Sbloccava smartphone con gli strumenti di T-Mobile: 10 anni di carcere e risarcimento di 28 milioni di dollari

I fatti sono avvenuti in California dal 2014 al 2019. Con un complice aveva messo in piedi un servizio di sblocco illecito di smartphone, grazie all'accesso non autorizzato a strumenti di T-mobile. Ora dovrà scontare una pena detentiva di 10 anni
di Andrea Bai pubblicata il 19 Dicembre 2022, alle 10:41 nel canale WebCondanna a 10 anni di carcere, e richiesta di risarcimento di oltre 28 milioni di dollari, per un ex-proprietario di un punto vendita T-Mobile che nel corso di diversi anni ha sbloccato illecitamente migliaia di smartphone sfruttando i sistemi interni di T-mobile, per i quali è riuscito ad entrare in possesso delle credenziali di accesso sfruttando tecniche di ingegneria sociale.
Argishti Khudaverdyan, questo il nome del proprietario del negozio Top Tier Solutions T-Mobile in California si era già visto rescindere il contratto dall'operatore telefonico a giugno del 2017 per via delle sue attività sospette e dell'associazione con le pratiche di sblocco non autorizzato degli smartphone.
Khudaverdyan ha potuto portare avanti le sue attività illecite sfruttando gli strumenti Mobile Device Unlock (MDU) e MCare Unlock (MCare) dedicati di T-Mobile. Questo è stato possibile anche per via di una serie di attacchi di phishing che hanno permesso a Khudaverdyan e al complice Alen Gharehbagloo di ottenere oltre 50 credenziali di accesso di altrettanti dipendenti dell'operatore telefonico, utilizzate per accedere ai sistemi di T-Mobile e agli strumenti dedicati.

I due hanno poi organizzato una vera e propria "attività di consulenza" per lo sblocco dei cellulari, utilizzando campagne e-mail e siti web dedicati tramite i quali hanno promosso i propri servizi. Utilizzando le credenziali sottratte ai dipendenti T-Mobile e i numeri IMEI degli smartphone che i clienti inviavano loro, Khudaverdyan e Gharehbagloo hanno sbloccato centinaia di migliaia di smartphone sulle reti di T-Mobile, Sprint, AT&T e altri operatori.
"Da agosto 2014 a giugno 2019, Khudaverdyan ha sbloccato in modo fraudolento i cellulari sulla rete di T-Mobile, nonché sulle reti di Sprint, AT&T e altri operatori. La rimozione dello sblocco ha consentito ai telefoni di essere venduti sul mercato nero e ha consentito ai clienti di T-Mobile di smettere di utilizzare i servizi di T-Mobile e quindi di privare T-Mobile delle entrate generate dai contratti di servizio dei clienti e dai piani di rateizzazione delle apparecchiature" si legge in un comunicato del Dipartimento di Giustizia USA.
Anche Gharehbagloo si è dichiarato colpevole il 5 luglio, e la sentenza di condanna è fissata per il prossimo 23 febbraio. Le accuse sono di associazione a delinquere finalizzata a commettere frodi telematiche, accesso a un computer protetto con l'intento di commettere frode e associazione a delinquere finalizzata al riciclaggio di denaro.
13 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoTroppo pochi, venti era l'ideale.
By the way il tasso di carcerazione cinese è appena di poco superiore a quello italiano (119 persone ogni 100.000 contro i nostri 97), è quello americano che è totalmente fuori scala, 505 persone ogni 100.000 abitanti.
Tornando alla notizia, mi sa che sto poveraccio si sarebbe beccato meno anni e soprattutto meno soldi da risarcire se avesse ucciso qualcuno, morale della storia: mai toccare le corporations
Poveracci non sanno piu dove succhiare soldi....
sono convinto che la pena è commisurata al reato .....es la dama bianca....la rinaldi...ecc ...ma loro possono danneggiare il prossimo ....scusate mi sono distratto chi a ucciso la persona in questione. Ora ricordo il bilancio delle multipapponazionali...cancellate il post oppure denunciatemi....Link ad immagine (click per visualizzarla)
Scusa mi sono dovuto riavviare dopo aver letto il tuo "post" !
Puoi tradurre in italiano ?
fate pena
fate penaChe mondo meraviglioso.
Andrebbero trasformate anche da noi le prigioni, da villaggio vacanza a industria pesante, dopo si che ci ritroviamo pieni di "risorse". Anche perché, per certi soggetti, non c'è deterrente migliore della minaccia di farli lavorare...
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