Viaggio al centro di calcolo del CERN, fra Intel e particelle

Viaggio al centro di calcolo del CERN, fra Intel e particelle

Inaugurato proprio nella giornata di ieri, il Large Hadron Collider (LHC) del CERN di Ginevra costituisce una sfida sotto molti punti di vista. Uno di questi il calcolo di ingenti quantitativi di dati. Così, oltre ad assistere all'assegnazione di un LHC Computing Award ad Intel, abbiamo approfittato per realizzare un report di quanto osservato al Computer Center.

di pubblicato il nel canale Processori
Intel
 

Superconduzione e follie varie

La voce di costo più importante è costituita dai magneti superconduttori, presenti in numero superiore a 1600. Il motivo è presto detto: oltre alla realizzazione ad hoc senza precedenti, questi componenti sono studiati per operare ad una temperatura di circa 1,9 Kelvin, ovvero -271,25 °C. Temperatura, questa, raggiunta per gradi. Fino ad 80 Kelvin si utilizza LN2, azoto liquido, per poi passare all'elio superfluido in pressione per scendere alla temperatura prevista.

Sono rimasto assolutamente stupito dalla quantità di problematiche che i produttori che si alternavano sul palco hanno dovuto affrontare nella realizzazione delle parti di loro competenza. Le temperature estreme, così come le dimensioni e i numeri in gioco in termini energetici, hanno messo tutti in crisi. Nessun precedente lavoro infatti poteva essere anche solo lontanamente comparabile a quanto richiesto dall'LHC. Tutta la struttura è di fatto un enorme prototipo.

Sfilano davanti ai miei occhi immagini di magneti singoli da 4700 tonnellate (il peso di 3600 automobili di classe media), camion costruiti appositamente per trasportarli, e capisco come sia stato difficile armonizzare tutto il lavoro. Ed ecco ad un'altra cosa a cui non avevo pensato: anche il singolo cavo, a 1,9 Kelvin, raggiunge il 90% della sua massima contrazione, così come molti altri materiali. Circa 3 millimetri ogni metro di lunghezza, un'enormità se moltiplicata per 27.000 metri. Superare una certa temperatura in certe aree significa rompere tutto con la semplice dilatazione termica!

E' tutto un turbinio di problemi apparentemente irrisolvibili che si susseguono davanti a me sotto forma di dati e immagini, e posso capire l'orgoglio di chi ha saputo vincere sfide così importanti. Fra queste la nostra ASG Supercoductors, nuova denominazione della Ansaldo Super Conduttori (ancora una volta un passaggio all'inglese per dare prestigio?), facente parte del gruppo Malacalza, ex-Ansaldo. Sono "nostri" buona parte dei magneti utilizzati al CERN. Non solo, anche l'italiana E4 Computer Engineering S.p.A ha fornito circa 1500 server con tecnologia SuperMicro. Che dire, ogni tanto c'è da essere orgogliosi di essere italiani. Non abbiamo solo problemi.

 
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