Se non piaci a Musk, Twitter (X) rallenta i link verso il tuo sito

Secondo un'indagine del Washington Post, X rallenta i link ai siti invisi a Elon Musk: cliccando su un link verso Facebook, Instagram, Threads, Reuters, New York Times, Bluesky e Substack possono passare secondi prima del collegamento.
di Manolo De Agostini pubblicata il 17 Agosto 2023, alle 09:01 nel canale WebArchiviata (forse) la vicenda dell'incontro con Mark Zuckerberg, sembra che a Elon Musk piaccia comunque sferrare colpi bassi, ma alla concorrenza. Abituato a vincere in ogni cosa che fa, piuttosto volubile e sicuramente vendicativo, Musk sembra abbia preso di mira quelle società con cui in passato ha incrociato le spade, punendo i link che su Twitter (X) rimandano alle loro piattaforme.
Secondo un'indagine del Washington Post, se si clicca su un link che rimanda a Facebook, Instagram, Threads, Reuters, New York Times, Bluesky e Substack, non si viene reinderizzati rapidamente su quei siti, ma si devono attendere fino a 5 secondi prima di approdarci.
Una sorta di buffer punitivo, un rallentamento che interessa il dominio t.co, il servizio di abbreviazione dei link prima di condividerli su X. Ed è proprio sfruttando t.co che Musk sta punendo non solo i diretti concorrenti, ma anche quelle realtà che per un motivo o l'altro hanno mosso critiche a lui e alle sue società. In un mondo in cui la velocità è diventata fondamentale, rallentare l'accesso a quei siti significa intaccarne traffico, entrate pubblicitarie o comunque creare un danno.
A far pensare a una mossa intenzionale, seppur Musk non abbia rilasciato commenti, è la semplice esperienza di navigazione, dato che collegarsi da Twitter alle pagine di siti come The Washington Post, Fox News, Mastodon e YouTube ha richiesto un secondo o meno.
Secondo un utente del forum di Hacker News, il rallentamento verso i siti nemici sarebbe stato implementato il 4 agosto ai danni del New York Times, lo stesso giorno in cui Elon Musk ha suggerito ai suoi follower di cancellare l'abbonamento al quotidiano dopo un articolo su una controversia politica in Sud Africa, il suo paese natio.
Musk ha definito il New York Times un "apologeta del genocidio razziale", ma non è l'unica volta che se l'è presa con la testata, infatti ad aprile ha rimosso il badge "verificato" dall'account, rendendo più complicato distinguere il profilo vero da quelli falsi.
The New York Times actually has the nerve to support calls for genocide! If ever there was a time to cancel that publication, it is now.
— Elon Musk (@elonmusk) August 4, 2023
You can read their articles for free anyway using https://t.co/2NjvMTsWmj. pic.twitter.com/ow11wxw7Ny
Interrogato su quanto scoperto, un portavoce del Times ha confermato di aver notato la strozzatura ma di non aver "ricevuto alcuna spiegazione dalla piattaforma su questa mossa. […] Anche se non conosciamo la logica alla base dell'applicazione di questo ritardo, saremmo preoccupati se vi fossero pressioni mirate applicate a qualsiasi testata giornalistica per motivi poco chiari". Inoltre, una persona vicina alle operazioni del Times ha affermato che la testata giornalistica ha registrato un calo del traffico da X dall'inizio dei ritardi.
Insomma, l'ennesima dimostrazione che Musk usa Twitter (X) come gli pare, pur essendosi autodefinito "assolutista della libertà di parola". Sì, ma a targhe alterne.
47 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoEh no eh, non si fa così! No no!
Queste cose possono farle solo gli altri e fanno bene, tu no!
Cattivo!
Improvvisamente ora non va più bene
E comunque tra censurare, a rallentare l'accesso ad un sito "concorrente", ce ne passa direi
Ma si sa, se sei del campo "progressista" puoi censurare tutto e tutti in nome del "Bene Comune (TM)" e poiché detentore di "Verità (TM)" tutto ciò che non ti piace sentire è soggetto al bollino "Fake News (TM)"
Ecco, a questo proposito, ma di chi è la "colpa"?
Cioè, se domani Musk si mette a cagare in giardino, xche a lui gli va di fare cose insolite, e se ne parla per giorni in tutto il mondo, è merito suo o è "colpa" di chi da un peso a questa cosa del tutto irrilevante?
Ovvio che un VIP che prende l autobus fa piu notizia di un impiegato che fa la stessa identica cosa, ma forse se non ne parlassero cosi tanto sarebbe meglio. O no?
Improvvisamente ora non va più bene
E comunque tra censurare, a rallentare l'accesso ad un sito "concorrente", ce ne passa direi
Ma si sa, se sei del campo "progressista" puoi censurare tutto e tutti in nome del "Bene Comune (TM)" e poiché detentore di "Verità (TM)" tutto ciò che non ti piace sentire è soggetto al bollino "Fake News (TM)"
Ed improvvisamente se ne parla, visto che non mi pare si sia letto nulla riguardo alla questione Twitter files della precedente gestione.
A proposito, nessun articolo su come il difensore della libertà di parola abbia cercato di zittire a forza di cause milionarie quelle organizzazioni no-profit che tenevano d' occhio gli estremisti sulla sua piattaforma?
https://www.theguardian.com/comment...us-into-silence
Infatti, qui per esempio della censura totale sul figlio di Biden (anche da parte di molti altri, come fb) non se ne è sentito nulla, ora per un rallentamento scoppiia un putiferio.
Finché lo fanno i discepoli del credo woke è per il bene comune, se lo facesse un altro si griderebbe alla censura ecc. evocando le peggiori dittature odierne e passate.
A proposito, nessun articolo su come il difensore della libertà di parola abbia cercato di zittire a forza di cause milionarie quelle organizzazioni no-profit che tenevano d' occhio gli estremisti sulla sua piattaforma?
https://www.theguardian.com/comment...us-into-silence
Intendi qualcun altro oltre al CCDH, visto che parli al plurale?
Se è solo il CCDH non c'è problema, visto che questa associazione dubito serva a molto altro oltre all'essere citata come fonte autorevole dai simpatizzanti di una certa parte politica.
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