Il Regno Unito alle prese con l'e-waste: "Amazon e Apple si impegnino di più"

Il Regno Unito alle prese con l'e-waste: "Amazon e Apple si impegnino di più"

La Camera dei Comuni emette un rapporto secondo il quale il Paese è in ritardo rispetto ad altri, e parallelamente esorta i grandi gruppi tecnologici ad adottare politiche di riparazione e riciclo più incisive

di pubblicata il , alle 11:01 nel canale Web
AppleAmazon
 

L'Environmental Audit Commitee della Camera dei Comuni inglese ha emesso un rapporto nel quale viene evidenziato come il Regno Unito sia piuttosto in ritardo, se confrontato con altri Paesi, nella gestione dei rifiuti elettronici, il cosiddetto "e-waste". Nel rapporto viene inoltre sottolineato come grandi aziende quali Amazon e Apple adottino politiche che scoraggino il riciclaggio e la riparazione dei dispositivi esausti o malfunzionanti.

Il Regno Unito genera 23,9 chilogrammi di rifiuti elettronici pro-capite ogni anno, collocandosi al secondo posto, nel mondo, alle spalle della Norvegia. La maggior parte di questi e-waste viene incenerita o abbandonata nelle discariche, e il 40% viene inviato in altri paesi spesso con modalità non del tutto legali. "I nostri rifiuti elettronici, nei Paesi che li ricevono, vengono stoccati in discarica con sostanze chimiche tossiche che penentrano nel terreno e sono di danno alle persone" si legge nel rapporto dell'EAC.

Gestione e-waste: promuovere il diritto alla riparazione

Secondo il rapporto, i portali di shopping online come Amazon ed eBay non sono sempre considerati rivenditori o produttori. Molti prodotti sono venduti da rivenditori terzi, circa il 50% dei prodotti nel caso di Amazon. In quanto tali, le piattaforme non sono obbligate a contribuire alla raccolta e al riciclaggio dei rifiuti elettronici. Il comitato li ha però incoraggiati a "raccogliere i prodotti e sostenere economicamente il loro riciclaggio per creare condizioni di parità con i rivenditori fisici e i produttori che non vendono sulle loro piattaforme".

L'EAC critica poi il concetto, ormai la norma, per il quale un prodotto debba avere una durata nel tempo intenzionalmente ridotta. E' una tecnica che da un lato promuove il ricambio tecnologico e il progresso, ma ha un impatto decisamente negativo sulla sostenibilità e sulla salute dell'ambiente. La critica dell'EAC si leva anche verso aziende (in particolare viene citata Apple) che spesso hanno reso difficile la riparazione dei loro prodotti, usando componenti saldati o incollati, con l'effetto di elevare le spese di riparazione e rendendo di fatto più economico sostituire il dispositivo invece di ripararlo.

Produttori e rivenditori dovrebbero impegnarsi a ritirare dispositivi esausti e riciclarli

Nel rapporto si indica, come una strada per moderare l'impatto del problema, la coltivazione di un quadro legislativo per il diritto alla riparazione e la riduzione dell'IVA sui servizi associati. L'EAC esorta inoltre tutti i produttori a ritirare i prodotti esausti e coprire i costi di riciclaggio. "Le aziende tecnologiche dovrebbero ora assumere un ruolo guida nella creazione di modelli di business sotentibili e rispettosi dell'ambiente, che non si basino sullo sfruttamento eccessivo della natura e delle risorse naturali" si legge nel rapporto.

Apple intanto ha dichiarato al quotidiano The Guardian che il rapporto dell'EAC non tiene conto del suo impegno per "preservare le risorse e proteggere il pianeta che tutti condividiamo". La Mela si riferisce, ad esempio, ai programmi di permuta dei prodotti e ai servizi di riparazione, oltre all'uso di una gran parte di materiali riciclati per molti dei componenti chiave di Apple Watch, iPad e iPhone.

Anche Amazon ha condiviso la propria posizione sul Guardian, affermando che "Amazon si impegna a ridurre al minimo gli sprechi e ad aiutare i nostri clienti a riutilizzare, riparare e riciclare i loro prodotti, e forniamo una gamma di opzioni a cui chiunque può accedere facilmente tramite il sito web di Amazon Second Chance". Il colosso dell'e-commerce ha voluto poi sottolineare di aver sostenuto il riciclaggio di oltre 10 mila tonnellate di w-waste nel Regno Unito negli ultimi dieci anni.

12 Commenti
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Rubberick28 Novembre 2020, 11:17 #1
Voglio proprio vedere come continuerà la faccenda della roba saldata... auspico quanto prima il ritorno alle batterie sostituibili nei cellulari altro che
argez28 Novembre 2020, 12:11 #2
Batterie, ram, storage interni... e tutto per obsolescenza programmata.
Quanti telefoni sarebbero ancora in giro se la batteria fosse stata sostituibile?
phmk28 Novembre 2020, 13:16 #3
E il "waste" prossimo venturo da (inutili) mascherine ???
harlock1028 Novembre 2020, 13:25 #4
Secondo me la gente cambia i cellulari nuovi ogni anno per moda, altro che obsolescenza, discorso simile per molti prodotti.
300028 Novembre 2020, 14:29 #5
Originariamente inviato da: phmk
E il "waste" prossimo venturo da (inutili) mascherine ???


canislupus28 Novembre 2020, 14:37 #6
Originariamente inviato da: phmk
E il "waste" prossimo venturo da (inutili) mascherine ???


Il problema dello smaltimento delle mascherine non è una cosa da poco.
Calcolando che potrebbero essere veicoli di contagio, andrebbero considerate alla stregua dei rifiuti speciali ospedalieri.
Questo però imporrebbe una raccolta adatta e non credo sia facilmente organizzabile.
aald21328 Novembre 2020, 18:24 #7
Originariamente inviato da: argez
Batterie, ram, storage interni... e tutto per obsolescenza programmata.
Quanti telefoni sarebbero ancora in giro se la batteria fosse stata sostituibile?


Ho avuto pochi telefoni, ma per quelli che ho avuto il problema maggiore è stata la durata degli aggiornamenti di sicurezza, piuttosto che la batteria (aggiungo anche che non vivo incollato al telefono). È agghiacciante come, ad esempio, il supporto per telefoni Google duri tre anni.
AlPaBo28 Novembre 2020, 22:51 #8
Originariamente inviato da: Redazione di Hardware Upgrade


Che abbiano l'intenzione di adeguarsi alla normativa europea che è in fase di studio? Mi sembra perlomeno ironico.

Originariamente inviato da: phmk
E il "waste" prossimo venturo da (inutili) mascherine ???


Le mascherine di uso comune hanno come scopo principale quello di non infettare gli altri. Chi non le usa dimostra solamente egoismo e indifferenza nei confronti dei suoi parenti e amici e degli estranei (e, sospetto, dimostra un certo livello di ignoranza e presunzione).

Originariamente inviato da: canislupus
Il problema dello smaltimento delle mascherine non è una cosa da poco.
Calcolando che potrebbero essere veicoli di contagio, andrebbero considerate alla stregua dei rifiuti speciali ospedalieri.
Questo però imporrebbe una raccolta adatta e non credo sia facilmente organizzabile.


Le mascherine usate nei reparti COVID sono trattate come rifiuti speciali ospedalieri a causa dell'alta carica virale. Le mascherine di uso domestico non sono particolarmente pericolose e quindi sono normali rifiuti indifferenziati.
zappy29 Novembre 2020, 10:44 #9
Originariamente inviato da: phmk
E il "waste" prossimo venturo da (inutili) mascherine ???

Originariamente inviato da: 3000

l'unico rifiuto inutile sono commenti del genere.
mi raccomando, mettetevi l'alluminio in testa, terrapiattisti.
Originariamente inviato da: AlPaBo
Le mascherine di uso comune hanno come scopo principale quello di non infettare gli altri. Chi non le usa dimostra solamente egoismo e indifferenza nei confronti dei suoi parenti e amici e degli estranei (e, sospetto, dimostra un certo livello di ignoranza e presunzione).

antcos29 Novembre 2020, 14:17 #10
Originariamente inviato da: harlock10
Secondo me la gente cambia i cellulari nuovi ogni anno per moda, altro che obsolescenza, discorso simile per molti prodotti.


l'importante è che quelli precedenti li vendano e non li buttino...

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