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#41 | ||||
Bannato
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LuVi |
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#42 |
Senior Member
Iscritto dal: Mar 2001
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l'argomento della discussione era Cofferati e la sinistra... se rientrate in tema relegando questo siparietto al più ai pvt... grazie.
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#43 |
Senior Member
Iscritto dal: May 2001
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Da Liberazione di qualche giorno fa, il quotidiano di Rifondazione Comunista.
Cofferati. Cronaca di una delusione Se io le dico che Cofferati si candida a essere sindaco di Bologna lei cosa mi risponde?» mi chiese un giornalista quando sollevai la cornetta del telefono, all’incirca due anni fa. E io, con sincero trasporto: «Rispondo che corro a votare Cofferati perché certamente sarà meglio di Guazzaloca». Mi sbagliavo. E’ doloroso dirlo, ma un anno dopo le elezioni comunali che dovevano segnare la riscossa in una città che per molte ragioni è considerata un laboratorio del buon governo e dell’innovazione culturale, sono costretto ad ammetterlo: è difficile immaginare un clima peggiore di quello che si è creato in questa città. Un anno fa, forse un po’ ingenuamente, ci aspettavamo che la nuova giunta avrebbe dato un segno di rinnovamento e di apertura. Ci aspettavamo una maggiore tolleranza verso gli stranieri, e lo stesso Cofferati, durante la campagna elettorale aveva dichiarato che il Comune avrebbe preso una posizione contro la presenza del Cpt sul territorio comunale bolognese. Quel che abbiamo visto accadere va in direzione opposta: si sono moltiplicati gli sgomberi degli stranieri senza casa. Donne e bambini rom vengono scaraventati fuori dagli edifici abitati, costruiti abusivamente su terreni che in certi casi sono stati regolarmente comprati, come è accaduto in via Roveretolo. Si sono intensificate le aggressioni contro gli ambulanti senegalesi che vendono le loro povere mercanzie: il pomeriggio del 25 aprile, alle quattro e mezzo, mentre camminavo in Via Indipendenza, ho visto un ragazzo africano finire sotto un taxi (ambulanze che accorrono, sangue sul selciato). Stava fuggendo con il sacco sulla palla, perché le guardie gli volevano sequestrare un pacchetto di Cd. La folla si accalcava intorno allibita. Gli unici che plaudono a questa furia legalitaria sono i più egoisti fra i commercianti, che si congratulano con gli sceriffi di Cofferati, e anche i pochi rappresentanti locali della Lega di Bossi che approvano con entusiasmo gli sgomberi brutali di stranieri. Un anno fa, forse un po’ ingenuamente ci aspettavamo che la nuova giunta avrebbe fatto qualcosa per migliorare la condizione di decine di migliaia di studenti che debbono pagare tre, quattrocento euro per un letto. E invece il sindaco ha stabilito che dopo le nove di sera è vietato uscire in strada con un bicchiere contenente birra. Chi vuole bere deve sganciare quattro euro per sedersi in un locale a la page, e le botteghe dei pakistani che vendono birra al prezzo di un euro adesso rischiano di chiudere, mentre gli studenti poveri che potevano comprare la birra dai pakistani possono anche restare a becco asciutto. Un anno fa ci aspettavamo che la nuova giunta avrebbe rilanciato la cultura cittadina che da almeno un decennio langue in uno stato di necrosi. Finora non è successo nulla, nonostante la presenza di una persona di valore come Angelo Guglielmi all’assessorato. Ma visto che il degrado sembra essere l’ossessione della Giunta c’è da temere che si prepari una campagna contro l’arte degenerata. Infatti in questi giorni si parla della street parade che da qualche anno è diventato un appuntamento annuale della musica, dell’antiproibizionismo e della libertà. Il sindaco ha detto che questa manifestazione è degradante, e il Comune (che negli anni di Guazzaloca guardava con qualche sospetto alla manifestazione ma non l’ha mai ostacolata), sta valutando la possibilità di non dare il permesso per il suo svolgimento. Per finire un breve cenno alla sensibilità sindacale di questo sindaco che avevamo tanto aspettato: un mio amico, dipendente comunale, iscritto a un partito della sinistra, mi ha detto recentemente: «nel luglio dell’anno scorso, se ci avessero chiesto di fare venti ore di straordinario, per Cofferati le avremmo fatte gratis. Oggi non le facciamo neanche se ce le pagano». La cosa è comprensibile, visto che il nuovo sindaco ex sindacalista si è spinto fino al punto di negare ai dipendenti comunali il rispetto di un accordo contrattuale in cui si concedeva un’integrazione salariale di quattrocento euro all’anno, firmato dai sindacati con Guazzaloca. Per concludere questa lista voglio citare l’inquietante persecuzione a cui è stato sottoposto Valerio Monteventi, consigliere indipendente eletto nelle liste di Rifondazione. Qualche mese fa da l’assessore alla casa (ex occupante di case convertito al culto dell’ordine cofferatiano) ha iniziato a far circolare insinuazioni sulla moralità di Monteventi, che in città tutti conoscono bene per il suo impegno quotidiano al servizio dei senza casa e degli emarginati. Quando infine Monteventi ha denunciato la campagna di diffamazione ai suoi danni, e portato le prove della sua nattaccabilità, la campagna si è spenta, i dossier promessi si sono volatilizzati. Ma intanto abbiamo tutti la sensazione che si sia ritornati ai tempi in cui la sinistra eliminava i dissidenti con la delazione e la calunnia., e che il nuovo sindaco non abbia capito niente dello spirito di questa città che, almeno dopo il trauma del 1977, ha imparato a considerare il dialogo e la tolleranza qualcosa cui è pericoloso rinunciare in nome del decisionismo. Pericoloso, molto pericoloso. E adesso vi spiego perché. Si è detto in molte occasioni che Bologna può essere un laboratorio, un’anticipazione di quello che accadrà a livello nazionale quando al posto del governo di Mediaset ci sarà il centrosinistra. Tutti sappiamo che sarà faticoso e doloroso cambiare direzione, dopo cinque anni di governo dei predoni che hanno cartolarizzato buona parte del patrimonio pubblico e devastato l’economia sociale nell’interesse di un gruppo privato. Sappiamo che all’interno del governo di centrosinistra forti saranno le resistenze contro una politica di redistribuzione del reddito. D’altra parte sappiamo che senza un’azione coraggiosa di recupero delle risorse che in questi ultimi anni sono state sottratte alla comunità, nessun cambiamento sarà possibile, a nessun livello. Insomma, il rischio è che, cambiata la coalizione al governo, la situazione continui a precipitare, mentre il conflitto sociale diventa più acuto, l’insoddisfazione si allarga, la situazione si fa tesa. Nella previsione di uno scenario di questo genere che segnali vengono dal laboratorio Bologna? Il segnale dell’arroganza, della chiusura, del decisionismo unilaterale, della calunnia contro i dissidenti, della repressione contro chi non rispetta l’arcigna legalità dei possidenti e dei benpensanti. Scusate se bestemmio, ma io, se sapevo che a Bologna andava a finire così, preferivo tenermi Guazzaloca. E allora cerchiamo di capire finché siamo in tempo. Berlusconi & co. hanno depredato la società italiana, hanno messo il bavaglio alla libertà di espressione, hanno portato il paese in una guerra infame. Però ci hanno finora risparmiato (con l’eccezione non irrilevante di Genova e di Bolzaneto) la violenza e il carcere per gli oppositori. A Bologna chi ha la mia età non ha dimenticato il tempo in cui il partito di Cofferati mandò i carri armati contro gli studenti e spinse la magistratura a incarcerare i dissidenti. Perciò la lezione che qualcuno rischia di imparare assistendo a quello che accade a Bologna può essere agghiacciante. Gli potrebbe venire da pensare: quasi quasi mi tengo Berlusconi. |
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#44 |
Senior Member
Iscritto dal: May 2001
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Da Il Resto del Carlino:
BUFERA IN COMUNE Cofferati sta con i padroni Atc, le RdB protestano a Palazzo D'Accursio Si scalda ancora il fronte sindacale al Comune di Bologna * RABBIA Avvolti nelle bandiere, i rappresentanti sindacali dell'Atc sono intervenuti alla presentazione del piano del traffico condotta dall'assessore Zamboni * CARTELLI Scritte eloquenti di protesta: 'Cofferati come Berlusconi, regala aziende ai padroni' * NO ALLA GARA Le RdB manifestano contro la prossima messa a gara del trasporto pubblico locale da parte di Palazzo d'Accursio * PRC Intanto la sinistra di Rifondazione chiede a gran voce di uscire dalla giunta BOLOGNA, 12 MAGGIO 2005 - Si scalda ancora il fronte sindacale al Comune di Bologna. Questa mattina una delegazione di lavoratori Atc, di tutte le sigle sindacali presenti in azienda, ha manifestato in Cappella Farnese a palazzo D'Accursio contro la prossima messa a gara del trasporto pubblico locale. Avvolti nelle loro bandiere, i lavoratori sono intervenuti alla prima presentazione alla citta' (in prima fila, rappresentanti delle categorie come Bruno Filetti dell'Ascom e, appunto, dirigenti Atc) delle linee di indirizzo per il nuovo Piano generale del traffico urbano. Quando Maurizio Zamboni, assessore comunale alla Mobilita', ha cominciato a parlare, i manifestanti si sono piazzati dietro il tavolo (condiviso con un altro assessore,Virginio Merola, il capo della pm Romano Mignani e altri tecnici comunali), costringendo Zamboni a svolgere la propria relazione con eloquenti cartelli di protesta alle spalle: "Zamboni e Venturi, con la vostra clausola sociale allo sbando ci volete mandare", "Cofferati come Berlusconi. Regala aziende ai padroni". Prima Zamboni si e' infastidito ("difficile fare una presentazione in queste condizioni, non costringetemi a fare sgomberare"), poi, rivolto anche "ai compagni e amici lavoratori", ha detto la sua sulla questione: "Il tema della trasformazione nell'assetto del trasporto pubblico locale imposto delle leggi nazionali e regionali rappresenta un elemento di ovvia problematicita' anche per il Pgtu". Alla fine del suo intervento l'assessore ha passato il microfono a un rappresentante dei lavoratori Atc: "Quella di oggi e' stata una protesta civile, non fateci diventare cattivi" avverte Italo Quarto delle Rdb, parlando per tutti. |
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#45 | |
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#46 | |
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Lol ora Samu quota pure Liberazione ![]() |
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#47 | |
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![]() A leggere tutto questo quasi quasi cambio idea su Cofferati, è più serio di quel che pensassi... ![]()
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#48 | |
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#49 |
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Leggendo gli articoli noto che le accuse sono:
Far rispettare le leggi Cercare di far rientrare i bilanci alla normalità dopo la disastrosa gestione Guazzaloca.... ![]() |
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#50 | |
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#51 |
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Nessuno di bologna nel forum ??
![]() Ciaozzz
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#52 |
Senior Member
Iscritto dal: May 2001
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Ipse Dixit non ne hai ancora detta una giusta in questo thread.
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#53 | |
Senior Member
Iscritto dal: Apr 2004
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#54 |
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#55 | |
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#56 |
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NO GLOBAL
In manette 3 'disobbedienti' Scoppia l'ira del movimento BOLOGNA, 18 MAGGIO 2005 - Tre giovani «disobbedienti» del centro Passe Partout sono stati arrestati dalla Digos a Bologna per l'occupazione dialcuni locali privati in zona universitaria. Le ordinanze di custodia cautelare, richieste dal pubblico ministero Paolo Giovagnoli e firmate dal gip Andrea Montagni, si riferiscono ad un'occupazione dello scorso 26 aprile avvenuta in alcuni locali al piano terra in Via Del Guasto, nel cuore della zona universitaria bolognese, a cui parteciparono anche altri giovani (nello stesso procedimento risultano indagate altre 23 persone) che rivendicavano maggiori spazi per gli studenti. In seguito alla denuncia dei cittadini, ci fu l'intervento della Digos per lo sgombero, al quale peròalcuni giovani reagirono contro gli agenti: ne nacque una collutazione in cui i poliziotti riportarono lesioni guaribili in 24 e 7 giorni. In manette,Vittorio Sergi, 27 anni, di Genova; Fabiano Di Berardino, 23 anni, di Pescara e Carmine Guaragna, 32 anni, della provincia di Potenza. A tutti e tre gli arrestati - accusati a vario titolo di occupazione, danneggiamenti, lesioni violenza e resistenza a pubblico ufficiale - viene contestata l'aggravante di eversione dell'ordine democratico. 'LIBERIAMOLI' - "Sabato alle 15:00 ci sarà un corteo nazionale a Bologna. Noi questi tre ragazzi li tireremo fuori dalla galera". E' Gianmarco De Pieri, portavoce dei Disobbedienti, ad annunciare guerra contro la carcerazione di tre membri del gruppo Passepartout, una costola dei Disobbedienti bolognesi. I tre, Vittorio Sergi, Fabriano Di Berardino e Carmine Guadagna, sono stati arrestati stamattina nei loroalloggi di Via Ristori da agenti della Digos, in seguito all'occupazione di uno stabile privato di via Del Guasto avvenuta il 26 aprile. Le accuse, lesioni aggravate, violenza privata, danneggiamento e invasione di edifici, sono aggravate dalla finalità di eversione dell'ordine democratico. Ed è proprio su questo punto che è montata la polemica nella conferenza stampa di oggi a Palazzo d'Accursio. "Il Pm Paolo Giovagnoli di concerto con gli organi di polizia giudiziaria - accusa il portavoce dei Disobbedienti - ha introdotto un cappello penale di una gravità politica importante: la legge d'emergenza 15 del 1980, la cosiddetta legge Cossiga". "A Bologna - ha sottolineato De Pieri - vengono utilizzate leggi del periodo emergenziale per carcerizzare in maniera arbitraria attivisti politici". "Se Cofferati e questa magistratura pensano di farci diventare da cittadini sudditi - ha aggiunto De Pieri - si sono sbagliati". Per il portavoce dei Disobbedienti, infatti, "piaccia o non piaccia a questa giunta e a chi sta scrivendo il programma del centrosinistra noi continueremo le nostre azioni".
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#57 | |
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Città: Lazio Età: 52 ex mod
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![]() Che è il titolo del peggior film di Roman Polanski, anche se c'è Emmanuelle Beart che è veramente ![]()
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#58 |
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Iscritto dal: Oct 2003
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Poteva mancare l'alter ego a questa commedia? certo che no...
Disobbedienti "occupano" Fabbrica di Prodi a Bologna BOLOGNA - Un gruppo di oltre cinquanta disobbedienti, capeggiati da Luca Casarini e Giammarco De Pieri, ha "occupato" simbolicamente la Fabbrica del programma di Romano Prodi. I giovani, che protestano contro l'arresto di tre loro compagni avvenuto a Bologna per l'occupazione di alcuni locali privati in zona universitaria, si sono presentati alla Fabbrica dicendo di voler fare in quella sede una conferenza stampa per parlare di amnistia e indulto. Una scelta, hanno spiegato i leader, motivata dal fatto che a Bologna la Fabbrica è il posto più visibile per ragionare di politica. Dentro e fuori la Fabbrica sono stati posti alcuni striscioni: "Libertà per Vittorio, Carmine e Fabiano", "No man is illegal". I dimostranti si trovano attualmente all'interno dell'edificio, in attesa che si svolga la conferenza stampa. Domani manifestazione nazionale con un corteo che partirà dalla stazione per arrivare in piazza Maggiore. (20-05-2005)
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#59 |
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nuova puntata...
http://ilrestodelcarlino.quotidiano..../05/26/5377395 IL CASO AMOROSI. L'assessore: 'Boom occpuazioni abusive' BOLOGNA, 26 MAGGIO 2005 - «In dieci mesi a Bologna le occupazioni abusive sono passate da 3 a 39, è un fenomeno non eversivo ma politico, che mira a destabilizzare la città perchè c'è Cofferati e poter pesare di più sul quadro politico nazionale». È quanto affermato dall'assessore comunale alla Casa del capoluogo emiliano, Antonio Amorosi, in merito alle proteste da parte dei movimenti di Disobbedienti e dei collettivi cittadini che hanno in diverse battute occupato immobili dell'Edilizia Residenziale Pubblica e per la quale esistono precise graduatorie per l'assegnazione alle fasce più deboli. Un conflitto sociale che ha provocato una spaccatura oltre che tra Rifondazione Comunista e il sindaco, anche all'interno dei Verdibolognesi, con il commissario Carmelo Adagio che difende le occupazioni e l'assessore Amorosi che, invece, è per la condanna di azioniillegali e violente. «Non voglio a dare le liste delle case che spettano a chi attende le assegnazioni agli occupanti, non lo farò mai», chiarisce l'assessore senza precisare da chi sia giunta tale richiesta. «Non voglio lavorare in un quadro in cui ci sia allea con il centrosinistra la mattina e la sera se ne occupano le sedi», prosegue Amorosi, riferendosi al blizt dei Disobbedienti (accompagnati tra gli altri anche dal verdeCarlo Bottos) che hanno invaso la scorsa settimana la Fabbrica del Programma di Romano Prodi. Secondo l'assessore quello che si vuol fare è «scaricare su Bologna le tensioni romane» interne all'Ulivo e c'è ilrischio di «sopravvalutare l'effetto su Bologna e di sottovalutare quello nazionale». Sullo strappo con il partito del Sole che Ridel'amministratore ribadisce di essere «d'accordo al cento per cento» con il segretario Alfonso Pecorario Scanio che si è espresso senza mezzi termini per la legalità come valore imprescindibile. «Se siamo un partito non violento - aggiunge Amorosi - schierarsi è semplice, io mi attengo ai principi di Pecoraro e allo Stuto, allora sono forse loro ad essere fuori dal partito». «Si devono mettere d'accordo tra loro» incalza Amorosi riferendosi agli esponenti del Sole che Ride che sostengono le occupazioni.
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#60 |
Senior Member
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BOLOGNA, 26 MAGGIO 2005 - I Verdi sfiduciano il loro assessore. Ieri sera tardi, dopo quattro ore di riunione, l’esecutivo comunale ha tagliato i ponti con Antonio Amorosi.
Nel mirino, le durissime dichiarazioni dell’ex segretario cittadino sul partito («antagonista e litigioso, schierato con chi accredita occupazioni violente») e i suoi attuali vertici locali, accusati di «gestione suicida ed estremista». Parole che «pregiudicano in modo netto e definitivo qualsiasi rapporto politico futuro con i Verdi», si legge nel documento dell’esecutivo, approvato all’unanimità.Di fatto, esce vincente la linea di Carmelo Adagio — commissario politico del partito, nominato dal segretario nazionale Alfonso Pecoraro Scanio — che aveva denunciato «la mancata rappresentatività politica di Amorosi nella giunta Cofferati». Un’accelerazione rispetto alle previsioni di chi voleva offrire ad Amorosi un ultima chance per ricucire lo strappo: il confronto pubblico organizzato per fine giugno, con la verifica del primo anno di mandato della giunta. Un’alternativa alla sconfessione immediata su cui si è discusso a lungo. L’esecutivo preannuncia anche la posizione dei Verdi in merito all’ordine del giorno in cui il sindaco, Sergio Cofferati, chiederà al consiglio comunale la condanna delle occupazioni e il pieno appoggio sul tema della legalità. «Chi non lo voterà si dovrà ritenere fuori dalla maggioranza», ha avvertito Cofferati. L’odg ha già portato il sindaco ai ferri corti con Rifondazione. Ora i Verdi piantano i loro paletti. Definiscono «inaccettabile qualunque forzatura che evidenzi le divisioni e predetermini in modo manicheo i principi cardine» della coalizione di centrosinistra. E, come i bertinottiani, respingono ogni aut aut. L’alleanza al governo a Palazzo d’Accursio «deve esprimere culture differenziate, impossibili da omogeneizzare con diktat o colpi di mano».Difficile pensare che, anche in un partito federalista come i Verdi, un passo come questo, che può dare il via a un effetto domino pericoloso per la maggioranza che sostiene il sindaco, sia stato preso senza il placet di Roma. Nel pomeriggio di ieri, Pecoraro Scanio non ha voluto commentare le dichiarazioni di Amorosi. Lo ha fatto il deputato Massimo Fundarò, dell’esecutivo nazionale del Sole che ride. A lui il presidente ha dato pieno mandato a seguire il ‘caso Bologna’. Le parole di Fundarò suonano come una bocciatura annunciata. Le dichiarazioni di Amorosi vengono definite «sorprendenti e gravi, nel tono e nel merito». Il deputato parla di un «problema» nella giunta di Palazzo d’Accursio. Amorosi, dice, «si raccorda molto poco con il partito, a livello nazionale e locale». Quanto alla difesa delle occupazioni violente, che Amorosi imputa al partito, Fundarò parla di «chiara forzatura», di «errore grave» da parte dell’assessore. Il Sole che ride «è l’unico partito ad avere la non violenza nello statuto». Quindi, se il partito sfila in corteo con i No global, come sabato scorso, «è solo per difendere i tre ragazzi arrestati dall’accusa di eversione. Non difendiamo certo chi picchia gli anziani e i poliziotti».Su Amorosi piovono anche le accuse di Daniela Guerra, membro dell’esecutivo nazionale, che imputa all’assessore di «avere sposato lo stile Cofferati nella sua carenza più vistosa: la mancanza di dialogo».
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