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Old 13-06-2006, 21:23   #181
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SUDAN 13/6/2006 15.51
DARFUR: AMNISTIA PER RIBELLI FIRMATARI DELL’ACCORDO DI PACE

Un decreto di amnistia generale per i gruppi ribelli che hanno sottoscritto gli Accordi di pace di Abuja (Nigeria) sul Darfur è stato emanato dal presidente del Sudan Omar el-Bashir. Lo riferisce oggi la stampa di Khartoum, secondo cui il provvedimento sarebbe esteso anche ai gruppi armati disponibili a firmare il documento in una seconda fase. Finora l’intesa per porre fine al conflitto nella regione occidentale del Darfur – in corso dall’inizio 2003 – è stato accettato dal governo centrale di Khartoum e da una fazione dell’Esercito di liberazione del Sudan (Slm) ma respinto da un gruppo dissidente della stessa ribellione e dall’altra formazione armata del Darfur, il Movimento per l’uguaglianza e la giustizia (Jem). Esprimendo apprezzamento per la decisione del presidente, il governatore del Darfur settentrionale, Mohamed Yousif Kibir, ha detto che l’amnistia “rafforza” gli accordi di pace e contribuisce alla ricostruzione di un clima di fiducia reciproca. Kibir – citato dalla stampa locale – sostiene che 17 comandanti ribelli sono tornati nel capoluogo regionale al-Fasher e hanno ottenuto l’amnistia, come previsto dal documento firmato ad Abuja lo scorso 5 maggio, sotto l’egida dell’Unione Africana. Per porre fine al conflitto in Darfur l’Onu chiede l’invio di una missione di cosiddetto ‘peace-enforcing’ – imposizione della pace, prevista dalla Carta delle Nazioni Unite – in sostituzione al contingente dell’Unione Africana, ma anche ieri il governo di Khartoum ha ribadito la sua contrarietà.
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Old 13-06-2006, 21:24   #182
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RD CONGO – Il Sudafrica invierà 128 osservatori elettorali alle prossime presidenziali e legislative in Congo del prossimo 30 luglio; il governo di Pretoria, per favorire il processo elettorale, si è fatto carico anche di stampare le schede per 26 milioni di elettori.
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Old 13-06-2006, 21:25   #183
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SUDAN – Un ufficio dell’Alto Commissariato dell’Onu per i rifugiati (Acnur/Unhcr) è stato attaccato ad Habila, nel Darfur occidentale, da uomini armati; lo ha detto oggi un portavoce a Ginevra, aggiungendo che in questa zona finora non si erano registrate simili aggressioni contro sedi di agenzie umanitarie.
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Old 14-06-2006, 11:41   #184
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SUDAN 14/6/2006 5.21
EX-RIBELLI NDIPENDENTISTI DEL SUD COMPLETANO RITIRO DALL’EST

L’ultimo drappello dell’Esercito di liberazione popolare del Sudan (Spla) – gli ex-ribelli indipendentisti del Sud oggi a capo del governo regionale dei territori meridionali – si è ritirato dall’est come previsto dall’accordo di pace comprensivo (Cpa) sottoscritto con il governo centrale di Khartoum il 9 gennaio 2005 dopo oltre 20 anni di guerra civile. Parate militari e discorsi di funzionari governativi e esponenti dello Spla alla popolazione radunatasi a Hamishkorieb hanno segnato il passaggio di consegne del controllo dell’area dagli indipendentisti all’amministrazione civile dello Stato di Kassala, alla presenza di rappresentanti della Missione dell’Onu in Sudan (Unmis). “È un’altra pietra miliare – ha commentato Jan Pronk, Rappresentante speciale del Segretario generale dell’Onu in Sudan – nel rendere il Cpa una realtà e siamo impazienti di vedere nuovi passi significativi simili verso la piena realizzazione di quel storico accordo di pace che assicureranno pace sostenibile, stabilità e sviluppo per il Sudan”. Erano 700 gli ex-ribelli dispiegati nell’est e ora dislocati a Kassala, da dove verranno trasferiti nel Sud. Il Cpa prevedeva che la dislocazione nel Sud venisse completata già lo scorso 9 gennaio, ma la scadenza è stata rinviata per mancanza di risorse logistiche.
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Old 14-06-2006, 20:13   #185
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SUDAN 14/6/2006 15.58
INIZIATI AD ASMARA COLLOQUI TRA KHARTOUM E RIBELLI DELL’EST

Nello stesso giorno in cui si sono conclusi i due giorni di colloqui a Khartoum tra il presidente dell’Eritrea Isayas Afeworki e il presidente sudanese Omar al-Beshir, ieri in tarda serata sono iniziati ad Asmara gli attesi negoziati mediati dall’Eritrea – che in precedenza sembravano essere stati rinviati a venerdì – tra il governo centrale sudanese e i gruppi armati anti-governativi del ‘Fronte orientale’. Secondo il capo della delegazione sudanese, l’ex-ministro degli Esteri Mustafa Osman Ismail, “il governo vuole raggiungere una soluzione giusta e pacifica del problema, che sia un consolidamento della pace in tutto il Sudan”, la più grande nazione africana teatro di conflitti civili sin dalla sua indipendenza nel 1956 e, in particolare, del ventennale conflitto tra nord e sud, archiviato l’anno scorso. “Speriamo che la controparte sia seria quanto noi. Se l’obiettivo è manovrare, prendere tempo, dividere e evitare i reali problemi, sarà certamente un atteggiamento controproducente” ha osservato dal canto suo il capo della delegazione dei ribelli dell’est, il presidente del ‘Fronte orientale’ Musa Mohamed Ahmed, auspicando che le richieste di pace, sviluppo e di un reale sistema federale della popolazione del Sudan orientale vengano soddisfatte. Khalil Ibrahim, capo del Movimento di giustizia e eguaglianza (Jem) – attivo in Darfur ma presente anche nel Sudan orientale – ha invece minacciato che la sua esclusione danneggerà i colloqui: “Khartoum non raggiungerà la pace se noi non parteciperemo… Il Fronte ha bisogno di esperienza e di consapevolezza politica”. I colloqui mediati dall’Eritrea seguono il fallimento di numerosi tentativi di negoziare una fine al conflitto nell’est mediati dalla Libia e segnano il recente riavvicinamento tra Eritrea e Sudan dopo che, negli scorsi cinque anni, Khartoum ha spesso accusato Asmara di dare sostegno ai gruppi ribelli locali. Il ‘Fronte orientale’ – costituito lo scorso anno dalla comunità etnica dei Beja e dei Rashaida – come le sue controparti nel Darfur occidentale e, in passato, nel Sud Sudan, accusa il governo di discriminare le periferie, pur sfruttandone le risorse naturali.
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Old 14-06-2006, 20:13   #186
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REPUBBLICA DEMOCRATICA DEL CONGO 14/6/2006 18.29
KINSHASA: MANIFESTANTI “MOTORIZZATI” CHIEDONO DIALOGO PRIMA DI ELEZIONI

Una ‘carovana motorizzata’ si è snodata oggi per alcuni chilometri in diversi quartieri della capitale Kinshasa, su iniziativa di alcuni gruppi politici che chiedono la convocazione di un dialogo politico prima delle elezioni legislative e presidenziali del prossimo 30 luglio. Fonti della MISNA riferiscono che all’iniziativa hanno partecipato numerosi gruppi politici a partire dell’Udps di Etienne Tshisekedi, storico oppositore anti-Mobutu; erano presenti anche sostenitori delle formazioni legate a due degli attuali 4 vicepresidenti congolesi, Jean-Pier Bemba e Azarias Ruberwa, entrambi ex-capi di gruppi ribelli attivi durante la guerra del 1998-2003. Secondo informazioni raccolte dalla MISNA sul posto, si sono verificati momenti di tensione nel quartiere Limete, quando il governatore di Kinshasa Jean Kimbembe Mazunga sarebbe intervenuto per bloccare i manifestanti che seguivano a piedi la ‘carovana’ di motorini, affermando che l’iniziativa era stata autorizzata solo per i veicoli a motore. L’Udps fin dall’inizio ha criticato il processo elettorale giudicandolo poco credibile e ha perciò deciso di boicottare la consultazione di fine luglio per il rinnovo del Parlamento e la scelta del nuovo capo di Stato al posto di Joseph Kabila. Il passaggio di consegne col nuovo governo rischia di essere molto lungo: il prossimo 30 giugno – di fatto – scadono le istituzioni di transizione nate dopo gli accordi di pace di tre anni fa mentre l’esito finale del voto – che si sta organizzando tra enormi difficoltà logistiche in un paese grande come metà Europa occidentale – verrà annunciato solo dopo alcuni mesi. Malgrado la Commissione elettorale indipendente (Cei) non si sia ancora pronunciata, oggi da Bruxelles il rappresentante speciale europeo per la regione dei Grandi Laghi, Aldo Ajello, ha detto che la proclamazione dei risultati del primo turno avverrà il 14 settembre, mentre l’eventuale ballottaggio sarebbe previsto a metà ottobre e i risultati finali del voto (il primo dopo oltre 40 anni) sono attesi per il 30 novembre. Per tutta la durata del lungo processo elettorale, 800 soldati europei saranno di stanza al vecchio aeroporto di Ndolo, come hanno confermato due generali, il tedesco Karlheinz Viereck e il francese Christian Damay, che comanderanno il contingente ‘Eufor’. I soldati mandati dall’Unione Europea – di cui 1.500 nel vicino Gabon, pronti a intervenire – non saranno tuttavia inviati nelle regioni orientali dell’ex-Zaire, la cui sicurezza resta affidata all’esercito congolese e alla Monuc, la missione di pace dell’Onu, presente da 7 anni, che conta oltre 17.000 caschi blu.
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Old 15-06-2006, 17:59   #187
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SUDAN 15/6/2006 11.06
DARFUR: IL NUOVO RAPPORTO DELLA CORTE PENALE INTERNAZIONALE

“La continua insicurezza del Darfur impedisce di condurre indagini efficaci direttamente sul terreno, soprattutto a causa dell’assenza di un sistema funzionante che protegga vittime e testimoni”: inizia così l’ultimo rapporto sullo stato delle indagini che la Corte penale internazionale (Cpi) sta compiendo riguardo alle violenze e agli scontri che dal febbraio 2003 sono in corso nella regione occidentale sudanese del Darfur. Il terzo rapporto presentato ieri dal procuratore della Cpi, Luis Moreno Ocampo, ai membri del Consiglio di Sicurezza, comincia proprio evidenziando le difficoltà operative nel condurre le indagini sul posto a causa del perdurare degli scontri e della loro estensione in aree circostanti (ad esempio il confinante Ciad, dove la procura aveva aperto una base temporanea). Tuttavia, si legge nel rapporto, “l’ufficio finora ha documentato migliaia di presunti omicidi diretti di civili compiuti da tutte le parti coinvolte nel conflitto”, riferendosi alle forze governative di Khartoum, ai Janjaweed (le milizie di predoni arabe ritenute alleate del governo) e ai movimenti combattenti - Esercito di liberazione del Sudan (Sla/m) e Movimento per la giustizia e l’uguaglianza (Jem) - che nel 2003 diedero vita alla ribellione per protestare contro il governo, accusato di marginalizzare la regione e i suoi abitanti (in maggioranza neri di gruppi etnici che vivono a cavallo delle frontiere), favorendo al contempo le popolazioni arabe locali. “Le informazioni disponibili indicano che questi omicidi includono un numero significativo di massacri su larga scala, con centinaia di vittime in ogni incidente” aggiunge nel suo rapporto Ocampo, precisando che la Corte ha selezionato alcuni di questi “incidenti” per “ulteriori indagini e analisi”. Dalle informazioni raccolte dagli investigatori del Tribunale emerge comunque con una certa chiarezza che “bersaglio deliberato” degli attacchi sono stati soprattutto “uomini percepiti come appartenenti” ad alcuni gruppi etnici locali (Fur, Massalit e Zaghawa). “Ma oltre agli omicidi, le informazioni indicano che migliaia di civili sono morti dal 2003 per le condizioni di vita conseguenti al conflitto e lo sfollamento a cui sono stati costretti. Questo tipo di ‘morte silenziosa’ ha interessato soprattutto i gruppi di vulnerabili di popolazione, inclusi bambini, anziani e malati” scrive ancora Ocampo nel rapporto. A oltre 3 anni dall’inizio del conflitto non sono ancora disponibili stime affidabili sul numero delle vittime. Il documento prosegue poi nell’elencare altri crimini emersi nelle indagini, come le “centinaia di casi di stupro” - una “pratica endemica in alcuni dei gruppi coinvolti nel conflitto (…) e che sembra essere stata sottostimata finora” - per poi dedicarsi al fenomeno degli sfollati: le stime più attendibili parlano di oltre 2 milioni di persone costrette ad abbandonare le proprie terre trasferendosi in altre località della regione o riparando nel confinante Ciad. “Ci sono informazioni e prove che suggeriscono che la popolazione civile è stata costretta con la forza ad abbandonare le proprie case per ragioni non collegate al conflitto e con modalità diffuse e sistematiche. A queste persone è stata poi negata la possibilità di tornare nelle proprie case” si legge nel documento in cui si precisa anche come “la distruzione e il saccheggio di proprietà sia uno degli aspetti prevalenti dei crimini commessi in Darfur”, con resoconti che parlano di almeno “2000 villaggi” coinvolti in tutti e 3 gli Stati che compongono la regione del Darfur. Questo passaggio sembra confermare la lettura del conflitto in chiave politico-etnica tra le due grandi anime della politica e della vita sudanese, quella ‘araba’ e quella ‘nera’, secondo cui nella regione sarebbe in corso un piano di ‘riequilibratura’ della composizione e della distribuzione etnica del paese, attuato favorendo l’insediamento di gruppi ‘arabi’ ai danni di quelli ‘neri’, soprattutto alla luce di una possibile indipendenza del Sud Sudan (prevista dal piano di pace che ha messo fine a un conflitto ventennale) altra zona ‘nera’ del paese. Riguardo all’identificazione dei responsabili dei crimini - “appartenenti a tutte le parti coinvolte” ribadisce il rapporto – vengono evidenziate le difficoltà oggettive incontrate sul campo. Le 18 pagine di documento presentate dal procuratore della Corte penale internazionale al Consiglio di Sicurezza dell’Onu si concludono poi con un’analisi delle attività giudiziarie avviate dal governo sudanese per individuare e giudicare i responsabili dei crimini commessi in Darfur. Citando difficoltà oggettive, incontrate anche dalla magistratura locale, e alcune inadempienze, Ocampo conclude evidenziando come “non sembra che nessuna autorità nazionale abbia finora indagato o perseguito, oppure stia indagando o perseguendo, i casi che sono o saranno oggetto dell’attenzione della Corte penale internazionale”. Una circostanza quest’ultima fondamentale perché la Corte penale internazionale possa avviare un procedimento giudiziario nei confronti di eventuali responsabili dei crimini su cui ha giurisdizione: contro l’umanità, di guerra e genocidio.
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Ultima modifica di Ewigen : 15-06-2006 alle 18:06.
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Old 16-06-2006, 11:40   #188
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CIAD 16/6/2006 12.10
MIGLIAIA DI CIVILI FUGGONO IN DARFUR

Le violenze commesse da gruppi di banditi stanno spingendo migliaia di civili dal Ciad orientale oltre il confine con Darfur, regione occidentale del Sudan. Nell’ultimo mese sono arrivati più di 10.000 profughi a Um Dukur, piccola città nel sud-ovest del Darfur situata nel punto dove si incontrano i confini con il Ciad e con la Repubblica centrafricana: lo rende noto l’organizzazione non governativa internazionale Medici senza frontiere (Msf), che gestisce un ospedale per i rifugiati nei quattro campi profughi che circondano la cittadina. Msf sottolinea che “una minoranza significativa” dei nuovi arrivati sono sudanesi già fuggiti in precedenza in territorio ciadiano per scappare dalle violenze in Darfur. I fuggitivi hanno raccontato agli operatori umanitari degli attacchi subiti frequentemente nei loro villaggi in Ciad da bande di miliziani non identificati che uccidono e depredano averi e bestiame; una ventina di profughi, aggiunge Msf, sono stati curati per ferite da arma da fuoco e da taglio. Dieci giorni fa l’Alto commissariato Onu per i Rifugiati (Acnur/Unhcr) ha pubblicamente denunciato il ripetersi, negli ultimi tre mesi, di attacchi contro i civili nel Ciad orientale da parte delle milizie di Janjaweed, le bande di predoni arabi a cavallo considerate le principali responsabili delle violenze che da oltre 3 anni sconvolgono il Darfur. In base alle testimonianze raccolte dall’agenzia Onu, insieme ai Janjaweed, arrivati dal confinante Sudan, negli attacchi sarebbero coinvolti anche gruppi di ciadiani che avrebbero stretto accordi con i predoni sudanesi per evitare che i propri villaggi siano presi di mira. L’Acnur/Unhcr ha stimato in 50.000 i ciadiani che hanno cercato rifugio nei campi profughi in patria dove già vivono 200.000 sudanesi scappati dalla guerra in Darfur, ma non aveva segnalato movimenti di ciadiani oltre il confine sudanese.
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Old 17-06-2006, 12:19   #189
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UGANDA 17/6/2006 11.49
INCERTEZZA SU MEDIAZIONE DI PACE DEL SUD SUDAN CON LRA

Non è ancora chiaro se l’Uganda parteciperà ai colloqui diretti con i comandanti dell’Esercito di resistenza del signore (Lra), la ribellione attiva da vent’anni nel nord del paese, organizzati dal governo autonomo del Sud Sudan a Juba. Notizie contrastanti sulla stampa locale riferiscono versioni diverse sull’effettiva presenza di una delegazione governativa in Sudan: mentre l’ambasciatore dell’Uganda a Khartoum, Mull Katende, ha detto che non parteciperà agli incontri, pur apprezzando l’iniziativa delle autorità sud-sudanesi. Il giornale indipendente ’Monitor’ oggi scrive invece che il governo ugandese “è ancora interessato” al dialogo con i ribelli. “Vogliamo prendervi parte in modo genuino” avrebbe detto il sottosegretario agli Affari internazionali Henry Oryem Okello, citato dallo stesso giornale. Nei giorni scorsi a Juba una delegazione di 14 esponenti dello Lra ha avuto colloqui con Riak Machar, il vicepresidente del governo autonomo del Sud Sudan che a maggio aveva incontrato vicino al confine con la Repubblica democratica del Congo Joseph Kony, il fantomatico comandante dei ribelli conosciuti per le loro sistematiche violenze contro i civili e il reclutamento forzato di non meno di 25.000 bambini-soldato. Il Sud Sudan sta svolgendo un ruolo di mediazione anche per mettere fine agli attacchi dei ribelli nel suo territorio, dove lo Lra per anni ha mantenuto le basi. Intanto il presidente ugandese Yoweri Museveni ha detto che il suo governo non può accettare l’idea di perdonare i veritici dello Lra, responsabili di gravi violazioni dei diritti umani: per questo cinque comandanti – compreso Kony – sono ricercati dalla Corte penale internazionale dell’Aja, che ha emesso mandati internazionali di cattura contro di loro, chiedendo a Uganda, Sudan e Repubblica democratica del Congo il loro arresto.
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Old 19-06-2006, 21:06   #190
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SUDAN 19/6/2006 10.17
DARFUR: DELEGAZIONE RIBELLI A KHARTOUM

Per la prima volta da quando il 5 maggio scorso il governo centrale di Khartoum e la fazione del Movimento di liberazione del Sudan (Slm) guidata da Minni Arcua Minnawi, hanno siglato l’accordo di pace per il Darfur proposto dall’Unione africana (Ua), una delegazione dello Slm si è allontanata dalla regione occidentale per recarsi a Khartoum e accelerare l’attuazione del trattato. Il consigliere presidenziale per il Darfur non è stato nominato entro la scadenza prevista, infatti, né è stato formato il governo regionale di transizione.

“È importante – ha commentato il portavoce dell’Ua a Khartoum, Noureddine Mezni – che i firmatari dell’accordo di pace sul Darfur siano qui perché… la loro presenza sarà estremamente importante per la buona riuscita dell’attuazione dell’accordo”. La delegazione dello Slm formerà il governo di transizione del Darfur che dovrà osservare l’esecuzione dell’accordo e lo sviluppo della regione. Non si è tuttavia recato nella capitale Minnawi, nonostante un decreto presidenziale gli garantisca l’immunità. Il governo centrale, invece, entro giovedì dovrebbe presentare all’Ua un piano per il disarmo dei janjaweed, le milizie di predoni arabi suoi alleati responsabili di molte violenze negli oltre tre anni del conflitto che ha devastato la regione occidentale sudanese.

Intanto, la fazione dello Slm guidata da Abdel Wahed Mohamed al-Nur e il Movimento di giustizia e eguaglianza (Jem) continuano a respingere i tentativi di mediazione per convincerli a siglare la proposta di pace presentata dall’Ua.
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Old 19-06-2006, 21:07   #191
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REP.DEM.CONGO - Un primo gruppo di 31 agenti della polizia militare polacca è partito oggi da Varsavia per Kinshasa. I militari polacchi fanno parte della missione decisa dall’Unione Europea, denominata ‘Eufor’, che contribuirà a garantire la sicurezza durante lo svolgimento delle prossime cruciali elezioni in Congo. Il contingente polacco al completo conterà 131 uomini e sarà il terzo per grandezza dopo quello francese e tedesco.
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Old 19-06-2006, 21:25   #192
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UGANDA 19/6/2006 22.16
PRESENTATO IN FINANZIARIA PROGRAMMA A FAVORE DEGLI SFOLLATI NEL NORD

Il governo di Kampala ha incluso nella legge finanziaria 2006-2007 lo stanziamento di 10 milioni di dollari per finanziare un programma di re-insediamento a favore di circa due milioni di sfollati provocati dalla guerra che da un ventennio colpisce i distretti nordugandesi: “Il Nord Uganda continua a registrare il più alto tasso di povertà del paese a causa della persistente insicurezza prolungatasi per anni. Il ritorno della pace renderà necessario un piano di sviluppo della regione che è stato sempre una priorità per l’esecutivo” ha detto il ministro delle Finanze, Ezra Suruma, presentando l’iniziativa in Parlamento. Nei giorni scorsi il governo autonomo del Sud Sudan ha organizzato a Juba colloqui diretti con i ribelli dell’Esercito di resistenza del signore (Lra) a cui Kampala ha dato il suo assenso, senza tuttavia garantire la propria presenza al tavolo del negoziato. Intanto, secondo un recente studio dell’ufficio per il coordinamento umanitario delle Nazioni Unite (Ocha) nel nord il tasso di mortalità tra i bambini inferiori ai cinque anni ha raggiunto livelli sempre più allarmanti a causa, tra l’altro, della malaria, della malnutrizione e dell’incidenza del Sida/Aids. “Le condizioni di vita nei principali campi per sfollati restano estremamente precarie per il sovraffollamento, lo scoppio di epidemie, gli incendi spontanei provocati dalla stagione arida e gli abusi dei diritti umani commessi sia dallo Lra che dall’esercito regolare (Updf) contro i civili” si legge nel rapporto Onu.
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SUDAN 20/6/2006 9.23
EST: ACCORDO PER FINE OSTILITÀ TRA GOVERNO E RIBELLI DEL ‘FRONTE ORIENTALE’

Un accordo per la cessazione delle ostilità e la definizione di un’agenda per futuri colloqui di pace è stato firmato ad Asmara dal governo di Khartoum e dai ribelli del Fronte unito - attivi da anni nell’est del Sudan – grazie alla mediazione dell’Eritrea.

I ribelli, alleati ad altre formazioni anti-governative sudanesi, per dieci anni hanno controllato una piccola regione al confine con l’Eritrea, strategica per l’intera economia del paese per la presenza del principale porto sul mar Rosso (Port Sudan). “È stata firmata una dichiarazione di principio per il successivo negoziato insieme a un accordo per creare le condizioni di pace, compresa la cessazione delle ostilità e la riduzione della presenza militare” ha detto Yemane Gebreab, responsabile politico del partito di governo eritreo.

La soluzione dell’annosa contesa tra Khartoum e i ribelli dell’Est è stata facilitata anche l’accordo di pace che a gennaio del 2005 pose fine al ventennale conflitto tra gli indipendentisti del Sud Sudan e le autorità del governo centrale; l’ex-movimento ribelle dell’Esercito di liberazione popolare del Sudan (Spla), oggi al potere al governo autonomo del Sud, per anni ha sostenuto i movimenti armati nell’est. Anche il rinnovato ruolo di mediazione dell’Eritrea – in passato accusata da Khartoum di appoggiare la ribellione – è stato possibile grazie alla fine del conflitto tra Nord e Sud Sudan. Il ‘Fronte orientale’ – costituito lo scorso anno dalla comunità dei Beja e dei Rashaida – come le sue controparti nel Darfur occidentale e, in passato, nel Sud Sudan, accusa il governo di discriminare le periferie, pur sfruttandone le risorse naturali.

Malgrado la firma dell’accordo, tuttavia, l’Onu – per voce di uno dei responsabili umanitari in Sudan, Manuel Aranda da Silva, ha denunciato che è stato sospeso l’accesso ai campi rifugiati dell’est, dove si trovano circa 120.000 rifugiati etiopi ed eritrei, fuggiti durante la guerre tra i due Paesi del Corno d’Africa nel 1998-2000.
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Old 20-06-2006, 22:22   #194
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SUDAN 20/6/2006 16.11
DARFUR: RIBADITO RIFIUTO A MISSIONE ONU, MEDIATORI AFRICANI AL LAVORO

Continuano le consultazioni tra i principali esponenti dell’Unione Africana (Ua) e il presidente Sudanese Omar Hassan el Beshir in vista di un possibile passaggio del testimone tra la missione di osservazione dispiegata in Darfur dall’Unione Africana (Ua) e una nuova missione di pace sotto l’egida dell'Onu.

Oggi a Kahrtoum è arrivato, per una visita lampo, il presidente sudafricano, Thabo Mbeki, che incontrerà il suo omologo sudanese per discutere di sicurezza e successivamente avrà un faccia a faccia anche con Salva Kiir, vice presidente del Sudan e massima autorità amministrativa del Sud Sudan, dopo la firma nel gennaio 2005 dell’accordo di pace tra gli indipendentisti dello Splm e Khartoum. Domani, invece, nella capitale sudanese arriverà Alpha Oumar Konaré, presidente della Commissione dell’Unione Africana, che dovrà discutere con Beshir sempre della delicata questione della presenza di truppe Onu in Darfur.

L’Unione Africana, soprattutto a causa di mancanza di fondi, ormai ritiene ineluttabile un passaggio di consegne della missione alle Nazioni Unite. Intanto in dichiarazioni riportate oggi dalla stampa locale, Beshir ha ribadito la contrarietà del governo sudanese al dispiegamento di truppe occidentali in Darfur, la regione nell’ovest del paese (a ridosso del confine col Ciad) teatro dal febbraio 2003 di scontri e violenze, nonché di una ribellione contro il governo centrale. “Vi giuro che non ci sarà alcun intervento militare internazionale in Darfur finchè resterò al potere” ha detto ieri il presidente durante una riunione del suo partito, il National Congress. “Il Sudan, che è stato il primo paese a sud del Sahara a ottenere l’indipendenza, non sarà certo adesso il primo a essere ricolonizzato” ha aggiunto Beshir.
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Old 20-06-2006, 22:43   #195
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ZAMBIA 20/6/2006 12.51
GIORNATA DEL RIFUGIATO: CONGOLESI ATTENDONO ESITO PROSSIME ELEZIONI

“Tutti attendono l’esito delle elezioni presidenziali e legislative del 30 luglio nella Repubblica democratica del Congo. Se si svolgeranno senza incidenti e se non seguiranno scontri e combattimenti, allora forse si potrà stilare un piano di rimpatrio dei circa 60.000 rifugiati congolesi in Zambia”: lo ha detto alla MISNA Godwin Nsofu, dell’organizzazione non governativa (ong) ‘Hodi’ (che in lingua locale significa ‘Toc Toc’ o ‘Posso entrare?’), dal 2000 la prima ong locale a collaborare con il governo e con l’Alto commissariato dell’Onu per i rifugiati (Acnur/Unhcr) per dare assistenza umanitaria ai circa 154.000 rifugiati in Zambia.

La maggior parte di essi sono angolani e tra questi circa 26.000 vivono in campi profughi, mentre 50.000 si sono insediati tra la popolazione. I congolesi – fuggiti dalla guerra del 1998-2003 - invece sono circa 60.000 e la maggior parte di loro vive negli accampamenti di Kala, nella provincia di Luapula, e di Mwange, nella provincia Settentrionale, entrambi vicino al confine con la Repubblica democratica del Congo per facilitare un eventuale rimpatrio. “Sarebbero 10.000 – precisa Nsofu – i congolesi ad essere rimpatriati inizialmente, se le elezioni dovessero andare bene”. È quello che si augurano i circa 20.000 ex-zairesi ospitati a Kala.

“È molto difficile per me e gli altri andare via immediatamente. Devo capire quale sarà la situazione dopo le elezioni” racconta il loro portavoce Majivino Urban. Il voto di fine luglio in ex-Zaire, il primo dopo oltre 40 anni, è considerato un punto di svolta decisivo del lungo processo di pace, per riportare un minimo di stabilità. Le perplessità sull’incertezza dell’esito elettorale sono condivise anche da altri congolesi: “Chi vincerà le elezioni, e quel che accadrà subito dopo, determinerà il nostro stato d’animo e la nostra volontà di tornare” dice Bernard Kapya, arrivato a Kala nel 2002 con sette figli.

Sono in ogni caso gli stessi funzionari dell’Acnur, che tengono costantemente informati i rifugiati sulla situazione in Congo, a escludere rimpatri prima del voto. Cautele ha espresso anche l’Alto commissario per i rifugiati ed ex-primo ministro del Portogallo, Antonio Guterres, parlando in occasione della Giornata mondiale del rifugiato nel campo di Matabila, in Tanzania, dove pure hanno trovato rifugio molti congolesi: “Qui – ha detto Guterres – nei campi in Tanzania e nella vicina Uganda, i rifugiati hanno riparo, cibo, acqua, cure mediche e scuole primarie. Tornati a casa, nella provincia dell’Equateur, il 90% non avrebbe accesso all’acqua potabile. Nel Sud Kivu, il 70% delle aree è accessibile solo camminando; l’80% delle scuole non esiste più e le infrastrutture sanitarie sono in uno stato rovinoso. Zone del Nord Katanga sono state abbandonate per anni”. Per questo, ha concluso Guterres, “il ritorno è probabile che diventi una lotta per la sopravvivenza molto più che la vita in esilio”.

Intanto anche nei campi profughi in Zambia si celebra l’odierna ricorrenza promossa dall’Onu: “Rappresentanti del governo, delle agenzie dell’Onu e delle ong locali visiteranno i campi” dice alla MISNA Nsofu, aggiungendo: “Si pranzerà insieme e vi saranno anche partite di calcio disputate dai rifugiati”.
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Old 21-06-2006, 11:35   #196
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SUDAN 21/6/2006 3.15
IL LUNGO DOPOGUERRA, SMOBILITATI ALTRI 200 EX-BAMBINI SOLDATO

Durante le scorse due settimane, 181 ex-bambini soldato – 174 bambini e sette bambine – sono stati smobilitati dagli ex-indipendentisti del Sud dell’Esercito di liberazione popolare del Sudan (Spla), che guida il governo regionale dei territori meridionali dopo l’accordo di pace che nel gennaio 2005 ha posto fine al conflitto ventennale tra gli ex-ribeli e le autorità centrali di Khartoum. Secondo gli organizzatori del programma di smobilitazione, altri 30 bambini potranno presto ricongiungersi alle loro famiglie. Il processo di rilascio e registrazione degli ultimi 211 minori è iniziato a febbraio e ha interessato bambini con un un’età compresa tra i 10 e i 18 anni, che hanno vissuto gli ultimi anni nelle caserme militari dello Spla. Dal 2001 a oggi, grazie all’intervento dell’Unicef, sono stati disarmati e ricondotti alle proprie famiglie circa 20.000 bambini prima assoldati dagli ex-indipendentisti dello Spla. Sono tuttavia 2.000 i minori tuttora tra le file degli ex-ribelli, perlopiù in ruoli non militari e in aree difficilmente raggiungibili. Altri 80 bambini nell’area di Kauda, sui Monti Nuba, sono già stati registrati e presto torneranno a casa.
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Old 21-06-2006, 11:35   #197
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SUDAN 21/6/2006 9.53
DARFUR, ALL’AJA COLLOQUI TRA RIBELLI SLM E GOVERNO

L’attuazione dell’accordo di pace per il Darfur siglato lo scorso 5 maggio e la ricostruzione della regione occidentale sudanese devastata da oltre tre anni di violenze e scontri: sono questi i temi al centro dei due giorni di colloqui tra i delegati del governo centrale di Khartoum e quelli della fazione del Movimento di liberazione del Sudan (Slm) guidata da Minni Arcua Minnawi iniziati oggi all’Aja, nei Paesi Bassi. È la prima volta che le due controparti s’incontrano da quando hanno sottoscritto ad Abuja, in Nigeria, l’accordo proposto dall’Unione africana (Ua), respinto invece da altri due gruppi armati del Darfur, la fazione dello Slm guidata da Abdel Wahed Mohamed al-Nur e il Movimento di giustizia e eguaglianza (Jem). Nel corso dei colloqui verrà anche istituito il gruppo di lavoro per la ricostruzione del Darfur, che sarà coordinato dai Paesi Bassi. Oltre alla delegazione governativa guidata dal vice-ministro delle Finanze Lhual Deng e a quella dei ribelli capeggiata da Abduljabbar Mohamoud Dosa, braccio destro di Minnawi, agli incontri parteciperanno rappresentanti dell’Onu, della Banca mondiale, dell’Unione Africana, della Commissione Europea, degli Stati Uniti e di Gran Bretagna e Norvegia.
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Old 21-06-2006, 11:37   #198
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CIAD 21/6/2006 12.17
CHIESTO INTERVENTO ONU CONTRO “AGGRESSIONE” SUDAN

Nuovi attacchi di milizie sudanesi in Ciad costituirebbero la “prova irrefutabile” della volontà di Khartoum di minacciare il paese vicino e di “destabilizzare l’intera regione”: lo ha scritto in una lettera al Consiglio di sicurezza dell’Onu l’ambasciatore di N’Djamena al palazzo di vetro, Mahamat Ali Adoum. Per questo le autorità del Ciad chiedono al massimo organismo dell’Onu di “prendere in considerazione questa situazione al fine di fermare la macabra avventura del Sudan”. Negli ultimi mesi il governo ha più volte richiamato alla comunità internazionale e all’Unione Africana la questione della “destabilizzazione” da parte del Sudan, senza però – scrive ancora l’ambasciatore – “ricevere adeguata risposta”. Incontrando la scorsa settimana a N’Djamena la delegazione del Consiglio di Sicurezza in visita in alcuni paesi africani, lo stesso presidente del Ciad Idriss Deby – sempre più indebolito da ribellione armata e opposizione politica – aveva annunciato l’intenzione di depositare un ricorso formale di denuncia contro le aggressioni sudanesi. In un incontro in Libia all’inizio di febbraio Deby e il presidente sudanese Omar el-Bashir si sono impegnati a normalizzare le relazioni diplomatiche e a prevenire la presenza di gruppi armati nei rispettivi territori. Le accuse reciproche sono però continuate; mentre nell’area di confine tra il Ciad e il Darfur, in Sudan, persistono attacchi contro i civili e grave instabilità.
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Old 21-06-2006, 18:04   #199
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RD CONGO – Dopo tre settimane si è concluso lo sciopero del settore dei trasporti che ha provocato gravi disagi soprattutto nel porto di Matadi, circa 360 chilometri dalla capitale Kinshasa, principale scalo marittimo dell’ex-Zaire; i lavoratori protestavano contro i vertici del sindacato di categoria, che è stato azzerato e rinnovato.
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Old 22-06-2006, 18:50   #200
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REP. DEM. CONGO – Quattordici casi di colera si sono verificati tra le forze governative di stanza a Goma, capitale della provincia orientale del Nord Kivu: lo si apprende dalla missione Onu nel paese (Monuc), secondo cui i soldati contagiati e le loro famiglie vivono in condizioni sanitarie raccapriccianti e privi di acqua potabile o medicine. A nord della città, nella regione di Rutshuru, sette soldati sono morti per il colera in passato, mentre ad agosto dell’anno scorso si verificarono 800 casi tra le forze governative di Goma, di cui 30 mortali.
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