Come perdere 760.000 dollari: i 13 Bitcoin a cui Wired non avrà mai più accesso

Come perdere 760.000 dollari: i 13 Bitcoin a cui Wired non avrà mai più accesso

In rete torna in auge un vecchio articolo di Wired del 2013 in cui si parlava del Bitcoin come un'astrazione, tanto da distruggere la chiave privata di un wallet con 13 BTC. Un bottino il cui valore oggi sarebbe superiore ai 750 mila dollari.

di pubblicata il , alle 16:31 nel canale Web
Bitcoin
 

I sostenitori del Bitcoin e delle criptovalute in generale se la stanno ridendo alla grande, di gusto. Altri, invece, staranno piangendo sul latte versato. È tra le news più calde di oggi quella che ci racconta di come la testata statunitense Wired abbia distrutto nel 2013 una chiave privata di un wallet contente 13,3 Bitcoin.

All'epoca pareva un gioco, la potenziale perdita era pari a 1500 dollari, tutto sommato un esperimento accettabile seppur costoso, ma oggi quei 13 Bitcoin e rotti varrebbero 760.000 dollari circa, anche se la cifra potrebbe essere leggermente cambiata proprio mentre stiamo scrivendo a causa della volatilità della criptovaluta.

Non si trattò dell'atto di un folle, ma di un gesto dimostrativo, giornalistico, fatto per evidenziare quello che all'epoca pensavano in molti: il Bitcoin era una boutade, un gioco, non aveva valore. Spesso parlando con amici e colleghi ci si ripete che "se avessimo minato Bitcoin nel 2010 oggi saremmo ricchi". Già, ma non l'abbiamo fatto e da allora di acqua sotto i ponti ne è passata, e il valore di Bitcoin si è impennato di pari passo alla sua costante diffusione.

Wired, e più in particolare l'autore dell'articolo Robert McMillan, oggi al Wall Street Journal, definì il Bitcoin "un'astrazione", e decise di distruggere la chiave privata del wallet lasciando i 13,3 Bitcoin "rinchiusi in un caveau digitale per l'eternità, o almeno fino a quando qualcuno non supererà la crittografia SHA-256 che li protegge", scriveva McMillan diffondendo poi la chiave pubblica (1BYsmmrrfTQ1qm7KcrSLxnX7SaKQREPYFP - per la cronaca).

Con il senno di poi non sappiamo se McMillan si sia pentito, ma in Wired l'argomento è ripiombato nel 2018 con un articolo in cui si spiegava che comunque la testata, per etica, non avrebbe dovuto detenere Bitcoin, altrimenti avrebbe dovuto indicarlo in ogni articolo e sarebbe apparsa ai lettori "non imparziale" parlando dell'argomento.

"Alcuni membri dello staff sostennero che i Bitcoin avrebbero dovuto essere donati o accantonati a futuri scopi di beneficenza. Altri proposero di distruggerli in modo permanente. Ciò che è stato stabilito è che i soldi non avrebbero dovuto rimanere lì, perché potevano influenzare il modo in cui la rivista trattava le criptovalute", si legge. "Quindi abbiamo semplicemente distrutto la chiave, sapendo benissimo che alla fine avrebbe potuto valere sei o sette cifre", disse Michael Calore, senior editor di Wired. Purtroppo, nessuno ha salvato la chiave privata e anche l'hard disk su cui erano stati minati i Bitcoin è andato distrutto.

"Non sorprende trovare post del passato con questa opinione su Bitcoin. I veri che meritano critiche sono le persone che ancora oggi hanno questi pareri", ha sentenziato un utente su Reddit commentando l'articolo di Wired.

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154 Commenti
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Peppe197002 Dicembre 2021, 17:49 #1
Non capisco fino a quando durerà questa storiella dei bitcoin.
Da quel che ho capito, i computer qbit metteranno in chiaro in poco tempo
qualsiasi odierna chiave.
Mi chiedo a cosa possa servire la corsa e l'utilizzo di energia e di risorse per qualcosa di così futile ?

O forse sbaglio?
Gundam197302 Dicembre 2021, 18:03 #2
Originariamente inviato da: Peppe1970
Non capisco fino a quando durerà questa storiella dei bitcoin.
Da quel che ho capito, i computer qbit metteranno in chiaro in poco tempo
qualsiasi odierna chiave.
Mi chiedo a cosa possa servire la corsa e l'utilizzo di energia e di risorse per qualcosa di così futile ?

O forse sbaglio?


La seconda che hai detto....parola di quelo!
Peppe197002 Dicembre 2021, 19:42 #3
Originariamente inviato da: Gundam1973
La seconda che hai detto....parola di quelo!


Alleluia a Quelo!
Ginopilot02 Dicembre 2021, 20:13 #4
Hanno distrutto 1500 dollari, non 750.000. Un po' di logica, su!
HaRiMau02 Dicembre 2021, 21:15 #5
Originariamente inviato da: Ginopilot
Hanno distrutto 1500 dollari, non 750.000. Un po' di logica, su!


Nell'esatto momento in cui sto scrivendo, un Bitcoin vale 56938,54 dollari. Moltiplicato 13,3 fa 757282,582. Dove sarebbero 1500 scusa?
alex11102 Dicembre 2021, 21:35 #6
Originariamente inviato da: HaRiMau
Nell'esatto momento in cui sto scrivendo, un Bitcoin vale 56938,54 dollari. Moltiplicato 13,3 fa 757282,582. Dove sarebbero 1500 scusa?


Non sarebbero ma "erano" 1500 dollari niente di più niente di meno. Anche chi ha venduto azioni apple e tesla nei momenti più bui potrebbe dire di aver bruciato milioni. Ma la realtà delle cose è che si perde il valore che un bene ha in quel momento. Ragionare col senno di poi non è servito mai a niente.
*Pegasus-DVD*03 Dicembre 2021, 02:48 #7
non è così
giovanni6903 Dicembre 2021, 09:09 #8
E vi ricordate che nel 2010 e fino a "l'altro ieri" era vietato parlare di bitcoin in questo forum?

Comunque concordo con alex111.

Faccio un esempio opposto, giusto per cambiare prospettiva: vi ricordate i tempi in cui un carico di noce moscata o altre spezie valeva una fortuna ed in caso di naufragio del vascello poteva mandare in rovina il suo proprietario? (vedi il Mercante di Venezia di Shakespeare).


"Fino al 1200 il costo di mezzo chilogrammo di macis raggiungeva facilmente quello di un bue o una vacca. Un prezzario tedesco del 1393 indica che la stessa quantità di noce moscata costasse quanto 7 buoi grassi." --cit https://www.vitantica.net/2019/06/1...pezia-pregiata/

Oggi i 20 gr di 4 noce moscata costano circa 1.20€. Con 30€ vi fate certamente mezzo Kg. Ma quanto costano invece 7 buoi grassi?....

Gli stessi esempi si potrebbero fare con gran parte dei prodotti di elettronica e la loro svalutazione nel tempo (pezzi da collezione a parte).
Ginopilot03 Dicembre 2021, 09:21 #9
Originariamente inviato da: giovanni69
E vi ricordate che nel 2010 e fino a "l'altro ieri" era vietato parlare di bitcoin in questo forum?

Comunque concordo con alex111.


Poi hanno capito che ci si fanno molte visualizzazioni e hanno cambiato idea.
pindol03 Dicembre 2021, 09:38 #10
Originariamente inviato da: Peppe1970
Non capisco fino a quando durerà questa storiella dei bitcoin.
Da quel che ho capito, i computer qbit metteranno in chiaro in poco tempo
qualsiasi odierna chiave.
Mi chiedo a cosa possa servire la corsa e l'utilizzo di energia e di risorse per qualcosa di così futile ?

O forse sbaglio?


Quella della quantum supremacy nel "rompere" Bitcoin è una supercazzola debunkata da tempo.

Risposta super breve:

Ci preoccuperemo dei computer quantistici quando troveremo l'elio liquido a 4,2 kelvin al supermercato.


Risposta breve:

1) L’informatica quantistica potrebbe non rompere mai l’attuale crittografia. Sebbene gli algoritmi quantistici possano in teoria rompere l’ECDSA, in pratica potrebbe essere impossibile ridurre il rumore di un computer quantistico per avere qubit sufficienti per eseguire l’algoritmo.

2) L’aggiunta di indirizzi resistenti al quantum computing a Bitcoin può essere ottenuta tramite un soft fork (un semplice upgrade al protocollo, come ce ne sono già stati vari nella storia di Bitcoin). Il lavoro sulla crittografia a prova di computer quantistici sta avanzando molto più velocemente degli stessi computer quantistici, poiché la matematica è molto più facile da eseguire per i ricercatori rispetto alla fisica sperimentale.

3) Anche se ci sono progressi sorprendenti nei computer quantistici, questi non possono rompere la crittografia SHA256 che utilizza Bitcoin a protezione dei bitcoin negli indirizzi che non hanno rivelato la loro chiave pubblica. Se però viene ri-utilizzata una seconda volta la stessa chiave per un altro pagamento, potrebbe esserci una vulnerabilità ai computer quantistici. In quel caso, un soft fork può permettere la creazione di indirizzi resistenti al quantum computing consentendo ai proprietari di chiavi private di firmare transazioni senza rivelare la loro chiave pubblica. Ad oggi ci sono solo 4 milioni su 21 milioni di bitcoin in indirizzi potenzialmente “attaccabili” da un computer quantistico. I proprietari di questi bitcoin possono comunque in qualunque momento trasferire i loro averi su nuovi indirizzi “quantum resistance”. Va specificato inoltre che sono vulnerabili sono gli indirizzi di cui è stata rivelata la chiave pubblica, la chiave pubblica in bitcoin si rivela solo nel momento in cui viene speso un UTXO, quindi il problema si pone solo se si riusa lo stesso indirizzo, cosa che avveniva tipicamente con i primi wallet, ma con i wallet gerarchico deterministici (che si usano ormai da 7-8 anni) questo problema non si pone perchè non si riutilizzano mai gli stessi indirizzi.

4) I primi computer quantistici saranno di proprietà di grandi aziende o governi. È improbabile che tali entità rivelino la supremazia quantistica attaccando prima Bitcoin rispetto ad utilizzarli per scopi decisamente più utili. Anche se rubassero dei bitcoin, è nell’interesse personale degli aggressori farlo lentamente e segretamente per il massimo profitto piuttosto che rischiare di far crollare il prezzo di bitcoin.


Risposta lunga:

https://youtu.be/G1ay5y8MZU8


Risposta lunga e articolata (ENG):

https://www.youtube.com/watch?v=U3Y5Cab1nlA


Pindol

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