Australia, lo stop ai social ai minori di 16 anni è legge. Dubbi sull'applicazione

Il Parlamento australiano ha approvato il disegno di legge che vieta i social media agli under 16. Le piattaforme hanno un anno di tempo per attuare il divieto, altrimenti incorreranno in sanzioni milionarie. Al momento, però, non è chiara quale tecnologia verrà usata per far rispettare il bando.
di Manolo De Agostini pubblicata il 28 Novembre 2024, alle 17:01 nel canale WebL'Australia è il primo paese a mettere al bando i social network ai minori di 16 anni, come anticipato nelle scorse settimane. La norma è passata in Senato con 34 voti favorevoli e 19 contrari, e ora il disegno di legge tornerà alla Camera dei rappresentanti (dove il governo ha la maggioranza) per approvare gli emendamenti prima di diventare legge.
La "legge più restrittiva al mondo" in materia non entrerà in vigore prima di 12 mesi, ma quando lo sarà comporterà multe fino a 50 milioni di dollari australiani (32,5 milioni di dollari) per le aziende tecnologiche che non la rispetteranno. Non ci saranno invece sanzioni per gli utenti che violeranno la norma. Il primo ministro Anthony Albanese ritiene che la legge sia necessaria per proteggere i giovani dai "danni" dei social media.
La norma non indica quali piattaforme saranno vietate, la decisione sarà presa dal ministro delle comunicazioni aiutato dell'eSafety Commissioner, l'ente regolatore per il web in Australia, che dovrà occuparsi di vigilare sul rispetto della legge.
Anthony Albanese, Primo ministro australiano
Secondo la BBC, "sono esenti le piattaforme gaming e di messaggistica, così come i siti a cui si può accedere senza un account". Anche YouTube, "per il suo importante scopo educativo", come specificato dalla ministra delle Comunicazioni Michelle Rowland, non dovrebbe ricadere nel calderone dei social vietati.
Non è chiaro come sarà attuato il blocco: il governo ha fatto sapere che si affiderà a una qualche forma di tecnologia di verifica dell'età, con test che partiranno nei prossimi mesi. L'onere di aggiungere la verifica e farla rispettare ricadrà sulle piattaforme dei social media.
I critici ritengono che non ci siano garanzie che la tecnologia funzioni (sembra che non si potranno usare documenti d'identità) e potrebbe bastare una VPN - capace di mascherare la vera posizione dell'utente - per aggirare la norma. È andata proprio così in Francia, dove è stata approvata una legge che permette l'accesso ai social ai minori di 15 anni solo con il consenso dei genitori.
Molti esperti sono concordi nel ritenere che le piattaforme di social media danneggino la salute mentale degli adolescenti, ma non c'è l'unanimità. Si discute anche sul fatto che un divieto non faccia altro che ritardare l'accesso alle piattaforme, ove invece sarebbe meglio educare i giovani a gestire questi strumenti nel modo giusto. Altri ritengono che ci sia il rischio che i giovani finiscano su angoli di Internet meno sicuri e regolamentati. Inoltre, si teme che il divieto possa isolare gli adolescenti della comunità LGBTQ+ e gli immigrati.
Un recente sondaggio YouGov ha evidenziato che il 77% degli australiani sostiene il divieto, un dato in aumento rispetto al 61% di agosto.
Levata di scudi, invece, da parte dei social, tra chi parla di norma poca chiara e inefficace, con X che ne ha persino messo in dubbio la legalità. Elon Musk ha dichiarato che l'iniziativa "sembra un modo subdolo per controllare l'accesso a Internet da parte di tutti gli australiani".
Enie Lam, una studentessa di Sydney che ha compiuto da poco 16 anni, ha dichiarato a Reuters che i social media contribuiscono a creare problemi di immagine corporea e al cyberbullismo, ma un divieto totale potrebbe spingere i giovani verso aree di Internet meno visibili e più pericolose.
"Ciò creerà solo una generazione di giovani che saranno più alfabetizzati tecnologicamente nell'aggirare questi muri", ha detto a Reuters. "Non otterrà gli effetti desiderati". "Sappiamo tutti che i social media non fanno bene, ma il divieto sui social media in genere vede molti giovani fortemente contrari".
12 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoe poi accesso ai social con spid.. poi passa la voglia di farei coglioni
IMHO
Infatti, è solo per pararsi il fondoschiena nel caso di un ennesimo fatto tragico.
"Disordini in Australia: é guerra civile".
Francamente, la trovo una cosa giusta. Al di lá che sia possibile o meno rispettarla (e non credo che ci si riuscirá
NON FUNZIONA IL LINK !!!
Stateci con la testa quando postate, e che cavolo !!!
Sia mai che i giovani possano informarsi come si deve e come meglio credono e che i genitori facciano i genitori.
Vietare, vietare sempre e così non ci pensiamo più e magari riusciamo anche a far sottoscrivere qualche abbonamento ai quotidiani nazionali, che sono gli unici a dire la verità, sempre.
I social sono solo una perdita di tempo, a spaccare le pietre che è meglio
ecc..ecc..
Mai vedere all'utilità delle cose, solo i lati negativi sono quelli che contano.
(e con questo non intendo essere favorevole ad un bambino di 5 anni con il suo smart sui social da mattina a sera senza controllo, a scanso)
Vietare, vietare sempre e così non ci pensiamo più e magari riusciamo anche a far sottoscrivere qualche abbonamento ai quotidiani nazionali, che sono gli unici a dire la verità, sempre.
I social sono solo una perdita di tempo, a spaccare le pietre che è meglio
ecc..ecc..
Mai vedere all'utilità delle cose, solo i lati negativi sono quelli che contano.
(e con questo non intendo essere favorevole ad un bambino di 5 anni con il suo smart sui social da mattina a sera senza controllo, a scanso)
Il problema è che i social sono essenzialmente un megafono, e dato che il 99,9% delle persone cose intelligenti o interessanti da dire non ne ha... quello che si ottiene è un ambiente disinformato, diseducativo, e potenzialmente dannoso per i minori.
Qui non si sta parlando di vietare l'accesso a dei luoghi non adatti ai minori poiché pensati per un pubblico adulto. Qui il nocciolo della questione risiede nell'essenza stessa dei social, ormai degenerata in una Babele incontrollata e nociva per chiunque vi si approcci con troppa ingenuità, indipendentemente dalla propria età. Sarebbe come vietare l'ingresso in metropolitana perché vi avvengono scippi e rapine. Non è quella la soluzione al problema.
Qui non si sta parlando di vietare l'accesso a dei luoghi non adatti ai minori poiché pensati per un pubblico adulto. Qui il nocciolo della questione risiede nell'essenza stessa dei social, ormai degenerata in una Babele incontrollata e nociva per chiunque vi si approcci con troppa ingenuità, indipendentemente dalla propria età. Sarebbe come vietare l'ingresso in metropolitana perché vi avvengono scippi e rapine. Non è quella la soluzione al problema.
In parte è vero e in parte no, voglio dire un social è un contenitore, se vedi solo notizie, chiamiamole del cavolo, è solo perchè prediligi quelle.
E qui torniamo all' educazione dei propri figli.
Io personalmente educo mio figlio e ho un parental control (mai utilizzato sui suoi dispostivi tra l'altro).
Mai avuto problemi...ma è vero, il mondo dei social può essere dannoso, indiscutibile.
Tu capisci però che così qualcuno decide nella propria nazione quali social possono essere utilizzati e quali no?
Se permetti lo decido io, non gli altri.
No, i social (odierni) sono delle macchine da soldi. Le notizie del cavolo avranno sempre una maggiore visibilità perché generano un ad revenue più consistente grazie alla loro natura "controversa" (per non essere offensivi).
Io personalmente educo mio figlio e ho un parental control (mai utilizzato sui suoi dispostivi tra l'altro).
Mai avuto problemi...ma è vero, il mondo dei social può essere dannoso, indiscutibile.
Tu capisci però che così qualcuno decide nella propria nazione quali social possono essere utilizzati e quali no?
Se permetti lo decido io, non gli altri.
Ne convengo, ecco il perché del mio paragone con la metropolitana e i crimini che vi avvengono in essa. Non è limitandone l'accesso che si risolve il problema.
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