Wireless power, catoms, sensori neuronali e robot nel futuro di Intel

Wireless power, catoms, sensori neuronali e robot nel futuro di Intel

Intel parla di Wireless Power, catoms, robot, processi produttivi e interfacce neuronali che nel futuro entreranno a far parte della nostra quotidianità. Non solo: entro 40 anni la capacità elaborativa delle macchine eguaglierà quella dell'uomo. Siamo alla vigilia di una rivoluzione che può sfuggirci di mano?

di , pubblicato il nel canale Sistemi
Intel
 

Un futuro Wireless

Il futuro è senza fili. La migrazione verso connessioni che non prevedano l'utilizzo di cavi è già in atto, sebbene vi siano davanti ancora molti anni per poter destinare il rame a tutt'altre mansioni. Per parlare di wireless, e di possibili evoluzioni nel campo, Rattner ha presentato alla platea  Dr. Jan Rabaey della University of California di Berkley. Mr. Rabaey è partito da una semplice considerazione: entro dieci anni ogni persona sarà in qualche modo in contatto con circa 1000 apparecchi radio.

Il pensiero va subito al telefono cellulare o al PC, ma se si contano anche gli apparecchi medici personali che vedremo in futuro, l'enorme diffusione della tecnologia RFID, nonché i progressi della domotica e della tecnologia applicata al mondo dell'automobile, tale numero inizia a sembrare un po' meno esagerato. Ebbene, oggi come oggi il telefono cellulare, per esempio, perderebbe la sua funzionalità se dovesse verificarsi un guasto al BTS. Una platea come l'IDF, dove sono presenti migliaia di persone e altrettanti cellulari, vivrebbe l'assurda situazione di avere in tasca un trasmettitore radio del tutto inservibile.

Perché non pensare dunque ad un ambiente in cui ogni apparecchio funga anche da ponte radio da e verso altri apparecchi? Viene introdotto quindi il concetto di Connectivity Brokerage, che potremmo rendere con connettività mediata. Per avere una "collaborazione" reale fra apparecchi ed infrastruttura veramente funzionante, servono due passi in avanti. Il primo viene indicato nella cognitive radio, il secondo nella collaboration radio.

Il primo consiste nel realizzare un sensore in grado di "sniffare" l'etere, per capire quali delle reti siano davvero disponibili e quali abbiano disponibilità di banda. Un sensore del genere, integrato in ogni apparecchio, permetterebbe così di spostarsi fra le varie reti in cerca della migliore soluzione. Si può solo immaginare, in ottica di alimentazione wireless, quali siano le reali potenzialità di un sensore del genere.

Il secondo passo indicato dal Dr. Jan Rabaey è la cosiddetta collaboration menzionata in precedenza. Tutti gli apparecchi potrebbero formare una rete sfruttando differenti infrastrutture presenti, a tutto vantaggio dell'utilizzo della banda che verrebbe ottimizzata, e di molto, rispetto alla situazione attuale dove spesso alcune reti risultano sovraccariche, altre inutilizzate. Fantascienza? Non proprio visto che aziende del calibro di Nokia e Qualcomm sono già al lavoro. Tempi? Qualche anno.

 
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