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Old 12-05-2010, 13:37   #41
zerothehero
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Processo farsa lo dici tu.
Fu un normalissimo processo davanti ad una corte militare. La fucilazione per i briganti e gli assassini era normalissima, anche nell' "avanzatissimo" regno borbonico.
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Old 12-05-2010, 13:40   #42
ferste
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Processo farsa lo dici tu.
Fu un normalissimo processo davanti ad una corte militare. La fucilazione per i briganti e gli assassini era normalissima, anche nell' "avanzatissimo" regno borbonico.
Dalle parole dell'autore del pezzo pareva che l'eccidio di 15 persone dovesse finire a tarallucci e vino......
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Old 12-05-2010, 15:25   #43
girodiwino
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Per festeggiare i 150 anni dallo sbarco a Marsala

La vera storia della spedizione dei mille
Come e perché l’Inghilterra decise la fine delle Due Sicilie
di Angelo Forgione

La spedizione garibaldina, per la storiografia ufficiale, ha il sapore di un’avventura epica quasi cinematografica, compiuta da soli mille uomini che salpano all’improvviso da nord e sbarcano a sud, combattono valorosamente e vincono più volte contro un esercito molto più numeroso, poi risalgono la penisola fino a giungere a Napoli, Capitale di un regno liberato da una tirannide oppressiva, e poi più su per dare agli italiani la nazione unita.

Troppo hollywoodiano per essere vero, e difatti non lo è. La spedizione non fu per niente improvvisa e spontanea ma ben architettata, studiata a tavolino nei minimi dettagli e pianificata dalle massonerie internazionali, quella britannica in testa, che sorressero il tutto con intrighi politici, contributi militari e cospicui finanziamenti coi quali furono comprati diversi uomini chiave dell’esercito borbonico al fine di spianare la strada a Garibaldi che agli inglesi non mancherà mai di dichiarare la sua gratitudine e amicizia.

I giornali dell’epoca, ma soprattutto gli archivi di Londra, Vienna, Roma, Torino e Milano e, naturalmente, Napoli forniscono documentazione utile a ricostruire il vero scenario di congiura internazionale che spazzò via il Regno delle Due Sicilie non certo per mano di mille prodi alla ventura animati da un ideale unitario.

Il Regno britannico, con la sua politica imperiale espansionistica che tanti danni ha fatto nel mondo e di cui ancora oggi se ne pagano le conseguenze (vedi conflitto israelo-palestinese), ebbe più di una ragione per promuovere la fine di quello napoletano e liberarsi di un soggetto politico-economico divenuto scomodo concorrente.

Innanzitutto furono i sempre più idilliaci rapporti tra il Regno delle Due Sicilie e lo Stato Pontificio a generare l’astio di Londra. La massoneria inglese aveva come priorità politica la cancellazione delle monarchie cattoliche e la cattolica Napoli era ormai invisa alla protestante e massonica Londra che mirava alla cancellazione del potere papale. I Borbone costituivano principale ostacolo a questo obiettivo che coincideva con quello dei Savoia, anch’essi massoni, di impossessarsi dei fruttuosi possedimenti della Chiesa per risollevare le proprie casse. Massoni erano i politici britannici Lord Palmerston, primo ministro britannico, e Lord Gladstone, gran denigratore dei Borbone. E massoni erano pure Vittorio Emanuele II, Garibaldi e Cavour.
Già la faccenda massonica fa sorridere, non tanto perchè non sia verosimile quanto perchè anche se fosse esistita non si può dimenticare che molti nostri patrioti hanno riparato in inghilterra; naturale che buona parte dei fondi arrivassero da lì.
Inoltre Palmerston e Gladstone sono noti più per i loro sforzi nella promozione del progresso politico che per la loro appartenenza a conventicole non meglio identificate, naturale che lo stato pontificio e il regno delle due sicilie venissero prima considerati delle zavorre e poi dei bubboni da far scoppiare. Questo anche perchè in inghilterra evidentemente erano riusciti ad avere più peso i sostenitori italiani dell'unità d'italia.

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In questo conflittuale scenario di potentati, la nazione Napoletana percorreva di suo una crescita esponenziale ed era già la terza potenza europea per sviluppo industriale come designato all’Esposizione Internazionale di Parigi del 1856. Un risultato frutto anche della politica di Ferdinando II che portò avanti una politica di sviluppo autonomo atto a spezzare le catene delle dipendenze straniere.
La flotta navale delle Due Sicilie costituiva poi un pericolo per la grande potenza navale inglese anche e soprattutto in funzione dell’apertura dei traffici con l’oriente nel Canale di Suez i cui scavi cominciarono proprio nel 1859, alla vigilia dell’avventura garibaldina.

L’integrazione del sistema marittimo con quello ferroviario, con la costruzione delle ferrovie nel meridione con cui le merci potessero viaggiare anche su ferro, insieme alla posizione d’assoluto vantaggio del Regno delle Due Sicilie nel Mediterraneo rispetto alla più lontana Gran Bretagna, fu motivo di timore per Londra che già non aveva tollerato gli accordi commerciali tra le Due Sicilie e l'Impero Russo grazie ai quali la flotta sovietica aveva navigato serenamente nel Mediterraneo, avendo come basi d’appoggio proprio i porti delle Due Sicilie.

Proprio il controllo del Mediterraneo era una priorità per la “perfida Albione” che si era impossessata di Gibilterra e poi di Malta, e mirava ad avere il controllo della stessa Sicilia quale punto più strategico per gli accadimenti nel mediterraneo e in oriente. L’isola costituiva la sicurezza per l’indipendenza Napolitana e in mano agli stranieri ne avrebbe decretata certamente la fine, come fece notare Giovanni Aceto nel suo scritto “De la Sicilie et de ses rapports avec l’Angleterre”.
La presenza inglese in Sicilia era già ingombrante e imponeva coi cannoni a Napoli il remunerativo monopolio dello zolfo di cui l’isola era ricca per i quattro quinti della produzione mondiale; con lo zolfo, all’epoca, si produceva di tutto ed era una sorta di petrolio per quel mondo. E come per il petrolio oggi nei paesi mediorientali, così allora la Sicilia destava il grande interesse dei governi imperialisti.

I Borbone, in questo scenario, ebbero la colpa di non fare tesoro della lezione della Rivoluzione Francese, di quella Napoletana del 1799 e di quelle a seguire, di considerarsi insovvertibili in Italia e di non capire che il pericolo non era da individuare nella penisola ma più in la, che nemico era alle porte, anzi, proprio in casa. Il Regno di Napoli e quello d’Inghilterra erano infatti alleati solo mezzo secolo prima, ma in condizione di sfruttamento a favore del secondo per via dei considerevoli vantaggi commerciali che ne traeva in territorio duosiciliano. Fu l’opera di affrancamento e di progressiva riduzione di tali vantaggi da parte di Ferdinando II a rompere l’equilibrio e a suscitare le cospirazioni della Gran Bretagna che si rivelò così un vero e proprio cavallo di Troia. Per questo fu più comodo per gli inglesi “cambiare” l’amicizia ormai inimicizia con lo stato borbonico con un nuovo stato savoiardo alleato.
Again: bisogna essere massoni per essere degli imperialisti che vogliono mettere le mani su risorse e infrastrutture? Queste motivazioni di guerra esistono dai tempi della guerra di troia
Se la flotta borbonica era un pericolo per quella inglese come si spiega che le navi inglesi hanno potuto tranquillamente ostacolare le operazioni della marina delle due sicilie. E ancora, se il regno delle due sicilie era così forte come è possibile che sia stato rovesciato con un'azione simile?
E' vero che gli scavi del canale di suez iniziano poco prima, ma mi pare che trascuri il fatto che il canale per la parte europea era francese e non inglese.
Lo sviluppo infrastrutturale fa pensare più ad un voler appropriarsene che ad un "aver paura".



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Questi furono i motivi principali che portarono l’Inghilterra a stravolgere gli equilibri della penisola italiana, propagandando idee sul nazionalismo dei popoli e denigrando i governi di Russia, Due Sicilie e Austria. La mente britannica armò il braccio piemontese per il quale il problema urgente era quello di evitare la bancarotta di stampo bellico accettando l’opportunità offertagli di invadere le Due Sicilie e portarne a casa il tesoro.

Un titolo sul “Times” dell’epoca, pubblicato già prima della morte di Ferdinando II, è foriero di ciò che sta per accadere e spiega l’interesse imperialistico inglese nelle vicende italiane. “Austria e Francia hanno un piede in Italia, e l’Inghilterra vuole entrarvi essa pure”.

Lo sbarco a Marsala e l’invasione del Regno delle Due Sicilie sono a tutti gli effetti un “gravissimo atto di pirateria internazionale”, compiuto ignorando tutte le norme di Diritto Internazionale, prima fra tutte quella che garantisce il diritto all’autodeterminazione dei popoli. Il fatto che nessuna nazione straniera abbia mosso un dito mentre avveniva e si sviluppava fa capire quale sia stata la predeterminazione di un atto così grave.
Garibaldi è un burattino in mano a Vittorio Emanuele II Cavour, l’unico che può compiere questa invasione senza dichiarazione non essendo né un sovrano né un politico. E viene manovrato a dovere dal conte piemontese, dal Re di Sardegna e dai cospiratori inglesi, fin quando non diviene scomodo e arriva il momento di costringerlo a farsi da parte.
INfatti la triplice alleanza l'abbiamo fatta con l'inghilterra poco dopo () e l'inghilterra a mezzo secolo di distanza non si era alleata con la russia
Che sarebbe il nazionalismo dei popoli?
A proposito di popoli, come me la spieghi la violazione del diritto all'autodeterminazione se questo diritto fa la prima comparsa in scritti di rilevanza internazionale nel 1919 a versailles? Ovviamente tralasciando che questo diritto ha sempre avuto un'applicazione piuttosto creativa data l'impossibilità oggettiva di definire in modo univoco cosa sia un popolo

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Di soldi, nel 1860, ne circolano davvero parecchi per l’operazione. Si parla di circa tre milioni di franchi francesi solo in Inghilterra, denaro investito per comprare il tradimento di chi serve allo scopo, ma anche [u]armi, munizioni e navi[u]. A Londra nasce il “Garibaldi Italian Fund Committee”, un fondo utile ad ingaggiare i mercenari che devono formare la “Legione Britannica”, uomini feroci che aiuteranno il Generale italiano nei combattimenti che verrano.
Garibaldi diviene un eroe in terra d’Albione con una popolarità alle stelle. Nascono i “Garibaldi’s gadgets”: ritratti, composizioni musicali, spille, profumi, cioccolatini, caramelle e biscotti, tutto utile a reperire fondi utili all’impresa in Italia.
Come mai si parla di franchi francesi quando è l'inghilterra a muovere i fili? Quale è stato il gioco del governo francese, dal momento che somme così grosse di certo non le potevano ottenere tramite collette?


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Garibaldi, pochi anni dopo la sua impresa, è ospite a Londra dove viene accolto come un imperatore. I suoi rapporti con l’Inghilterra continuano per decenni e si manifestano nuovamente quando, intorno alla metà del 1870, il Generale è impegnato nell’utopia della realizzazione di un progetto faraonico per stravolgere l’aspetto di Roma: il corso del Tevere entro Roma completamente colmato con un’arteria ferroviaria contornata da aree fabbricabili. Da Londra si tessono contatti con società finanziarie per avviare il progetto ed arrivano nella Capitale gli ingegneri Wilkinson e Fowler per i rilievi e i sondaggi. È pronta a realizzare la remunerativa follia la società britannica Brunless & McKerrow che non vi riuscirà mai perché il progetto viene boicottato del Governo italiano.
Non avevo mai sentito parlare di questo progetto, hai qualche fonte per favore?







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Si. L'Italia con la Libia.
Il Marocco con il sahara occidentale.
Azz me l'hai soffiata
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Old 12-05-2010, 16:14   #44
ferste
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INfatti la triplice alleanza l'abbiamo fatta con l'inghilterra poco dopo () e l'inghilterra a mezzo secolo di distanza non si era alleata con la russia
ti quoto tutto ma volevo fare una precisazione su questa parte, in realtà i Savoia furono tradizionalmente in ottimi rapporti con l'ENG, d'altronde con i vicini grandi e scomodi che avevamo era fondamentale avere amici potenti........e infatti a farci allontanare da loro in epoca pre-1WW fu principalmente l'operato della Francia in Tunisia (gli inglesi ce l'avrebbero lasciata ma i francesi con un bel colpo di mano misero tutti di fronte al fatto compiuto spedendoci tra le braccia crukke).
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Old 12-05-2010, 16:22   #45
CYRANO
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L'eccidio di bronte mi sembra di averlo studiato all'itis , ma non nelle ore di storia ma di italiano tramite la novella " liberta' " del mai troppo amato verga ...

in pratica i poracci siciliani son passati da un padrone all'altro , altro che liberta'...



c'.a'.z'.a'.s;l,s,s;
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Old 12-05-2010, 17:23   #46
Giuseppe Tubi
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A me pare la solita accozzaglia di scemenze che periodicamente spuntano da parte di storici fai da te.
Sinceramente non ho mai sentito dire che il Regno delle 2 Sicilie fosse una tale potenza industriale e marittima da infastidire addirittura l'impero britannico. Che avesse una flotta numerosa può essere e che fosse terza numericamente dopo Inghilterra e Francia è molto facile, visto che le potenze navali e commerciali erano solo due.
Se fosse stata davvero una tale terra di bengodi mi parrebbe difficile un tale consenso popolare all'impresa di Garibaldi, il quale arrivò in Campania con un esercito di 30mila volontari. Era andato a cercare con annunci sui giornali i 29mila più scansafatiche, ladri e ingrati? Io ho sempre sentito dire che da quelle parti la maggioranza della popolazione era contadina, analfabeta e piuttosto misera, sottoposta ad un'economia feudale, mentre adesso apprendo che in realtà erano milioni di operai in un'economia prettamente industriale. Boh.

Che in Inghilterra ci fossero simpatie per Garibaldi è storico, ci furono anche grosse raccolte di fondi, ma là c'erano pure molti fuoriusciti mazziniani e carbonari (persino Napoleone III era stato uno di loro in gioventù).
Che gli inglesi avessero interessi economici da quelle parti anche, (mi pare industrie tessili, meccaniche e altro, oltre alla produzione del Marsala) e forse erano stanchi di avere a che fare con quel governo e ritenevano il regno d'Italia un partner migliore.
Inoltre anche Cavour aveva simpatie per il sistema inglese e nel 1855 aveva partecipato alla spedizione di Crimea assieme alle potenze occidentali.
Ma attribuire tutto al complotto massonico mi pare troppo comico.

Poi leggiamo le solite cose su Garibaldi bandito e avventuriero
Quote:
L’ideologia nazionale venera i “padri della patria” che operarono il piano internazionale, dimenticando tutto quanto di nefasto si raccontasse di Garibaldi, un avventuriero dal passato poco edificante. L’Italia di oggi festeggia un uomo condannato persino a “morte ignominiosa in contumacia” nel 1834 per sentenza del Consiglio di Guerra Divisionale di Genova perché nemico della Patria e dello Stato, motivo per il quale fuggì latitante in Sud America dove diede sfogo a tutta la sua natura selvaggia.
nefasto davvero! Peccato che fosse stato condannato a morte per aver partecipato a preparare una insurrezione mazziniana, come molti patrioti di quel periodo. Ce ne sono dei delinquenti tra i nostri padri della patria!
Ovviamente poi i Mille erano la feccia del Regno di Sardegna, mercenari e banditi in cerca di bottino

Ma c'è una chicca che mi ha fatto scompisciare
Quote:
L’integrazione del sistema marittimo con quello ferroviario, con la costruzione delle ferrovie nel meridione con cui le merci potessero viaggiare anche su ferro, insieme alla posizione d’assoluto vantaggio del Regno delle Due Sicilie nel Mediterraneo rispetto alla più lontana Gran Bretagna, fu motivo di timore per Londra che già non aveva tollerato gli accordi commerciali tra le Due Sicilie e l'Impero Russo grazie ai quali la flotta sovietica aveva navigato serenamente nel Mediterraneo, avendo come basi d’appoggio proprio i porti delle Due Sicilie.
A parte l'integrazione ferrovia-nave che ci si domanda come potesse esistere se le linee ferrate ammontavano sì e no a 100 km dei quali nessuno in Sicilia, abbiamo scoperto a cosa fosse dovuta tutta questa potenza economica e militare!


Comunisti!
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Old 12-05-2010, 18:12   #47
CYRANO
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la flotta sovietica decine di anni prima dell'unione sovietica ?



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Old 12-05-2010, 20:17   #48
Cfranco
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Quote:
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A me pare la solita accozzaglia di scemenze che periodicamente spuntano da parte di storici fai da te.
A parte esagerazioni e qualche interpretazione un po' forzata il racconto è abbastanza corretto , non meno di quello che trovi nei libri di storia "ufficiale" .
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Old 13-05-2010, 11:08   #49
regaluigi
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Il vero interesse in sicilia degli inglesi non erano ne le fabbriche ne le terre, ma erano i giacimenti di zolfo presenti sull' isola.
Non dimentichiamoci che nel 1859 la Sicilia era il primo produttore mondiale di zolfo e che lo stesso era considerato di importanza strategica (un po come il petrolio al giorno d' oggi) e che quindi chi avesse avuto il monopolio dello stesso avrebbe visto accrescere la propria potenza economica/militare.
L' interssamento inglese era dovuto alla necessità di spuntare condizioni economiche migliori per lo zolfo di produzione siciliana, di cui le navi a vapore inglesi facevano largo consumo. Lo zolfo era un elemento essenziale nella lavorazione dell'acciaio, oltre ad essere un additivo del carbone combustibile, ed era un protagonista collegato alla Seconda Rivoluzione Industriale, del carbone e dell'acciaio.
Ditemi un po, secondo voi, "controllare" le 412 miniere siciliane di zolfo, il petrolio del tempo, senza il quale nè industria nè flotta militare di Sua Maestà britannica avrebbero potuto dominare il Mondo per un secolo era un buon pretesto per invadere uno stato sovrano?

Sono i soliti corsi e ricorsi della storia (IRAQ docet)
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Old 13-05-2010, 11:15   #50
ferste
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A parte esagerazioni e qualche interpretazione un po' forzata il racconto è abbastanza corretto , non meno di quello che trovi nei libri di storia "ufficiale" .
ma corretto su cosa? è stato smontato riga per riga!

Quote:
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Il vero interesse in sicilia degli inglesi non erano ne le fabbriche ne le terre, ma erano i giacimenti di zolfo presenti sull' isola.
Non dimentichiamoci che nel 1859 la Sicilia era il primo produttore mondiale di zolfo e che lo stesso era considerato di importanza strategica (un po come il petrolio al giorno d' oggi) e che quindi chi avesse avuto il monopolio dello stesso avrebbe visto accrescere la propria potenza economica/militare.
L' interssamento inglese era dovuto alla necessità di spuntare condizioni economiche migliori per lo zolfo di produzione siciliana, di cui le navi a vapore inglesi facevano largo consumo. Lo zolfo era un elemento essenziale nella lavorazione dell'acciaio, oltre ad essere un additivo del carbone combustibile, ed era un protagonista collegato alla Seconda Rivoluzione Industriale, del carbone e dell'acciaio.
Ditemi un po, secondo voi, "controllare" le 412 miniere siciliane di zolfo, il petrolio del tempo, senza il quale nè industria nè flotta militare di Sua Maestà britannica avrebbero potuto dominare il Mondo per un secolo era un buon pretesto per invadere uno stato sovrano?

Sono i soliti corsi e ricorsi della storia (IRAQ docet)
Un conto è dire che gli inglesi avevano interessi sullo zolfo siciliano, un conto sono le cose contenute nell'articolo che sono state smentite ampliamente
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Old 13-05-2010, 14:27   #51
girodiwino
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Quote:
L’integrazione del sistema marittimo con quello ferroviario, con la costruzione delle ferrovie nel meridione con cui le merci potessero viaggiare anche su ferro, insieme alla posizione d’assoluto vantaggio del Regno delle Due Sicilie nel Mediterraneo rispetto alla più lontana Gran Bretagna, fu motivo di timore per Londra che già non aveva tollerato gli accordi commerciali tra le Due Sicilie e l'Impero Russo grazie ai quali la flotta sovietica aveva navigato serenamente nel Mediterraneo, avendo come basi d’appoggio proprio i porti delle Due Sicilie.
Grande storico l'autore eh...
Mi domando come abbia fatto a sfuggirmi
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Old 13-05-2010, 14:36   #52
Scalor
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Quote:


... Sono persone col pedigree dei malavitosi e ne farà una raccapricciante descrizione lo stesso Garibaldi. Provengono da Milano, Brescia, Pavia, Venezia e più corposamente da Bergamo, perciò poi detta “città dei mille”.....
Bérghem de huta o de hura ?
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Old 13-05-2010, 15:07   #53
Giuseppe Tubi
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In effetti i bergamaschi (e anche le femmine) hanno sempre avuto una pessima fama! Gentaglia
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Old 13-05-2010, 15:12   #54
Giuseppe Tubi
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Quote:
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Il vero interesse in sicilia degli inglesi non erano ne le fabbriche ne le terre, ma erano i giacimenti di zolfo presenti sull' isola.
Non dimentichiamoci che nel 1859 la Sicilia era il primo produttore mondiale di zolfo e che lo stesso era considerato di importanza strategica (un po come il petrolio al giorno d' oggi) e che quindi chi avesse avuto il monopolio dello stesso avrebbe visto accrescere la propria potenza economica/militare.
L' interssamento inglese era dovuto alla necessità di spuntare condizioni economiche migliori per lo zolfo di produzione siciliana, di cui le navi a vapore inglesi facevano largo consumo. Lo zolfo era un elemento essenziale nella lavorazione dell'acciaio, oltre ad essere un additivo del carbone combustibile, ed era un protagonista collegato alla Seconda Rivoluzione Industriale, del carbone e dell'acciaio.
Ditemi un po, secondo voi, "controllare" le 412 miniere siciliane di zolfo, il petrolio del tempo, senza il quale nè industria nè flotta militare di Sua Maestà britannica avrebbero potuto dominare il Mondo per un secolo era un buon pretesto per invadere uno stato sovrano?

Sono i soliti corsi e ricorsi della storia (IRAQ docet)
Hai ragione, aggiungici pure lo zolfo. Ma che c'entra l'invasione di uno stato sovrano? Mica Cavour aveva offerto lo zolfo gratis agli inglesi. Che ci fossero altri motivi che rendevano lo stato borbonico un partner commerciale inaffidabile?
E' esatto che lo zolfo fosse un minerale indispensabile all'industria, dalla produzione della polvere da sparo a quella dell'acido solforico e un mucchio di altre cose, ma non ho mai sentito che venisse aggiunto al carbone per migliorarne la combustione, anzi mi è sempre sembrato un elemento indesiderato nei minerali combustibili. Hai informazioni in merito? Grazie!
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Old 13-05-2010, 18:08   #55
Cfranco
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ma corretto su cosa? è stato smontato riga per riga!
Ad esempio :

Il 10 Maggio, alla vigilia dello sbarco, l’ammiragliato inglese a Londra dà l’ordine ai piroscafi bellici “Argus” e “Intrepid”, ancorati a Palermo, di portarsi a Marsala; ufficialmente per proteggere i sudditi inglesi ma in realtà con altri scopi. Ci arrivano infatti all’alba del giorno dopo e gettano l’ancora fuori a città col preciso compito di favorire l’entrata in rada delle navi piemontesi. Navi che arrivano alle 14 in punto, in pieno giorno, e questo dimostra quanta sicurezza avessero i rivoltosi che altrimenti avrebbero più verosimilmente scelto di sbarcare di notte.

L’approdo avviene proprio dirimpetto al Consolato inglese e alle fabbriche inglesi di vini “Ingham” e “Whoodhouse” con le spalle coperte dai piroscafi britannici che, con l’alibi della protezione delle fabbriche, ostacolano i colpi di granate dell’incrociatore napoletano “Stromboli”, giunto sul posto insieme al piroscafo “Capri” e la fregata a vela “Partenope”.

Le trattative che si intavolano fanno prendere ulteriore tempo ai garibaldini e sortiscono l’effetto sperato: I “mille” sbarcano sul molo. Ma sono in 776 perché i veri repubblicani, dopo aver saputo che si era andati a liberare la Sicilia in nome di Vittorio Emanuele II, si sono fatti sbarcare a Talamone, in terra toscana. Contemporaneamente sbarcano dall’Intrepid dei marinai inglesi anch’essi di rosso vestiti che si mischiano alle “camicie rosse”, in modo da impedire ai napoletani di sparare.
Napoli invia proteste ufficiali a Londra per la condotta dei due bastimenti inglesi ma a poco serve.


Sembrerà strano ma è andata proprio così ...
Anche se manca la parte su quanto ritardo avessero i garibaldini sulla tabella di marcia , il che costringerà il comandante delle navi napoletane a inventarsele tutte pur di riuscire a trovare scuse per perdere tempo e non bombardarli ( anche lui era sul libro paga dei Savoia ... ) .
Chi vuole scoprire quello che la storiografia ufficiale continua a nascondere sotto il tappeto potrebbe andarsi a leggere Lorenzo Del Boca e farsi un' idea non stereotipata dei fatti .
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Old 13-05-2010, 20:56   #56
ferste
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Originariamente inviato da Cfranco Guarda i messaggi
) .
Chi vuole scoprire quello che la storiografia ufficiale continua a nascondere sotto il tappeto
Mai sentito parlare di fonti e di confronto tra esse? noooooooooo.....
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Addio Pierpo, motociclista.
Se il cameriere di un locale per me è un idiota, non conosce le regole del locale, tratta bene solo i suoi leccaculo ma va bene al proprietario...cambio locale.
ferste è offline   Rispondi citando il messaggio o parte di esso
Old 13-05-2010, 21:58   #57
Giuseppe Tubi
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A dimostrazione dell'obiettività storica del papiro:
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Originariamente inviato da Cfranco Guarda i messaggi
Ma sono in 776 perché i veri repubblicani, dopo aver saputo che si era andati a liberare la Sicilia in nome di Vittorio Emanuele II, si sono fatti sbarcare a Talamone, in terra toscana.
Invece:
Quote:
Tra alcuni dei 1.162 uomini, arrivati a Talamone, serpeggia il malumore. Nove di essi, di estrazione mazziniana, e quindi fedeli al sogno di una Repubblica Italiana, non ne vogliono sapere di proseguire il viaggio sotto l’insegna reale sabauda. La lotta tra chi voleva un’Italia unita sotto lo scettro piemontese e chi invece la voleva repubblicana, iniziava già a fare capolino. Di pronta risposta al rifiuto di calare il vessillo monarchico, i nove mazziniani lasceranno la spedizione, e torneranno a casa.

Altri 64 uomini della spedizione, invece, capeggiati da Callimaco Zambianchi, storico amico di Garibaldi e, soprattutto, feroce anticlericale (al punto che era dovuto scappare dalla sua Forlì, all’epoca Stato Pontificio per cercare asilo all’estero), si distaccano e si muovono verso l’Umbria e le Marche, ancora in mano al Papa, con l’intento di scatenare una sollevazione popolare che portasse ai plebisciti d’annessione al Regno d’Italia.
Come 73 dissidenti (o meglio 9 visto che si parlava di repubblicani) diventano come per incanto 386...
Eh, ma la storia la scrivono i vincitori!
Giuseppe Tubi è offline   Rispondi citando il messaggio o parte di esso
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