Google Drive covo di pirati: è diventato un'alternativa a The Pirate Bay

I pirati sono riusciti ad aggirare i sistemi di protezione di Google Drive con sagaci manovre, al fine di pubblicare sui servizi contenuti illegali
di Nino Grasso pubblicata il 06 Settembre 2017, alle 15:21 nel canale WebGli ultimi anni sono stati duri per i pirati. Dopo la chiusura di KickassTorrents, ci sono state quelle di Torrentz.eu e TorrentHound, veri e propri capisaldi fra i motori di ricerca di file torrent. Anche The Pirate Bay in passato ha dovuto affrontare la giustizia a più riprese, tuttavia il motore di ricerca illegale per antonomasia sta ancora resistendo all'assedio di giudici e tribunali. Tuttavia, pare che i pirati stiano iniziando a preferire varie alternative, fra cui l'inaspettato Google Drive.
Le etichette cinematografiche e i detentori di diritti d'autore in genere hanno letteralmente inondato Big G con quasi 5 mila richieste di takedown solamente nello scorso mese, per via di file contenuti evidentemente illegali. Google Drive è diventato negli scorsi periodi una fonte particolarmente celebre per il download di contenuti protetti da diritti d'autore secondo quanto riporta il Lumen Database, piattaforma per la richiesta della rimozione di link.
E ogni richiesta contiene anche decine di file "hostati" sul servizio. I pirati hanno adottato diverse strategie per aggirare le difese adottate: spesso utilizzano Drive semplicemente per la condivisione di collegamenti che portano a file multimediali, ma altre volte condividono link vuoti con integrati video di YouTube non pubblici in modo da evitare il rilevamento dai parte dei sistemi automatizzati previsti da Google. Un sistema simile usato per la pirateria pornografica.
Il segreto è proprio questo: caricare i video su YouTube come "Non in elenco" per evitare che siano disponibili pubblicamente sulla piattaforma di videosharing, per poi invece diffonderli su forum, gruppi Facebook dedicati e altri mezzi di comunicazione online. In questo modo diventa estremamente difficoltoso per Google e per i detentori di diritti d'autore riuscire a scoprire i file diffusi online e i contenuti multimediali pubblicati in maniera illecita.
Negli scorsi mesi Big G ha iniziato ad utilizzare la tecnica chiamata "hash matching" per contrastare la diffusione di contenuti illegali su internet e sui propri servizi, ma pare che anche questa possa essere aggirata. Google sembra essere la fonte preferita dai pirati, almeno al momento: Big G ha ricevuto infatti 4.700 richieste DMCA nello scorso mese, laddove un servizio come MEGA ne ha ricevute solo 100, e altre 100 sono state raccolte insieme da Dropbox e OneDrive.
In sostanza i pirati sono riusciti ad abusare principalmente dei mezzi di riconoscimento di Google, e non degli altri servizi. In maniera piuttosto sagace i pirati hanno utilizzato addirittura il servizio My Maps (per la creazione di mappe personalizzate) per condividere i link destinati a contenuti illegali. Pare infatti che su My Maps non ci sia nessun protocollo di verifica in tal senso, almeno per il momento. Ma perché i servizi di Google sono i più bersagliati dai pirati?
Probabilmente per la loro semplicità d'accesso e la generosa offerta degli account gratuiti: 15 GB su Google Drive, spazio virtualmente illimitato su YouTube. Ma la situazione è destinata a cambiare, soprattutto in seno agli ultimi dati provenienti da Lumen. Siamo certi che Google prenderà provvedimenti - come avvenuto in passato - in modo da stroncare sul nascere la possibilità di condividere contenuti illegali con i propri servizi.
12 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoL'unico modo per arginare il problema sono servizi Streaming e On Demand come Netflix a basso prezzo, anche se comunque sono sempre convinto che qualcuno che scarica senza pagare ci sarà sempre, anche con servizi a bassissimo prezzo
Mega ha già 100 segnalazioni
Google con quasi 5000 invece che fini farà
http://www.hwupgrade.it/forum/showthread.php?t=2825509
io personalmente si, e non vedo perchè dovrei pensarla diversamente
cmq sia non è esattamente la stessa cosa, in quanto in un caso è 'il' repo di riferimento, nell'altro spazi in gestione agli utenti
cmq sia la penso come nell'altro caso, non dovrebbero permetterlo e rivedere la policy di assegnazione/controllo
Ci sono anche diversi film che da noi non escono nemmeno nei cinema
Audiocassette e videocassette copiate ne giravano a fiumi.
ovviamente non era cosi' dilagante.
con il digitale e la rete il tutto si è sparso a macchia d'olio.
un po come cercare di debellare la droga o la prostituzione.
Pienamente d'accordo.
Eppure, se possono, bloccano pure questi contenuti. Cosa che ritengo assurda.
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