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Intel Panther Lake: i processori per i notebook del 2026
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Intel Xeon 6+: è tempo di Clearwater Forest
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Old 01-07-2006, 12:09   #221
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SUDAN – La commissione per il disarmo e il reinserimento dei combattenti del Nord Sudan ha raggiunto un’intesa con le comunità arabe Shura per l’adozione di un protocollo relativo alla consegna di armi, previsto dagli accordi di pace del Darfur firmati il 5 maggio ad Abuja, in Nigeria.
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Old 01-07-2006, 13:00   #222
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SUDAN 1/7/2006 13.53
NUOVA RADIO PER PROMUOVERE PACE, NEGATA DIFFUSIONE NEL NORD

Chiarire i termini del complesso accordo di pace che, nel gennaio 2005, ha posto fine al ventennale conflitto tra indipendentisti del Sud Sudan e autorità del governo centrale, spiegare l’intesa sulla regione settentrionale sul Darfur siglata lo scorso maggio ma anche offrire una informazione “completa e non di parte”: è questo il mandato della radio diretta dalla ‘Fondazione Hirondelle – Media per la pace e la dignità umana’ in collaborazione con la missione dell’Onu in Sudan (Unmis) che ieri ha iniziato le trasmissioni via etere dalla capitale meridionale Juba. Frequenza 101 megahertz, ‘Miraya Fm’, che vuol dire ‘Specchio Fm’, ha una programmazione con nove giornali radiofonici al giorno in arabo e in inglese. Khartoum tuttavia si è rifiutata di mantener fede all’impegno preso lo scorso dicembre e per ora blocca le trasmissioni nel nord del paese. “Da un punto di vista politico si tratta di un’opportunità mancata di compiere un altro passo sulla strada verso la democrazia” ha commentato il capo della Unmis, Jan Pronk, in una conferenza stampa congiunta con il presidente del Sud Sudan, Salva Kiir, all’inaugurazione della radio a Juba. “Spero veramente – ha aggiunto Pronk – che sentendo Radio Miraya, capiscano che non hanno niente da temere da questa radio”. Il governo regionale, dal canto suo, ha ben accolto la nuova emittente e il suo mandato: “Giocherà – ha detto Kiir – un ruolo cruciale per la democrazia, i diritti umani e la lotta contro la corruzione e altri vizi”. Secondo la stampa, la presa di posizione sudanese è conseguenza del braccio di ferro in corso tra l’Onu e il governo di Khartoum che, nonostante le pressioni dell’organismo internazionale e della stessa Unione africana (Ua), non vuole acconsentire al dispiegamento di ‘caschi blu’ in Darfur.
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Old 03-07-2006, 17:43   #223
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SENEGAL 3/7/2006 10.51
CORTE SPECIALE PROCESSERÀ EX-PRESIDENTE DEL CIAD HISSENE HABRÉ

L’ex-presidente del Ciad Hissene Habré sarà processato in Senegal, dove si trova in esilio da 16 anni, per le presunte violazioni dei diritti umani commesse durante gli otto anni del suo mandato (dal 1982 al 1990). Lo ha detto il presidente Abdoulaye Wade, intervenendo al VII vertice dell’Unione africana (Ua), che si è chiuso ieri a Banjul, in Gambia. In assenza di processi, il Belgio – in base a una legge di giurisdizione internazionale per le violazioni di diritti umani - aveva chiesto l’estradizione di Habré, ma “gli africani devono essere processati in Africa” ha detto Wade. “Pensiamo che il Senegal sia il paese più adatto per processare Habré e che non dobbiamo sottrarci alle nostre responsabilità”. Una corte speciale con una più ampia giurisdizione africana, ha aggiunto Wade, verrà probabilmente istituita in Senegal per seguire il caso in cooperazione con le attuali autorità del Ciad. “Il suo processo dovrà essere onesto, trasparente e giusto” ha detto Denis Sassou Nguesso, presidente della Repubblica del Congo e capo di turno dell’Ua. Secondo un’inchiesta governativa del Ciad, il regime di Habré è responsabile di 40.000 delitti politici e 200.000 atti di tortura. Accuse che Habré – che nel 1990, dopo essere stato deposto con un golpe dall’attuale presidente del Ciad, Idriss Deby, è riparato a Dakar, capitale del Senegal – nega e che i suoi avvocati considerano politicamente movitate.
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Old 04-07-2006, 18:22   #224
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SUDAN 4/7/2006 4.39
DARFUR, RIFIUTO TRUPPE ONU PROVOCA FRATTURE POLITICHE INTERNE

Sta provocando anche ripercussioni interne il rifiuto del presidente Omar el-Bashir di una missione di pace dell’Onu in Darfur, in sostituzione di quella dell’Unione Africana (Ua) , il cui mandato – in scadenza a settembre per mancanza di fondi - è appena stato esteso al prossimo 31 dicembre durante il vertice dell’Ua in Gambia. In particolare gli ex-ribelli del Sud Sudan – protagonisti di un conflitto ventennale con Khartoum terminato nel 2005 – hanno detto di essere favorevoli alla presenza di un contingente internazionale in Darfur. “Non abbiamo alcun problema con il dispiegamento di truppe straniere” ha detto Salva Kiir, vicepresidente del Sudan e capo del governo autonomo del Sud. Nelle zone meridionali del paese è già presente un’altra missione di pace dell’Onu, chiamata a monitorare la tregua tra il governo e i ribelli secessionisti dell’Esercito-movimento di liberazione del Sudan (Spla-m), che ora guida il governo del Sud. Secondo Salva Kiir, dal loro arrivo, i ‘caschi blu’ dell’Onu “non hanno commesso alcuna violazione e sono sempre stati fedeli al mandato”; per questo motivo, ha aggiunto, il suo partito – che fa parte del governo di unità nazionale – non vede alcun motivo per osteggiarne l’invio anche nella tormentata regione del Darfur, dove dall’inizio del 2003 un conflitto interno ha provocato oltre 200.000 morti e non meno di due milioni di sfollati. Malgrado un accordo di pace di Abuja all’inizio di maggio, firmato da uno solo dei tre gruppi armati della regione, l’insicurezza non è diminuita: ieri, per la prima volta, i gruppi armati contrari all’intesa sarebbero tornati ad attaccare civili.
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Old 04-07-2006, 18:23   #225
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UGANDA 4/7/2006 9.19
CONFERMATO AVVIO NEGOZIATO TRA GOVERNO E RIBELLI LRA IN SUD SUDAN

I colloqui di pace tra il governo e i ribelli dell’Esercito di resistenza del Signore (Lord’s resistance army, Lra) – attivi da 20 anni nel nord Uganda – inizieranno nei prossimi giorni a Juba, in Sud Sudan, con la mediazione del governo locale: lo scrivono stamani con evidenza i due principali quotidiani del paese. “La nostra delegazione, guidata dal ministro degli Esteri Ruhakana Rugunda ha trovato un accordo con il governo del Sud Sudan e le trattative inizieranno settimana prossima” ha detto Roberto Kabushenga, direttore del ‘Centro per i mass-media’ del governo ugandese. Nessuna pre-condizione, ha aggiunto, è stata richiesta dalle autorità di Kampala ai ribelli. “Il governo seguirà un solo principio: raggiungere al più presto la pace in nord Uganda per porre fine alla guerra”.
La delegazione governativa ugandese era arrivata ieri a Juba, capitale del Sud Sudan, dove il vicepresidente del governo autonomo Riek Machar all’inizio di maggio ha avviato una mediazione incontrando Joseph Kony, il fondatore dello Lra che – insieme ad altri 4 comandanti – è ricercato dalla Corte penale internazionale (Cpi) per crimini di guerra e contro l’umanità. Il vicepresidente del Sudan e capo del governo autonomo del Sud, Salva Kiir – a sua volta ex-ribelle della ventennale guerra tra gli indipendentisti e le autorità di Khartoum – ha espresso apprezzamento per la scelta dell’Uganda di accettare colloqui, malgrado lo Lra sia considerato un’organizzazione terroristica.
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Old 04-07-2006, 18:23   #226
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SUDAN 4/7/2006 9.47
DARFUR: 12 MORTI IN PRIMO ATTACCO DOPO FIRMA ACCORDO DI PACE

È di dodici vittime – tra cui due donne – il bilancio dell’attacco lanciato ieri dai ribelli del Darfur a Hamrat al-Sheikh, nel Sudan centrale a circa 200 chilometri dalla capitale Khartoum, rompendo una tregua in vigore dal 2004 ma già ripetutamente violata. Lo afferma oggi l’esercito sudanese in un comunicato, nel quale si attribuisce la responsabilità al Movimento per la giustizia e l’uguaglianza (Jem), contrario all’accordo di pace sul Darfur. Si tratterebbe di uno dei primi attacchi all'esterno della regione.
Secondo la stessa fonte, le forze governative avrebbero risposto al fuoco, anche con raid aerei. Il governatore del Nord Kordofan, Fayssal Hassan Ibrahim, ha detto che i ribelli hanno ucciso otto poliziotti, due agenti di sicurezza e due donne, aggiungendo che i combattimenti sono proseguiti fino a tarda sera per “liberare la città”. Il Jem ha da poco dato vita a un nuovo gruppo ribelle (Fronte di salvezza nazionale, Nrf), che riunisce i tre gruppi contrari all’accordo di Abuja, firmato lo scorso 5 maggio in Nigeria dal governo di Khartoum e dalla principale fazione di un altro gruppo ribelle, l’Esercito per la liberazione del Sudan (Sla).
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Old 04-07-2006, 18:23   #227
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REPUBBLICA DEMOCRATICA DEL CONGO 4/7/2006 10.51
KINSHASA, ESPULSA GIORNALISTA FRANCESE

Una giornalista francese, Ghislaine Dupont, è stata espulsa dalla Repubblica democratica del Congo su decisione delle autorità locali e rimpatriata in Europa via Belgio per mancanza di autorizzazioni. Secondo la stampa locale, il provvedimento le sarebbe stato comunicato verbalmente nella sede dei servizi di sicurezza nella capitale Kinshasa. Si trovava in ex-Zaire per l’emittente Radio France International (Rfi) dall’aprile scorso, in vista delle elezioni presidenziali e legislative del prossimo 30 luglio. Un ufficiale le avrebbe comunicato che i suoi documenti non erano in regola, mentre da Parigi Rfi sostiene che Dupont “aveva un visto come giornalista ed era stata accreditata presso la Monuc”, la missione di pace dell’Onu nel paese.
Il ministro dell’Informazione si era più volte lamentato dell’imparzialità della cronista francese ma dopo le proteste dell’emittente, di gruppi per la libertà di stampa e di politici locali, aveva autorizzato altri 4 reporter della stessa testata. Nei giorni scorsi due giornalisti ruandesi dell’agenzia britannica ‘Reuters’ erano stati respinti al loro arrivo a Kinshasa.
Per garantire la sicurezza del voto – in un clima di crescente tensione – ci saranno per 4 mesi anche 800 militari del contingente dell’Unione Europea (Eufor), provenienti da Germania, Francia, Belgio e Polonia, in aggiunta ai circa 17.000 soldati dell’Onu.
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Old 04-07-2006, 18:24   #228
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CIAD 4/7/2006 16.36
RESPINTO NUOVO ATTACCO RIBELLI DELL’EST CONTRO POSTAZIONI ESERCITO

Un gruppo di ribelli avrebbe ripreso stamattina l’offensiva lanciata ieri contro la località di Adé, nell’estremo est del paese alla frontiera col Sudan, ma sarebbe stato nuovamente respinto dall’esercito governativo: lo hanno riferito fonti militari di N’Djamena citate da ‘JeuneAfrique’, precisando che gli aggressori sarebbero uomini di Hassane Saleh al-Djinedi, capo di un’ala dissidente del ‘Fronte unito per il cambiamento democratico’ (Fucd), movimento nato nel dicembre 2005 con l’obiettivo dichiarato di rovesciare il presidente Idriss Deby, che secondo il governo sarebbe sostenuto dal Sudan. Ieri intensi combattimenti erano stati segnalati sempre ad Adé: secondo N’Djamena i ribelli del Fuc avevano attaccato alcune postazioni militari ma erano stati sconfitti con un bilancio non meglio precisato di “numerosi morti”. Dopo il fallito attacco contro la capitale del 13 aprile scorso, il Fucd si è spaccato perdendo uno dei suoi più importanti elementi, lo Scud, formato prevalentemente da ex-collaboratori, generali, compagni di partito, nonché parenti e membri dello stesso gruppo etnico di Deby. Sempre a seguito dell’offensiva di aprile, N’Djamena ha rotto le relazioni diplomatiche con il governo di Khartoum, ritenuto l’ispiratore, il finanziatore e il sostenitore dei gruppi ribelli nati nell’est, a ridosso del Darfur.
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Old 05-07-2006, 11:31   #229
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REPUBBLICA DEMOCRATICA DEL CONGO 5/7/2006 9.53
ITURI: RIBELLI RICONQUISTANO ROCCAFORTE, UCCISI SOLDATI GOVERNATIVI

I ribelli congolesi sconfitti nei mesi scorsi durante una massiccia operazione militare dell’esercito governativo e dei ‘caschi blu’ dell’Onu avrebbero ripreso da alcuni giorni il controllo della località di Tchei, nella tormentata regione nord-orientale dell’Ituri. Lo affermano – in assenza di conferme indipendenti - fonti della stessa missione Onu (conosciuta con l’acronimo francese di Monuc), secondo cui i gruppi armai avrebbero provocato un numero imprecisato di vittime tra i soldati governativi e almeno 18 feriti.
Alla fine di maggio, i ribelli erano stati estromessi dalla roccaforte di Tchei, una sessantina di chilometri a sud del capoluogo Bunia, con un’operazione militare condotta da circa 3.000 soldati del riunificato ma impreparato esercito governativo con l’appoggio di caschi blu della Monuc e di elicotteri militari.
Gli intensi scontri tra miliziani e governativi aveva provocato anche migliaia di sfollati nella zona del Lago Albert, confine naturale con l’Uganda. Secondo la Monuc, i ribelli coinvolti appartengono al ‘Movimento rivoluzionario congolese’ e del ‘Fronte di resistenza patriottica in Ituri’ (Frpi), che non hanno ancora deposto le armi a differenza di altre formazioni anti-governative. Da anni questi gruppi garantiscono lo sfruttamento illegale delle risorse minerarie della regione, controllato in particolare da Uganda e Rwanda e più volte denunciato in rapporti dell’Onu.
La Monuc, presente in ex-Zaire dal 1999, mantiene schierati oltre 17.000 soldati, che dovranno garantire la sicurezza delle operazioni di voto delle legislative e presidenziali previste il prossimo 30 luglio, il primo storico appuntamento con le urne in oltre 40 anni.
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Old 05-07-2006, 11:32   #230
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UGANDA 5/7/2006 10.49
AMNISTIA A CAPO RIBELLE, CORTE PENALE INTERNAZIONALE INSISTE SU ARRESTO

“Non cambiamo la nostra posizione e manteniamo la linea adottata negli ultimi mesi: i governi di Uganda, Sudan e Repubblica democratica del Congo hanno l’obbligo di dare seguito ai mandati di arresto”: lo ha detto stamani alla MISNA Christian Palme, portavoce del procuratore della Corte penale internazionale (Cpi) Luis Moreno Ocampo, dopo che ieri il presidente ugandese Yoweri Museveni ha offerto un’“amnistia totale” in caso di un accordo di pace a Joseph Kony, capo dell’Esercito di resistenza del Signore (Lord’s resostance army, Lra), destinatario insieme ad altri 4 comandanti ribelli di mandati di cattura internazionale.
Sull’iniziativa del presidente Museveni “non abbiamo commenti” ha detto ancora alla MISNA Palme, raggiunto per telefono nella sede della Cpi all’Aja. “Siamo sicuri che questi governi, compresa l’Uganda, vorranno onorare l’impegno di arrestare i ricercati” ha aggiunto. Un comunicato della presidenza ugandese diffuso ieri afferma che Museveni “accorderà l’amnistia totale al capo dello Lra... malgrado i mandati di arresto emessi dalla Corte penale internazionale, se questi risponderà positivamente ai colloqui col governo a Juba, in Sud Sudan, e abbandonerà il terrorismo”. Lunedì una delegazione del governo di Kampala è arrivata in Sud Sudan per avviare colloqui di pace con i ribelli, attivi da oltre 20 anni nei distretti settentrionali ugandesi contro la popolazione civile. Secondo la Procura della Cpi, Kony e gli altri comandanti sono responsabili di crimini di guerra e contro l’umanità. Nel suo comunicato, Museveni afferma inoltre che “trasferire Kony alla Cpi quando si sarà presentato spontaneamente è escluso”. La Cpi non dispone di proprio personale di polizia: per eseguire i mandati di cattura deve appoggiarsi agli Stati firmatari dello Statuto di Roma del 1998; la Corte è entrata in vigore nel 2002 e non può indagare su fatti commessi in precedenza
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Old 05-07-2006, 18:08   #231
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UGANDA 5/7/2006 18.41
AMNISTIA A CAPO RIBELLE: PER ARCIVESCOVO GULU, PUÒ SERVIRE A COLLOQUI DI PACE

“Il presidente Yoweri Museveni in passato ha sempre respinto l’amnistia per tutti i ribelli proposta dalla società civile e dalla chiesa del nord Uganda: ora ha cambiato idea e non so perché, ma credo che questo possa servire a sostenere il processo di pace”: lo ha detto alla MISNA monsignor John Baptist Odama, arcivescovo di Gulu, nel nord Uganda, dopo l’offerta di Museveni di “amnistia totale” a Joseph Kony, capo dei ribelli dell’Esercito di resistenza del signore (Lra) in caso di un accordo di pace.

Kony, insieme ad altri 4 comandanti, è ricercato dalla Corte penale internazionale (Cpi) dell’Aja, che ne chiede l’arresto per crimini di guerra e contro l’umanità. Nel fine settimana dovrebbe iniziare le trattative di pace a Juba, in Sud Sudan, con la mediazione del governo locale.

“La Corte ha già fatto capire che non intende retrocedere dalle proprie posizioni” ha aggiunto l’arcivescovo di Gulu, da anni protagonista delle iniziative a favore della pace in Nord Uganda. Stamani un portavoce della Cpi aveva confermato alla MISNA che i governi di Uganda, Sudan e Repubblica democratica del Congo, firmatari dell’Accordo di Roma istitutivo della Cpi, “hanno l’obbligo di dare seguito ai mandati di arresto”.

“In questo momento – prosegue monsignor Odama - non ho risposte precise, ma osservo che la Corte e il presidente ugandese vanno in direzioni diametralmente opposte”. Ieri Museveni aveva escluso un trasferimento di Kony all’Aja in caso di consegna spontanea alle autorità ugandesi. “Prendiamo atto che per la prima volta in tanti anni si terrà un ‘faccia-a-faccia’ di alto livello tra due delegazioni ufficiali, con un negoziato fissato in un luogo preciso, il Sud Sudan, e la mediazione di alto profilo del vicepresidente Riek Machar” dice ancora alla MISNA monsignor Odama.

In attesa dei tempi lunghi della giustizia – la Cpi non è dotata di una sua polizia e deve fare affidamento sul personale degli Stati membri – le vittime di vent’anni di ribellione dello Lra chiedono giustizia. “Non è facile gestire in questa fase la questione della giustizia e dell’impunità: sarei contento se l’offerta di amnistia di Museveni servisse a motivare i negoziati di pace” osserva ancora l’arcivescovo. “La gente che da anni vive nei campi profughi per sfuggire ai ribelli – conclude - è stata troppo ‘disumanizzata’ e ora attende la fine della guerra. È vitale trovare al più presto una soluzione per smantellare questi accampamenti e riportare la pace in Uganda, Sud Sudan e nell’est della Repubblica democratica del Congo”, dove i ribelli di Kony sono acquartierati da alcuni mesi.
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Old 06-07-2006, 11:17   #232
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RD CONGO – Sono almeno 7.000 gli sfollati nel distretto nordorientale di Ituri giunti a Bunia in seguito ai recenti scontri tra le milizie ribelli e le forze governative. Alcuni “vivono presso altre famiglie, altri hanno cercato riparo in chiese e scuole” ha affermato una funzionaria dell’Ufficio dell’Onu per il coordinamento degli Affari umanitari (Ocha), Idrissa Conteh, aggiungendo: “Hanno urgente bisogno di rifugi, acqua e cure mediche”.
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Old 06-07-2006, 22:30   #233
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REPUBBLICA DEMOCRATICA DEL CONGO 6/7/2006 19.27
ITURI: SPARI CONTRO ELICOTTERO ‘CASCHI BLU’

Il pilota di un elicottero della missione Onu (Monuc) è stato ferito oggi da colpi di arma da fuoco che hanno raggiunto il velivolo mentre sorvolava una zona vicino Bunia, capoluogo della regione nordorientale dell’Ituri: ne dà notizia la stessa Monuc citando un inviato dell’Afp che era a bordo del mezzo con un secondo pilota, un assistente, due ‘caschi blu’ e un portavoce della missione. Secondo le prime ricostruzioni, almeno un proiettile esploso da non meglio identificati miliziani ha perforato la fusoliera colpendo alla gamba il pilota, di nazionalità bangladese, mentre l’elicottero si avvicinava a Bunia; le condizioni del ferito non sarebbero gravi.
Intensi combattimenti hanno opposto negli ultimi giorni l’esercito governativo, appoggiato dalla Monuc, a due gruppi ribelli che hanno riconquistato la località di Tchei, 80 chilometri a sud di Bunia, dopo esserne stati allontanati nei mesi scorsi. La Monuc ha intanto esteso fino al 15 luglio – due settimane prima delle attese elezioni presidenziali e legislative - la data limite per il disarmo volontario delle milizie ancora presenti in Ituri: “Da quella data prevediamo di iniziare con le operazioni militari. Chiunque sarà trovato in possesso di armi sarà dichiarato fuorilegge” ha riferito Carmine Camerini, portavoce della missione Onu (Monuc) a Bunia. La scadenza per il disarmo volontario delle milizie era inizialmente prevista per il 30 giugno, ma un numero imprecisato di combattenti – forse alcune migliaia – continuano a rifiutare di arrendersi e a costituire una minaccia per la popolazione civile.
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SUDAN 7/7/2006 7.29
SUD SUDAN, GOVERNO OFFRE CONTRIBUTO A ONU PER RICOSTRUZIONE STRADE

Dopo aver ricevuto per anni aiuti economici dalla comunità internazionale in tempo di guerra, questa volta il Sud Sudan – in tempo di pace – ha donato oltre 23 milioni di euro al Programma alimentare mondiale dell’Onu (Pam/Wpf) per interventi di riabilitazione stradale nella regione. È la prima significativa donazione del governo del Sud, creato in seguito agli accordi che a gennaio 2005 posero fine a oltre 20 anni di guerra tra gli indipendentisti dell’Esercito di liberazione popolare del Sudan (Spla) e le autorità di Khartoum. “Ci sembra un gesto di fiducia nel duro lavoro svolto nei tre anni precedenti dal Pam per migliorare la rete viaria di questa zona” ha detto Kenro Oshidari, direttore del programma Onu in Sudan. Il progetto prevede interventi complessivi per la riabilitazione di oltre 3.000 chilometri di strade per oltre 140 milioni di euro, distrutti durante i combattimenti che – tra l’altro – in alcune zone hanno praticamente distrutto anche infrastrutture come scuole, ospedali e uffici pubblici, lasciando questa parte del paese isolata. Alcuni mesi fa il governo del Sud Sudan aveva donato 20.000 tonnellate di sorgo al Wfp per gli sfollati del Darfur, la regione occidentale del Sudan dove dal 2003 è in corso un conflitto.
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Old 07-07-2006, 11:37   #235
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SUDAN 7/7/2006 9.51
DARFUR: SITUAZIONE PEGGIORATA DOPO FIRMA PACE PARZIALE

Le violenze nella regione occidentale del Darfur, da tre anni teatro di scontri tra governativi e ribelli, sono aumentate dopo l’accordo di pace firmato all’inizio di maggio in Nigeria da uno solo dei tre gruppi armati locali: lo ha detto l’inviato dell’Onu per il Sudan, Jan Pronk.
I combattimenti sono proseguiti malgrado le scadenze previste dall’intesa, tra cui il piano per il disarmo delle milizie ‘Janjaweed’, accusate di attacchi contro la popolazione civile con il sostegno delle truppe di Khartoum. Secondo Pronk non si è fatto abbastanza di fronte alle violazioni dell’accordo di pace, sottoscritto soltanto da una fazione dell’Esercito di liberazione del Sudan (Sla) ma respinto da un’ala dissidente di questo gruppo e dal Movimento per la giustizia e l’uguaglianza (Jem).
La popolazione del Darfur ha più volte manifestato – anche in modo violento - contro il piano di pace, ritenuto incompleto rispetto alle rivendicazioni avanzate. “Un accordo di pace non appoggiato dalla maggioranza non è sostenibile” ha aggiunto l’inviato Onu, secondo il quale però questo primo documento potrebbe costituire la base per ulteriori accordi. Dal 2003, il conflitto in Darfur ha provocato oltre 200.000 vittime (fino a 300.000 secondo alcune stime Onu) e non meno di 2 milioni tra sfollati interni e rifugiati nel confinante Ciad.
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Old 10-07-2006, 11:33   #236
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UGANDA 10/7/2006 11.38
ESTESA FINO A SETTEMBRE SCADENZA PER ACCORDO GOVERNO-RIBELLI LRA

Il presidente Yoweri Museveni esteso di oltre un mese, fino al prossimo 12 settembre, la data-limite per il raggiungimento di un’intesa di pace con i ribelli dell’Esercito di resistenza del Signore (Lord’s resistance army, Lra), attivi da 20 anni nel nord del paese: lo riporta oggi la stampa di Kampala ricordando che inizialmente Museveni aveva posto la scadenza del 31 luglio per la firma di un’intesa con il gruppo armato fondato da Joseph Kony nell’ambito dei colloqui bilaterali che dovrebbero iniziare mercoledì a Juba, capitale del Sud Sudan, sotto l’egida del governo locale. “Questi due mesi aggiuntivi consentiranno allo Lra di avere il tempo di consultarsi per decidere cosa hanno da dire al governo” ha riferito il capitano Paddy Ankunda, portavoce della delegazione di negoziatori dell’esecutivo. Ankunda ha aggiunto che entro settembre il Parlamento emenderà inoltre la legge di amnistia vigente per includere anche Kony e i suoi quattro comandanti nella lista dei ribelli che potranno beneficiarne, nonostante su di loro pesino altrettanti ordini di arresto emessi dalla Corte penale internazionale (Cpi). Già la scorsa settimana Museveni aveva offerto “l’amnistia totale” ai massimi capi dello Lra in caso di esito positivo delle trattative; il gruppo armati, tuttavia, aveva respinto la proposta, definendola “insignificante”. Da parte sua la Cpi ha più volte ribadito che “Uganda, Repubblica democratica del Congo e Sudan hanno l’obbligo di eseguire i mandati di cattura internazionali”.
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Old 10-07-2006, 22:12   #237
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REPUBBLICA DEMOCRATICA DEL CONGO 10/7/2006 12.47
RILASCIATI ULTIMI CINQUE ‘CASCHI BLU’ RAPITI IN ITURI

“È venuto il tempio della pace in Ituri...questo recente episodio non influirà sulla determinazione della Monuc a proseguire sulla sua strada e a compiere il suo dovere”: lo ha detto il rappresentante speciale delle Nazioni Unite nella Repubblica democratica del Congo, William Swing, a proposito della liberazione, sabato scorso, degli ultimi 5 ‘caschi blu’ nepalesi sequestrati con altri due commilitoni il 28 maggio scorso da un gruppo ribelle nella regione nordorientale dell’Ituri. Swing ha ringraziato i capi delle comunità locali per il loro contributo nel rilascio dei ‘caschi blu’ – i primi due erano tornati in libertà alla fine di giugno - sostenendo che “gli sforzi profusi dimostrano la solidità del loro appoggio e del loro impegno”. La Monuc non ha fornito dettagli precisi sulle circostanze del rilascio dei soldati, limitandosi a dire che “sono sani e salvi” e “hanno già raggiunto i loro compagni a Kwandroma” la base situata circa 80 chilometri a nordest di Bunia, vicino al confine con l’Uganda. Sempre secondo la Monuc i sequestratori sarebbero combattenti del Fronte nazionalista integrazionista (Fni), uno degli ultimi gruppi armati ancora attivi in Ituri, composto da circa 800 effettivi prevalentemente di etnia Lendu e guidati da Peter ‘Karim’ Udaga, il cui nome compare peraltro in un’inchiesta dell’Onu sul traffico illegale di risorse minerarie nella regione.
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Old 10-07-2006, 22:12   #238
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SUDAN 10/7/2006 13.16
DARFUR: ANCORA INSICUREZZA, PARZIALE SOSPENSIONE ASSISTENZA UMANITARIA

La crescente insicurezza e il sequestro di un dipendente locale hanno spinto l’organizzazione non governativa (ong) britannica Oxfam a chiudere temporaneamente due uffici nel nord Darfur. Lo si apprende da fonti della stesso organismo da Nairobi, in Kenya; le attività di assistenza – come “ultima opzione” di fronte a ripetuti attacchi armati, ha spiegato il coordinatore regionale Paul Smith-Lomas - sono state interrotte nelle località di Saraf Omra e Birka Seira, da dove il persone dell’ong garantiva acqua potabile e cibo a decine di migliaia di sfollati; due mesi fa è stato rapito un operatore ma i tentativi di ottenerne il rilascio sono finora falliti.
Due giorni fa l’inviato dell’Onu per il Sudan, Jan Pronk aveva detto che le violenze nella regione, da tre anni teatro di scontri tra governativi e ribelli, sono aumentate dopo l’accordo di pace firmato all’inizio di maggio in Nigeria da uno solo dei tre gruppi armati locali, l’ala dell’Esercito per la liberazione del Sudan (Sla) che fa capo a Minni Minawi. Secondo alcune testimonianze di sfollati raccolte dagli osservatori dell’Unione Africana (Ua), i ribelli di Minawi avrebbero commesso “omicidi e stupri” nella zona di Tawila, nel nord Darfur, da dove negli ultimi giorni circa 4.000 civili sarebbero fuggiti dagli scontri tra questa fazione dello Sla e il gruppo dissidente, comandato da Abdul Wahid al-Nur, che non ha sottoscritto l’accordo di pace. Si calcola che in tre anni il conflitto abbia provocato oltre 200.000 vittime e non meno di due milioni di sfollati.
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Old 10-07-2006, 22:17   #239
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REPUBBLICA DEMOCRATICA DEL CONGO 10/7/2006 21.30
ORGANIZZAZIONE PER DIRITTI UMANI CHIEDE ARRESTO EX-UFFICIALE RIBELLE

L’arresto dell’ex-generale dissidente Laurent Nkunda – protagonista di un attacco contro la città orientale di Bukavu nel 2004 e ancora latitante – è stato chiesto dall’organizzazione per i diritti umani ‘Voce dei senza voce’ di Kinshasa, nel timore che l’ex-ufficiale possa provocare seri problemi alle elezioni presidenziali e legislative fissate per il 30 luglio. Secondo la denuncia di questa organizzazione, Nkunda possiederebbe armi sofisticate e materiali per le comunicazioni ottenute recentemente di contrabbando “attraverso il confine con il Rwanda”. Nkunda – un tutsi del Congo e fedele ai ruandesi durante la ribellione contro Laurent Kabila alla fine degli Anni novanta – è ricercato per “crimini di guerra” ma finora non è mai stato fermato né dalle forze governative né dal contingente dell’Onu (Monuc), che in ex-Zaire conta circa 17.000 ‘caschi blu’. Secondo il dossier di ‘Voce dei senza voce’, l’ex-generale guiderebbe una forza di circa 2.000 ribelli nelle foreste sul massiccio del Masisi, nella provincia orientale del Nord Kivu, dove da mesi starebbe “circolando liberamente”. Per la sicurezza delle elezioni – le prime dopo oltre 40 anni, incoraggiate dalla comunità internazionale e particolarmente attese dai congolesi – sarà schierato anche un contingente di circa 600 soldati europei a Kinshasa, con l’appoggio di altri 1.400 di stanza in Gabon, pronti a intervenire in caso di necessità.
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Old 11-07-2006, 17:33   #240
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SUDAN 11/7/2006 10.14
DARFUR: COMBATTIMENTI TRA FAZIONI RIBELLI, DECINE DI MORTI

Sarebbero oltre 80 i morti provocati negli ultimi giorni da scontri tra fazioni ribelli in lotta per il controllo del territorio, i più gravi segnalati dopo l’accordo di pace firmato all’inizio di maggio in Nigeria da uno solo dei tre gruppi armati locali, l’ala dell’Esercito per la liberazione del Sudan (Sla) che fa capo a Minni Minnawi. Fonti della missione di ‘peacekeeping’ dell’Unione Africana (Ua) hanno riferito che i dissidenti dello Sla comandati da Abdul Wahid al-Nur e gli uomini di Minnawi si stanno affrontando con estrema violenza e avrebbero costretto finora alla fuga migliaia di civili. L’ultima offensiva, iniziata una settimana fa dai combattenti di Minnawi, si concentra attorno a Korma, nel nord della regione, una località che da marzo è passata di mano già tre volte. Secondo l’Ua, 32 persone sono morte nella fase iniziale dell’operazione e altre 50 nei giorni seguenti mentre gli uomini di Minnawi consolidavano le loro posizioni; i ‘peacekeepers’ africani hanno riferito che finora i ribelli avrebbero negato loro l’accesso a Korma per verificare la situazione sul terreno. Minnawi ha intanto smentito le accuse di “omicidi e stupri” contro la popolazione civile raccolte tra gli sfollati e incluse in un rapporto della missione Onu in Sudan (Unmis).
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