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#21 |
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Iscritto dal: Mar 2005
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http://www.giornalettismo.com/archiv...-crac-lontano/
Economia di Carlo Cipiciani (Comicomix) Pensioni, senza riforme il crac non è lontano pubblicato il 29 dicembre 2009 alle 10:30 dallo stesso autore Il Presidente dell’Inps Mastrapasqua ha commentato il crollo di quelle di anzianità nel 2009 come la conferma che tutto va bene. Peccato che secondo esperti di destra e di sinistra le cose siano un po’ diverse, e che una riforma a breve sia indispensabile per tenere i conti in equilibrio Secondo i dati ufficiali diffusi dall’Inps, nei primi undici mesi del 2009 le pensioni di anzianità si sono dimezzate rispetto all’anno scorso: 91.925 contro le 196.522 dell’intero 2008, un calo del 53%. Un calo molto sensibile soprattutto per i lavoratori dipendenti: l’Inps ha infatti erogato 52.132 nuovi assegni contro i 120.626 che erano stati concessi nel 2008. “Sono i dati migliori dal 2002 – ha spiegato Antonio Mastrapasqua, presidente dell’Inps – le riforme previdenziali introdotte nel nostro Paese hanno funzionato, generando un arretramento delle pensioni d’anzianità. Inoltre si registra una maggiore disponibilità delle persone a rimanere al lavoro”. Un ottimismo che si spinge anche sul versante della stima della chiusura dell’attivo dell’Inps, che sarà tra i 6 e 7 miliardi di euro. UN OTTIMISMO NON GIUSTIFICATO – La dichiarazione del Presidente dell’Inps, che magnifica i risultati delle riforme e induce a ritenere che non c’è bisogno di ulteriori interventi sul fronte delle pensioni avrà fatto felice il ministro Sacconi. Per capire meglio cosa è accaduto, basta prendere in considerazione l’impennata che, sempre negli ultimi 11 mesi del 2009, hanno registrato le pensioni di vecchiaia, un aumento del 63% nell’ultimo anno, ovvero si è passati dai 52.132 ai 120.626 pensionati. La spiegazione del dato è quindi “meccanica”, legata cioè all’entrata in vigore delle nuove regole stabilite con l’ultima riforma, quella del 2007, varata dal Governo Prodi. Infatti, per il vicepresidente della Commissione lavoro della Camera, Giuliano Cazzola del Pdl, il paragone con il 2008 è finto: “Il calo è dovuto all’entrata in vigore della riforma delle anzianità che ha corretto lo scalone e ha previsto requisiti più severi. Da luglio 2009 ogni 18 mesi l’età minima cresce di un anno”. UN SEMPLICE CAMBIO DI REGOLE – Da quella data, quindi, è semplicemente entrata in vigore la nuova età minima di pensionamento e la cosiddetta quota 95. Per andare in pensione d’anzianità servono almeno 59 anni d’età con 36 anni di contributi, se lavoratori dipendenti, oppure 60 anni con 35 anni di contributi se autonomi. Possono andare in pensione indipendentemente dall’età anagrafica i soli lavoratori che hanno oltre 40 anni di contribuzione. Un criterio che resterà immutato per tutto il 2010, e che poi verrà via via modificato fino al 2013, anno in cui la riforma andrà a regime con la quota 97 (61 anni di età e 36 di contributi o 62 anni e 36 di contributi). Cosa abbia da festeggiare il Presidente dell’Inps (che dovrebbe essere un tecnico) non è molto chiaro. Ad esempio, riguardo all’avanzo dell’Inps. COSA DETERMINA L’AVANZO INPS – Il Presidente Mastrapasqua non dovrebbe ignorare che il 35% delle entrate dell’Istituto è rappresentato da trasferimenti dallo Stato, cioè trasferimenti dalle tasse pagate dai cittadini a favore dell’ente previdenziale. Senza questa entrata, i soli contributi previdenziali di lavoratori e imprese che rappresentano circa il 63% delle entrate, sarebbero insufficienti a coprire le spese. Ma c’è di più. Giuliano Cazzola dice che se “andiamo a vedere i conti dell’Inps e apparirà chiaro che la situazione non è così rosea.” Perché il bilancio in attivo dell’Inps si deve alla gestione dei parasubordinati, in attivo perché ha molti iscritti e poche pensioni pagate., ed a quella delle prestazioni temporanee cioè gli assegni familiari, la Cig, la disoccupazione, le indennità di maternità e malattia. E, aggiunge Agar Brugiavini, “anche i lavoratori immigrati”. Le gestioni pensionistiche invece hanno un affanno consistente. Tengono i conti della gestione dei lavoratori dipendenti ma, è sempre Cazzola a parlare “Quelle del lavoro autonomo hanno un disavanzo di 10 miliardi di euro. Non si può dire che le cose vanno bene. Il deficit pensionistico è coperto dagli avanzi di altre prestazioni”. Il rapporto NUSVAP afferma, infatti che “il sistema pensionistico pubblico, nonostante i numerosi interventi correttivi, presenta un consistente deficit annuale”. Un deficit di 7,2 miliardi di euro nel 2007, senza contare i 31 miliardi di ulteriori trasferimenti dello Stato per gli interventi Assistenziali. IL FUTURO E’ NERO – In questo quadro, c’è poco da essere ottimisti. Soprattutto se si fanno alcune considerazioni. La prima: la crisi economica, abbassando sensibilmente il Pil italiano, farà aumentare il rapporto Spesa pensionistica e Pil, già oggi molto elevato e che nel 2010 salirà di almeno un punto percentuale. Mastrapasqua dovrebbe conoscere il Rapporto del Nucleo di Valutazione della Spesa Previdenziale del Ministero del Lavoro, che dice che “gli effetti della recessione in atto determineranno un incremento del rapporto fra spesa pensionistica e Pil di circa il 10% nel triennio 2008-2010” Sono circa 1,4 punti percentuali di Pil. “Per mantenere stabile il rapporto tra spesa pensionistica e prodotto interno lordo l’economia italiana dovrebbe avere un tasso di crescita reale pari all’1,8% annuo”. Un tale livello “strutturale” di crescita in Italia, come abbiamo detto qui, non si registra da tempi lontanissimi, e quindi sembra piuttosto difficile da realizzare nei prossimi anni. Il complessivo sistema delle pensioni sconterà quindi un pesante disavanzo, che si deve agli squilibri ampi e strutturali (le entrate contributive coprono meno di 1/3 della spesa complessiva) che si registrano nel comparto del lavoro autonomo, come ha ricordato Cazzola. UNA RIFORMA INDISPENSABILE – Un disavanzo che si deve anche alle pensioni dei dipendenti pubblici (un disavanzo complessivo pari a circa il 20% della spesa per pensioni annualmente erogata). Quest’ultimo dato è confermato anche da uno studio della Ragioneria generale dello Stato, sulle tendenza delle pensioni del pubblico impiego, retaggio di regole ancora molto favorevoli, nonostante qualche intervento correttivo fatto negli anni scorsi. Sul futuro, a meno di non pensare ad uno sviluppo da tigre asiatica per l’Italia, non c’è da sorridere. La spesa pensionistica continuerà a crescere in rapporto al Pil almeno fino al 2035 (anno in cui andrà a regime la riforma Dini), soprattutto perché una fetta consistente di individui godrà ancora delle prestazioni calcolate con il metodo pro rata. Inoltre, anche le gestioni che determinano l’attivo, come il comparto delle prestazioni temporanee potranno creare problemi se gli effetti reali della crisi finanziaria si prolungheranno per qualche anno. I lavoratori “parasubordinati” cominceranno prima o poi a percepire le loro pensioni e questo eroderà gli effetti positivi del loro ingresso nell’Inps. Gli immigrati prima o poi cominceranno anche a percepire pensioni. C’è di che preoccuparsi, ed è evidente che bisogna darsi da fare, ovviamente partendo dalle situazioni più critiche (autonomi e pubblici dipendenti). Invece c’è chi preferisce fare lo struzzo e nascondere la testa sotto la sabbia, come il ministro Sacconi e il suo compare Mastrapasqua. |
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#22 |
Senior Member
Iscritto dal: Mar 2004
Città: Verona
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probabilmente se andiamo avanti così, quelli della mia generazione andranno in pensione a 75 anni
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#23 |
Senior Member
Iscritto dal: Mar 2001
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a sto punto conviene fare una vita in nero, zero contributi, e via di sociale. versare a fondo perso per cosa?
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#24 | |
Senior Member
Iscritto dal: Nov 2000
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[cit] è ora che gli Economisti maghetti stiano zitti per 3 anni !! [cit] Cassandre dell'oroscopo ..... ![]() Piuttosto è strano che la superCazzola non dica nulla sulla miseria e povertà che i nostri giovani affronteranno fra 30 anni!?? Tanto la superCazzola è lì bella pacciarotta ,...attento a non sfondare la poltrona!! ![]() Avere la possibilità di fare il tuo lavoro (Astrologo) , e pagato come ti pagano ,..lavoriamo anche noi fino a 70 anni!! ![]() ![]() ![]()
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Bye...... MâíÎÅñÐrë ® |
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#25 | |
Senior Member
Iscritto dal: Nov 2000
Città: Franciacorta (BRESCIA)
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Tanto a 65 anni ti daranno comunque una pensione Sociale oppure trattamento al minimo,..che ,considerando l'attuale calcolo con i coefficienti e contributi versati in 40 anni (33% del salario) equivale all'80% !! ![]() ![]() Si ,..è un'incentivo al lavoro nero.... ![]()
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#26 | |
Senior Member
Iscritto dal: Mar 2001
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#27 |
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#28 |
Registered User
Iscritto dal: Oct 2009
Messaggi: 75
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scusa se la azzardo, ma se ora l'inps ha risistemato un pò i conti forse è dovuto proprio alle riforme che sono state fatte sulla nostra pelle, da dini (anche prima) in poi
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#29 |
Registered User
Iscritto dal: Oct 2009
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#30 |
Senior Member
Iscritto dal: Mar 2001
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forse non è chiaro a loro che a una certa età di farmi saltare per aria fregherebbe un cazzo, meglio portarne all'inferno il più possibile che morire a bordo di una strada
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#31 |
Member
Iscritto dal: Aug 2008
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#32 |
Member
Iscritto dal: Jul 2009
Messaggi: 80
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non capisco perché l'inps debba avere un avanzo così gigantesco, 7 miliardi sono tantissimi, non è una società a scopo di lucro, deve pagare le pensioni.
Il prossimo che dice che serve una riforma delle pensioni si becca una spernacchiata lunga un mese, foss'anche la confindustira della marcegaglia piuttosto che standard&poors. |
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#33 | |||
Senior Member
Iscritto dal: Jan 2002
Città: Germania
Messaggi: 26110
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Ah, ok. Ma vorrei delle garanzie precise per i miei soldi. Non devo specularci, come ha fatto parecchia gente con Madoff, ma costruirci la mia futura pensione.
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Tra l'altro è iniziato pure male, perché chi ha percepito le prime pensioni l'ha fatto senza aver contribuito. Quindi sulle spalle dei lavoratori che hanno iniziato a contribuire. E' uno sbaglio che ha fatto lo stato, per cui le spese se le accolli lui. Quote:
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Per iniziare a programmare c'è solo Python con questo o quest'altro (più avanzato) libro @LinkedIn Non parlo in alcun modo a nome dell'azienda per la quale lavoro Ho poco tempo per frequentare il forum; eventualmente, contattatemi in PVT o nel mio sito. Fanboys |
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#34 |
Senior Member
Iscritto dal: Sep 2008
Città: ...dove Sile a Cagnan s'accompagna...
Messaggi: 1056
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mi sa che prima o poi sarà una scelta obbligata, perchè prima o poi lo stato dovrà (giustamente) riconoscere la pensione ai lavoratori stranieri che hanno deciso di stare in italia anche dopo il periodo di lavoro
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#35 | |
Senior Member
Iscritto dal: Jan 2001
Città: Livorno
Messaggi: 1359
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Tutti vogliono fare come gli pare, poi se però le cose gli girano male vanno a piangere dallo stato. Ogni fondo d'investimento ha una percentuale di rischio, se sei disposto ad accettarla accomodati. Ricorda che negli Stati Uniti quelli rimasti scottati non sono solo le vittime di Madoff (truffa) ma anche (la maggioranza) di chi ha agito onestamente sbagliando. Ultima modifica di das : 30-12-2009 alle 10:19. |
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#36 |
Senior Member
Iscritto dal: Jan 2002
Città: Germania
Messaggi: 26110
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Non c'è problema. Tanto, male che va, dovrei comunque lavorare tutta la vita, no?
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#37 |
Senior Member
Iscritto dal: Mar 2004
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#38 | ||
Senior Member
Iscritto dal: Nov 2000
Città: Franciacorta (BRESCIA)
Messaggi: 692
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Quote:
![]() Metti in discussione un sistema che nasce nel 1919 e nel corso degli anni ha avuto l'attuale condizione!! ![]() ![]() 1919 istituzione delle pensioni di vecchiaia (modello bismarckiano) 1929 Cassa nazionale per le assicurazioni sociali diventa nel 1934 INFPS (Istituto Nazionale Fascista della Previdenza Sociale) 1948 INFPS >>INPS (Istituto Nazionale della Previdenza Sociale) 1969 LEGGE 153/69 che introduce il finanziamento a ripartizione, cui è abbinato un nuovo metodo di calcolo di tipo retributivo. Introduzione della pensione sociale. Prima del 1969 vigeva il finanziamento a capitalizzazione, ossia le pensioni erano pagate attraverso i contributi accantonati per conto del lavoratore e restituiti al momento del pensionamento. Il finanziamento a ripartizione, “ a staffetta” (si fonda su un patto di equità intergenerazionale), prevede che i contributi versati dai lavoratori siano immediatamente utilizzati per erogare le pensioni a chi è uscito dal mondo del lavoro. non c'è nessun sbaglio dello Stato Sociale,..lo sbaglio è il tuo che vorresti uno stato anarchico, sei padrone di volerlo , ma devi cambiare Paese!! ![]() Quote:
![]() Prima vuoi farti una degna pensione con i soldi che non vuoi versare,... Poi , invece , li vuoi per spendere ADESSO e spassarti la vita da giovane!! No no , guarda,...di modelli simili ne abbiamo già a bizzeffe per il Paese,..tanto dopo li manteniamo NOI con le Pensioni Minime e Sociali !! Vai avanti a lavorare e non pensarci ,....!! ![]() ![]()
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Bye...... MâíÎÅñÐrë ® |
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#39 | |
Senior Member
Iscritto dal: Nov 2000
Città: Franciacorta (BRESCIA)
Messaggi: 692
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Quote:
![]() Mica "tutta" la vita....., sempre considerando la media speranza di vita dell'uomo ItaGliano!! ![]()
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#40 | |
Senior Member
Iscritto dal: Aug 2003
Città: milano
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Ti annoieresti. ![]() Fino a 70 anni per me va bene. Dopo i 70 qualcosina in nero per arrotondare.
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We are the flame and darkness fears us ! |
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