine casarecce di Tremonti oppone la trasposizione all'italiana del britannico metodo Brown. Nella sostanza, però, a meno di dieci giorni dal varo della Finanziaria 2005 finora non è certa nemmeno l'entità della manovra figurarsi la reale composizione. L'unica certezza, al momento, è che il governo si presenterà con qualcosa in mano domani sia all'incontro convocato in mattinata con Regioni ed enti locali sia al vertice con le parti sociali dove riunirà intorno al tavolo ben 36 associazioni. A fronte di un clima economico e industriale in stallo per non dire di peggio, con il turismo costretto a far da Cenerentola del sistema Italia dopo tre anni di abbandono da parte del governo, l'esecutivo si accinge a presentare con disinvoltura una manovra da 35 miliardi di euro basata, a suo dire, in drastici tagli alla spesa pubblica inutile senza tuttavia mettere la mano nei portafogli degli italiani. Un assunto che rappresenta, già di per sé, una contraddizione in termini e che, se unito all'irrealistico annuncio del premier sull'aumento del potere d'acquisto degli italiani nel 2005, dà la misura dell'ennesima favola mediatica che l'esecutivo si sta apprestando a scrivere. Se ieri il direttore generale del Fondo monetario internazionale Rodrigo Rato ha auspicato per l'Italia l'adozione di una politica di bilancio credibile come unico contesto nel quale il settore privato potrà riprendere a crescere, il presidente uscente della commissione europea Romano Prodi ha chiesto maggiore chiarezza sulle dimensioni della finanziaria invitando Siniscalco ad illustrare in parlamento il reale quadro della situazione: "Sulla Finanziaria c'è assoluta continuità fra Tremonti e Siniscalco; la dimensione della manovra è di oltre 30 miliardi di euro senza contare alcuna riduzione delle tasse. Se ci fosse una riduzione delle tasse la cifra sarebbe superiore". E la cifra rischia di scontare anche per il prossimo anno una manovra correttiva sia alla luce di un tasso di crescita programmato in rialzo del 2,1% per il 2005, considerato irrealistico, sia se si calcola che il probabile aumento dei tassi di interesse dell'eurozona porterà ad ulteriori aggravi nella spesa per interessi del debito pubblico, non compensati dall'avanzo primario ridotto ormai al lumicino. Se Siniscalco ha dalla sua di aver messo insieme a luglio scorso una manovra-bis in grado di non far affondare i conti italiani per il 2004, la Finanziaria del 2005 si presenta come un'altra storia. Prima di tutto perché il menu cambia giorno dopo giorno senza che vi sia alcuna concreta indicazione su dove si intenda agire se non ovviamente per quanto riguarda il tetto del 2%. Tuttavia, spiega Paolo Giaretta vicepresidente del gruppo della Margherita al Senato, "gli aumenti percentuali a legislazione vigente per i maggiori capitoli di spesa sono ben superiori al tetto del 2%". Se pensioni, sanità, beni e servizi oltre alle spese in conto capitale crescono ben oltre il 2% è evidente che tagli oltre questo tetto comporteranno un aggravio indiretto per i cittadini. Non è un caso che proprio in questi giorni il Tesoro stia mettendo a punto un nuovo tetto alla spesa farmaceutica sulla falsariga del decreto approvato prima dell'estate e stia valutando la possibilità di adottare controlli più stringenti sulle prestazioni delle Asl e sull'esenzione dal ticket sui farmaci. Dunque, per essere un governo che non intende affondare le mani nelle tasche dei cittadini, si può dire che in forma educata l'esecutivo del dopo Tremonti continua a raccontare mezze verità. Come, ad esempio, che ridurrà l'Irpef mostrando così la buona fede del premier che continua a promettere da tre anni il taglio delle tasse. Poco si dice sul fatto che, a fronte di qualche briciola a livello nazionale, il governo sbloccherà le addizionali regionali e locali, congelate nel 2003. E qui l'iniquità assurgerà a materia di legge visto che l'imposizione a livello locale, spiega ancora Giaretta, è la più iniqua in quanto finisce normalmente per incidere o sull'Ici o sull'accesso ai servizi pubblici che rappresentano una componente importante del bilancio familiare. "L'iniquità di questo spostamento dell'imposizione fiscale da centrale a locale è ancora più lampante perché la capacità impositiva degli enti locali è concentrata su beni incomprimibili" spiega Giaretta, secondo cui a fronte di un aumento della pressione fiscale a carico delle famiglie c'è una riduzione del rapporto quantità/qualità dei servizi resi. E se sul fronte del pubblico impiego ancora non si è sciolto il nodo riguardo al possibile tetto del 2% per il rinnovo del contratto, sul fronte delle imprese si è parlato unicamente di riduzione di sostegni agli investimenti alle imprese. Di fatto, al di là del cambiamento della forma, nella sostanza il passaggio del testimone Tremonti-Siniscalco mostra senza soluzione di continuità l'opacità della politica economica del governo al momento delle scelte. E mentre inizia a farsi strada l'idea di prorogare il condono fiscale, visto che i commercialisti hanno escluso che dalla revisione degli studi di settore possa saltar fuori un gettito da 4 miliardi di euro, l'atteso incontro tra Siniscalco e il collega del Welfare Maroni che, in un primo momento, era previsto per ieri si terrà stamattina a palazzo Chigi. Due i nodi da sciogliere: l'ennesimo fumo negli occhi agli italiani con l'estensione del bonus di 1.000 euro al primo figlio ma soprattutto il tetto del 2% per i rinnovi contrattuali del pubblico impiego. La verità è che passano i ministri ma la ricetta del governo Berlusconi resta sempre la stessa: dissimulare. |
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#83 | |
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Iscritto dal: Dec 2001
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Eppure, per voce dello stesso ministero dell'economia: Il governo taglia le tasse e le tasse in realtà aumentano. A dirlo è lo stesso ministero dell’Economia nel bilancio del dipartimento per le politiche fiscali. I dati parlano chiaro: le tasse locali nei... Il governo taglia le tasse e le tasse in realtà aumentano. A dirlo è lo stesso ministero dell’Economia nel bilancio del dipartimento per le politiche fiscali. I dati parlano chiaro: le tasse locali nei primi due mesi del 2005 hanno messo a segno un balzo del 30,3% delle entrate tributarie, più di quattro volte oltre il +6,9% fatto registrare dalle entrate fiscali dello Stato. IL totalizzatore degli incassi gira velocemente soprattutto per le regioni che tra Irap e addizionale hanno incassato oltre 700 milioni in più in soli due mesi, con una crescita del 67,3% dell' Irpef regionale e del 18,6% dell' Irap. Ma, in proporzione, anche l' addizionale comunale non sfigura, con un incremento del 57%, che equivale a 73 milioni in più. L' addizionale regionale Irpef è quella che è salita di più: il balzo è stato del 67,3% e il gettito è salito a 875 milioni di euro, contro i 523 del primo bimestre 2004. L’Irap sale invece del 18,6%: l' imposta regionale sulle attività produttive, anche se messa in discussione dalla Corte di Giustizia di Bruxelles, non tradisce le casse delle amministrazioni regionali. Ha messo a segno un incremento di gettito del 18,6%, con un incasso che è passato da 1.933 a 2.292 milioni di euro (+359 milioni). In questo caso è però l' Irap versata dai privati a segnalare il trend più forte di crescita: un +57% che si traduce in 125 milioni di euro versate in più. L’Irpef comunale ha visto maggiori incassi del 57%. Il... |
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#84 | |
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quelli che guadagnao di più sono i redditi molto bassi, e quelli tendenzialmente alti
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And love is not the easy thing.... The only baggage you can bring Is all that you can't leave behind |
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#85 | |
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#86 | |
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#87 | |
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Forse del taglio dei trasferimenti dallo stato centrale non accompagnato da alcuna riforma (che sempre costa per essere attuata)? Ciao Federico |
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#88 | |
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Iscritto dal: Jan 2002
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#89 | |
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Se è crisi è crisi per tutti e tutti dobbiamo fare sacrifici, da una parte lo stato centrale a dall'altra regioni, provincie e comuni. Troppo facile dare sempre la colpa agli altri.
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焦爾焦 |
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#90 | |
Senior Member
Iscritto dal: May 2001
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forse forse che le attuali aliquote sono state stabilite dalle precedenti giunte e consigli regionali? sono meno di due mesi che sono state fatte le ultime elezioni. ![]() |
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#91 | |
Senior Member
Iscritto dal: May 2003
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Per le elezioni, ora le giunte avranno tutto il tempo di diminuire le tasse e rilanciare l'economia regionale, vedremo i risultati spero a presto.
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焦爾焦 |
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#92 | |
Senior Member
Iscritto dal: May 2001
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#93 | |
Senior Member
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Ciao Federico |
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#94 | |
Senior Member
Iscritto dal: Dec 2001
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Insomma, i dati parlano chiaro, dati che provengono dallo stesso ministero dell'economia. C'è da tenere poi in conto, anche, che i comuni interessati al blocco delle addizionali sono solo quelli oltre i 3.000 abitanti. Poi, non so quanto possa aver inciso il nuovo corso politico nelle regioni passate al csx, poichè i dati diffusi fanno riferimento ai primi DUE (2) mesi del 2005. Le elezioni regionali sono state ad APRILE...a buon intenditor ![]() |
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#95 | |
Senior Member
Iscritto dal: Dec 2001
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#96 | |
Senior Member
Iscritto dal: Jan 2002
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#97 | |
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Tutto rigorosamente IMHO Per i messaggi contrassegnati da *: IMHO un par di balle! Salva un albero, uccidi un castoro. |
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#98 | |
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Iscritto dal: Feb 2001
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noi, stato centrale, abbiamo rinunciato a riscuotere certe tasse i cui proventi rigiravamo agli enti locali (ma ci siamo guardati bene da toccare i nostri appannaggi), dunque è colpa esclusiva degli enti locali se loro le alzano perchè non riescono a fare con meno. Ciao Federico |
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#99 | |
Senior Member
Iscritto dal: Dec 2001
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Tuttavia il punto è un altro, ossia la chiarezza. Il governo non può venire a fare operazioni di pura propaganda dicendo che ha tagliato le tasse quando, proprio per questo, alla fine il peso fiscale generale che grava su tutti noi in realtà aumenta, e di parecchio. Insomma, sin dal 1994 il berlusca ha fatto il gioco delle tre carte, e ci ha provato anche stavolta, tanto che sapendo benissimo che il suo finto taglio fiscale avrebbe causato un aumento delle addizionali ha pensato bene di mettere un freno, in finanziaria, propiro alla facoltà degli enti pubblici di avvalersi di questa opportunità. Comunque fallendo nel suo intento, poichè queste, le addizionali, sono comunque aumentate, e perchè anche i comuni hanno altre imposte o tributi per racimolare fondi, su tutti l'ICI che, guarda caso, è aumentata e non di poco. Ma volete sapere l'ultima? A quanto pare stanno parlando di aumentare l'IVA di un punto percento...sempre a proposito di riduzione fiscale diretta di uno, ma aumento di quella indiretta di dieci. Ciao |
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#100 |
Senior Member
Iscritto dal: May 2001
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Posso chiedervi come si conciliano queste tre accuse che muovete:
-"hanno alzato le tasse" -"hanno ridotto i servizi" -"hanno lasciato un buco nei conti pubblici" Algebricamente, sembrerebbero incompatibili. |
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