Smart Working: ecco come si diventa dopo 25 anni di lavoro ''da casa''

La pandemia da COVID-19 ha obbligato molte aziende a permettere ai suoi dipendenti di lavorare in ''smart working'' ossia da casa senza andare quotidianamente in ufficio. Se questo fosse il futuro cosa succederebbe dopo anni e anni di lavoro da casa al nostro fisico?
di Bruno Mucciarelli pubblicata il 18 Luglio 2020, alle 11:01 nel canale WebLa pandemia da COVID-19 ha obbligato la maggior parte dei lavoratori a crearsi degli spazi in casa per attuare l'ormai famoso ''Smart Working'' ossia il lavoro svolto quotidianamente da casa piuttosto che andando in ufficio. Un simpatico studio realizzato dalla Directly Apply ossia una piattaforma dedicata alle offerte di lavoro ha permesso grazie anche a psicologi clinici ed esperti del fitness di capire e di proiettare la rappresentazione visiva del lavoratore in smart working dopo 25 anni di lavoro a distanza. Il risultato? Un po' sconcertante.
Susan: ecco la rappresentazione del lavoratore a casa dopo 25 anni
La ricerca della Direclty Apply dunque non fa altro che rivelare come potrebbero apparire i lavoratori che per anni e anni decidono o saranno obbligati a lavorare a distanza e dunque in casa senza mai andare in ufficio come facevano prima. La ridotta interazione sociale ma anche la mancanza di un adeguato esercizio fisico con le spalle curve e la tensione oculare digitale potrebbero portare a Susan ossia la rappresentazione visiva del lavoratore a distanza dopo 25 anni.
La pandemia da COVID-19 ha senza dubbio rivoluzionato il modo di lavorare per molte persone che si sono viste obbligate, volenti o dolenti, a lavorare a casa. In questo caso è palese che questo ha portato dei benefici per molti che non hanno dovuto più magari viaggiare per ore per raggiungere la sede del proprio ufficio o magari hanno risparmiato in costi di abbonamento ai mezzi pubblici. Di fatto però quello che si chiede lo studio è quanto effettivamente ci vorrà di tempo prima che i benefici del lavoro da remoto superino quelli negativi.
Ecco allora la creazione di Susan che elenca i tanti problemi fisici e mentali che potrebbero insorgere dal lavoro da remoto. Parliamo ad esempio della scarsa esposizione al sole e ai raggi solati che può portare alla lunga ad un'insufficiente assunzione della vitamina D che porta ad alopecia e a problemi alla pelle. Non solo perché il lavoro da portatile potrebbe portare alla cosiddetta Tech-Neck ossia la sindrome che causa dolori forti alla schiena e al collo per una postura sbagliata. Problemi agli occhi per la visione continua del monitor. Chiaramente anche la mancanza di contatti fisici con le altre persone, con i colleghi, può portare ad un aumento del livello dell'ormone da stress che causa anche un aumento della pressione del sangue e dunque effetti sicuramente nocivi alla salute.
Quali sono i consigli per evitare di diventare Susan?
In questo caso lo studio ha cercato di realizzare anche dei consigli che gli utenti e dunque i lavoratori possano intraprendere per riuscire a lavorare in smart working ma non fare la fine di Susan tra qualche anno. Ecco allora l'elenco dei consigli dello studio che potranno essere effettivamente intrapresi da tutti noi in questi periodi di lavoro da casa (se ancora ne state facendo):
- Routine: Quando si lavora in remoto è importante mantenere una routine costante. La dott.ssa Rachel M Allan, psicologa, rivela che “attenersi ad una routine che si adatta alla propria vita, ai livelli di produttività e alle esigenze lavorative è essenziale per mantenere la salute fisica e psicologica ottimale quando si lavora da remoto. La routine consente di gestire il tempo e ottimizzare l'attenzione. Pensare a come gestire il tempo e cosa potrebbe funzionare meglio nel contesto più ampio della propria vita."
- Coltivare le relazioni sociali: una delle principali sfide che affrontiamo con il lavoro a distanza è la mancanza di un contatto umano diretto. Kate Brierton, psicologa, dichiara che "non avere un contatto umano per lunghi periodi di tempo può far raggiungere livelli più alti dell'ormone dello stress (il cortisolo) il quale aumenta la pressione sanguigna e ha effetti dannosi sulla salute fisica". Le relazioni di lavoro positive fanno bene al morale, alla produttività e al miglioramento della salute emotiva sul lavoro.
- Esercizio: essere bloccati, sempre seduti davanti a uno schermo per tutto il giorno può portare ad una mancanza significativa dell'attività fisica. È importante prendersi del tempo per allenarsi e soprattutto uscire prendendo un po' d'aria fresca dopo una lunga giornata di lavoro in casa.
- Equilibrio tra vita privata e quella professionale: può capitare facilmente di perdere la cognizione dell'equilibrio tra lavoro e vita privata quando si lavora a casa in smart working. Kate Brierton, psicologa, consiglia di "ricordare sempre a se stessi che si ha bisogno di tempi di inattività capaci di far rimanere in buona salute ed essere la migliore versione di se stessi, sia al lavoro che a casa." S ideve cercare di avere uno spazio di lavoro domestico ben delineato, idealmente una stanza separata, ma se ciò non è possibile, delineare lo spazio con una particolare disposizione dei mobili, usando alcune piante o quadri per contrassegnare la postazione di lavoro ben distinta dal resto della casa. Important anche fare delle regolari pause in cui alzarsi e spostarsi per mangiare e bere durante la giornata lavorativa e, se possibile, uscire all'aperto anche per qualche minuto.
- Utilizzare il tempo libero con saggezza: lavorare in casa e in smart working permette di non doversi spostare quotidianamente per andare in ufficio. Questo evita tutto lo stress di guidare nelle ore di punta o di usare i mezzi pubblici. Ecco che il lavoro a distanza permette di risparmiare molto in termini di tempo e questo garantisce un vantaggio per la salute salute fisica ed emotiva. Chi lavora in smart working infatti può in questo caso passare quel tempo a socializzare con amici e familiari, fare una passeggiata nella natura o fare un'attività fisica che prima non poteva permettersi proprio per mancanza di tempo. Tutte queste attività sono utili per migliorare le prestazioni sul lavoro.
- Collaborazione: il lavoro da remoto non deve significare lavorare da soli anzi potrebbe essere l'occasione perfetta per migliorare il lavoro di squadra e la collaborazione.
90 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoCosa succederebbe ? Neanche c'è bisogno di aprirlo l'articolo...sempre seduti davanti ad uno schermo, che uno sia a casa o in ufficio, senza la minima attività fisica, si diventa quello che avrò scritto mille volte in questi tre mesi nel thread "mappa del coronavirus"...bustoni sformati ! E mi scuso se vi ho "spoilerato" tutta la trama...
Battute a parte... qualche chilo l'ho preso... ma al massimo mi potrebbero definire leggermente sovrappeso...
E' un problema di tutte le testate tecnologiche italiane ormai.
Io vado solo su quelle inglesi ( magari sapessi leggere il cinese ). Del resto tutti gli hacker che giravano le bbs negli anni '90, dove sono finiti? Ogni tanto, dalle cronache, sappiamo che lavorano per società tipo Hacking Team. Altrimenti penseremmo che di cervelloni in Italia non ne siano rimasti più.
https://www.youtube.com/watch?v=SxdfpQRQTu0
Bastano i soldi
Salvo (rare) malattie/scompensi che impediscono effettivamente di avere una forma fisica decente, anche a fronte di buoni regimi di allenamento, per il resto, la pancetta, o peggio, è solo ed esclusivamente colpa dell'individuo.
Fai smart working? Bene, seduto su una sedia ci stavi anche prima in ufficio, pensa però che lavorando da casa risparmi una valanga di tempo per gli spostamenti(traffico, posteggi, mezzi pubblici, cazzi e mazzi), quanto? 1 ora al giorno tra andata e ritorno? Forse più.
Se uno impiega ogni giorno 1 ora per allenarsi, e casomai ci abbina uno stile di vita decente, diventa una statua greca, altro che pancetta.
Ma basta parecchio meno, basterebbe mezz'ora al giorno, un pò di jogging + corpo libero a casa, 6 giorni a settimana, e la pancetta non esiste.
c'era la foto di uno che lavorava sul terminale di un 3270.
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