Intel si ristruttura partendo dai dipendenti: -11% entro metà 2017
L'azienda americana comunica un nuovo piano di riorganizzazione per andare oltre il tradizionale business legato al mondo dei PC: la prima azione concreta è una riduzione di 12.000 unità nel numero di dipendenti a livello globale
di Paolo Corsini pubblicata il 20 Aprile 2016, alle 07:11 nel canale PortatiliIntel
Ne avevamo parlato nella giornata di ieri, anticipando alcune indiscrezioni: la notizia è stata confermata in concomitanza con la pubblicazione dei risultati finanziari trimestrali dell'azienda. Intel ha annunciato una operazione di ristrutturazione interna, mirante alla sua trasformazione da una tradizionale azienda impegnata nel settore dei PC a una che sia impegnata nel fornire una soluzione di calcolo per i miliardi di dispositivi connessi e smart, oltre che per i sistemi impiegati nel mondo cloud.
Una delle prime azioni di questa nuova iniziativa è un intervento sui costi del personale, con un piano programmato di riduzione nel numero di dipendenti di circa 12.000 persone a livello globale da attuare entro la metà del 2017, pari a circa l'11% del totale dei dipendenti. Il piano prevede che entro i prossimi 60 giorni ai dipendenti che saranno toccati da questo intervento verranno fornite comunicazioni precise. L'operazione verrà condotta attraverso operazioni di uscita dall'azienda di tipo volontario o meno, oltre a riorganizzazioni dei programmi interni.
Nei piani di Intel questa operazione permetterà di ottenere un risparmio di spesa di circa 750 milioni di dollari USA nel corso del 2016, e in futuro di circa 1,4 miliardi di dollari per ogni anno. Nel corso del secondo trimestre 2016 Intel registrerà una voce di costo di circa 1,2 miliardi di dollari legata proprio agli interventi di riduzione del personale.
Nelle dichiarazioni dell'azienda gli interventi sul numero di dipendenti occupati andranno di pari passo con un aumento degli investimenti in prodotti e tecnologie in grado di incidere positivamente sul fatturato futuro, incrementando la profittabilità dei settori mobile e PC. Intel indica la volontà di incrementare il volume degli investimenti in data center, IoT, memoria e prodotti di connettività senza trascurare settori del mondo client che sono in crescita quali 2-in-1, mondo gaming e le soluzioni di home gateway.
La trasformazione di Intel, e il suo voler essere sempre meno dipendente dal tradizionale mercato dei PC quale business storico, passa quindi attraverso un iniziale intervento di riduzione nel numero dei dipendenti: una strategia già messa in atto in passato molte volte da un po' tutte le aziende IT alle prese con una operazione di riorganizzazione interna. La volontà di continuare a investire è in ogni caso ben delineata e lascia spazio per una crescita futura, che riteniamo non potrà prescindere da una ripresa nel numero dei dipendenti su base globale.
22 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoLa chiosa finale in chiusura d'articolo - "La volontà di continuare a investire è in ogni caso ben delineata e lascia spazio per una crescita futura, che riteniamo non potrà prescindere da una ripresa nel numero dei dipendenti su base globale." ha più il sapore della propaganda che altro.
Pare che per risanare una azienda si possa rinunciare a tutto, tranne ai compensi ai dirigenti e imprenditori. Questo, in un certo senso, muove parte del rischio di impresa dagli imprenditori ai dipendenti. Per equitá, bisognerebbe allora anche spostare i guadagni.
La chiosa finale in chiusura d'articolo - "La volontà di continuare a investire è in ogni caso ben delineata e lascia spazio per una crescita futura, che riteniamo non potrà prescindere da una ripresa nel numero dei dipendenti su base globale." ha più il sapore della propaganda che altro.
Come giusto che sia in un mercato SANO.
L'azienda va bene e si espande, ovvio che devo assumere; l'azienda non va più così bene e ha bisogno di una restrutturata, ovvio che licenzio quanti non mi servono più (da noi, sei costretto a tenerti tutti e a FALLIRE come azienda!!!).
È solo in Italia che i licenziamenti di massa sono visti come una tragedia, non solo per via della "tradizione" popolare, ma perchè il tessuto sociale lavorativo fa pena. Quindi se perdi il lavoro da noi c'è veramente da disperarsi, nel resto del mondo è la normalità e un'opportunita nuova (ovvio non credo che si salti gioia comunque, ma nemmeno è una tragedia).
Pare che per risanare una azienda si possa rinunciare a tutto, tranne ai compensi ai dirigenti e imprenditori. Questo, in un certo senso, muove parte del rischio di impresa dagli imprenditori ai dipendenti. Per equitá, bisognerebbe allora anche spostare i guadagni.
Nella maggior parte delle restrutturazioni, vengono tagliati via i manager e le figure doppie e triple che un'aziende del genere si porta dietro dopo un'espansione. Solitamente l'impiegato, il ricercatore, l'operaio sono le figure che si cercano di mantenere.
Talmente sano che a quasi 9 anni dal crack lehman brothers ancora non trova la strada per uscire dalla crisi.
Peccato che Intel licenzi col fatturato in crescita...
Solite solfe sull'Italia a parte, i licenziamenti di massa non sono ben visti da nessuna parte perché nel 90% dei casi il "salvifico mercato" non riassorbe per intero la quota di lavoro espulsa dai processi produttivi (in caso contrario la disoccupazione non sarebbe il problema endemico che invece è in tutti i paesi a capitalismo avanzato) e quel che riassorbe lo fa quasi sempre a condizioni salariali per il lavoratore peggiori, perché rispetto alla domanda, l'offerta di lavoro è in eccesso.
Quindi no, il licenziamento è una iattura altro che opportunità nuova.
se tutte le aziende licenziano ci saranno sempre meno persone disposte a spendere soldi per comprare le loro cazzate tecnologiche e sarà sempre peggio!
A parte il mercato degli appassionati e il mercato business non c'è altro. Tutti gli altri si sono da tempo trasferiti negli smartphone. Siamo rimasti in pochi per cui Intel abbandona la nave.
Lo dico da fan del PC, utente Linux e non non estimatore degli smartphone. Quindi sono triste ma la realtà va guardata e mi da fastidio chi mette la testa sotto la sabbia.
Peccato che Intel licenzi col fatturato in crescita...
Un'azienda deve innovarsi di continuo, se si aspetta la crisi per cambiare è già troppo tardi. So che non ti piace (e nemmeno a me) tirare in ballo sempre il nostro paese, ma sai quante aziende ho visto morire perchè immutabili nel tempo, da padre a figlio (sciagurato), e campare con la cassaintegrazione per poi fallire miseramente (con operai che lavoravano a gratis una volta finita la disoccupazione)? Non è mai bello il licenziamento ci mancherebbe, ma un'azienda deve avere il sacrosanto diritto di ritrutturarsi come crede per far fronte al sempre più mutevole mercato.
A parte il mercato degli appassionati e il mercato business non c'è altro. Tutti gli altri si sono da tempo trasferiti negli smartphone.
Cioè scusa, ma prima cosa c'era oltre gli appassionati e il buisness? Forse sono diminuiti gli appassionati, eppure io vedo un gran pullulare di gente su internet che si creano mai sognate attività in ambito pc, un incremento di software, soprattutto nei giochi, che poi su uno smartphone sono improponibili. E poi non puoi paragonare uno smartphone ad un pc sia per tipologia di software fruibile che per quantità di software disponibile, le app degli smartphone -so programmare in android, so quel che dico- sono ridicole, sia per quanto riguarda i giochi sia per quel che concerne il lavoro, il massimo è costituito da app social, tipo twitter facebook etc e qualcos'altro di non molta importanza, ma uno smartphone è, e rimarrà, poco più di un cellulare, salvo qualche altra futuribile novità ancora non meglio specificata.
Che il mercato dei pc sia in lieve calo potrebbe anche darsi, così come lo è in lieve calo qualunque altra attività al giorno d'oggi.
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