|
|
|
![]() |
|
Strumenti |
![]() |
#281 |
Senior Member
Iscritto dal: Aug 2002
Città: Evangelical Ecumenical Empire
Messaggi: 146
|
UGANDA 27/7/2006 1.09
AMPIA DELEGAZIONE DAL NORD UGANDA PER INCONTRARE CAPO RIBELLE KONY Convincere Joseph Kony, capo dei ribelli ugandesi del sedicente Esercito di resistenza del Signore (Lra), a deporre le armi e ad accettare il trattato di pace che rappresentanti dell’Lra e il governo ugandese stanno negoziando in questi giorni a Juba, in Sud Sudan: è l’obiettivo della delegazione di circa 180 persone giunta oggi dal nord dell’Uganda a Maridi, piccolo centro urbano dell’Equatoria occidentale (Sud Sudan) vicino al confine con la Repubblica Democratica del Congo, nei pressi del presunto nascondiglio di Kony. Della delegazione fanno parte oltre 30 parenti dei dirigenti dell’Lra, tra cui due ex-mogli e uno zio di Kony; 15 delegati dell’Lra; 10 anziani; leader religiosi del Nord Uganda guidati dall’arcivescovo di Gulu, John Baptista Odama; 20 delegati del governo del Sud Sudan; esponenti politici capeggiati dal colonnello Walter Ochora, commissario di distretto di Gulu nel nord Uganda. A loro dovrebbero presto aggiungersi il vice-presidente sudanese Riek Machar – che ha finora guidato la mediazione con il governo ugandese - e la madre di Kony, Nora Oting. L’incontro con Kony probabilmente potrebbe avvenire oggi a Nabanga, al confine tra Repubblica democratica del Congo e Sud Sudan. “Queste persone incontreranno Kony per assicurargli che il governo ugandese è davvero pronto per la pace” ha detto Ochora. Secondo Norbert Mao, avvocato e presidente del distretto di Gulu, la delegazione giunta a Maridi sarebbero solo una frazione di una ben più folta: al quotidiano indipendente ugandese ‘Monitor’, Mao ha detto di aver ricevuto una telefonata dello stesso Kony che chiedeva di incontrare esponenti delle diverse comunità.
__________________
The World Is My Parish John Wesley|NO Nazist Noglobal Communist Laicist Satanic Legalizations against life and alliances with their defenders..EVIL WILL NEVER BE GOOD! |
![]() |
![]() |
![]() |
#282 |
Senior Member
Iscritto dal: Aug 2002
Città: Evangelical Ecumenical Empire
Messaggi: 146
|
SUDAN 27/7/2006 4.39
DARFUR: ONG DENUNCIANO INSICUREZZA NEI CAMPI PER SFOLLATI “Siamo venuti qui per essere protetti, ma non ci sentiamo al sicuro. Gruppi di banditi e di uomini armati si trovano sia dentro che fuori i campi”: a parlare è un gruppo di anziani notabili di uno dei principali campi profughi che sorge nei pressi di Nyala, capoluogo del Darfur meridionale. A raccogliere la denuncia degli sfollati interni e a confermare la presenza crescente di armi e gruppi armati all’interno dei campi disseminati in tutta la regione del Darfur e in cui ormai vivono quasi 2 milioni di persone, sono alcune organizzazioni non governative che operano nell’area. “Gli uomini non lasciano i campi per paura di essere uccisi e le donne hanno paura a uscire perché temono di finire preda di uomini armati” si legge in una nota diffusa da ‘Action by Churches together (Act)/Caritas, una rete che riunisce le principali organizzazioni non governative (ong) della Chiesa cattolica, protestante e ortodossa. Le testimonianze raccolte concordano nel sottolineare la paura in cui sono costretti a vivere gli sfollati all’interno dei campi. La gravità dell’insicurezza in Darfur e il pericolo della sempre maggiore presenza di armi e gruppi armati nei campi sono stati sottolineati la scorsa settimana sia dalla Missione Onu nel paese (Unmis) sia dall’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (Acnur/Unhcr), che coordina molte delle operazioni nelle strutture in cui sono ospitati gli sfollati. In una nota dei giorni scorsi, l’Unmis si era detta “estremamente preoccupata” per le condizioni di sicurezza interne ai campi per sfollati, sempre più teatro di episodi violenti o utilizzati da gruppi ribelli per nascondere armi o propri sostenitori. Qualche giorno prima l’Onu aveva annunciato la sospensione delle attività umanitarie in alcune zone del Darfur a causa dell’insicurezza interna ai campi.
__________________
The World Is My Parish John Wesley|NO Nazist Noglobal Communist Laicist Satanic Legalizations against life and alliances with their defenders..EVIL WILL NEVER BE GOOD! |
![]() |
![]() |
![]() |
#283 |
Senior Member
Iscritto dal: Aug 2002
Città: Evangelical Ecumenical Empire
Messaggi: 146
|
REPUBBLICA DEMOCRATICA DEL CONGO 27/7/2006 10.27
ITURI: ACCORDO CON ULTIMO GRUPPO ARMATO IN VISTA DI ELEZIONI Un accordo è stato raggiunto dal governo congolese anche con l’ultimo gruppo armato attivo in Ituri, la turbolenta provincia nel nord est della Repubblica democratica del Congo teatro di combattimenti e violenze anche dopo la fine ‘ufficiale’ della guerra, perché gli elettori della regione possano recarsi alle urne domenica per le elezioni generali. La MISNA lo ha appreso da fonti locali le quali precisano che l’accordo con il ‘Movimento rivoluzionario congolese’ (Mrc) – una sorta di coalizione in cui erano confluiti tutti gli elementi armati che non avevano partecipato al programma di disarmo e reintegro avviato dall’Onu e da Kinshasa lo scorso anno – prevede un’amnistia per i reati di crimini contro lo Stato in cambio di una tregua per tutto il periodo delle elezioni che consenta alla gente di recarsi al voto. Non sono ancora completamente chiari i contenuti dell’intesa che, secondo alcune fonti, dovrebbe anche prevedere l’avvio del processo di integrazione del Mrc nel nuovo esercito nazionale congolese e la cessazione definitiva delle ostilità. Fonti diplomatiche occidentali contattate a Kinshasa dalla MISNA, sottolineano però che l’accordo con l’Mrc sarebbe stato raggiunto non dal governo nel suo complesso, ma dai servizi di sicurezza del presidente Joseph Kabila, che è anche uno dei candidati (il favorito) alla massima carica dello Stato. Teatro di violenze e scontri anche dopo la fine ‘ufficiale’ della guerra nella Repubblica democratica del Congo (1998-2003), l’Ituri è a tutt’oggi una delle zone più instabili dell’intero Congo. Se 15.578 ex-combattenti hanno partecipato al programma di disarmo, tra i 3.000 e i 4.000 uomini armati sono ancora presenti sul territorio. Miliziani che hanno accantonato le vecchie (nonchè strumentali) rivalità etniche per unirsi e continuare a gestire i lucrativi affari legati ai settori minerari in cui sono coinvolte anche aziende internazionali (molte europee) e i governi dei paesi confinanti.
__________________
The World Is My Parish John Wesley|NO Nazist Noglobal Communist Laicist Satanic Legalizations against life and alliances with their defenders..EVIL WILL NEVER BE GOOD! |
![]() |
![]() |
![]() |
#284 |
Senior Member
Iscritto dal: Aug 2002
Città: Evangelical Ecumenical Empire
Messaggi: 146
|
CIAD 27/7/2006 10.58
N’DJAMENA E KHARTOUM RICUCIONO RELAZIONI DIPLOMATICHE I governi di Ciad e Sudan hanno siglato ieri un accordo in cui si impegnano a non dare più ospitalità ai rispettivi movimenti ribelli e a creare una commissione militare congiunta incaricata di controllare la lunga frontiera (1000 chilometri) che divide i due paesi. Lo hanno annunciato fonti dei due governi in una nota in cui si precisa che l’intesa è stata siglata ieri a N’djamena durante un incontro tra i vertici militari sudanesi e ciadiani. Il Ciad aveva unilateralmente rotto le relazioni diplomatiche col Sudan il 14 aprile scorso, il giorno dopo che le forze militari governative avevano respinto un attacco ribelle contro la capitale N’djamena. Il governo ciadiano aveva accusato quello sudanese di aver sostenuto i ribelli. Accuse che Khartoum ha sempre smentito e rinviato al mittente, ricordando i rapporti tra N’djamena e le ribellioni attive in Darfur, la regione occidentale sudanese teatro dal febbraio 2003 di un conflitto che ha fatto quasi 2 milioni di profughi e sfollati, 200.000 dei quali ospitati in territorio ciadiano. Chiudendo l’incontro che ha portato alla firma dell’accordo, i partecipanti hanno sottolineato che l’intesa “consente di superare tutte le differenze e di aprire una nuova pagina nelle relazioni bilaterali”. L’incontro di ieri apre la strada al vertice, fissato in agosto a Dakar in Senegal, tra il presidente ciadiano Idriss Deby e il sudanese Omar Hassan el Beshir, in cui dovrebbe essere dichiarata la restaurazione delle normali relazioni diplomatiche tra i due paesi.
__________________
The World Is My Parish John Wesley|NO Nazist Noglobal Communist Laicist Satanic Legalizations against life and alliances with their defenders..EVIL WILL NEVER BE GOOD! |
![]() |
![]() |
![]() |
#285 |
Senior Member
Iscritto dal: Aug 2002
Città: Evangelical Ecumenical Empire
Messaggi: 146
|
REPUBBLICA DEMOCRATICA DEL CONGO 27/7/2006 14.13
ELEZIONI: MONUC ACCUSA FORZE ARMATE DI ABUSI Arresti arbitrari, detenzioni illegali e ricorso alla violenza per reprimere le manifestazioni politiche: sono tra le violazioni dei diritti umani a carattere politico a carico dell’esercito e della polizia congolese denunciate dalla Missione delle Nazioni Unite in Congo (Monuc). In un rapporto di 24 pagine pubblicato ieri, la Monuc riferisce di un “aumento significativo” di questi episodi nei mesi precedenti le elezioni, che si terranno domenica prossima. Nel dossier si segnalano inoltre attentati alla libertà di stampa con giornalisti della carta stampata e radiofonici “imbavagliati” a causa di una legge restrittiva risalente all’epoca della dittatura di Mobutu. La Monuc deplora inoltre “una mancata capacità e volontà” del governo di “indagare e perseguire” gli autori di gravi violazioni, sebbene segnali comunque “sviluppi positivi” in tale senso. La Missione Onu è presente in Congo dal 2000 e da allora - come si dice nel rapporto - non sono smesse le “esecuzioni sommarie” , i “ferimenti” e gli “stupri” commessi dalle Forze armate congolesi contro i civili accusati di complicità i gruppi armati ancora attivi o durante le operazioni militari contro di essi. Tali abusi sarebbero di fatto favoriti dalle “ingerenze” delle autorità politiche e militari sulla magistratura militare che determino la “paralisi di questa istituzione” giudiziaria. Nel dossier si invitano le parti politiche di includere nei loro programmi “azioni chiare e realizzabili” per migliorare la situazione dei diritti umani nel paese.
__________________
The World Is My Parish John Wesley|NO Nazist Noglobal Communist Laicist Satanic Legalizations against life and alliances with their defenders..EVIL WILL NEVER BE GOOD! |
![]() |
![]() |
![]() |
#286 |
Senior Member
Iscritto dal: Aug 2002
Città: Evangelical Ecumenical Empire
Messaggi: 146
|
UGANDA 27/7/2006 18.47
DELEGAZIONE A CONFINE TRA SUDAN E CONGO PER INCONTRARE CAPO RIBELLE KONY Prosegue il viaggio della delegazione di circa 180 persone del nord Uganda che nei prossimi giorni dovrebbe incontrare Joseph Kony, capo dei ribelli ugandesi del sedicente Esercito di resistenza del Signore (Lra), per convincerlo a deporre le armi. Dopo aver lasciato nottetempo Maridi, piccolo centro urbano dell’Equatoria occidentale (Sud Sudan) vicino al confine con la Repubblica Democratica del Congo, un primo gruppo di 30 persone sono giunte oggi in un remoto anteposto di confine costituito da una decina di capanne di fango. Della delegazione fanno parte, tra gli altri, alcuni leader religiosi del Nord Uganda guidati dall’arcivescovo di Gulu, John Baptista Odama ed esponenti politici locali della stessa zona. Secondo un giornalista della Reuters, nella stessa località dovrebbe arrivare anche il vice-presidente sudanese Riek Machar – che ha finora guidato la mediazione con il governo ugandese – e insieme incontreranno il leader dell’Lra. L’obiettivo è convincere Kony ad accettare il trattato di pace che rappresentanti dell’Lra e il governo ugandese stanno negoziando in questi giorni a Juba, in Sud Sudan. In tal caso le autorità di Kampala gli hanno garantito l’immunità dai 33 capi d’imputazione per crimini di guerra e contro l’umanità emessi dalla Corte penale internazionale (Cpi) dell’Aja. Con i negoziati di Juba – che riprenderanno il prossimo lunedì dopo consultazioni – si spera di porre fine alla ribellione del movimento responsabile di decine di migliaia di morti e oltre 1,4 milioni di sfollati ugandesi nel nord del paese.
__________________
The World Is My Parish John Wesley|NO Nazist Noglobal Communist Laicist Satanic Legalizations against life and alliances with their defenders..EVIL WILL NEVER BE GOOD! |
![]() |
![]() |
![]() |
#287 |
Senior Member
Iscritto dal: Aug 2002
Città: Evangelical Ecumenical Empire
Messaggi: 146
|
REPUBBLICA DEMOCRATICA DEL CONGO 27/7/2006 23.09
KINSHASA: DISORDINI DURANTE MANIFESTAZIONE SOSTENITORI DI BEMBA Migliaia di persone hanno accolto oggi nella capitale Kinshasa il candidato Jean Pierre Bemba, attualmente uno dei quattro vicepresidenti della Repubblica democratica del Congo, in una manifestazione caratterizzata da disordini. I suoi sostenitori del Movimento per la liberazione del Congo – Mlc, l’ex-gruppo ribelle oggi partito politico - si sono scontrati con la polizia e hanno assaltato i locali dell’Alta autorità per i mass-media; altri – come ha visto l’inviata della MISNA a Kinshasa – hanno saccheggiato la stazione di polizia all’altezza del Pont Matete, sull’ampio ‘Boulevard Lumumba’. Secondo l’agenzia ‘France Presse’, almeno una persona è stata uccisa da colpi di arma da fuoco, apparentemente da uomini del servizio di sicurezza di Bemba durante scontri con la polizia. Il candidato del Mlc ha percorso a piedi una parte dei circa 15 chilometri che separano l’aeroporto di N’Djili dallo stadio ‘Tata Raphaël’ nel quartiere Limete. Mentre Bemba si rivolgeva ai sostenitori, è scoppiato un incendio nella sua residenza; due bambini sarebbero rimasti carbonizzati e un’altra dozzina di persone ferite. Secondo le televisioni locali, potrebbe trattarsi di un attacco da parte di militanti politici rivali al deposito di munizioni collocato accanto alla casa dell’ex-capo ribelle, protagonista con le sue milizie della guerra del 1998-2003. “Kabila non ha fatto niente per il Congo e nemmeno per Kinshasa: è stato messo lì dalla comunità internazionale e sotto il suo governo non c’è stato alcun progresso” ha detto all’inviata della MISNA un simpatizzante di Bemba, mentre centinaia di giovani ballavano e danzavano sopra i tetti di alcuni autobus, con t-shirt e volantini del loro candidato. Molti abitanti della capitale hanno assistito con curiosità dal ciglio della strada alla massiccia mobilitazione di Bemba che – secondo alcune informazioni in circolazione ma prive di conferme – disporrebbe di un numero imprecisato di uomini armati all’esterno della capitale o addirittura in città pronti ad attaccare Kinshasa in caso di sconfitta alle elezioni presidenziali di domenica prossima. “Non dimentichiamoci che il Congo non è solo Kinshasa” ha detto alla MISNA un medico del Katanga, di passaggio nella capitale, mentre osservava la manifestazione pur restandone al di fuori. La distanza tra i candidati principali in città si misura anche sui muri: i più facoltosi – Kabila e Bemba tra questi – hanno affisso ovunque manifesti anche di grandi dimensioni – gli altri (in totale sono 33 gli sfidanti) si devono accontentare di più modesti striscioni di plastica. Di cui – comunque – gran parte delle strade di Kinshasa sono ormai tappezzate.
__________________
The World Is My Parish John Wesley|NO Nazist Noglobal Communist Laicist Satanic Legalizations against life and alliances with their defenders..EVIL WILL NEVER BE GOOD! |
![]() |
![]() |
![]() |
#288 |
Senior Member
Iscritto dal: Aug 2002
Città: Evangelical Ecumenical Empire
Messaggi: 146
|
REPUBBLICA DEMOCRATICA DEL CONGO 28/7/2006 18.21
ELEZIONI, IN MIGLIAIA PARTITI DAL BURUNDI PER VOTARE Autobus, taxi, persino biciclette: stanno partendo a bordo di qualsiasi mezzo disponibile le migliaia di congolesi residenti in Burundi pur di non mancare domenica alle prime elezioni multi-partitiche della Repubblica democratica del Congo dall’indipendenza del 1960. Dopo aver chiesto il visto in uno dei quindici uffici aperti dall’ambasciata congolese in Burundi – nella capitale Bujumbura, nella provincia centrale di Gitega e a Rumonge nella provincia meridionale di Bururi – si stanno affrettando ad attraversare le polverose strade al confine col nordovest del loro paese natio, prima della chiusura della frontiera fissata per domani. Sino a ieri sera erano stati accordati 18.000 visti, ma anche stamani alle porte dell’ambasciata vi era una fila di congolesi desiderosi di tornare nell’ex-Zaire per votare: secondo Makonga Monga – l’incaricato d’affari presso l’ambasciata congolese a Bujumbura – tra ieri e oggi in 25.000 avranno attraversato il confine. Per farlo occorre presentare sia la carta elettorale che il ‘foglio bianco’ rilasciato dall’ambasciata e riceverne uno rosa recante il timbro dell’immigrazione. Per facilitare le operazioni, circa 20 stazioni di lavoro sono state allestite lungo il confine tra Burundi e Repubblica democratica del Congo, a circa 3 chilometri dall’ufficio di frontiera di Gatumba. Tanta burocrazia non ha affievolito l’entusiasmo per lo storico appuntamento: “Malgrado risiedano in Burundi da diversi anni, quanti hanno la nazionalità congolese da giorni non parlano che di elezioni e fremono per votare” dice alla MISNA una fonte missionaria contattata a Bujumbura, aggiungendo: “In molti hanno anche organizzato delle collette per noleggiare mezzi di trasporto collettivi. L’aspettativa è alta”.
__________________
The World Is My Parish John Wesley|NO Nazist Noglobal Communist Laicist Satanic Legalizations against life and alliances with their defenders..EVIL WILL NEVER BE GOOD! |
![]() |
![]() |
![]() |
#289 |
Senior Member
Iscritto dal: Aug 2002
Città: Evangelical Ecumenical Empire
Messaggi: 146
|
REPUBBLICA DEMOCRATICA DEL CONGO 29/7/2006 2.11
ELEZIONI: SPARATORIA TRA CORTEI DI CANDIDATI (UNA VITTIMA), CADE UN “DRONE”, ULTIMO COMIZIO Un morto nella scorta del vice-presidente Azarias Ruberwa e due altri feriti mentre transitava il presidente Joseph Kabila, insieme alla caduta di un “drone” - un piccolo velivolo europeo senza pilota destinato alla sorveglianza di sicurezza per le lezioni – hanno caratterizzato un’antivigilia di elezioni che per altri versi, come la maggior parte dei mezzi d’informazione aveva scritto fino a tarda sera, era in gran parte trascorso se non altro nella calma e perfino con tratti da grande festa popolare. All’agenzia di stampa francese Afp, Kemal Saiki, , portavoce della MOnuc, la missione dell’Onu in Congo, ha detto di non conoscere con esattezza le circostanze dell’incidente in cui sono stati coinvolti i militari di scorta a Ruberwa, aggiungendo però che si era verificato quando si erano incrociati i cortei di Kabila, diretto al suo comizio conclusivo in città, e quello del vice-presidente, entrambi candidati per le elezioni di domani. Qualcosa probabilmente non ha funzionato nel massiccio dispositivo militare impiegato per garantire la sicurezza, anche se il portavoce di Ruberwa, Pascal Masireka, nella tarda serata di ieri ha accusato la scorta presidenziale di “aver aperto il fuoco sulla scorta del vice-presidente”, una versione non confermata da alcuna fonte militare o di polizia. L’episodio, rimasto ignoto a quanto pare per ore alla maggior parte degli abitanti di Kinshasa, non sembra aver avuto effetti particolari sul clima pre-elettorale percorso comunque da tensioni; e qualunque ricostruzione è destinata a rimanere probabilmente confusa mentre le responsabilità, tra colpi sparati in aria forse per accelerare uno dei cortei o semplicemente per timore di ingorghi e possibile reazione eccessiva, appaiono almeno per ora poco decifrabili. Non ha fortunatamente avuto conseguenze per l’incolumità delle persone la caduta del velivolo senza pilota sul quartiere di Kingabwa, vicno al fiume Congo e a circa due chilometri dalla base aerea di Ndolo da cui era partito o a cui, telecomandato, stava tornando; attrezzato con telecamere, il drone belga della “European force” (Eufor) doveva essere utilizzato per sorveglianza aerea delle elezioni. A Ndolo ha sede il comando locasle di Eufor. Per il resto, evento centrale della giornata di ieri è stato il comizio con cui Kabila ha chiuso la campagna elettorale alla Fiera internazionale di Kinskasa (Finkin); il candidato “Numero 7” – che ha parlato in francese con un traduttore in lingala – si è presentato come ‘pacificatore’ e ‘riunificatore’ del Congo; distribuzione di magliette, berretti e bandiere progandistici ed esibizioni musicali di diversi artisti congolesi hanno colmato per alcune ore l’attesa del presidente e hanno poi accompagnato l’evento, trasmesso in diretta sulla televisione nazionale Rtnc. “Appuntamento al 30 luglio per voltare pagina” ha salutato tutti Kabila, dopo aver percorso il tappeto rosso scrupolosamente steso qualche minuto prima del suo arrivo. Imponenti misure di sicurezza, centinaia di guardie presidenziali speciali, forse alcune delle stesse coinvolte nell’incidente con il corteo di Ruiberwa, ben armate e temute dalla popolazione per le loro note maniere forti, erano state dispiegate dentro e fuori la Fiera. Un trattamento complessivamente molto speciale, sottolineano in tanti a Kinshasa, ben diverso da quello che ha contraddistinto la campagna degli altri candidati. Fonti diverse indicano fino a questo momento, un totale di sei vittime di violenze a quanto pare connesse alle elezioni: tre agenti di polizia e un civile giovedì tra le 40.000 persone presenti a un comizio di Jean-Pierre Bemba, ex-capo ribelle e avversario di primo piano del presidente in carica; altre due in un’imboscata tesa a un corteo automobilistico di un ministro e candidato alle elezioni parlamentari nell’irrequieto Nord Kivu , nell’est del paese. (con contributi di Celine Camoin da Kinshasa)
__________________
The World Is My Parish John Wesley|NO Nazist Noglobal Communist Laicist Satanic Legalizations against life and alliances with their defenders..EVIL WILL NEVER BE GOOD! |
![]() |
![]() |
![]() |
#290 |
Senior Member
Iscritto dal: Aug 2002
Città: Evangelical Ecumenical Empire
Messaggi: 146
|
REPUBBLICA DEMOCRATICA DEL CONGO 29/7/2006 3.03
ELEZIONI: DAI 61 OSSERVATORI ELETTORALI ITALIANI IN SUD KIVU [Da comunicati dell'Associazione nazionale di volontariato-onlus 'Beati i costruttori di pace' giunti alla MISNA e liberamente editati, sono tratti i passaggi che seguono.] "C’è un clima di grande attesa a Bukavu, capoluogo del Sud Kivu...le strade sono invase da gente che indossa berretti e magliette col volto dei candidati, si susseguono i comizi e le manifestazioni, tra canti e balli. Così accade anche quando per la strada si incrociano due cortei a sostegno di candidati diversi, che proseguono danzando senza incidenti. Anche i manifesti elettorali restano tutti appesi ai muri e agli alberi, uno aggiunto all’altro, nessuno strappato: tutti segni di grande coscienza civica. In questa parte del Congo il consenso si coagula in altissima percentuale attorno al presidente uscente Joseph Kabila, che è ben consapevole di avere nel Kivu il suo bacino elettorale più convinto. “L’artisan de la paix” è il motto che si è scelto per quest’ultimo scampolo di campagna elettorale. E la gente lo vede proprio così, come il firmatario della pace e colui che ha restituito un po’ di tranquillità alla zona del paese che più è stata martoriata dagli anni della guerra. «Non voteremo per coloro che hanno violentato le nostre mogli» dicono a mo’ di slogan. Qui le attese sono tutte protese al voto di domenica, a cui probabilmente si registrerà un’affluenza altissima. Non c’è la sfiducia che si registra all’ovest, nella capitale; la gente crede e attende le elezioni come una svolta decisiva per il paese e un’uscita dall’empasse della formula 1+4, un presidente e quattro vicepresidenti, che di fatto blocca qualunque decisione. La presenza di osservatori internazionali è molto ben accolta dalla popolazione, che li vede come un’ulteriore garanzia di legittimità per il voto. In questo quadro, si inserisce l’attività dei 61 osservatori italiani, coordinati da ‘Beati i costruttori di pace’ e ‘Chiama l’Africa’. Ormai tutte le coppie di osservatori sono dislocate sul territorio del Nord e Sud Kivu, nelle città più importanti (Bukavu, Goma, Beni, Butembo, Uvira) e nei centri dove la tensione è più alta (da Matanda a Minemwe, da Luvungi a Walungu, da Rutshuru a Masisi)... Il clima generalmente positivo e di grande attesa che si respira nel Kivu è in contrasto con le notizie che giungono da altre parti del paese. In particolare, la Chiesa Cattolica in queste zone è da mesi protagonista di un intenso lavoro di formazione della popolazione, a cui viene spiegato come votare e con quale criterio scegliere i candidati. Folti gruppi di volontari hanno girato per tutta la provincia, fino nei villaggi più remoti, per fare incontri di educazione civica". Rispetto ad alcuni vescovi che nei giorni scorsi avrebbero assunto una posizione critica verso il processo elettorale, Lisa Clark e Albino Bizzotto, responsabili di ‘Beati i Costruttori di Pace’, nel comunicato affermano: «Viene dato molto credito a dichiarazioni fatte a titolo personale da due vescovi, diffuse come notizia principale se non unica. Tutte queste informazioni, prontamente e sistematicamente smentite”, finiscono con il produrre “un’informazione distorta”. “Andrebbero invece maggiormente pubblicizzate - si sottolinea nella nota - le dichiarazioni collettive dei vescovi: lo sforzo della Chiesa, a tutti i livelli, nella formazione e nell’educazione civica, è stato enorme e continua senza interruzione”. Un'altro comunicato della stessa fonte riferisce di due incontri tra Emilio Lonati, rappresentante sindacale della FIM-Cisl in questi giorni a Bukavu con gli osservatori elettorali, e i rappresentanti sindacali locali per "uno scambio informale ma fecondo tra esperienze sindacali molto diverse, un’organizzazione occidentale con decenni di esperienza da un lato e dall’altro un sindacato nascente in un paese che esce da decenni di dittatura e guerre".
__________________
The World Is My Parish John Wesley|NO Nazist Noglobal Communist Laicist Satanic Legalizations against life and alliances with their defenders..EVIL WILL NEVER BE GOOD! |
![]() |
![]() |
![]() |
#291 |
Senior Member
Iscritto dal: Aug 2002
Città: Evangelical Ecumenical Empire
Messaggi: 146
|
REPUBBLICA DEMOCRATICA DEL CONGO 29/7/2006 7.07
ELEZIONI: A ISIRO, DOPO LA MARCIA DELL'ANNO SCORSO, IL VOTO DEI PIGMEI “I PIGMEI hanno diritto al censimento, ad avere la loro carta d’identità e a votare come tutti gli altri congolesi” era la prima richiesta - alla voce ‘Giustizia’ - tra quelle pubblicamente lette l'anno scorso da un bambino pigmeo di otto anni alla prima ‘Marcia dei pigmei’ a Isiro. “La consapevolezza dei propri diritti e della propria dignità di essere umani sono stati i frutti più importanti di quell’evento che ora, in occasione delle elezioni, vediamo maturare” racconta alla MISNA padre Franco Laudani, missionario comboniano da 16 anni accanto a questa negletta minoranza africana nella diocesi di Wamba, nel nordest del paese, una delle zone su cui la guerra ha infierito. Il 18 aprile del 2005, più di 2500 pigmei lasciarono per la prima volta i loro villaggi e percorsero 250 chilometri per raggiungere Isiro dove, alla presenza delle autorità locali e dei rappresentanti di Kinshasa, reclamarono i propri diritti al grido 'Anche noi esistiamo'. “Il censimento necessario alla creazione delle liste dei votanti è stato per tutti i congolesi, ma in particolare per i pigmei, un sorta di ‘entrata solenne’ nella cittadinanza” continua il missionario. Nei molti mesi che hanno preparato il percorso alle elezioni di domani, decine di migliaia di pigmei hanno fatto la fila davanti ai centri di registrazione, dopo molti chilometri a piedi per raggiungerli e ricevere i documenti necessari: una scheda plastificata con la foto e il nome e il messaggio che qualifica ufficialmente ognuno ‘cittadino della Repubblica democratica del Congo’. “Come tutti gli altri”, aggiunge padre Laudani. La partecipazione in massa al referendum sulla Costituzione del 18 dicembre scorso è stata la prima prova da cittadini data dai pigmei. “Possiamo stare certi che nessuno degli aventi diritto mancherà all’appuntamento di domenica” aggiunge l’intervistato che negli ultimi sette anni ha diretto la creazione di 21 scuole nella diocesi per i bambini pigmei, ma frequentate anche dalla maggioranza bantu, dove il curriculum scolastico prevede lezioni di educazione civica due volte alla settimana. NELLA DIOCESI di Wamba, i pigmei, uno dei popoli più antichi del cuore dell’Africa, sono 40.000 su 600.000 abitanti, 200.000 in tutto il Congo su una popolazione di 50 milioni. La loro piccola statura, in media meno di un metro e mezzo, l’abitudine di vestirsi, soprattutto in passato, soltanto con un perizoma, la povertà estrema determinata da una cultura basata sulla semplice sussistenza quotidiana, sono tutti elementi che li hanno esposti a una pesante e ingiustificabile discriminazione. “Tra le loro paure ancestrali c’è quella di essere mangiati dai bantu, come quando erano considerati una sorta di piccole scimmie” racconta ancora padre Laudani. Oggi, l’eredità più grave di anni di cultura discriminatoria è il permanere del ‘padronato’, una sorta di rapporto servile, tramandato da padre in figlio, che tradizionalmente lega un pigmeo a un bantu, spesso un capo locale, per il quale lavora in cambio di pochi spiccioli e qualche bene di prima necessità. “Purtroppo ora si è diffusa la pratica di pagarli in droga o alcol, brutta faccenda che deve finire!” aggiunge l’intervistato. Preoccupanti anche altri fattori demografici: la comunità è decimata da una mortalità infantile del 45% entro i primi cinque anni di vita e solo un ragazzo su 10 arriva ai 15 anni; la grandissima maggioranza non sa né leggere né scrivere. UNA PRIMA DIFFERENZA cominciano a farla gli alunni nelle scuole create dai missionari comboniani e dalla diocesi (5000 tra pigmei e bantu). “La televisione è venuta a intervistare gli alunni pigmei sulle elezioni; uno dei ragazzi che parla francese - racconta padre Laudani - ha detto ciò che pensava sull’importanza di questo momento per i congolesi e per la sua comunità. Per i pigmei del posto è stata un’emozione vedere uno dei loro giovani esprimere la sua opinione alla tv, vista da tutta la nazione”. Secondo il missionario l’esercizio del voto è un elemento basilare in un processo più ampio di autocoscienza di questa minoranza, nonostante qualche problema pratico: “La scheda per la scelta del nuovo presidente è una sorta di ‘lenzuolo’ con 33 simboli e corrispondenti nomi dei candidati; per non parlare delle numerose schede che raccolgono tutti candidati al parlamento” dice padre Laudani. “Non sarà facile per loro orientarsi e trovare il nome prescelto. Nei seggi potrebbero trovare chi, vedendoli insicuri, cercherà di condizionarli o indirizzarli nella scelta, su questo dovranno ben vigilare gli osservatori”. Come da sempre il missionario ha vigilato sulla grande crescita civica e sociale di questi antichi, non più piccoli, veri africani.
__________________
The World Is My Parish John Wesley|NO Nazist Noglobal Communist Laicist Satanic Legalizations against life and alliances with their defenders..EVIL WILL NEVER BE GOOD! |
![]() |
![]() |
![]() |
#292 |
Senior Member
Iscritto dal: Aug 2002
Città: Evangelical Ecumenical Empire
Messaggi: 146
|
REPUBBLICA DEMOCRATICA DEL CONGO 29/7/2006 8.11
ELEZIONI: MISSIONARI E ALTRE VOCI DALL’EST, DOVE "FREMONO PER ANDARE ALLE URNE" Nonostante i problemi e le irregolarità registrate durante il processo elettorale, nell’est della Repubblica democratica del Congo - la zona maggiormente segnata dalla guerra, terreno di battaglia e violenze anche dopo la fine ufficiale del conflitto – le popolazioni del Sud e Nord Kivu o dell’Ituri “fremono per andare alle urne”: è un coro unanime quello che la MISNA ha raccolto telefonando a fonti missionarie e umanitarie tra Goma, Bukavu, Uvira e Bunia, per capire il ‘clima’ con cui l’est dell’ex-Zaire si appresta a vivere l’appuntamento di domani. “La gente sa che non saranno le migliori elezioni del pianeta, ma nonostante questo ha una voglia incontenibile di andare a votare” dice un missionario dei Padri Bianchi contatto a Bunia, capoluogo della provincia dell’Ituri. “In città non si parla d’altro da 15 giorni e in queste ultime ore, al bar, in ufficio o per strada si sente parlare soltanto di elezioni” riferisce da Goma Edoardo Tagliani dell' organizzazione non governativa Avsi. “C’è un’aria molto positiva; la gente non vede l’ora di andare a votare...manifesti elettorali, striscioni, comizi e volantini riempiono le città” aggiunge padre Jean Paul da Bukavu, capoluogo del Sud Kivu. Nonostante la soddisfazione per un voto lungamente atteso - con cui scegliere nuovi rappresentanti politici dopo quelli ‘imposti’ dalla pace del 2003 (ma che molto avevano a che fare con il conflitto) - a nessuno sfuggono i problemi, strettamente legati al voto o più generali, in un paese che è uscito da un devastante conflitto: secondo stime correnti, oltre tre milioni di vittime dirette o indirette di quella che è stata definita la 'prima guerra mondiale africana' quasi del tutto conclusa solo tre anni fa. “Si sono verificati diversi problemi logistici e organizzativi - dice il missionario di Bunia - perché il paese è grande, i soldi a disposizione mai abbastanza e in molti casi si è dovuto improvvisare; da un punto di vista logistico un grande aiuto questa volta è venuto dalla Monuc, la missione dell'Onu”. Per Tagliani “il voto non sarà semplice; gli elettori si troveranno davanti schede con 80-100 nominativi di candidati e dovranno apporre la loro impronta digitale in una speciale casella posta di fianco. Eventuali sbavature portano all’annullamento della scheda”. L'ATTESA DEL VOTO sembra aver fatto svanire anche i timori relativi alle possibili azioni dei gruppi armati che ancora si aggirano nei territori dell’est su cui il governo centrale di Kinshasa non riesce a esercitare controllo. In Ituri, vasta regione nell’estremo nord-est a ridosso del confine con l’Uganda, dove la guerra in pratica non si è mai fermata - e dove i gruppi armati che contendono alle autorità lo sfruttamento delle risorse o dei traffici illeciti avviati in fase bellica sono stati attivi fino a qualche settimana fa - nelle ultime 24 ore è arrivata la notizia che tutti aspettavano: l’ultimo gruppo armato in attività ha annunciato una tregua per tutto il periodo elettorale, lasciando intravedere anche la possibilità di un prossimo disarmo. “La gente ha tirato un sospiro di sollievo; ci sono zone ancora sotto il controllo degli armati, ma è stato trovato un accordo che consentirà anche alle popolazioni delle aree più remote di raggiungere i seggi” aggiunge il missionario dei Padri Bianchi da Bunia. Una cosa simile è successa nel Kivu, dove il generale Nkunda, protagonista insieme ai suoi uomini di svariate azioni violente sia in Nord che in Sud Kivu - e in particolare a Bukavu - ha deciso una sorta di tregua unilaterale per il voto, dicendosi pronto a un dialogo col governo. Tutti gli interlocutori della MISNA concordano nel sostenere che, tutto sommato, nell’est del paese le elezioni si svolgeranno in un clima meno drammatico di quanto era stato previsto nei mesi scorsi e che l’incognita principale resta semmai quel che accadrà uquando verranno resi noti i risultati.
__________________
The World Is My Parish John Wesley|NO Nazist Noglobal Communist Laicist Satanic Legalizations against life and alliances with their defenders..EVIL WILL NEVER BE GOOD! |
![]() |
![]() |
![]() |
#293 |
Senior Member
Iscritto dal: Aug 2002
Città: Evangelical Ecumenical Empire
Messaggi: 146
|
REPUBBLICA DEMOCRATICA DEL CONGO 29/7/2006 10.29
ELEZIONI: KASAÏ ORIENTALE, “AL VOTO MALGRADO DIFFICOLTÀ, È DOVERE CIVICO” “Le elezioni di domani rappresentano un dovere civico che va esercitato. La politica di assenteismo non ha mai pagato, ragion per cui la nostra organizzazione ha tentato di persuadere i cittadini a partecipare alla consultazione. Leggendo bene i profili dei candidati, è possibile trovare alcuni corrispondenti alle nostre attese”: lo dice alla MISNA, alla vigilia delle presidenziali e delle legislative, Charles Mfwamba Mukendi, responsabile del Centro di studi e di formazione popolare per i diritti dell’uomo (Cefopdh) di Mbuji-Mayi, capitale della provincia centro-meridionale del Kasaï Orientale. Nella principale città di questa regione ricca di risorse minerarie (soprattutto diamanti) – con una superficie di quasi 170.000 chilometri quadrati e circa 3,9 milioni di abitanti - si sono verificati incidenti durante la campagna elettorale: aggressioni di cittadini che indossavano t-shirt con l’effigie di candidati alla presidenza, rimozione di manifesti elettorali, arresti qualificati ‘preventivi’ eseguiti dalle forze di sicurezza locale e lanci di pietre durante le presentazioni pubbliche dei candidati. “Non si può dire che ci sia un grande entusiasmo elettorale: pochi manifesti, qualche comizio senza successo di un numero limitato di candidati, un clima d’insicurezza diffusa, di sospetto e incertezza” prosegue l’attivista dei diritti umani. “In città sono stati distribuiti volantini che minacciavano quanti andranno a votare che perderanno case e beni. Uomini in uniforme approfittano di questo clima per fomentare la violenza. Il fenomeno dei bambini di strada è ritornato in superficie, rappresentando un’altra incognita in termini d’insicurezza. Tutti questi fattori hanno di fatto limitato la campagna, che si è concentrata attorno alle zone del municipio, in pieno centro. I candidati che sono passati da Mbuji-Mayi non hanno osato avventurarsi nei quartieri più periferici” spiega Mfwamba Mukendi. Gli unici “volti” visti dagli abitanti del Kasaï durante la campagna – aggiunge - sono stati quelli dei “candidati più noti, con maggiori mezzi economici e mediatici: il presidente uscente Joseph Kabila, e due vicepresidenti ed ex-capi ribelli Jean-Pierre Bemba e Azarias Ruberwa”. La principale conseguenza di un tale clima è che “la gente si rinchiude in casa a partire da una certa ora del giorno, attendendo con angoscia la data del 30 luglio. Che avverrà quel giorno?” è la domanda che si pone il presidente del Cefopdh e con lui un gran numero di suoi compatrioti. Il secondo sentimento prevalente in questa regione del Congo è l’indifferenza per l’appuntamento elettorale, causata da più fattori. “C’è un dislivello tra quello che viene ricavato dal sottosuolo del Kasaï e quello che ne ricava il popolo del Kasaï” afferma Mfwamba Mukendi, con un gioco di parole che riflette bene la quotidianità d’una maggioranza della popolazione che vive nella miseria, senza acqua né elettricità, isolata a causa di infrastrutture inesistenti, e soffre di una carenza di strutture sanitarie e scolastiche. Un rappresentante locale della società civile, dietro anonimato, dice alla MISNA: “Noi siamo veramente scoraggiati e non crediamo che queste elezioni cambieranno il nostro futuro. Abbiamo conosciuto il regno di Mobutu, quello di Kabila, la transizione cosiddetta 1+4 (un presidente e quattro vicepresidenti, ndr) e nulla è cambiato, nulla di concreto è stato fatto. Mai scuole o infrastrutture, ma sempre e ancora violazioni dei diritti umani. La transizione ha completamente spento la speranza accesa dall’accordo di Sun City”, siglato il 19 aprile 2002 nell’Africa del Sud per la gestione della transizione in Congo. Un altro motivo all’origine dell’indifferenza degli abitanti del Kasaï per l’appuntamento elettorale è la convinzione diffusa che “i giochi siano già fatti” e che sia quindi inutile andare a votare domenica. “Molte persone pensano che in ogni caso il voto sarà contrassegnato da gravi irregolarità e che il nome del vincitore sia già deciso, sostenuto com’è dalla comunità internazionale” spiega ancora il presidente dell’organizzazione non governativa (ong) contattato dalla MISNA a Mbuji-Mayi. Concretamente, quest’indifferenza si è tradotta nel rifiuto di una gran parte della popolazione della provincia congolese d’iscriversi alle liste: non avendo ottenuto la scheda elettorale e non essendo iscritto nei registri elettorali, non avrà modo di recarsi alle urne. La comunità internazionale non è meno esente da critiche: “È venuta da noi a garantire una situazione che non sarebbe tollerata in Europa o negli Stati Uniti”, secondo l’attivista dei diritti umani che esprime perplessità riguardo anche sulla presenza del contingente militare europeo (Eufor) guidato dalla Germania, che affiancherà la missione di pace dell’Onu (Monuc) per garantire sicurezza durante il periodo elettorale. “Il comando del contingente ha apertamente dichiarato qualche giorno fa di essere venuto con un arsenale dissuasivo, minacciando d’intervenire con la forza contro coloro che ostacoleranno il diritto di voto” esclama Mfwamba Mukendi. Malgrado tutto, la gente del Kasaï che si è iscritta alle liste elettorali – compreso il presidente del Cefopdh - domenica andrà comunque a votare.
__________________
The World Is My Parish John Wesley|NO Nazist Noglobal Communist Laicist Satanic Legalizations against life and alliances with their defenders..EVIL WILL NEVER BE GOOD! |
![]() |
![]() |
![]() |
#294 |
Senior Member
Iscritto dal: Aug 2002
Città: Evangelical Ecumenical Empire
Messaggi: 146
|
REPUBBLICA DEMOCRATICA DEL CONGO 29/7/2006 10.45
ELEZIONI: MESSAGGIO DI AUGURIO DAL SUDAFRICA ALLA “NAZIONE SORELLA” Le elezioni nella Repubblica Democratica del Congo “sono d’importanza storica per il futuro dell’Africa”: lo ha scritto il presidente del Sudafrica Thabo Mbeki, nel suo messaggio settimanale pubblicato dal sito del suo partito e rilanciato stamani dalla stampa sudafricana. Mbeki si è detto fiducioso che le elezioni riporteranno il Congo sulla giusta direzione verso la riconciliazione nazionale e lo sviluppo. “In questo momento cruciale - si legge nella nota - il Sudafrica vuole augurare alla nazione sorella della Repubblica democratica del Congo il successo del voto del 30 luglio. Chiediamo ai congolesi di lavorare insieme per assicurare che le elezioni si svolgano in modo pacifico in tutto il paese, così che il popolo possa esercitare il suo diritto assoluto di scegliere il suo governo”. Mbeki ha aggiunto di essere certo che i politici congolesi “non deluderanno le masse” e che “dalle elezioni emergerà il fermo messaggio al popolo congolese che sono nuovamente sulla strada giusta per guarire dalle loro ferite”.
__________________
The World Is My Parish John Wesley|NO Nazist Noglobal Communist Laicist Satanic Legalizations against life and alliances with their defenders..EVIL WILL NEVER BE GOOD! |
![]() |
![]() |
![]() |
#295 |
Senior Member
Iscritto dal: Aug 2002
Città: Evangelical Ecumenical Empire
Messaggi: 146
|
SUDAN 29/7/2006 11.39
DARFUR, ANCORA SCONTRI TRA FORZE GOVERNATIVE E RIBELLI Le forze sudanesi e le milizie arabe filo-governative janjaweed hanno attaccato nel Darfur le basi del ‘Fronte di salvezza nazionale’ (Nrf), la nuova alleanza antigovernativa di tre gruppi ribelli della regione occidentale contrari alla proposta di pace dell’Unione africana (Ua) siglata il 5 maggio scorso: lo hanno riferito osservatori dell’Ua. L’episodio è stato condannato da Jan Pronk, inviato speciale del Segretario generale dell’Onu in Sudan, e dall’ambasciatore Baba Gana Kinbige, delegato per il Sudan del presidente della Commissione dell’Ua. “Siamo profondamente preoccupati – si legge in un comunicato congiunto – riguardo al destino della popolazione civile nella zona. Invitiamo le parti coinvolte nei combattimenti a mantenere gli impegni assunti e a garantire la sicurezza dei civili”. Gli scontri sono avvenuti a Jabel Moun, un’area montuosa al confine tra il Sudan e il Ciad, e a Kulkul, 35 chilometri a nord dalla principale città del Nord Darfur, el-Fasher. Secondo un comandante ribelle – le cui dichiarazioni sono prive di riscontri indipendenti - aeroplani Antonov e tre elicotteri militari avrebbero bombardato la zona, costringendo centinaia di civili ad abbandonare le proprie abitazioni e a cercare rifugio a el-Fasher. L’esercito ha invece negato l’uso di qualsiasi velivolo militare o il coinvolgimento di milizie janjaweed. “Abbiamo mosso una forza amministrativa da el-Fasher che è stata assalita dall’Nrf nei pressi di Kulkul” ha detto un portavoce dell’esercito sudanese, aggiungendo: “A Jabel Moun abbiamo forze di sicurezza nei punti di ingresso e di entrata per fermare le forze dei ribelli che saccheggiano i civili e questi scontri avvengono quotidianamente”. Siglando l’accordo di pace ad Abuja, in Nigeria, il governo di Khartoum si era impegnato al disarmo dei janjaweed, accusati dal 2003 di violenze contro la popolazione nera nella regione occidentale del Darfur. I due diplomatici hanno perciò richiamato le parti a rispettare gli impegni assunti, ricordando che è difficile determinare i responsabili di questi episodi: “Questo è tipico di incidenti che dovrebbero essere indagati da una commissione su il cessate-il-fuoco”, ma i firmatari dell’accordo di maggio hanno rifiutato una commissione indipendente sulla violazione della tregua e ciò “rende difficile indagini veloci e complete”.
__________________
The World Is My Parish John Wesley|NO Nazist Noglobal Communist Laicist Satanic Legalizations against life and alliances with their defenders..EVIL WILL NEVER BE GOOD! |
![]() |
![]() |
![]() |
#296 |
Senior Member
Iscritto dal: Aug 2002
Città: Evangelical Ecumenical Empire
Messaggi: 146
|
REPUBBLICA DEMOCRATICA DEL CONGO 29/7/2006 13.00
ELEZIONI: PRESIDENTE PARLAMENTO AFRICANO, “SOSTEGNO DA TUTTO CONTINENTE” “Elezioni libere e trasparenti nella Repubblica democratica del Congo sono l’unico metodo per riportare democrazia in questo paese: è necessario però un impegno forte per evitare che chi ha destabilizzato a lungo l’ex-Zaire ci rimetta le mani un’altra volta”: lo ha detto alla MISNA Gertrude Mongella, presidente del parlamento panafricano, incontrata a Roma a margine di un convegno internazionale. Sulle elezioni presidenziali e legislative di domani in Congo - che dovrebbero porre fine a un periodo di lunga instabilità nella regione dei Grandi Laghi e in tutta l’Africa Centrale – aggiunge: “Non dovremmo dimenticare che il Congo è stato destabilizzato per troppi anni e quindi una sola tornata elettorale potrebbe non essere sufficiente. Per questo è necessario lasciare che i congolesi possano lavorare per la democrazia e riprendere il cammino della ricostruzione”. Per il quale, precisa, “è necessario il pieno sostegno di tutta l’Africa e della comunità internazionale. Ed è indispensabile che lo sfruttamento delle sue enormi risorse naturali possa trasformarsi finalmente in un beneficio per i suoi abitanti”. Finora, invece, il “tesoro naturale” del Congo – oro, diamanti, cobalto, rame e potenziali giacimenti di petrolio e di gas nell’est – è stato il ‘bottino di guerra’ di ribelli e gruppi armati sostenuti dai governi di almeno 6 paesi della regione che si sono affrontati militarmente tra il 1996 e il 2003. “Proviamo a spostare la prospettiva: perché i paesi africani ricchi di risorse soffrono di queste ferite? Perché viene permesso da ‘qualcuno’ che nel nostro continente si lavori per lo sviluppo e non per i conflitti?” si interroga la presidente del primo parlamento africano, eletto nel 2004 e con sede provvisoria in Sudafrica. “È un interrogativo che riguarda tutti noi, a partire dai deputati del parlamento che presiedo, fino ai vertici dell’Unione Africana. Ma riguarda anche chi vive in altri paesi più rispettati e persino le persone che sanno di essere parte del problema”.
__________________
The World Is My Parish John Wesley|NO Nazist Noglobal Communist Laicist Satanic Legalizations against life and alliances with their defenders..EVIL WILL NEVER BE GOOD! |
![]() |
![]() |
![]() |
#297 |
Senior Member
Iscritto dal: Aug 2002
Città: Evangelical Ecumenical Empire
Messaggi: 146
|
REPUBBLICA DEMOCRATICA DEL CONGO 29/7/2006 15.41
ELEZIONI: COMITATO DI “SAGGI” AFRICANI PER ACCOMPAGNARE TRANSIZIONE Un ‘Comitato di saggi’ – che comprende tra gli altri gli ex-presidenti di Mozambico, Joaquim Chissano, e Benin, Micéphore Soglo - è stato costituito per “creare un’atmosfera di fiducia e di pace in vista dell’esito positivo del processo elettorale”. Lo si è appreso stamani nella capitale Kinshasa da fonti della Monuc, la missione di pace dell’Onu nel paese, alla vigilia delle elezioni che domani coinvolgeranno quasi 25 milioni di cittadini per la scelta del nuovo presidente e di 500 deputati. L’iniziativa è stata voluta dalle cinque istituzioni locali di appoggio alla transizione democratica del Congo: Commissione elettorale indipendente (Cei), Alta autorità per i mass-media, Commissione verità e riconciliazione, Osservatorio nazionale dei diritti dell’uomo e Commissione per l’etica e la lotta alla corruzione. I “saggi” – l’elenco non è ancora completo ma comprende anche l’ex-primo ministro del Senegal Mame Boye e l’ex-presidente della Commissione elettorale della Tanzania, Lewis Makame – dovranno svolgere un’attività di sostegno sulla base della loro “autorità morale” alle istituzioni impegnate nella transizione democratica; in particolare, sono chiamati a garantire il loro aiuto “per aiutare la risoluzione pacifica di conflitti in qualità di mediatori” e “fornire consigli”. La ‘transizione’ in ex-Zaire è iniziata con gli accordi di Sun City del 2002 che hanno posto fine alla guerra iniziata nel 1998 permettendo l’anno successivo il varo del governo guidato da Joseph Kabila, giunto ora al termine del suo mandato.
__________________
The World Is My Parish John Wesley|NO Nazist Noglobal Communist Laicist Satanic Legalizations against life and alliances with their defenders..EVIL WILL NEVER BE GOOD! |
![]() |
![]() |
![]() |
#298 |
Senior Member
Iscritto dal: Aug 2002
Città: Evangelical Ecumenical Empire
Messaggi: 146
|
REPUBBLICA DEMOCRATICA DEL CONGO 29/7/2006 16.15
ELEZIONI: MATHILDE MUHINDO E LA SOCIETÀ CIVILE DEL SUD KIVU “Fin dall'inizio, la popolazione e i candidati di Bukavu hanno scelto di andare alle elezioni del 30 luglio in pace. In questo spirito si è svolta la campagna elettorale che, contrariamente a quanto accaduto a Kinshasa, non ha conosciuto grandi tensioni né contestazioni": lo dice alla MISNA Mathilde Muhindo, esponente di spicco della società civile del Sud Kivu, nell'est del paese, alla frontiera col Rwanda. “Abbiamo invitato la gente a intraprendere un vero dialogo con i candidati, cercando anche di metterla in guardia di fronte a certi atteggiamenti opportunisti. Abbiamo visto candidati offrire soldi, biciclette e altro per farsi pubblicità. Alcuni hanno anche approfittato dei recenti Campionati mondiali di calcio per installare maxi-schermi e consentire ai cittadini di vedere le partite ma anche di concentrare lo sguardo su manifesti e locandine elettorali” prosegue. “Bisogna fare attenzione e scegliere coloro che dimostrano di avere davvero la volontà di mettersi al servizio del paese. Per arrivare a una vera democrazia il cammino è ancora lungo ma è una questione di comportamento; la democrazia nasce dalla base". Già deputata del Parlamento di transizione di Kinshasa, dimessasi nel 2005 in segno di protesta per le violenze contro i civili nella sua regione, Muhindo non si è candidata perché ha preferito, come dice lei, " lavorare dalla base". L'attivista è certa che queste elezioni rappresentino un “evento storico” per l'ex-Zaire, in cui “sono in gioco interessi molto alti che superano largamente le nostre frontiere, interessi economici rispetto alla comunità internazionale. Ci sono molte cose che ancora ignoriamo ma sappiamo bene che mentre il territorio congolese è ricco di risorse naturali, sfruttate dalle grandi imprese straniere, la popolazione del Sud Kivu vive in miseria”. Muhindo è preoccupata soprattutto per i giovani della sua regione: “Si concentrano negli studi ma poi non trovano lavoro; c'è anche il problema di ex-militari e miliziani ribelli smobilitati a cui è stata offerta una formazione, 50 e 100 dollari e poi più niente. Molti hanno preferito rientrare nei loro villaggi che hanno trovato deserti perché la gente era scappata in fuga dalla violenza. Se non verranno creati posti di lavoro, gente che per anni ha tenuto un'arma in mano può diventare pericolosa". Bukavu affronta al momento un'altra serie di difficoltà che potrebbero pesare il giorno delle elezioni: "Dall'inizio dell'anno il livello delle acque del Lago Kivu si è molto abbassato con conseguenze sulle centrali idroelettriche; risultato, in città abbiamo elettricità solo tre volte a settimana, in alcuni quartieri manca da molto più tempo" aggiunge l'attivista, responsabile del 'centre Olame'. Altri problemi logistici in vista del voto sono connessi all'alto tasso di analfabetismo che riguarda la maggior parte della popolazione: "Si chiede alla gente di scegliere tra 33 candidati alla presidenza e tra centinaia di candidati alla Camera dei deputati; non è facile per nessuno, tanto più che molti sono conosciuti solo a Kinshasa. Riguardo alle donne, quelle che si presentano sono appena il 10%, ma è importante che tutte vadano a votare e che si sentano coinvolte". Proprio a questo scopo, Muhindo ha lavorato insieme ad altre organizzazioni femminili per creare il programma 'Caucus' destinato alla formazione di osservatrici elettorali: i risultati si vedranno domani perché anche le "mamme del Kivu" saranno presenti ai seggi, con il loro sguardo vigile.
__________________
The World Is My Parish John Wesley|NO Nazist Noglobal Communist Laicist Satanic Legalizations against life and alliances with their defenders..EVIL WILL NEVER BE GOOD! |
![]() |
![]() |
![]() |
#299 |
Senior Member
Iscritto dal: Aug 2002
Città: Evangelical Ecumenical Empire
Messaggi: 146
|
REPUBBLICA DEMOCRATICA DEL CONGO 29/7/2006 17.13
ELEZIONI: KINSHASA, SCHIANTO “DRONE” DELLA FORZA EUROPEA PROVOCA FERITI Sarebbero almeno 5 i feriti provocati dallo schianto di un ‘drone’, un piccolo aereo belga senza pilota della forza europea (EUfor) presente in Congo per garantire la sicurezza del voto di domani; lo si apprende da fonti locali. Secondo testimonianze raccolte dalla MISNA, il piccolo velivolo sarebbe caduto nel cortile di un’abitazione nel quartiere Kingabwa della capitale Kinshasa, provocando danni alla. I residenti della zona hanno parlato anche di una o due vittime, ma per ora non ci sono conferme da parte della polizia né della stessa Eufor. Chi ha visto i rottami del ‘drone’ lo ha descritto come “un aereo molto piccolo”, simile a un piccolo biposto. L’apparecchio radiocomandato stava compiendo il suo primo volo tecnico, con l’obiettivo di raccogliere foto. In un comunicato, l’Eufor fa sapere che il drone “non era armato”. L’esordio della missione di pace inviata dall’Unione Europea sotto il comando della Germania – conta in totale 2.000 uomini, di cui oltre la metà stanziati nel vicino Gabon e pronti a intervenire in caso di necessità – non è iniziato sotto i migliori auspici. Giovedì due aerei ‘Mirage’ hanno sorvolato la capitale a bassa quota, provocando spavento e proteste tra i congolesi. Tanto che un portavoce è stato costretto a rivolgersi ai cittadini in un messaggio televisivo, per spiegare che “si tratta di voli di ricognizione dei piloti che hanno base a Libreville, in Gabon. È necessario che si abituino al terreno”. Non è chiaro se anche il ‘drone’ aveva il medesimo obiettivo di “abituarsi al terreno”.
__________________
The World Is My Parish John Wesley|NO Nazist Noglobal Communist Laicist Satanic Legalizations against life and alliances with their defenders..EVIL WILL NEVER BE GOOD! |
![]() |
![]() |
![]() |
#300 |
Senior Member
Iscritto dal: Aug 2002
Città: Evangelical Ecumenical Empire
Messaggi: 146
|
REPUBBLICA DEMOCRATICA DEL CONGO 29/7/2006 17.41
ELEZIONI: MADRE GRECA E PADRE PORTOGHESE PER L’ASPIRANTE DEPUTATO “BIANCO” Lo chiamano il ‘Jospin congolese’: chioma imbiancata, occhialetti tondi ma soprattutto un tratto inconfondibile tra i 9707 candidati in lizza domani per ottenere un seggio: Pierre-Jacques Chalupa è l’unico bianco che aspira a diventare uno dei 500 deputati del prossimo parlamento. Titolare di un’agenzia pubblicitaria, annovera tra i suoi clienti anche il presidente uscente Joseph Kabila: “È uno dei tanti, con lui non ho alcun contatto” mette in chiaro Chalupa. Sfruttando la sua attività, ha affisso manifesti in tutta la città, soprattutto nella circoscrizione cittadina di Lukunga, dove si presenta come “indipendente”. In una campagna dove la “congolesità” è stata oggetto di polemica – che riguarda anche lo stesso Kabila, di cui molti dubitano le vere origini – Chalupa ha dimostrato di avere le carte in regola: è nato a Uvira, nell’est del Congo, da madre greca e padre portoghese. Cresciuto a Kinshasa, dopo un soggiorno in Belgio per frequentare la facoltà di architettura è rientrato in Congo e nel 1999 ha ottenuto la naturalizzazione. Tra i suoi obiettivi – forse non a caso – anche una riorganizzazione delle normative sull’immigrazione.
__________________
The World Is My Parish John Wesley|NO Nazist Noglobal Communist Laicist Satanic Legalizations against life and alliances with their defenders..EVIL WILL NEVER BE GOOD! |
![]() |
![]() |
![]() |
Strumenti | |
|
|
Tutti gli orari sono GMT +1. Ora sono le: 16:12.