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Originariamente inviato da Proteus
Semplicemente perchè la guerra contri i rifiuti l'abbiamo persa e ci siamo arresi, non lo vedi che ne siamo "invasi" e lentamente risalgono la penisola ?. 
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Mi sa che son già risaliti.
Da ( http://www.legambienteonline.it/news2006/ecomafia.htm )
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L’ecomafia va alla conquista del nord e lo fa soprattutto coi rifiuti. Il Veneto è al terzo posto nella classifica delle illegalità legate alla monnezza connection, il Friuli Venezia Giulia e il Trentino Alto Adige sono spesso le destinazioni di arrivo o di smaltimento del pattume illegale. Le imprese criminali della spazzatura hanno ormai stabilmente varcato i confini del Mezzogiorno. È questo uno dei dati più significativi di Ecomafia 2006, l’annuale rapporto di Legambiente sull’illegalità ambientale in Italia e il ruolo della criminalità organizzata.
I dati più significativi del rapporto. Cresce il traffico di rifiuti in Italia con un incremento del 16,5% rispetto al 2004, 18,8 milioni di tonnellate rifiuti speciali spariti nel nulla. La gestione illecita si estende ormai da sud a nord, travalicando ampiamente i confini delle regioni a tradizionale presenza mafiosa e arrivando fino al Friuli Venezia Giulia e al Trentino Alto Adige.
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Per quanto riguarda alcune regioni:
Da:
( http://meteolive.leonardo.it/meteo-notizia.php?id=12616)
e altre fonti.
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INCHIESTA: le regioni italiane come enormi discariche! (parte I)
Prima puntata dei risultati ottenuti da una recente indagine parlamentare sugli abusi ecologici nel nostro Paese: nel mirino le discariche abusive e i relativi illeciti delle organizzazioni criminali.
Cresce la quantità dei rifiuti pro-capite prodotta ma purtroppo aumentano anche gli illeciti collegati al loro smaltimento. Tutto a danno dell'ambiente e della nostra salute...
Il problema è lo stesso da molti anni ma ancora non si riescono o non si vogliono trovare delle contromisure efficaci: produciamo troppi rifiuti e il sistema di smaltimento è inadeguato, lento e nocivo per la nostra salute.
In LOMBARDIA, le inchieste di Mani Pulite hanno messo allo scoperto un efficace sistema di corruzione per la realizzazione di discariche. Ma in questa regione operano prevalentemente, con modalità non sempre legali, società impegnate nello smaltimento dei rifiuti nel Mezzogiorno. Fra le regioni settentrionali si segnala la gravità del fenomeno della gestione illecita dei rifiuti in Liguria. Nei dintorni di Alassio, diverse cave e discariche sono state trasformate in veri e propri cimiteri di rifiuti tossici.
La scoperta più clamorosa è avvenuta in una cava dalla quale sono stati estratti circa 100 fusti, contenenti 200 litri ciascuno di rifiuti tossico nocivi; considerate le dimensioni della cava, questo rinvenimento sembra essere solo la cima di un iceberg. L'interramento risale agli anni '82-85 ma i primi sopralluoghi effettuati dai tecnici della USSL sono giunti solo nel 1992. Nella relazione tecnica si apprende che i materiali si presentavano accatastati e ricoperti senza alcuna precauzione; dai fusti lesionati fuoriuscivano sostanze di varia natura, liquidi neri e maleodoranti e notevoli quantità di medicinali.
Accanto all'incontrollato diffondersi di velenose ferite inferte al suolo si moltiplicano anche gli episodi di inquinamento delle acque marine. In seguito a numerose denunce da parte di Legambiente, il Ministero dell'Interno ha condotto recenti indagini su affondamenti sospetti di navi al largo delle coste ioniche e allo scopo di accertare il loro eventuale carico di materiale radioattivo. I primi rilevamenti hanno confermato le ipotesi dal momento che sono stati misurati anomali valori di radioattività nelle acque circostanti una motonave affondata.
Si tratta in genere di vere e proprie "carrette" dei mari, coperte da premi di assicurazione per incidenti di questo tipo, che consentono all'organizzazione mafiosa di realizzare un duplice affare.
In TOSCANA il Corpo forestale dello Stato e dalla Guardia di finanza ha individuato l'impiego di cavi elettrici tritati e mescolati con sabbia per "allestire" le aree di allenamento dei cavalli in numerosi maneggi della provincia di Firenze (ma il traffico ha interessato anche la Lombardia, l'Emilia Romagna e le Marche). Il materiale, conferisce una buona elasticità al fondo e non comporta la formazione di polvere ma rientra nella categoria dei rifiuti pericolosi.
PIEMONTE
La Guardia di Finanza di Torino ha posto sotto sequestro sette discariche abusive. Denunciate 28 persone, fra cui artigiani e imprenditori. Complessivamente sono circa 250mila i metri quadri sequestrati sui quali venivano smaltiti rifiuti e materiali inquinanti.
Le persone denunciate provvedevano a smaltire i rifiuti, tra cui alcuni prodotti altamente tossici, in siti non autorizzati.
Friuli Venezia Giulia
Il blitz a Trieste
Una giornata all'insegna delle operazioni contro i reati ambientali. Mentre a Torino le Fiamme gialle sequestravano sette discariche abusvi, i colleghi di Trieste, infatti, fermavano un carico di rifiuti di oltre 27 tonnellate proveniente dell'Albania e destinato ad Ancona, scoperto nel Punto Franco Vecchio del porto.
I rifiuti erano a bordo di un Tir, sbarcato da un traghetto proveniente da Durazzo. Alla dogana erano state dichiarate "materie prime seconde" mentre in realtà conteneva parti metalliche, materiale plastico, scarti di lavorazione, cordami e altre sostanze ritenute inquinanti e nocive all'ambiente e all'uomo. Al termine di una serie di controlli dei mezzi provenienti dall'Albania, Fiamme Gialle e doganieri hanno individuato il Tir, scoprendo la totale assenza di autorizzazioni per il carico, il cui valore commerciale sfiora i 2.000 euro.
Il procuratore e direttore operativo della ditta italiana responsabile del traffico è stato segnalato in stato di libertà alla magistratura.
In CAMPANIA la situazione è sempre critica in alcune province, tanto che è stata condotta un'inchiesta parlamentare sull'accumulo di rifiuti tossici nel sottosuolo. L'indagine, commissionata all'Istituto Nazionale di Geofisica e al Corpo Forestale dello Stato si è svolta grazie ad un elicottero dotato di aeromagnete, un sensore in grado di rivelare la presenza di grandi depositi ferrosi non naturali sotto il terreno. In una piccola area di 500 km2 ne sono stati rinvenuti ben 8 di medie dimensioni. Dopo la rilevazione dall'alto, si è proceduto ad un esame più accurato via terra con rilievi geoelettrici e magnetici e che purtroppo hanno confermato molti dei sospetti.
Le forze dell'ordine hanno scoperto l'interessamento delle attività criminali nella compravendita illecita dei rifiuti, un "settore" redditizio almeno quanto la droga ed in forte crescita negli ultimi anni. Particolarmente colpiti da questa sorta di "mafia-ecologica" le province di Caserta e i comuni a nord di Napoli. In alcune aree la notte si bruciano ingenti quantità di rifiuti con produzione di diossine e contaminazione dei terreni, tanto da costringere le autorità a sequestrare ed abbattere molti capi di bestiame. Il dato più allarmante è che rispetto al 2002 gli illeciti ambientali accertati sono cresciuti del 34% nella sola Campania. (in questa triste classifica guadagna posizioni anche la LIGURIA, prima tra le regioni del Nord per numero di infrazioni ecologiche).
Nell'area vesuviana la Guardia di Finanza ha sequestrato un numero notevole di discariche abusive che smaltivano sia i rifiuti urbani che quelli industriali più tossici, senza distinzione. Nella maggior parte dei casi erano poste all'interno di vecchie cave.
Addirittura molti clan mafiosi richiedono l'autorizzazione per costruire delle vasche per l'itticoltura e le utilizzano come depositi di liquami d'ogni sorta!
Notizie allarmanti giungono anche dalla BASILICATA e dalla PUGLIA, regioni scelte dalla criminalità per lo "smaltimento" illegale dei rifiuti. In pratica nelle ore notturne, attraverso vie di accesso secondarie, numerosi tir pieni di immondizia destinata a inceneritori ed impianti di riciclaggio giungono in aree disabitate e, con l'aiuto dei malavitosi interrano gli scarti e ricoprono in fretta e furia le discariche. Nel frattempo spariscono illecitamente i soldi destinati allo smaltimento autorizzato.
VENETO
l gazzettino Giovedì, 19 Ottobre 2006
L’allarme della Procura di Treviso, che ha affidato alla Forestale le indagini per monitorare i movimenti di rifiuti tossici
«Veneto preda dell'ecomafia»
Treviso: Impossibile saperne di più, ma già la notizia in sè è gravissima: anche il Veneto è vittima delle "mafie" sullo smaltimento di rifiuti. La Procura della Repubblica della Marca ha già impegnato le forze dell'ordine per far fronte al problema.
«Sono in atto accurate verifiche sul territorio - ammette il Procuratore della Repubblica di Treviso, Antonio Fojadelli - contro attività criminali che potrebbero stare dietro lo smaltimento di rifiuti tossici».
Lo dice perchè ci sono dei segnali o delle certezze?
«Per ora posso solo dire che ci sono chiari segnali».
Mafia?
«Ci sono avvisaglie secondo cui, per spendere meno, certi industriali o imprenditori si rivolgano alla criminalità organizzata, che in questo settore prospera».
Possiamo sapere se è italiana o straniera?
«È italiana».
Cosa è già stato fatto?
«La Forestale, con gli elicotteri, ha già individuato discariche che non sono risultate di rifiuti tossici, ma che erano abusive. Questo genere di accertamenti non è semplice: i tossico-nocivi vengono spesso interrati e quindi la loro ricerca è molto più complessa. Da questo punto di vista, tengo a dire che il cittadino potrebbe aiutare moltissimo, segnalando passaggi di mezzi "inusuali", o quant'altro possa insospettirlo».
Qual è il problema più grave che comporta quella che sembra solo una contravvenzione alle norme sullo smaltimento autorizzato?
«Che le discariche autorizzate devono eliminare questo genere di rifiuti con le attrezzature indicate dalla legge, che ovviamente comportano costi più alti. Chi smaltisce questo genere di merce magari solo seppellendola, pratica costi molto più bassi. Il pericolo maggiore è costituito dal fatto che le croste di terra che separano i rifiuti dalle falde acquifere sono sottilissime. Chiunque può immaginare cosa comporterebbe lo sversamento di minerali tossici nell'acqua. Tutto il Veneto, tramite la Regione, è allertato sul fenomeno, perchè è ben nota la fragilità geologica del territorio».
Il Procuratore non vuole dire nulla sui risultati già ottenuti dal lavoro di Finanza, Carabinieri e Forestale.
Cercando su internet la definizione di rifiuto tossico, si trova: «Vengono classificati come rifiuti tossici e nocivi tutti i rifiuti industriali e urbani che contengono sostanze tossiche come ad esempio l'arsenico, il mercurio cromo e il piombo o sostanze radioattive. I rifiuti radioattivi provengono da particolari lavorazioni (ad esempio dell'uranio) che avvengono nei laboratori di ricerca, in alcune industrie e in alcuni ospedali». Insomma, una regione come il Veneto ha pericoli da tutte le parti.
Procuratore, teoricamente basterebbe rendere obbligatoria ad ogni azienda, che si sa produrre questi rifiuti, la certificazione del luogo di smaltimento.
«Sì, ma le forze dell'ordine sono in costante e grave carenza di organico e non ce la faremmo nemmeno a controllare le dichiarazioni. Dobbiamo sperare che il maggior numero di imprenditori possibile si renda conto e usi la coscienza».
Ma si sa anche che da Venezia, anni fa, partivano dei Tir carichi dei famosi "olii inesausti", e arrivavano fino alla Calabria. Partivano pieno e arrivavano vuoti: gli olii venivano versati a terra per tutti gli oltre mille chilometri da una piccola perdita accuratamente predisposta sotto il mezzo.
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Che dire. L'itaglia da Bel Paese si sta trasformando in una discarica abusiva a cielo aperto.
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Notebook: MBP 15 i7 Retina, (Mid 2014)
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