Apple, Intel e telefonia mobile: qual è la strada del futuro?
Due interpretazioni di due autori diversi sembrano intrecciarsi e sposarsi perfettamente. Ve ne proponiamo un sunto, che dimostra come spesso alcune scelte nascondano motivazioni ben precise che vanno oltre la semplice evidenza dei fatti
di Andrea Bai pubblicata il 12 Luglio 2005, alle 14:14 nel canale AppleAppleIntel
Da quando, qualche mese fa, Apple Computer ha dichiarato che le macchine dei prossimi anni saranno equipaggiate con Intel, si rincorrono sulla rete numerose elucubrazioni sui veri motivi del passaggio verso le nuove CPU ed altrettante numerose speculazioni riguardo al futuro della compagnia di Cupertino.
Nella giornata di ieri sono apparse sulla rete due interessanti interpretazioni sulla casa della Mela, una ad opera di Jon Stokes per Arstechnica e un'altra pubblicata su Macity. La prima, intitolata "Inside the big switch: the iPod and the future of Apple Computer", si propone di mettere in luce i veri aspetti della transizione ai processori Intel, adducendo motivazioni tratte da fonti che l'autore indica come particolarmente attendibili. La seconda, "Apple la rete cellulare se la fa da sè?" è uno scenario, nemmeno poi così inverosimile, in cui la compagnia di Steve Jobs potrebbe decidere di diventare nel futuro prossimo una compagnia di telefonia mobile. Come vedremo si tratta di due interpretazioni destinate ad intrecciarsi.
Ma andiamo con ordine. Jon Stokes nel proprio articolo, cerca di esporre, almeno secondo il suo punto di vista, le reali motivazioni per le quali Apple ha deciso di adottare processori Intel per le macchine future. Stokes vuole puntualizzare il fatto che oltre a motivazioni "tecnologiche", come l'assenza di processori a 3GHz o quella di processori G5 per PowerBook (quest'ultima, per altro, smentita pochi giorni fa proprio da IBM con il lancio di nuove CPU), conterebbero molto di più alcuni problemi di rapporti tra le due compagnie. Secondo le informazioni in possesso dell'autore dell'articolo, Apple sarebbe stata per IBM (e a suo tempo per Motorola) un cliente piuttosto difficile e IBM, di contro, un fornitore un po' troppo conservativo.
A questa situazione andrebbe aggiunto un aspetto da non sottovalutare, ovvero la possibilità di Intel di poter fornire chip per applicazioni embedded, ovvero i processori appartenenti alla linea Xscale. Viene facile intuire che questi processori risulterebbero ideali per essere implementati nelle prossime versioni di iPod, magari proprio in un eventuale lettore con funzionalità video che cerchi di contrastare in qualche modo la console Playstation Portable in uscita, in Europa, a Settembre.
Perché Xscale giocherebbe un ruolo così importante? Perché in questo modo l'intera produzione di Apple sarebbe basata su chip Intel. Esattamente ciò che avviene con un altro colosso del settore, Dell Computer che, proprio per questo motivo, ottiene sconti particolarmente convenienti da Intel.
Stokes va oltre, affermando che per Apple, ma del resto come per tutto il settore informatico la cui attenzione si sta spostando più sugli "accessori" che sui PC stessi, il core-business attuale sia rappresentato maggiormente dall'universo iPod-iTunes (e magari in futuro anche da un eventuale video store) e che questo universo sarà la forza trainante del futuro con l'iPod a rappresentare the "Macintosh" of the new millennium.
Proprio il cambiamento del core-business di Apple sarebbe una delle fondamenta sulle quali Macity redige il suo pezzo riguardante il futuro di Apple, ovvero la possibilità che la compagnia diventi un gestore di telefonia mobile. Per l'esattezza un MVNO, ovvero Mobile Virtual Network Operator. La chiave di volta sta nella parola "Virtual": negli Stati Uniti, per essere una compagnia di telecomunicazioni, non è necessario possedere una propria infrastruttura di rete ma è sufficiente affitare questa da altri operatori già presente sul territorio. Virgin Mobile, ad esempio, fa uso delle infrastrutture della compagnia Sprint, fusasi recentemente con Nextel.
Ma per quale motivo Apple prenderebbe in considerazione una strada che, apparentemente, non ha nulla a che fare con i settori nei quali è attualmente impegnata? La risposta sta proprio in iTunes ma anche nel tanto anticipato e, secondo le voci di corridoio, prossimo al rilascio, "Mactorola", ovvero il cellulare di Motorola con funzionalità di iTunes integrate. L'intenzione di Apple sarebbe, in ultima analisi, quella di poter fornire un servizio articolato in acquisto-download legale di musica-ascolto con un solo apparecchio portatile.
In molti si chiederanno se non sarebbe sufficiente, per la compagnia di Cupertino, stringere accordi con altri operatori già esistenti per rendere disponibile il servizio di download. Secondo le informazioni pare che queste trattative non siano state lasciate intentate, ma che i gestori di reti mobile abbiano chiesto royalties piuttosto consistenti sulle transazioni tramite cellulare il che avrebbe, inevitabilmente, portato Apple ad aumentare i prezzi dei brani e delle compilation disponibili sul proprio store.
Non perdendo comunque di vista il fatto che, almeno inizialmente, tale eventualità sarà limitata solamente agli Stati Uniti, si può affermare che le premesse sembrano piuttosto valide. Se Apple dovesse tuttavia decidere di intraprendere questa strada, dovrà scontrarsi con un problema di tecnologia. E' noto, infatti, che sul territorio statunitense vi sono una manciata di standard e protocolli di telecomunicazioni tutti incompatibili fra loro come PCS, GSM, TDMA, CDMA e via discorrendo. Ma aspettiamo un momento....e se tutto fosse rimandato al momento in cui le reti WiMAX diverranno effettivamente disponibili sul territorio? Sì, proprio WiMAX che, tra le altre cose, vede Intel come promotore principale....
22 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoEcco quindi quale potrebbe essere la motivazione principale del passaggio...
Più che economia politica pare fantascienza!
Sicuramente non si é mai parlato così tanto della Apple come negli ultimi tempi...
(parlo della storia recente)
Imho
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