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#781 | |
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Senior Member
Iscritto dal: Aug 2005
Città: prov di NA
Messaggi: 888
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una persona cosi' non e' degna di governare una regione |
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#782 | |
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Senior Member
Iscritto dal: Aug 2005
Città: prov di NA
Messaggi: 888
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#783 | |
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Senior Member
Iscritto dal: Feb 2006
Messaggi: 2839
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nella richiesta delle dimissioni fatta a Marrazzo a sinistra, quanto c'è di reale e disinteressato "senso civico" e quanta paura c'è invece che il perdurare di Marrazzo alla guida della regione Lazio possa danneggiare ancora più delle sue stesse dimissioni l'aspettativa di tenersi la regione in vista della prossime elezioni amministrative e regionali? |
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#784 | |
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Senior Member
Iscritto dal: Aug 2005
Città: prov di NA
Messaggi: 888
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per me quell'uomo non puo' stare alla guida di una regione.punto. (ovviamente me ne dispiace e sono deluso) |
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#785 | |
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Member
Iscritto dal: Feb 2008
Città: Milano
Messaggi: 108
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Vuoi un ripasso dal solito libro di Imposimato? http://orizzonteinfinito.blogspot.co...t-3-parte.html |
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#786 |
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Senior Member
Iscritto dal: Apr 2008
Città: Rovereto
Messaggi: 2735
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la candidatura alle prossime regionali l'aveva già 'formalizzata', il marrazzo, o erano ancora nella fase 'trattative'?
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Godo, vedere come è ridotto il PCI non ha prezzo ![]() 5774_10_shevat |
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#787 | |
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Senior Member
Iscritto dal: Jul 2002
Città: Reggio Calabria -> London
Messaggi: 12112
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Ma comunque, mi spiegheresti perchè non ti ho mai sentito stigmatizzare Ilvio, per l'uso improprio dei VOLI DI STATO la cui indagine è stata archiviata SOLO ED ESCLUSIVAMENTE perchè lui ha cambiato la legge? E non ti da minimamente fastidio che grazie a quella modifica il traffico dei voli di stato è TRIPLICATO rispetto all'anno precedente? Non ti da fastidio che tutti NOI dobbiamo sborsare il TRIPLO per gli aerei di stato grazie al solito noto che si autoassolve cambiando le leggi e fregandosene del NOSTRO portafoglio?
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#788 | |
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Bannato
Iscritto dal: Mar 2008
Città: Villabate(PA)
Messaggi: 2515
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http://www.voglioscendere.ilcannocch...travaglio.html Di Pietro, Previti e il dossier Gorrini In quei giorni Di Pietro riceve una telefonata: la telefonata gli arriva dall’allora Ministro della Difesa, Cesare Previti. Cesare Previti era il Ministro della Difesa ma avrebbe dovuto, secondo i desideri di Berlusconi e di Previti, essere il Ministro della Giustizia, Scalfaro aveva imposto che fosse spostato alla difesa, mentre alla giustizia era andato Alfredo Biondi. Ma tutti sanno che Previti tirava i fili da dietro le quinte e si occupava molto di giustizia, infatti Previti telefonò a Di Pietro per dirgli qualcosa che riguardava il Ministero della Giustizia, ovvero che il Ministero della Giustizia aveva avviato un’ispezione disciplinare contro Di Pietro a partire da un dossier: un dossier che poi fu chiamato dai giornali il dossier Gorrini, chi era Gorrini? Un assicuratore che conosceva Di Pietro, proprietario della Maa Assicurazioni, navigava in cattive acque, era sotto processo per bancarotta e reati societari, era con l’acqua alla gola e conseguentemente aveva passata quell’estate del 94 alla ricerca di aiuto e, naturalmente, si era rivolto anche all’entourage di Berlusconi; in particolare, era andato a trovare Paolo Berlusconi e gli aveva raccontato di quando un suo collaboratore della Maa Assicurazioni, un certo Rocca, che era molto amico di Di Pietro e che andava a caccia insieme a Di Pietro, aveva aiuto quest’ultimo anni prima in un momento di difficoltà, prestandogli 100 milioni di lire, quando Di Pietro doveva mettere su una casetta per suo figlio di primo letto, che non andava d’accordo con la seconda moglie di Di Pietro e conseguentemente doveva andare a vivere da solo e Rocca gli aveva prestato 100 milioni, che poi Di Pietro aveva restituito dopo l’inizio di mani pulite, in quanto aveva scritto un libro sulla Costituzione, lui era molto famoso e quindi aveva incassato molti diritti d’autore, allora aveva restituito quei soldi. E poi Gorrini racconta che sempre Rocca, quando Di Pietro, anni prima di mani pulite, aveva fuso la sua automobile, una Ritmo, gli aveva dato una Mercedes usata di quelle che stavano lì nei magazzini, nei parcheggi dell’assicurazione e che poi Di Pietro aveva utilizzato per un certo periodo e poi l’aveva venduta al suo Avvocato. Gorrini che cosa fa? Da questi due fatti veri, diciamo pure inopportuni per un magistrato, in quanto un magistrato non deve farsi prestare i soldi neanche dal suo migliore amico proprio per non dover, in qualche modo, dei favori a qualcuno, i soldi se li vuole se li fa prestare dalla banca facendo un mutuo, da questa leggerezza, a questo comportamento inopportuno di Di Pietro Gorrini ci mette un carico da cento, cioè aggiunge che in realtà quelli non erano stati dei prestiti fatti da Rocca a Di Pietro per amicizia, ma erano vere e proprie estorsioni fatte da Di Pietro, quindi da un magistrato, da un pubblico ufficiale, conseguentemente concussioni, nei confronti di Gorrini, per cui Di Pietro avrebbe ottenuto quei soldi e quella Mercedes in cambio di un trattamento di favore nei processi che Gorrini stava avendo a Milano per le disavventure finanziarie della sua Maa Assicurazioni. Questo è quello che va a dire Gorrini a Paolo Berlusconi, nei giorni precedenti il primo invito a comparire a Berlusconi, mentre già Paolo Berlusconi era sotto inchiesta, era stato addirittura arrestato il 24 luglio per le tangenti alla Guardia di Finanza e si stava arrivando a suo fratello, Presidente del Consiglio. Paolo Berlusconi manda Gorrini, il suo dossier a Previti, considerandolo evidentemente il vero dominus del Ministero della Giustizia, Previti lo gira a chi di dovere al Ministero della Giustizia, di cui lui disponeva con una certa dimestichezza e chi di dovere, ossia l’ispettorato del Ministero della Giustizia retto da Biondi, apre questa famosa ispezione ministeriale per indagare a livello disciplinare su quello che emerge dal dossier Gorrini. L’ispezione è riservata, nel senso che almeno all’inizio gli accertamenti devono essere fatti senza che Di Pietro li sappia, ma a questo punto Previti telefona a Di Pietro, magistrato che si sta preparando a interrogare Berlusconi. Cito da quello che ci era raccontato Di Pietro per il libro “ Mani Pulite”, lo dico perché molti dei blogs ce lo chiedono, è molto probabile che ripubblicheremo in qualche volume “ Mani Pulite” aggiornato, con chiare lettere che probabilmente lo metteremo a disposizione dei lettori de Il Fatto, distribuendolo insieme a Il Fatto, ci stiamo pensando in questi giorni, vi terrò informati perché purtroppo è introvabile, “ Mani Pulite”. Di Pietro - e questo risulta anche dai processi che si sono celebrati a Brescia, perché poi per tutto quello che c’è scritto nel dossier Gorrini Di Pietro verrà processato a Brescia e a Brescia si stabilirà che quei soldi erano semplicemente i prestiti del suo amico Rocca, neanche di Gorrini, ma di Rocca e che non c’era nessuna estorsione, nessuna concussione dietro e quindi non c’erano reati, c’era semplicemente quella leggerezza, grave finché si vuole, viste poi le conseguenze a cui porterà e di cui diremo tra un attimo - dice “ Previti mi telefonò e mi disse che c’erano queste accuse di Gorrini, che si era dovuta aprire un’ispezione riservata per verificarle, ma che lui lo sapeva benissimo che si trattava di una polpetta avvelenata. Gli risposi che sapevo quanto Gorrini fosse poco credibile”, Gorrini era alla canna del gas e quindi andava in giro a cercare di vendere questa storia per sputtanare Di Pietro, che all’epoca era una specie di Padre Eterno, era popolarissimo e era considerato dai politici una minaccia, nel caso in cui avesse smesso di fare il magistrato e fosse entrato in politica. In più stava anche per interrogare Berlusconi, l’aveva appena incriminato e conseguentemente capite che Gorrini pensava di avere in mano la gallina dalle uova d’oro e di potersela vendere al migliore offerente. “ Io gli risposi”, dice Di Pietro a Previti, “ che sapevo che Gorrini era poco credibile”. Tenete presente che in quel momento non si sa niente di Previti, Previti è il Ministro della Difesa, è un Avvocato di Berlusconi ma nessuno sa che Previti si comprava i giudici, qui siamo prima dello scandalo rivelato da L’Ariosto sulle toghe sporche, L’Ariosto parlerà soltanto un anno dopo, stiamo parlando di uno che, a parte la faccia e a parte essere l’Avvocato di Berlusconi, non era sospettato di nulla: ecco perché telefonava e Di Pietro gli rispondeva, perché era il Ministro della Difesa, ma non si sapeva nulla dei reati che aveva commesso. “Risposi dunque - dice Di Pietro - che sapevo quanto Gorrini fosse poco credibile, le sue confidenze, debitamente gonfiate e ritoccate a suo uso e consumo- sta parlando sempre di Gorrini - circolavano da tempo in forma anonima negli ambienti giudiziari, forensi e giornalistici, addirittura in veste di cruciverba ricattatori”, giravano lettere anonime, cruciverba con i nomi e le parole allusive, evidentemente Gorrini faceva girare queste cose nella speranza che, a questi ami, qualcuno abboccasse, oppure Gorrini ne parlava con qualcuno che poi metteva in giro questi dossier. “ In quei giorni io stesso, tramite qualche giornalista, ero venuto in possesso dello spezzone di un dossier anonimo: dissi a Previti che bastava ascoltare il collaboratore di Gorrini, Osvaldo Rocca - il suo amico - per sapere la verità e cioè che il prestito me l’aveva fatto lui, Rocca, non Gorrini. Previti promette che Rocca verrà sentito al più presto”. Alla fine Di Pietro si lascia andare a uno sfogo e rivela al Ministro che si dimetterà prestissimo, alla fine del processo Enimont e infatti Di Pietro in quei giorni, sapendo che girano questi dossier, pensa di accelerare un suo proposito che aveva già in animo da tempo: da tempo lui si era accorto che l’inchiesta mani pulite era finita, che non arrivava più l’acqua al mulino, cioè che non c’erano più imprenditori che collaboravano e rivelavano le tangenti e i politici si stavano chiudendo a riccio, con l’arrivo di Berlusconi e l’inizio della cosiddetta Seconda Repubblica e conseguentemente si rendeva conto che, da dentro la magistratura, non era più utile lavorare. Fece un po’ lo stesso ragionamento che fece Falcone quando tentò di andare a combattere la mafia dall’interno del sistema, andando al Ministero, o il ragionamento che, per contrario, ha fatto Gherardo Colombo due anni fa, quando ha lasciato la magistratura per dedicarsi a fare opera di formazione culturale in convegni etc., perché c’è un momento in cui il magistrato si rende conto che la sua opera è più utile da un’altra parte e allora decide di cambiare mestiere: qui Di Pietro aveva deciso di mettere in piedi una specie di - se ne parlava all’epoca - autorità anticorruzione, in collegamento con altri governi, in modo da riuscire a combattere la corruzione alla radice, addirittura potremmo dire dall’interno. Di Pietro infatti se ne andrà di lì a poco, intanto Berlusconi continua a rinviare il suo interrogatorio proprio perché spera che Di Pietro se ne vada prima e che quindi non sia lui a interrogarlo e, eventualmente, a sfasciarlo. Il 27 novembre è una domenica, il Palazzo di Giustizia è semideserto, Di Pietro si è confidato con Davigo su questo tentativo di ricatto ai suoi danni e Di Pietro e Da Vigo vanno a parlarne con Borrelli, Di Pietro annuncia a Borrelli che lascia il pool di Milano. Borrelli tenta di trattenerlo, D’Ambrosio anche, intanto ci sono minacce continue della falange armata contro Di Pietro, minacce di morte, il primo dicembre Di Pietro annuncia che se ne andrà a tutto il pool di mani pulite, Borrelli tenta un’ultima volta di trattenerlo, ma invano. Il 2 dicembre D’Ambrosio tenta ancora di trattenere Di Pietro, Emilio Fede nello stesso giorno annuncia che Di Pietro si dimetterà e cita un biglietto manoscritto senza firma, il 5 dicembre il TG1 conferma che Di Pietro se ne va e il 6 dicembre Di Pietro conclude la requisitoria del processo Enimont e poi si leva la toga e se ne va davvero. Dopodiché viene invitato a Arcore da Berlusconi, che gli propone di entrare in Forza Italia e di diventare il numero due di Forza Italia e poi gli dice di scegliersi un incarico istituzionale: o capo dei servizi segreti, o capo di questa autorità anticorruzione, insomma quello che vuole glielo danno, perché? Perché è l’uomo più popolare d’Italia. Di Pietro dice no, dice che non intende fare politica subito, perché ha appena smesso di fare il magistrato e comunque, se la facesse, non la farebbe in un partito già esistente, né tantomeno nel partito di colui che lui stesso ha appena incriminato per corruzione della Guardia di Finanza e quindi da questo momento Berlusconi smette di difendere pubblicamente Di Pietro e i suoi giornali e le sue televisioni cominciano a massacrarlo, fino a quando, con opportune denunce portate o fatte portare, si riesce a attivare una serie innumerevole di processi contro Di Pietro a Brescia che dureranno due anni e terranno Di Pietro per due anni fuori dalla politica: perché? Perché è evidente che uno che ha detto che non bisogna fare politica da indagati, essendo indagato lui, non può certamente contraddirsi e conseguentemente aspetterà di essere prosciolto da tutto per poter entrare in politica dopo le elezioni del 96, quelle vinte da Prodi, alle quali lui non partecipa, perché in campagna elettorale era ancora sotto processo, non era stato ancora prosciolto e invece verrà prosciolto durante la campagna elettorale e allora accetterà poi il Ministero dei Lavori Pubblici nel primo governo Prodotti, salvo poi ridimettersi nuovamente nel momento in cui verrà di nuovo indagato a Brescia per un’altra storia, un altro dossier: il dossier D’Adamo /Pacini Battaglia. |
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#789 |
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Bannato
Iscritto dal: Mar 2008
Città: Villabate(PA)
Messaggi: 2515
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Per quelli che si scandalizzano per l'utilizzo delle auto blu:
L'aereo del ministro Scajola http://www.youtube.com/watch?v=iC40I...eature=related Ultima modifica di Vincenzo1968 : 27-10-2009 alle 14:22. |
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#790 |
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Senior Member
Iscritto dal: May 2002
Città: Nardo' (LE)
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Dite che la storia di un presidente di regione, ignoto nel mondo, e' piu' importante di quella(e) di un presidente del consiglio, su cui ci sono foto che ritraggono anche un ex primo ministro straniero?
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15 maggio 2008 11 marzo 2013 26 febbraio 2014 |
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#791 | |
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Member
Iscritto dal: Aug 2005
Messaggi: 58
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#792 | |
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Member
Iscritto dal: Aug 2005
Messaggi: 58
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Ribadisco tuttavia e non prenderla a male che tu stai usando due pesi e due misure. |
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#793 |
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Member
Iscritto dal: Oct 2007
Messaggi: 145
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comunque se qualcuno pensa che Marrazzo sia uno dei pochi che ha vizi privati, credo pecchi d ingenuità.
Una trans ad uno dei microfoni d un tg ha detto:"e mica è solo Marrazzo? Vengono tutti quà..." se si dimettessero qutti quelli che hanno magagne da incarichi pubblici, penso non resterebbe più nessuno.
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#794 | |
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Senior Member
Iscritto dal: Aug 2005
Città: prov di NA
Messaggi: 888
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se financo marrazzo, persona a prima vista integerrima, figlio di un giornalista esemplare, finisce in sti giri "dubbi"...non oso immaginare il resto dell'iceberg... |
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#795 |
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Member
Iscritto dal: Jul 2009
Messaggi: 58
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È stato più facile a Natalie o a Brenda, i due transessuali frequentati dal presidente della Regione Lazio fare aprire a Piero Marrazzo il suo portafoglio che non a Giulio Tremonti. Lì dentro c'erano 5 mila euro ai primi di luglio quando Marrazzo fu scoperto da due carabinieri ladri e ricattatori in casa di un trans. Ma da quel portafoglio non usciva nemmeno un centesimo di fronte alle cartelle esattoriali inviate fin dal 1997 da Equitalia-Gerit per imposte e multe non pagate.
Così alla società di riscossione del ministero dell'Economia il 16 febbraio scorso non è restata altra scelta che iscrivere ipoteca legale per 60.780,94 euro sulla villa di Riano di proprietà di Marrazzo e della sua attuale consorte Roberta Serdoz. L'ipoteca è stata registrata il 9 marzo 2009 e fino ad oggi non è stata cancellata. Ma secondo fonti ufficiose consultate da Libero alla fine dell'estate dopo 12 anni quel pagamento dovrebbe essere avvenuto e la villa di Riano liberata da ogni gravame. Sarebbe stato un peccato non averne la piena disponibilità dopo avere fatto tanto- Piero e Roberta- per non avere sulla propria abitazione casa nemmeno l'ipoteca di legge dovuta al mutuo. Villa Marrazzo infatti fu acquistata dai coniugi il 29 ottobre 2003. A vendere il precedente proprietario: Mariella Cacciarru. Non è una casetta: ha 19 vani, una corte e 16 porzioncine di terreno per un totale di 63 are. Non si sa quanto fosse stata pagata, ma qualcosa si può intuire dal mutuo ipotecario concesso quello stesso giorno dell'acquisto ai coniugi Marrazzo da Unipol Banca: capitale per 450 mila euro, durata ventennale e tasso di interesse annuo del 3,25%. Con il mutuo villa Marrazzo è stata ipotecata dalla banca. Per poco. Perché il 18 gennaio 2008 Piero e Roberta hanno saldato il dovuto e chiuso il mutuo. Via ogni ipoteca dal 29 febbraio 2008, giusto un anno prima che arrivasse la mazzata da Equitalia per le imposte e multe del 1997. Certo da Governatore del Lazio le cose si sono fatte più delicate, ma alle gimkane fra mutui, ipoteche, tribunali e creditori Marrazzo c'era abituato da una vita. Sempre assistito dalle due principali "banche rosse", Unipol banca e Monte dei Paschi di Siena (Mps) che in un caso ha perfino generosamente perdonato il suo cliente non proprio esemplare nella puntualità delle rate. Se il rapporto con Unipol si è chiuso nel 2008, quello con Mps è vivo più che mai. Vale 1,3 milioni di euro il mutuo acceso insieme alla moglie Roberta il 12 luglio 2006 per l'acquisto a Vigna Clara, in via del Podismo, di un appartamento di 8,5 vani e box auto. Lo hanno venduto Ubaldo Sebastiani e Daniela Panzieri. E Mps ha fatto il resto: mutuo da 1,3 milioni di capitale, durata 25 anni e un tasso interesse annuo del 4,2%. L'anno dopo sempre il Monte dei Paschi ha concesso un altro mutuo a Marrazzo per una casa in via dei Giuochi Istmici, a Vigna Clara. Era il 23 novembre 2007. Finanziamento in capitale di 570 mila euro, tasso di interesse annuo del 5,49%, e maxi-durata: 30 anni. In questo caso la moglie Roberta è stata iscritta, come "debitore non datore di ipoteca". Quella casa di via dei Giuochi Istmici sembra però un romanzo, una storia italiana che è il cuore della storia stessa di Marrazzo. Basti dire che fra contese, tribunali e colpi di scena quello del 2007 era il terzo mutuo ipotecario concesso da Mps a Marrazzo per lo stesso immobile . Fu assegnata il 15 aprile 1986 a Marrazzo dalla cooperativa edilizia di cui era socio e che l'avrebbe costruita. La coop si chiamava "La Fortuna mi ha sorriso" un nome che sembra una beffa. Il suo valore fu stabilito inizialmente in lire 7 milioni e 360 mila. Una volta costruita Marrazzo bussò per la prima volta alla porta del Monte dei Paschi. Gli fu aperta e il 23 ottobre 1993 sottoscrisse un mutuo fondiario con iscrizione di ipoteca convenzionale : valore 170 milioni, durata 15 anni e interessi del 13,20% annui. Fra capitale, spese ed accessori la somma complessiva fu di 510 milioni di lire. Ma la fortuna non sorrideva affatto. Il 22 novembre 1994 con decreto ingiuntivo della pretura circondariale di Salerno venne iscritta ipoteca giudiziale su casa Marrazzo per un debito non onorato da parte con l'ingegnere Giuseppe Gabola di Torino. Il debito era di 9.716.000 lire più interessi per un totale di 15 milioni. Ci vorranno sette anni per ricomporre la vicenda: il 16 novembre 2001 alla conservatoria di Roma venne annotata la cancellazione totale dell'ipoteca per intervenuto accordo fra le parti. Guai finiti? Tutt'altro. Il 22 aprile 1995 Mps che solo due anni prima aveva concesso il mutuo iscrisse nuova ipoteca giudiziale su casa Marrazzo grazie al decreto ingiuntivo ottenuto dal presidente del Tribunale di Roma il 12 aprile. A Marrazzo si contestava il mancato pagamento di 230 milioni di lire: 125,9 milioni per "sorte ingiunta", 52,1 milioni per un triennio di interessi al tasso convenzionale del 13,75% annuo, 50 milioni per spese di registrazione, notifiche, tassa ipotecaria non rimborsata, spese in evento di lite e varie più altri 1,8 milioni liquidati per decreto dal tribunale di Roma. La contesa si chiuderà anche qui il 16 novembre 2001. Ma nel frattempo la casa venne sottratta a Piero per tutt'altre vicende. Il 6 marzo 1998 per ordinanza presidenziale emessa dal presidente del Tribunale civile di Roma casa Marrazzo fu assegnata con verbale di separazione consensuale alla moglie e madre delle sue prime due figlie, Isolina Fiorucci. Per errore quel giorno verrà trasferita la proprietà a Isolina, con atto poi corretto il 26 aprile 2004 specificando che ad essere trasferita a Isolina non era la proprietà, ma solo il diritto di abitazione. C'è una sola casa che risulta ancora appartenere a Marrazzo libera da mutui e da storie intricate. E' la villetta acquistata per 23 milioni a San Felice Circeo nel lontano 1976 da papà Giuseppe (celebre giornalista Rai) e mamma Luigia e divisa in parti uguali fra i coniugi, il figlio Piero e il figlio di primo letto della mamma: Eugene Richard Spina (nato a New York il 10 gennaio 1947). Nove anni dopo, nel triste 1985, Piero perderà nel giro di pochi mesi prima il padre e poi la madre. E quella villetta sulla strada Terracina-San Felice Circeo, con 4 camere, accessori e giardino, entrerà nell'asse ereditario. Il padre la divise fra Piero e Giampiero Marrazzo, che l'atto testamentario inquadrò come "figlio naturale riconosciuto", nato a Roma il 7 dicembre 1979. Mamma lasciò la sua parte divisa equamente fra Piero ed Eugene. Alla fine il presidente autosospesosi dalla giunta regionale del Lazio ne ha il 50% e ne è l'erede principale. http://www.libero-news.it/articles/view/586686 |
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#796 | |
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Senior Member
Iscritto dal: Mar 2005
Città: Roma
Messaggi: 10910
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non è che se lo fanno tutti..allora sono tutti giustificati (o noi non possiamo attenderci miglioramenti) |
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#797 |
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Senior Member
Iscritto dal: Jun 2005
Messaggi: 367
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Ci sono persone (da entrambe le parti) con incarichi pubblici che non si mettono in giri "dubbi" nè in posizione di ricattabilità e rispettano la legge...non bisogna rassegnarsi ad avere gente ricattabile e in giri dubbi nei palazzi del potere.
Ultima modifica di sander4 : 27-10-2009 alle 15:09. |
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#798 | |
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Senior Member
Iscritto dal: May 2002
Città: Nardo' (LE)
Messaggi: 4018
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15 maggio 2008 11 marzo 2013 26 febbraio 2014 Ultima modifica di Jabberwock : 27-10-2009 alle 15:10. |
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#799 | |
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Member
Iscritto dal: Oct 2007
Messaggi: 145
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Lo stesso Capezzone disse che se a Montecitorio entrasse un cane antidroga, gli andrebbe il naso in tilt. Quindi, c'è chi usa droga, chi fequenta escort, chi frequenta trans, chi usa voli di stato, chi corrompe, ecc... ecc... Ci sono quelli che hanno più magagne, e quelli che ne hanno meno e quelli che sono più fortunati/bravi che non vengono scoperti, e quelli che sono più sfortunati/incauti e vengono scoperti. E solo perchè ad uno non sono uscite le magagne, visto l'ambiente come è, è ingenuo pensare che non ne abbia. EDIT: ho trovato il link ad una notizia di Reubblica, per il servizio dell Iene "Un deputato su 3 usa droghe"
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#800 | ||||||
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Senior Member
Iscritto dal: Apr 2003
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Proprio tutti a chiedere le dimissioni subito... ![]() T3d e Onisem sono i primi ad essere chiari e netti... --------------------------------------------------------------------------------------------------------------- SUPER QUOTONE.
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