Pechino valuta la cessione di TikTok USA a Elon Musk: un'opzione per superare il veto americano

Mentre la scadenza per un possibile divieto di TikTok negli Stati Uniti si avvicina, secondo le indiscrezioni la Cina starebbe considerando un piano per cedere le operazioni americane della popolare app a Elon Musk
di Rosario Grasso pubblicata il 14 Gennaio 2025, alle 09:49 nel canale WebTikTok
Il governo cinese starebbe esplorando l'opzione di vendere le operazioni statunitensi di TikTok a Elon Musk, secondo un recente resoconto di Bloomberg. L'idea nasce come risposta alla possibilità concreta di un divieto della piattaforma negli Stati Uniti, previsto per il 19 gennaio, qualora la Corte Suprema confermi l'obbligo di cessione imposto a ByteDance per motivi di sicurezza nazionale.
Nonostante Pechino preferisca mantenere TikTok sotto il controllo di ByteDance, l'ipotesi Musk sembra un’alternativa pragmatica. Con oltre 170 milioni di utenti negli Stati Uniti, l'integrazione della piattaforma all'interno dell'ecosistema tecnologico di Musk, che include il social X e la società di intelligenza artificiale xAI, potrebbe offrire nuove prospettive. Queste includono una maggiore capacità di attrarre inserzionisti e di sfruttare i dati generati dalla piattaforma per sviluppi futuri nel campo dell’IA.
Fonti vicine alle discussioni indicano che il piano è ancora in fase esplorativa e che ByteDance non sarebbe ancora coinvolta formalmente nei colloqui. Anche la posizione di Musk sulla questione non è chiara, sebbene in passato si sia opposto a bandi per app come TikTok.
La vendita sarebbe comunque soggetta al controllo del governo cinese, che detiene una "golden share" in ByteDance e gioca un ruolo chiave nelle decisioni strategiche. Questo dettaglio potrebbe complicare le trattative, considerando la delicatezza del contesto geopolitico e le relazioni commerciali tra Cina e Stati Uniti.
La Corte Suprema degli Stati Uniti sembra orientata a sostenere il provvedimento che impone la cessione, aumentando la pressione su Pechino per trovare una soluzione rapida. Restano molti interrogativi: dalla reale fattibilità di un accordo con Musk al coinvolgimento delle parti interessate.
15 Commenti
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Musk ha comprato Twitter non per guadagnarci, ma per usarlo come megafono personale per il proprio tornaconto, come si e' ampiamente dimostrato in queste elezioni... Figurarsi se si lascia scappare un'occasione simile...
Credo che sia una questione di prezzo... basta fare una proposta molto allettante perchè lo sia
Cosa che non sta accandendo leggendo il tuo commento. Te la faccio semplice. Un conto è se un social network operante negli stati uniti e manipolato da una società amercana, un altro contro è se un un social network operante negli stati uniti è controllato da una nazione che a torto o ragione viene considerata ostile dagli stati uniti.
Fermo restando che ci sono tutti i dati degli americani, che potenzialmente potrebberò essere accessibili ad un altra nazione, considerata ostile dagli americani. Io ho accesso alla posizione della figlia di J.D. Vance e quindi so dove si trova il padre... Esempio limite, ma pensa a industriali e figure di spicco... si sta parlando di 170 milioni di americani, praticamente 1 su 2.
Bytedance non è coinvolta direttamente ed il governo cinese non avrebbe alcun vantaggio nel favorire il passaggio di Tik Tok a Musk.
Del resto Musk sta pure agendo per vie legali per poter comprare delle share di OpenAI (la non-profit) con la scusa della ristrutturazione e spartizione delle attività tra non-profit e public benefit corporation che vorrebbe attuare Sam Altman (in pratica Musk cerca di rallentare la ristrutturazione intentando una causa legale assurda, in modo da non permettere che ad OpenAI di raccogliere nuovi finanziamenti tramite la ristrutturazione).
Insomma, spera che nel chaos spunti qualche opportunità.
Ma poi è un ricatto/estorsione, e ovviamente come è messa la situazione mondiale, non penso che i cinesi adotteranno la stessa postura di noi occidentali. Specialmente se come dicono dietro c'è il governo di pechino.
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