Gli AI browser aggirano i paywall: i casi Atlas e Comet, e la nostra prova con Opera Neon
Gli "AI browser" come Atlas di OpenAI e Comet di Perplexity riescono ad accedere a contenuti normalmente bloccati dietro i paywall. Un'indagine del Columbia Journalism Review rivela come funzionano questi aggiramenti, e noi abbiamo messo alla prova Opera Neon, il browser "AI-agentico" di nuova generazione: anche lui riesce ad accedere a contenuti riservati come quelli del MIT Technology Review
di Rosario Grasso pubblicata il 04 Novembre 2025, alle 16:03 nel canale WebOpenAIChatGPTChatGPT AtlasPerplexityOpera
Il confine tra lettura umana e intelligenza artificiale si fa sempre più sottile. Negli ultimi mesi stanno emergendo i cosiddetti AI browser, nuovi strumenti che uniscono navigazione e agenti intelligenti capaci di eseguire operazioni complesse online. A differenza di Chrome o Safari, questi browser non si limitano a mostrare pagine web: sono in grado di comprendere i contenuti, estrarli, sintetizzarli e rispondere a domande complesse.
Secondo un'approfondita indagine da Columbia Journalism Review (fonte), due di questi nuovi browser — Atlas di OpenAI e Comet di Perplexity — sono già in grado di accedere a contenuti normalmente protetti da abbonamento. In particolare, i giornalisti autori dello studio hanno chiesto agli agenti di leggere un articolo da 9.000 parole del MIT Technology Review riservato agli abbonati, ed entrambi i sistemi sono riusciti a visualizzarlo integralmente. Lo stesso esperimento, condotto nelle interfacce classiche di ChatGPT e Perplexity, non ha avuto successo.
Come riescono a superare i blocchi
Il trucco sta tutto nella natura "umana" di questi browser basati su intelligenza artificiale. A differenza dei crawler o degli scraper, che si identificano chiaramente nei log dei siti, gli agenti di Atlas e Comet appaiono ai server come un normale browser Chrome. Questo significa che, per i sistemi di protezione, sono indistinguibili da un vero utente umano. Bloccandoli, un editore rischierebbe di impedire l'accesso anche a chi visita il sito legittimamente.
Inoltre, molte testate — tra cui lo stesso MIT Technology Review — adottano paywall client-side, ovvero basati su overlay che oscurano il contenuto già caricato nella pagina. Mentre per un lettore il testo rimane invisibile, un AI browser riesce comunque a leggerlo in background. Solo i paywall server-side, come quelli del Wall Street Journal o di Bloomberg, risultano più efficaci, poiché non inviano il testo finché l'utente non è autenticato.
La possibilità che gli agenti AI accedano a contenuti protetti pone interrogativi legali e commerciali. Chi controlla cosa legge l'intelligenza artificiale? E soprattutto, può un modello trarre vantaggio da testi riservati senza consenso dell'editore? Tra le altre cose, CJR riporta che Atlas evita di leggere articoli da testate attualmente in causa contro OpenAI, come il New York Times, ma in questi casi ricorre a un metodo alternativo: ricostruisce il contenuto basandosi su citazioni, tweet, o articoli correlati pubblicati da altre fonti. Una sorta di "reverse engineering" dell'informazione, che mina ulteriormente la possibilità per gli editori di controllare la diffusione del proprio materiale.
La nostra prova con Opera Neon
Nel frattempo, abbiamo condotto una prova simile con Opera Neon, il nuovo browser "AI-agentico" descritto nel nostro articolo completo. Abbiamo verificato che anche Opera Neon riesce ad accedere a contenuti riservati come quelli del MIT Technology Review, superando il paywall client-side e mostrando il testo completo dell'articolo. Si tratta, con tutta probabilità, di un effetto collaterale del nuovo motore "agentico" integrato, capace di interpretare e gestire le interfacce web come farebbe un utente reale.
La prova conferma quanto denunciato da CJR: le difese tradizionali non bastano più. L'arrivo degli AI browser cambia radicalmente il modo in cui l'informazione viene fruita e redistribuita. Che si tratti di Atlas, Comet o Opera Neon, la tendenza è chiara: i browser stanno diventando agenti autonomi in grado di interagire con il web in modi sempre più simili a quelli umani. È un passo avanti notevole per la produttività e l'automazione, ma anche una sfida per la tutela del diritto d’autore e della sostenibilità economica del giornalismo digitale.










Recensione DJI Mini 5 Pro: il drone C0 ultra-leggero con sensore da 1 pollice
ASUS Expertbook PM3: il notebook robusto per le aziende
Test ride con Gowow Ori: elettrico e off-road vanno incredibilmente d'accordo
EA SPORTS annuncia il futuro della serie F1: espansione 2026 e nuovo gioco nel 2027
Tutte le TV già in offerta definitiva: ecco i migliori modelli da prendere subito su Amazon
Meta non ha un monopolio nel settore dei social: la sentenza che salva l'impero di Mark Zuckerberg
L'amministrazione Trump presta 1 miliardo di dollari per riattivare un reattore nucleare in Pennsylvania
Continua la rivoluzione interna in Intel: arriva una nuova CIO per cambiare tutto
Lenovo Legion 5i, gaming senza compromessi con NVIDIA GeForce RTX 5070 e display OLED
iPhone 17 Pro a sorpresa: il nuovo mostro Apple con A19 Pro e display 120Hz scende a 1259€
SwitchBot, arriva il Presence Sensor a batteria: mmWave 60 Hz, PIR e sensore di luce
AirPods 4 in super offerta su Amazon: il nuovo modello Apple crolla a 101,99€. Ma occhio agli AirPods Pro 3
Offerte Bose folli su Amazon: QuietComfort sotto i 150 €, versione Ultra a -100 €
Apple apre le porte agli assistenti di terze parti su iOS, ma solo in un Paese
Il nuovo cameraphone di Xiaomi arriverà prima del previsto
Realme GT 8 Pro: ecco la Dream Edition realizzata con Aston Martin Aramco F1 Team
'Vibe coding? Sì, ma non toccate il kernel': ecco cosa pensa Linus Torvalds









12 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infopensa che io dopo aver letto la notizia ho pensato una butta notizia per internet quindi (per gli utenti), sei sicuro di aver compreso le ripercussioni pratiche della questione?
O ancora meglio: tasto destro->ispeziona oggetto->Pulsante Canc
Applicato a offuscamenti vari.
Fondamentalmente non cambia niente.
Inoltre c'è da precisare che quasi mai quello che c'è sotto vale la fatica di leggerlo, figuriamoci disoffuscarlo
Tra le tante cose negative degli IA Browser, aggirare i paywall per me è davvero l'unica buona, anche perché implementare i controlli formali dei form, i pawall e qualsiasi altra limitazione lato client significa dire "bypassatemeli".
questo pero sara la fine di internet e quindi una cosa brutta per tutti, che te ne fai di un ai se non ha piu dati dove pescare? non ci farai nulla e internet sara una landa desolata come al suo inizio
Unseeable prompt injections in screenshots: more vulnerabilities in Comet and other AI browsers
Agentic Browser Security: Indirect Prompt Injection in Perplexity Comet
Prompt injection flaw in Opera Neon
Per non essere tracciati e di conseguenza manipolati, ci sono poche alternative.
Conta che quei dati erano comunque boiate già prima dell'AI eh... Ricordo sempre quanti articoli e titolo acchiappa-click venivano postati pur di fare visualizzazioni
Veramente internet un tempo era molto molto meglio del mare di merda che è diventato oggi !!!
Più della metà (e mi sono tenuto stretto) del traffico dati che gira oggi su internet è pubblicità o roba completamente inutile !!!
L'ho già detto in un altro thread, e lo ripeto:
Ma quant'era bello una volta internet...
Seconda cosa, la piu' ovvia, la sicurezza, bastera' scrivere dei comandi appositi, ogni volta, ad ogni aggiornamento sempre piu' complessi, per far fare gli attacchi di vario tipo al tuo broswer AI o magari fargli creare a Lui al volo virus, script malevolo o altro.
Questa cosa che superano i paywall non mi sembra una buona cosa come molti dicono.
Devi effettuare il login per poter commentare
Se non sei ancora registrato, puoi farlo attraverso questo form.
Se sei già registrato e loggato nel sito, puoi inserire il tuo commento.
Si tenga presente quanto letto nel regolamento, nel rispetto del "quieto vivere".