Chi è Jen-Hsun 'Jensen' Huang, una vita a fare Nvidia

Chi è Jen-Hsun 'Jensen' Huang, una vita a fare Nvidia

Scopriamo chi è Jen-Hsun 'Jensen' Huang, il CEO di Nvidia, in un racconto non solo della sua vita ma anche legato ai quasi 30 anni di attività ai vertici di un'azienda che ha costruito il mercato dei videogiochi come lo conosciamo per concretizzare una visione che nei primi anni '90 pochi riuscivano a capire.

di pubblicato il nel canale Schede Video
NVIDIA
 

Nvidia è tra le aziende tecnologiche più importanti di questi ultimi anni: dai chip grafici è diventata protagonista della crescente "industria dei dati", facendo evolvere le sue GPU in elementi fondamentali per il mondo dei datacenter e dell'intelligenza artificiale. I suoi chip sono inoltre a bordo di molte automobili moderne, dove gestiscono non solo i cruscotti multimediali ma soprattutto le funzionalità di guida autonoma, più o meno avanzate. L'azienda continua a coltivare, con grande successo, anche il suo primo amore, ovvero quello dei chip grafici e dei videogiochi.

Al centro della crescita di Nvidia dalla sua fondazione a oggi c'è un uomo, Jen-Hsun Huang, detto anche "Jensen". Ed è di lui che parliamo in questo articolo, per conoscere un po' meglio questa figura così importante per l'evoluzione della tecnologia negli ultimi 30 anni e anche un po' per par condicio dopo esserci occupati di Lisa Su (AMD) e Pat Gelsinger (Intel).

Nato a Tainan, Taiwan, il 17 febbraio 1963, Huang si sposta in Thailandia con i suoi genitori. Preoccupati per la situazione politica del paese, i genitori lo mettono insieme al fratello su un volo per gli Stati Uniti, dove risiedono alcuni parenti. A 10 anni Huang si ritrova a Oneida, nel Kentucky, dove frequenta l'Oneida Baptist Institute: Huang fu il primo straniero in assoluto a frequentare la scuola e probabilmente anche il primo asiatico a camminare per le strade della piccola cittadina.

L'istituto non era esattamente una scuola tradizionale, ma una dedicata a bambini e ragazzini in difficoltà: infatti il compagno di stanza diciassettenne di Huang era appena uscito di prigione. Fu un periodo di difficile che lo vide, per due anni, vittima di bullismo. Dal Kentucky si sposta quindi in Oregon (dove ritrova la famiglia) e si laurea alla Aloha High School, poco fuori Portland. Tra le sue passioni da ragazzino c'era il ping pong, tanto che si dice fosse un vero e proprio e fenomeno (apparì persino su Sports Illustrated), ma poi al liceo scoprì "la magia dei computer".

Dopo aver conseguito nel 1984 la laurea in ingegneria elettrica alla Oregon State University (dove conosce Lori, sua moglie) e il master in ingegneria elettrica presso la Stanford University nel 1992, si trasferisce nella Silicon Valley, dove lavora prima nelle fila di AMD (Advanced Micro Devices) come ingegnere e poi per LSI Logic, come direttore della divisione CoreWare (che molti assoceranno al processore centrale della prima PlayStation di Sony).

Nvidia, com'è nata e perché

La fondazione di Nvidia risale al 1993: il primo giorno di lavoro di Huang in azienda coincise con il suo 30esimo compleanno. Un caso? Forse, ma il destino a volte ci mette lo zampino: vent'anni prima si era posto - non sappiamo però se ci credesse davvero - l'obiettivo di diventare CEO di un'azienda entro i 30 anni. Come si suole dire, "detto fatto".

Nvidia è stata creata da Haung insieme a Chris Malachowsky, ex ingegnere elettronico di Sun Microsystems, e Curtis Priem, senior staff engineer e progettista di chip grafici sempre in Sun Microsystems (GX e prima ancora il Professional Graphics Adapter di IBM). Malachowsky è ancora in azienda, mentre Priem ha lasciato Nvidia nel 2003, dopo aver ricoperto per 10 anni il ruolo di Chief Technical Officer (CTO, direttore tecnologico).

Seduti a un tavolo, e con 40.000 dollari per partire, il trio si ritrovò a parlare di lavoro. Malachowsky e Priem "non erano soddisfatti di lavorare alla Sun", ha dichiarato Huang in un'intervista "e ci chiedevamo se avviare una società nel campo della grafica sarebbe stata una buona idea. Abbiamo fatto un brainstorming e fantasticato su che tipo di azienda sarebbe stata e sul modo in cui avremmo potuto aiutare. È stato divertente".

Con poche decine di migliaia di dollari di capitale, cresciuti grazie a un investimento di 2,5 milioni di dollari da due delle più importanti società di venture capital della Silicon Valley, Sutter Hill e Sequoia, Nvidia iniziò a progettare il suo primo chip grafico.

L'azione dell'azienda statunitense nel mondo dei videogiochi, con la creazione di GPU dedicate, non va però vista come la semplice volontà di fornire hardware per esperienze d'intrattenimento: è il principio, seppur fondamentale, di una visione che già negli anni '90 era più ampia.

L'obiettivo di Nvidia era infatti quello di creare un'architettura che potesse accelerare il futuro dell'informatica e le architetture grafiche, in prospettiva, erano l'ideale per raggiungere l'obiettivo rispetto alle architetture più generiche, come le CPU. I videogiochi rappresentavano la sfida perfetta per sviluppare chip sempre più complessi e potenti, capaci poi di macinare calcoli anche più generali (non a caso oggi si parla di GPGPU, General Purpose Graphic Processing Unit), e un ambito in grande espansione con i cui proventi avrebbero sostenuto il compimento della visione.

La partenza difficile che ha plasmato Huang

Non tutti nel 1993 intuirono quello che Huang e i suoi colleghi avevano chiaro nella loro mente, ovvero che i videogiochi sarebbero diventati quell'enorme business che è oggi e una forza trainante dell'industria tecnologica. Huang e compagni presero molte porte in faccia, ma poi trovarono i fondi per partire. Già, la partenza. Fu tutt'altro che esaltante, tanto che l'azienda rischiò seriamente di diventare una meteora.

I primi anni di vita di Nvidia si legano a SEGA, allora colosso del mondo delle console. Tenete presente che negli anni '90 il mondo del 3D era agli albori, c'erano tante idee, molto fermento e si andava un po' in ordine sparso. Le due aziende condividevano la tecnologia quadratic texture mapping (SEGA la usò nel Saturn) e per un certo periodo questo binomio sembrava davvero poter essere la grande opportunità di Nvidia. L'azienda nipponica decise di portare alcuni titoli su PC proprio sfruttando la compatibilità con il primo chip di Nvidia denominato NV1. Esistevano prodotti, come la Diamond Edge 3D, con porte dedicate ai controller del Saturn.

Purtroppo, nessuno aveva fatto i conti con Microsoft. Con un mercato pieno di standard proprietari concorrenti, Microsoft dovette scegliere cosa supportare con Windows, non poteva infatti garantire la compatibilità con tutto e farlo al meglio. Di conseguenza, Microsoft introdusse l'API DirectX, annunciando che non avrebbe supportato altri standard con Windows 95. Purtroppo per Nvidia, la casa di Redmond optò per il triangle texture mapping, SEGA decise così di non affidarsi a Nvidia per la Dreamcast - optando per una soluzione PowerVR - e Nvidia rimase sostanzialmente con con centinaia di migliaia di chip invenduti.

Di fronte a un simile disastro, molti imprenditori avrebbero alzato bandiera bianca e lavorato per assicurare un futuro ai propri dipendenti, vendendolo l'azienda o aiutandoli a ricollocarsi. Huang, invece, cercò il riscatto: fu costretto a licenziare 70 persone su 110, compreso tutto il personale dedicato alle vendite e tornò alla carica con i venture capital per ricevere ulteriori finanziamenti. Sutter Hill rispose presente.

Huang decise quindi di adeguarsi allo standard di settore, malgrado all'interno del team di ingegneri non tutti compresero inizialmente il cambio di strategia. Fu avviato così un processo di "evangelizzazione" interna che portò, in soli 18 mesi, a mettere a punto l'NV3: si trattava non solo di un chip grafico conforme agli standard ma era anche velocissimo (gestiva 2D e 3D, cosa che non tutte le schede dell'epoca facevano). Gli ordini iniziarono a fioccare alla fine la Riva 128 raggiunse il traguardo di un milione di unità vendute nei primi quattro mesi.

Tutto risolto? Troppo facile. Nvidia aveva 2 - 3 milioni di dollari in banca, e aveva impegnato 28 milioni di dollari nella produzione delle schede basate su NV3. L'azienda doveva spedire le GPU ai clienti nei tempi concordati, oppure si sarebbe trovata senza risorse. Purtroppo, si verificò un problema di produzione: le rese della GPU erano ben lontane dall'ideale e il tasso di malfunzionamenti troppi elevati.

Huang sapeva che non poteva inviare i prodotti ai clienti a scatola chiusa, così prese una decisione all'apparenza folle: Nvidia avrebbe testato manualmente, una ad una, ogni scheda video prima di spedirla ai clienti. Un'impresa titanica: ogni scheda doveva essere inserita in un PC, testata, rimossa e spedita. In tutto servivano cinque minuti. Furono necessarie migliaia di ore di forza lavoro. Fu un compito arduo, ma non c'era via d'uscita per salvare l'azienda.

"Abbiamo imparato molte cose su noi stessi, eravamo disposti a fare qualsiasi cosa per assicurarci di avere successo", ha commentato Huang in merito all'episodio, che ancora oggi leggenda nei corridoi di Nvidia. "Molte aziende pensano di avere un vantaggio tecnologico, ma un'azienda che si sostiene deve avere qualcos'altro, le persone. Deve esserci una cultura", ha spiegato sottolineando che Nvidia non sarebbe sopravvissuta se non avesse creato una cultura in cui l'onestà intellettuale era al centro, con persone che erano disposte a identificare e correggere gli errori ben prima che diventassero fatali.

Quando visione fa rima (anche) con acquisizione

Anche se avremmo voluto concentrarci solo su Jensen Huang, non si può scinderlo da Nvidia e dai passaggi significativi che l'azienda ha attraversato e che ci hanno portato ai giorni nostri. Abbiamo visto come i primi anni dalla fondazione siano stati duri e costruttivi per il CEO e la cultura aziendale, ma ci sono alcuni passaggi che, a nostro giudizio, hanno permesso a Nvidia di mettersi sul cammino giusto per concretizzare la sua visione.

Partiamo da alcune acquisizioni. Nvidia non è di quelle realtà che ha messo in fila decine di grandi acquisizioni nel corso della sua storia, ma lo shopping non è certo mancato, perché se vuoi espanderti e non puoi farlo da sola, allora la soluzione è una: apri il portafogli e ti porta a casa il know-how che ti serve. L'acquisizione di 3DFX (che i non più giovani ricorderanno per le schede video Voodoo) è importante sotto molti aspetti.


Voodoo 5 6000 con quattro GPU

Non solo Nvidia si portò a casa diversi brevetti e tecnologie, come lo SLI, ma l'operazione scoccata il 15 dicembre 2000 sancì la fine di quello che per diverso tempo fu il vero punto di riferimento della grafica e l'avversario diretto di Nvidia. L'azienda guidata da Huang era diventata definitivamente grande, pronta a prendere la posizione di leadership vacante. Certo, il tracollo di 3DFX durava da qualche tempo, ma l'acquisizione ebbe un forte significato simbolico e permise a Nvidia di rafforzarsi nella lotta con l'allora ATi Technologies, Matrox e altre realtà ormai dimenticate.

Un'altra acquisizione che ricordiamo è quella di AGEIA Technologies. In questo caso parliamo di quella che oggi definiremmo startup, ma è interessante parlarne perché AGEIA si propose al mercato con l'obiettivo di accelerare, mediante una PPU (Physics Processing Unit), i calcoli relativi alla fisica nei videogiochi.

L'azienda commercializzò nel 2006 anche una scheda dedicata, denominata PhysX. Vi dice niente? Già. Beh, l'avventura di AGEIA fu breve e poco intensa a dire la verità, con Nvidia che l'acquisì nel 2008. La tecnologia PhysX fu assorbita dalle GPU Nvidia e trasposta in un SDK. Oggi non è necessaria una PPU in affiancamento alla GPU, e questo perché le GPU, proprio in quel periodo (gli anni del "Ci gira Crysis?"), diventarono GPGPU.

Il passaggio da GPU a GPGPU possiamo ricondurlo - almeno per Nvidia - tra il 2007 e il 2008. Fu in quel momento che Nvidia introdusse l'architettura Tesla, con le GeForce serie 8 (o 8000 se preferite) e poi con delle schede dedicate all'accelerazione di calcoli generici nei datacenter che presero proprio il nome di Tesla - questo almeno fino allo scorso anno.


Nvidia GeForce 8800 GTX

Addio alla pipeline a funzione fissa, spazio agli shader unificati e programmabili capaci di fare molto di più. È in questo momento che nacque il concetto di CUDA core - ovviamente con SDK e tutto il resto a corredo. Per Huang si trattò di passare dalla progettazione di un "semplice" chip per la grafica, sempre migliorabile ma confinato a un solo settore, a creare un mezzo che diventasse "un media per l'espressione artistica", qualcosa di molto più ampio e vasto - e oggi ne stiamo toccando concretamente con mano la visione.

Per Nvidia si trattò di un cambiamento epocale, perché si trattava di reinventare l'azienda e la sua cultura: sono passaggi critici, che se non vengono eseguiti a dovere, posso persino uccidere un'azienda secondo Huang. Il contrappasso però è morire per mano di altri: reinventarsi, secondo Huang, è necessario perché altrimenti nel mondo della tecnologia si muore lentamente, o meglio, si muore alla velocità della Legge di Moore, ossia molto rapidamente temporalmente parlando.

A volte devi essere pronto cannibalizzare il tuo stesso business e proporre qualcosa di nuovo per non farti sopravanzare dalla concorrenza. In alcuni discorsi pubblici, Huang ha parlato ad esempio delle difficoltà nell'imporre il linguaggio CG (C for graphics), inizialmente compreso da pochi ma poi diventato fondamentale: il CEO ritiene che senza quel passaggio oggi Nvidia forse non sarebbe qui.

Altre acquisizioni di peso sono quella di Mellanox e forse (e per ora non possiamo che rimanere attendisti), quella di ARM. Nel caso di Mellanox, Nvidia ha messo sul piatto 6,9 miliardi di dollari. Mellanox è chiaramente l'acquisizione che segna una volta e per tutte l'attenzione di Nvidia al mondo dei datacenter: non solo acceleratori, ma anche interconnessioni ad alta velocità. Un tassello fondamentale per ampliare ulteriormente il raggio d'azione delle GPGPU di Nvidia nel mondo server, cosa che oggi combacia con la visione originale di "accelerare il futuro dell'informatica".

Nella stessa direzione va l'acquisizione della britannica ARM. Nvidia ha messo sul piatto 40 miliardi di dollari per l'azienda che progetta architetture per il mondo smartphone, per quello server e per molti altri ambiti. ARM è un colosso di un'importanza assoluta nel mondo della tecnologia e per questo l'acquisizione non è scontata, anche per via del modello di business dell'azienda che concede le proprie architetture su licenza per l'uso "così com'è" o personalizzato ad aziende come Apple, Samsung, Microsoft, Google e molte altre. L'operazione è al vaglio delle autorità e dopo l'annuncio di Nvidia della volontà di creare una CPU per datacenter chiamata Grace, il caso si fa ancora più intricato e complesso.

Un passo falso e un po' di fortuna (o visione)

Nella storia di Nvidia non tutto è andato bene. Inizio a parte, il "fail" più grande è senza dubbio l'avventura nel mondo mobile. Un passo falso che tuttavia, fortuna (o astuzia direbbe qualcuno) vuole, Nvidia è riuscita a trasformare in un'opportunità. I chip Tegra basati su architettura ARM che l'azienda propone oggi nel mondo dell'automotive per i cruscotti digitali e le piattaforme per la guida semi e totalmente autonoma, un tempo volevano conquistare il settore smartphone.

Fu un flop, dovuto principalmente a una questione di rapporto tra prezzo e prestazioni: i chip Tegra erano sì potenti, ma anche costosi e per questo non trovarono molto mercato. A questo si deve aggiungere il ritardo con cui l'azienda propose un SoC con modem integrato.

Huang reagì al fallimento nel mondo mobile in modo molto "americano", commentando all'epoca l'insuccesso di Tegra 4i: "Se vuoi essere un'azienda innovativa, devi fallire. È un processore fantastico, ma da prospettiva di strategia aziendale, non è stato un successo. Ho imparato molto da questo. Sono contento di averlo fatto e ora andiamo avanti". È anche, anzi è soprattutto compiendo errori che si cresce: non diventi il 151esimo uomo più ricco al mondo con 13,4 miliardi di patrimonio se non hai la forza di reagire e fare tesoro dei passi falsi.

Il Jensen Huang "privato"

Abbiamo scritto che il CEO di Nvidia ha raggiunto gli Stati Uniti all'età di 10 anni con il fratello, vivendo con dei parenti durante il percorso di studi. A tal proposito, Huang ha dichiarato di essere "il prodotto dei sogni e delle aspirazioni dei miei genitori".

Alla fine degli anni '60, l'allora 30enne padre di Huang visitò per la prima volta gli Stati Uniti, sbarcando a New York per un programma di formazione dei lavoratori (si occupava di condizionatori d'aria). Al suo ritorno a Taiwan promise di mandare Jensen e suo fratello maggiore in America.

"Negli anni successivi mia madre ci ha insegnato l'inglese per prepararci", ha detto il capo di Nvidia. "A quel tempo, mia madre non capiva affatto l'inglese". Questo però non la fermò. "Ogni giorno prendeva 10 parole a caso dal dizionario e ci chiedeva di scriverle e di dirle il significato. Non aveva idea se l'avessimo detto bene o no. Tuttavia, il sogno di mio padre e le aspirazioni di mia madre per il nostro successo sono ciò che alla fine ci ha portato qui. Devo loro molto", ha aggiunto Huang.

Oltre alla moglie Lori, il boss di Nvidia ha due figli chiamati Spencer e Madison, nati a un anno di distanza l'uno dall'altra. Lavorava a tempo pieno quando stava conseguendo il master di ingegneria elettrica a Stanford.

"Lavoravo in AMD e LSI Logic. Io e Lori eravamo sposati, poi è arrivato Spencer e un anno dopo, Madison. Quando sono arrivati ​​i bambini, il numero di lezioni che potevo frequentare si è ridotto ulteriormente, ma non ho mai rinunciato perché mi piaceva molto andare a scuola. Penso che questo sia un buon esempio della mia personalità. Posso essere impaziente per certe cose, ma infinitamente paziente per altre".

"Mi ci sono voluti otto anni per terminare il mio master a Stanford. Deve essere un record. Ricordo che ero preoccupato perché stavo arrivando alla scadenza, del fatto che la matematica che avevo imparato sarebbe stata obsoleta e che mi avrebbero buttato fuori e avrei dovuto ricominciare da capo".

Nel corso della sua vita Huang ha versato denaro in numerose opere filantropiche, ma spiccano le decine milioni di dollari date alla Stanford University per creare il Jen-Hsun Huang School of Engineering Center. Il CEO di Nvidia ha inoltre ottenuto inoltre numerose onorificenze nel corso degli anni e gli sono state riconosciute lauree honoris causa.

Tatuaggi, giacche di pelle e cucine…

Ci sono diverse curiosità che riguardano Nvidia e Jen-Hsun Huang, ve ne riportiamo alcune:

  • Nvidia, com'è nato il nome? Siccome i cofondatori vergavano i documenti con la sigla NV, contrazione di "next version", quando dovettero dare una forma giuridica alla loro creatura si trovarono costretti a decidere un nome e iniziarono a pensare a tutte le parole con le lettere NV, arrivando a "invidia", la parola latina per "envy".
  • Jensen Huang è parente del CEO di AMD Lisa Su? In Rete ci sono fonti che parlano di legame alla lontana tra i due, altre smentiscono la notizia. Fondamentalmente non si sa per certo, abbiamo anche provato a chiedere a Nvidia, senza successo: detto fra noi, ci sembra una frottola.
  • Huang ha Nvidia nella mente e… sulla pelle. Huang si è tatuato il logo di Nvidia su un braccio. L'ha fatto per celebrare il superamento dei 100 dollari da parte del titolo e in più occasioni ha mostrato il tatuaggio.
  • Dal dolcevita di Steve Jobs alla giacca di pelle. Huang appare molto spesso agli eventi con una giacca di pelle, ormai un simbolo della sua persona. C'è persino chi ci ha fatto un business e la vende a 150 sterline…
  • Presentazioni in cucina. La pandemia ha imposto nuovi usi e costumi e Huang, a cui certamente non manca lo spirito, ha deciso di presentare i nuovi prodotti di Nvidia dalla sua cucina, estraendoli dal forno, come se fossero stati appena cucinati.

Huang, una visione che si reinventa giorno dopo giorno

Quando si approfondisce il cammino di un imprenditore e visionario come Jensen Huang, Lisa Su o Pat Gelsinger non si può che rimanerne affascinati per il percorso che hanno fatto, la visione (o la prospettiva come ama definirla Huang) e la caparbietà dimostrata in molti frangenti di portare avanti le proprie idee. Caparbietà che però non va confusa con testardaggine.

A 58 anni, e ormai con i capelli bianchi, Huang catalizza ancora l'attenzione quando parla di hardware e di tecnologia, si percepisce che è ancora appassionato e soprattutto ha ben chiaro il futuro - d'altronde non metti sul piatto 40 miliardi di dollari per ARM per un cruccio, hai sicuramente una prospettiva di lungo periodo.

Certo, se analizziamo ogni singola mossa delle aziende guidate da questi imprenditori forse non ci piaceranno tutte, ma fanno parte di un quadro complessivo che ha restituito al mondo un progresso tecnologico esponenziale, e che negli ultimi anni sta persino accelerando: siamo solo all'inizio di un percorso che probabilmente non avrà mai fine, perché le visioni non rimangono mai uguali a sé stesse, evolvono di continuo e Huang sembra che si sia già spinto oltre. Non vediamo l'ora di vedere cosa ci riserverà per il futuro, anche se siamo ben consci che prima o poi dovrà cedere il testimone: speriamo più poi che prima. Di certo non sarà facile per il suo successore raccoglierne l'eredità.

38 Commenti
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ninja75018 Giugno 2021, 16:55 #1
il vate fornaio
Maury18 Giugno 2021, 16:55 #2
Bell'articolo

Jen è un vero mito, non si può certo dire che non se l'è sudata.

La mia prima nVidia è stata un TnT, che ricordi
dado197918 Giugno 2021, 17:21 #3
Mai sopportato il suo modo di fare business o più in generale il modo di vedere l'evoluzione tecnologica di Nvidia (ma anche Apple).
jepessen18 Giugno 2021, 17:29 #4
Ecco una persona a cui mi piacerebbe veramente tanto stringere la mano...
386DX4018 Giugno 2021, 19:21 #5
[doppio post]
386DX4018 Giugno 2021, 19:22 #6
Piacevole lettura. Meriterebbe anche ricordare tanti passi ulteriori dopo l' ottimo (a suo modo..) Riva128 che certamente sono entrati nella storia dell' azienda tra cui appunto la sequenza schiacciante dal Geforce fino all' imbattibile Geforce2 Ultra e il Geforce 3.
3dfx non riuscii per storici motivi a reggere gli anni 2000. Ci sono stati comunque anche momenti complicati e la linea NV30 e' forse una parentesi da ricordare ma dimenticabile appena uscito l' NV40.
Tanti ricordi, tra la seconda metà degli anni 90 e la prima metà degli anni 2000 ci sono state le migliori competizioni imho memorabili in questo ambito. La prima metà degli anni 90 invece era dedicata al 2D ma non meno memorabile comunque. Ai tempi dell' NV1 era molto interessante la variegata offerta delle diverse aziende nel nascente settore accelerazione 3D che prima era per lo piu' dedicato al CAD.
Legolas8418 Giugno 2021, 19:24 #7
Come tutti i grandi può piacere o non piacere... ma rimane un grandissimo imprenditore che ha fondato e dirige una grandissima azienda.
nickname8818 Giugno 2021, 19:47 #8
Effettivamente Nvidia e questo individuo si può dire siano una cosa sola, molto più che un CEO.
esp1lon18 Giugno 2021, 20:19 #9
Una storia del genere in Italia non si sarebbe mai potuta avverare. A stento gli stranieri riescono a metterci piede in Italia.
demonsmaycry8418 Giugno 2021, 20:48 #10
bhè in italia difficilmente ti danno cosi tanti milioni di euro con un "idea" senza impegnare un rene....poi che dire io rimasi titubante fino alla prima geforce poi è nato un amore mai interrotto ....si è un pò incrinato per la schifezza di questo ultimo periodo non riescono a fare un sistema antiscalper non riescono a consegnare le schede alle persone è una vergogna...ancora escono con dei prezzi da sogno cioè dopo un anno non si sono ancora resi conto della situazione? io non ho visto da nessuna parte una riforma di nvidia per quanto riguarda la vendita delle schede se ne fottono visti i soldi che fanno ma questo non mi fa piacere

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